Marino/Ladispoli/Roma. Grave minaccia al coordinatore della campagna “Verità e Giustizia per Irene Palacino”

Marino/Ladispoli/Roma. Grave minaccia al coordinatore della campagna “Verità e Giustizia per Irene Palacino”

17/12/2021 0 Di Maurizio Aversa

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Irene Pala­cino, riceve sol­i­da­ri­età dai pesca­tori di San­ta Marinel­la


Come ha inseg­na­to nel­la sto­ria del gior­nal­is­mo ital­iano la lun­ga espe­rien­za di Paese Sera, la cronaca se non rac­con­ta­ta come sen­sazion­al­is­mo, ma ren­di­con­ta­ta, cir­costanzi­a­ta, illus­tra­ta nel­la apparte­nen­za ad un peri­o­do ad una fase ad un epoca, alla fine è davvero scuo­la polit­i­ca. E’ polit­i­ca essa stes­sa, nel sen­so del­la con­seg­na ad un pub­bli­co pen­sante, libero e criti­co, di ele­men­ti che lo met­tono in con­dizione di far­si una opin­ione e decidere da che parte stare, quin­di anche di assumere una posizione polit­i­ca. Infat­ti, siamo, in queste ore, venu­ti a conoscen­za di un fat­to, e cor­rob­o­rati anche del­la disponi­bil­ità di carte doc­u­men­tali, pos­si­amo rac­con­tare l’accaduto. Molti han­no già segui­to nelle set­ti­mane e giorni scor­si la cam­pagna per “Ver­ità e Gius­tizia per Irene”, vicen­da che, pure dilui­ta dal tem­po trascor­so, ha forte la poten­za del­la neg­a­tiv­ità del­la vio­len­za con­tro una don­na (all’epoca dei fat­ti gio­vanis­si­ma e frag­ile), e del cor­ag­gio acquisi­to oggi nel sostenere una denun­cia pub­bli­ca vol­ta ad ottenere, appun­to, ver­ità e gius­tizia. Ora, il coor­di­na­tore respon­s­abile di ques­ta cam­pagna è lo scrit­tore Alessan­dro Cor­bel­li. Per­son­al­ità poliedri­ca che nel tem­po ha pre­so come sua casa Mari­no e i Castel­li romani. Per un “romano de Roma” non è dif­fi­cile. Nel pro­prio per­cor­so di vita, più volte Alessan­dro Cor­bel­li ha man­i­fes­ta­to la sua indole di con­tra­ri­età alle sopraf­fazioni e, in sen­so lato, a ciò che non favor­sice la lib­era cresci­ta ed esple­ta­men­to del­la social­ità di ogni per­sona. Prob­a­bil­mente ciò è dovu­to da ragioni di edu­cazione famil­iare, con­sid­er­a­ta la forte per­son­al­ità del papà, che in anni lon­tani ha diret­to l’associazione com­mer­cianti di Via Appia Nuo­va (tra San Gio­van­ni e Via Cave); o anco­ra quan­do ha guida­to la soci­età sporti­va del Bas­ket di quartiere; tut­to ciò intan­to che Alessan­dro era vici­no (fino al ruo­lo di mis­sion­ario laico in Africa) coi Sale­siani del Don Ori­one. Questo pro­fi­lo, purtrop­po, ha dovu­to fare i con­ti anche con una trage­dia famil­iare, la morte vio­len­ta del­lo zio di Alessan­dro il 28 gen­naio 1978, quan­do Gior­gio Cor­bel­li, nel suo negozio di gioiel­liere a Roma, è sta­to vit­ti­ma di un grup­po di destra che ha mes­so a seg­no uno dei pri­mi, se non il pri­mo, di questi atti cosid­det­ti di “finanzi­a­men­to polti­ico del ter­ror­is­mo”. Ques­ta sto­ria diven­ta cronaca, per­ché, appun­to, il coor­di­na­tore del­la cam­pagna per Irene, le cose non le subisce in silen­zio, ne trae inseg­na­men­to, invece, per con­tin­uare la pro­pria coeren­za di vita. Ma il 16 dicem­bre, men­tre era con Irene impeg­na­to in uno degli incon­tri di sen­si­bi­liz­zazione, durante una pausa, ha subito una grave minac­cia. Infat­ti, tor­nan­do all’auto, a Ladis­poli, dopo una sos­ta di ritorno da San­ta Marinel­la, per bere un caf­fè, sul ter­gi­cristal­lo del­la vet­tura ha trova­to un foglio scrit­to a mano con il testo ripor­tante: “Alessan­dro Cor­bel­li se non stai muto con la sto­ria di Irene Pala­cino farai la fine di Fal­cone e Borselli­no”. Nat­u­ral­mente, i Cara­binieri (di S. Maria delle Mole, per­ché quel­li di Ladis­poli han­no potu­to solo accertare quan­to ave­va da denun­cia­re Cor­bel­li, ma la stazione era inag­i­bile a causa di dis­in­fezione, e quin­di gli stes­si CC del litorale han­no ind­i­riz­za­to Cor­bel­li a denun­cia­re pres­so la stazione dove risiede) han­no rac­colto la denun­cia. Ora i mil­i­tari han­no di fronte le varie strade inves­tiga­tive: emu­lazione neg­a­ti­va, avver­ti­men­to mira­to tramite ami­ci degli ami­ci, altro come si dice in questi casi a 360 gra­di, vedran­no in che modo venirne a capo. Sicu­ra­mente, la deter­mi­nazione di Cor­bel­li non è, pure uti­liz­zan­do la cautela del caso, di quelle che si met­tono a riposo per una minac­cia. Intan­to il moto sol­i­dale alla cam­pagna, ad Irene e a Cor­bel­li con­tin­u­ano.

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