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Marino/Ladispoli/Roma. Grave minaccia al coordinatore della campagna “Verità e Giustizia per Irene Palacino”
17/12/2021Questo articolo è stato letto 4166 volte!
Come ha insegnato nella storia del giornalismo italiano la lunga esperienza di Paese Sera, la cronaca se non raccontata come sensazionalismo, ma rendicontata, circostanziata, illustrata nella appartenenza ad un periodo ad una fase ad un epoca, alla fine è davvero scuola politica. E’ politica essa stessa, nel senso della consegna ad un pubblico pensante, libero e critico, di elementi che lo mettono in condizione di farsi una opinione e decidere da che parte stare, quindi anche di assumere una posizione politica. Infatti, siamo, in queste ore, venuti a conoscenza di un fatto, e corroborati anche della disponibilità di carte documentali, possiamo raccontare l’accaduto. Molti hanno già seguito nelle settimane e giorni scorsi la campagna per “Verità e Giustizia per Irene”, vicenda che, pure diluita dal tempo trascorso, ha forte la potenza della negatività della violenza contro una donna (all’epoca dei fatti giovanissima e fragile), e del coraggio acquisito oggi nel sostenere una denuncia pubblica volta ad ottenere, appunto, verità e giustizia. Ora, il coordinatore responsabile di questa campagna è lo scrittore Alessandro Corbelli. Personalità poliedrica che nel tempo ha preso come sua casa Marino e i Castelli romani. Per un “romano de Roma” non è difficile. Nel proprio percorso di vita, più volte Alessandro Corbelli ha manifestato la sua indole di contrarietà alle sopraffazioni e, in senso lato, a ciò che non favorsice la libera crescita ed espletamento della socialità di ogni persona. Probabilmente ciò è dovuto da ragioni di educazione familiare, considerata la forte personalità del papà, che in anni lontani ha diretto l’associazione commercianti di Via Appia Nuova (tra San Giovanni e Via Cave); o ancora quando ha guidato la società sportiva del Basket di quartiere; tutto ciò intanto che Alessandro era vicino (fino al ruolo di missionario laico in Africa) coi Salesiani del Don Orione. Questo profilo, purtroppo, ha dovuto fare i conti anche con una tragedia familiare, la morte violenta dello zio di Alessandro il 28 gennaio 1978, quando Giorgio Corbelli, nel suo negozio di gioielliere a Roma, è stato vittima di un gruppo di destra che ha messo a segno uno dei primi, se non il primo, di questi atti cosiddetti di “finanziamento poltiico del terrorismo”. Questa storia diventa cronaca, perché, appunto, il coordinatore della campagna per Irene, le cose non le subisce in silenzio, ne trae insegnamento, invece, per continuare la propria coerenza di vita. Ma il 16 dicembre, mentre era con Irene impegnato in uno degli incontri di sensibilizzazione, durante una pausa, ha subito una grave minaccia. Infatti, tornando all’auto, a Ladispoli, dopo una sosta di ritorno da Santa Marinella, per bere un caffè, sul tergicristallo della vettura ha trovato un foglio scritto a mano con il testo riportante: “Alessandro Corbelli se non stai muto con la storia di Irene Palacino farai la fine di Falcone e Borsellino”. Naturalmente, i Carabinieri (di S. Maria delle Mole, perché quelli di Ladispoli hanno potuto solo accertare quanto aveva da denunciare Corbelli, ma la stazione era inagibile a causa di disinfezione, e quindi gli stessi CC del litorale hanno indirizzato Corbelli a denunciare presso la stazione dove risiede) hanno raccolto la denuncia. Ora i militari hanno di fronte le varie strade investigative: emulazione negativa, avvertimento mirato tramite amici degli amici, altro come si dice in questi casi a 360 gradi, vedranno in che modo venirne a capo. Sicuramente, la determinazione di Corbelli non è, pure utilizzando la cautela del caso, di quelle che si mettono a riposo per una minaccia. Intanto il moto solidale alla campagna, ad Irene e a Corbelli continuano.
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Un operatore dell’informazione. Un attivista culturale impegnato a diffondere le buone pratiche che aumentano ed estendono la fruizione del miglior bene immateriale di cui l’umanità dispone: il sapere, la conoscenza, la cultura. Questo il mio intimo a cui mi ispiro e la mia veste “giornalistica”. Professionalmente provengo da esperienze “strutturate” come sono gli Uffici Stampa pesanti: La Lega delle Cooperative, Botteghe Oscure. Ma anche esperienze di primo impatto: Italia Radio; e il mondo delle Rassegne Stampa cooperativa DIRE, Diretel, Rastel, Telpress. Per la carta stampata oltre una esperienza “in proprio” come direttore scientifico della rivista “Vini del Lazio”, ho collaborato con Paese Sera, con L’Unità, con Oggi Castelli.