Roma/Lazio. PCI: gli auguri di Pasqua, buone feste e buon futuro.

Roma/Lazio. PCI: gli auguri di Pasqua, buone feste e buon futuro.

13/04/2020 0 Di Maurizio Aversa

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Il Cristo vela­to a Napoli


Il seg­re­tario del PCI del Lazio, Oreste del­la Pos­ta, conoscen­do le sen­si­bil­ità di tan­ti comu­nisti e di tan­ti cit­ta­di­ni e lavo­ra­tori, ha chiesto, in ques­ta spe­ciale occa­sione, uni­ca nel suo genere per questo sec­o­lo, al com­pag­no Mar­co Onofrio, scrit­tore e diri­gente comu­nista, di ver­gare una nota augu­rale. Mar­co Onofrio, con stile di pro­fon­da spir­i­tu­al­ità e forte impronta laica comu­nista, ha così inter­pre­ta­to il mes­sag­gio che il PCI Lazio invia a tut­ti i nos­tri cor­re­gion­ali: “Pasqua sig­nifi­ca “pas­sag­gio”. È il momen­to litur­gi­co e sim­bol­i­co in cui alla morte suc­cede la res­ur­rezione, alla crisi pro­fon­da la nuo­va armo­nia, agli inferi il cielo. In tal sen­so, sti­amo per vivere una delle Pasque più aut­en­tiche e real­is­tiche di sem­pre. Con­sapevoli che, come dice­va il poeta, “lì dove cresce il peri­co­lo cresce anche ciò che sal­va”, e che quin­di ogni momen­to di crisi nasconde, nel suo cuore prob­lem­ati­co, inusi­tate e inim­mag­in­abili oppor­tu­nità. I comu­nisti del Lazio vivono con pro­fon­da parte­ci­pazione i giorni di angos­cia e sof­feren­za che la pan­demia del Coro­n­avirus sta impo­nen­do al mon­do e al nos­tro Paese; ma nutrono anche la ragionev­ole sper­an­za che ques­ta crisi pos­sa sot­trar­ci al vor­tice in cui il neo­cap­i­tal­is­mo sta avvi­tan­do uomi­ni, nazioni, eco­sis­te­mi, come se non ci fos­se un futuro che invece, aven­do rice­vu­to il piane­ta in presti­to dai nos­tri figli, abbi­amo il dovere eti­co di costru­ire e difend­ere. Lo scon­vol­gi­men­to plan­e­tario causato dal­la pan­demia può offrire mar­gi­ni impor­tan­ti di rif­les­sione e ripen­sa­men­to. La pausa potrebbe agevolare un salu­tif­ero “reset” dei sis­te­mi, innes­can­do la scin­til­la per illu­minare il pas­sag­gio, appun­to, a un modo diver­so di con­cepire le risorse del piane­ta e il ruo­lo stori­co degli indi­vidui, ver­so una soci­età che torni ad essere incen­tra­ta sull’uomo, sulle sue legit­time istanze di lib­er­azione e di aut­en­ti­ca gius­tizia comu­ni­taria.

Papa Francesco nel­la vuo­ta piaz­za S.Pietro


Cer­to è un sog­no eter­no, nutri­to da sem­pre e per sem­pre, ma l’emergenza che sti­amo paten­do lo rende all’improvviso qua­si tan­gi­bile, anco­ra più pos­si­bile e clam­orosa­mente attuale di quan­to non sia mai sta­to negli ulti­mi decen­ni. Il virus sta facen­do capire anche ai più fer­vi­di sosten­i­tori dei mod­el­li di svilup­po in auge che così non è pos­si­bile con­tin­uare; che gli indi­vidui di questo mon­do glob­al­iz­za­to sono in realtà iso­lati e frag­ili; che la finan­za tec­no­crat­i­ca è un gigante dai pie­di di argilla, e che anz­i­tut­to ci sono economie e cul­ture locali da sal­va­guardare; che le per­sone umane, insom­ma, con­tano più dei mer­cati di cui si vogliono cieche con­suma­tri­ci, e che non sono soltan­to numeri inter­cam­bi­a­bili di un codice o di un con­to cor­rente ban­car­io. I comu­nisti ital­iani lot­tano per l’opzione e l’affermazione conc­re­ta di un nuo­vo umanes­i­mo inte­grale, esem­pla­to sul­la sacral­ità civile dei val­ori dell’Antifascismo, del­la Resisten­za e del­la Cos­ti­tuzione. Buona Pasqua di “pas­sag­gio” e di sper­an­za a tut­ti, con par­ti­co­lare riguar­do agli “ulti­mi”, agli emar­ginati, agli indi­gen­ti, e a chi si sente anco­ra rap­p­re­sen­ta­to dai sim­boli del lavoro e del sudore che ador­nano il rosso del­la nos­tra bandiera. Auguri spe­ciali ai lavo­ra­tori che, mal­gra­do l’emergenza, non han­no smes­so di pro­fondere con sac­ri­fi­cio e abne­gazione il loro impeg­no quo­tid­i­ano. Che sia una Pasqua di “pas­sag­gio” e di sper­an­za anche e soprat­tut­to per chi ha per­so il lavoro, per chi lo sta cer­can­do e per chi, scos­so dal­la reces­sione, non sa più come andare avan­ti. Che l’oggi e il domani ci tro­vi­no sem­pre più uni­ti e impeg­nati per il “cantiere aper­to” delle nos­tre idee.”.
(Avverten­za: a causa di momen­ta­neo black­out sui serv­er, il gior­nale non è sta­to online alla vig­ilia di Pasqua. Il con­trib­u­to intel­let­tuale di Mar­co Onofrio era orga­niz­za­to per essere online nelle ore prece­den­ti la res­ur­rezione. Tut­tavia il mes­sag­gio è tal­mente pro­fon­do e cor­poso, che decidi­amo di pub­bli­car­lo anche ora, asin­crono, per­chè tut­to­ra pien­amente vali­do)

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