Roma. RNB: “Non ci faremo mettere il bavaglio”

Roma. RNB: “Non ci faremo mettere il bavaglio”

21/12/2023 0 Di Maurizio Aversa

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Il Par­la­men­to ita­lia­no, il 20 scor­so, in aula, ha vota­to un prov­ve­di­men­to, mol­to somi­glian­te al cuci­re le boc­che. Un prov­ve­di­men­to che non ha nul­la a che vede­re col garan­ti­smo. Che non ha nul­la a che vede­re con le per­se­cu­zio­ni simil-stal­king gior­na­li­sti­co. Inve­ce, somi­glia mol­to a “non toc­ca­te la casta, ovve­ro, gli ami­ci degli ami­ci”. Per che cosa poi? sem­pli­ce­men­te per comu­ni­ca­re pub­bli­ca­men­te se tizio o caio sia­no in regi­me di custo­dia cau­te­la­re! Qui di segui­to ripor­tia­mo, in pri­ma bat­tu­ta, la comu­ni­ca­zio­ne del­l’An­sa sui lavo­ri par­la­men­ta­ri. Dopo l’e­le­men­to­di cro­na­ca, ripor­tia­mo inte­gral­men­te il comu­ni­ca­to del­la “Rete No Bava­glio”. Rete No Bava­glio è una rete nata da un appel­lo scrit­to insie­me a Ste­fa­no Rodo­tà: è for­ma­ta da cit­ta­di­ni, atti­vi­sti per i dirit­ti, gior­na­li­sti, ope­ra­to­ri dell’informazione, foto e video repor­ter, blog­ger, mediat­ti­vi­sti. Lot­ta con­tro i bava­gli, con­tro i vec­chi e i nuo­vi fasci­smi con­tro ses­si­smo e dise­gua­glian­ze in dife­sa dei dirit­ti civi­li e uma­ni e dei beni comu­ni come istru­zio­ne, cono­scien­za, sani­tà, sport, ambien­te.

boc­ca cuci­ta


Via libe­ra del­l’Au­la del­la Came­ra all’e­men­da­men­to di Enri­co Costa di Azio­ne alla leg­ge di dele­ga­zio­ne euro­pea che intro­du­ce il divie­to di pub­bli­ca­zio­ne “inte­gra­le o per estrat­to” del testo del­l’or­di­nan­za di custo­dia cau­te­la­re. Una misu­ra che dal­le oppo­si­zio­ni, ad esclu­sio­ne di Iv ed Azio­ne che han­no dato il loro voto favo­re­vo­le, vie­ne giu­di­ca­ta come una misu­ra “bava­glio”. Il testo è pas­sa­to a voto pale­se, in quan­to Costa ha rece­pi­to la rifor­mu­la­zio­ne pro­po­sta dal gover­no. I voti a favo­re sono sta­ti 160, 70 i no (M5S, Avs e Pd). Iv e Azio­ne han­no vota­to a favo­re con la mag­gio­ran­za. Il via libe­ra all’e­men­da­men­to è giun­to dopo un lun­go lavo­ro che ha por­ta­to all’in­te­sa sul testo pre­sen­ta­to dal depu­ta­to di Azio­ne Enri­co Costa. La pro­po­sta di modi­fi­ca, per la qua­le il gover­no ave­va annun­cia­to il pare­re con­tra­rio, è sta­ta rifor­mu­la­ta e l’ok di Mon­te­ci­to­rio c’e’ sta­to sen­za chie­de­re il voto segre­to e sen­za crea­re imba­raz­zi nel­la mag­gio­ran­za, visto che Fi ave­va pre­an­nun­cia­to il suo sì anche al testo pre­ce­den­te con­tro il pare­re di ese­cu­ti­vo e allea­ti. Il testo ori­gi­na­rio pre­ve­de­va il “divie­to di pub­bli­ca­zio­ne del­l’or­di­nan­za di custo­dia cau­te­la­re” fino alla con­clu­sio­ne del­le inda­gi­ni o del­l’u­dien­za pre­li­mi­na­re, men­tre nel­la rifor­mu­la­zio­ne pro­po­sta dal gover­no si par­la di divie­to di pub­bli­ca­zio­ne “inte­gra­le o per estrat­to” del testo dell’ordinanza.(Ansa).

“Non ci fare­mo met­te­re il bava­glio”
Rete NoBa­va­glio, appel­lo ai diret­to­ri di testa­ta, agli ope­ra­to­ri dell’informazione e alla socie­tà civi­le: “Gior­na­li­sti e cit­ta­di­ni si uni­sca­no nel­la mobi­li­ta­zio­ne con­tro l’ennesima leg­ge-bava­glio”. Il divie­to di pub­bli­ca­re che secre­ta le ordi­nan­ze di custo­dia cau­te­la­re e i con­te­nu­ti fino alla fine dell’udienza pre­li­mi­na­re rap­pre­sen­ta un prov­ve­di­men­to auto­ri­ta­rio gra­vis­si­mo che non solo col­pi­sce e limi­ta il lavo­ro dei gior­na­li­sti ma soprat­tut­to il dirit­to dei cit­ta­di­ni di esse­re infor­ma­ti e ren­de più indi­fe­se le stes­se per­so­ne pri­va­te del­la liber­tà. Si trat­ta dell’ennesimo bava­glio mes­so alla stam­pa che non sor­pren­de. E’ la con­fer­ma dell’attacco all’informazione por­ta­to avan­ti negli ulti­mi anni dai pote­ri for­ti e dal­la poli­ti­ca più brut­ta. Nel nostro Pae­se, infat­ti, esi­ste un par­ti­to del bava­glio tra­sver­sa­le ai vari schie­ra­men­ti par­la­men­ta­ri che vuo­le silen­zia­re l’informazione per poter agi­re in modo indi­stur­ba­to e sen­za ave­re addos­so l’occhio media­ti­co. È suc­ces­so duran­te la sta­gio­ne del gover­no Ber­lu­sco­ni e anco­ra nel 2015 quan­do il gover­no Ren­zi vole­va impe­di­re la pub­bli­ca­zio­ne del­le inter­cet­ta­zio­ni: in quell’occasione è nata la Rete NoBa­va­glio con un appel­lo scrit­to insie­me al giu­ri­sta Ste­fa­no Rodo­tà poi con­di­vi­so da Fnsi, Odg, da deci­ne di asso­cia­zio­ni e orga­niz­za­zio­ni, per­so­na­li­tà del­la cul­tu­ra e del­lo spet­ta­co­lo e del mon­do poli­ti­co in pri­ma linea nel­la dife­sa dei dirit­ti demo­cra­ti­ci, la liber­tà di espres­sio­ne garan­ti­ta dall’articolo 21 del­la Costi­tu­zio­ne. Con l’alibi del­la dife­sa del­la pri­va­cy, del dirit­to all’oblio e del­la pre­sun­zio­ne di inno­cen­za del decre­to Car­ta­bia ( che affi­da ai pro­cu­ra­to­ri la respon­sa­bi­li­tà di deci­de­re se pos­sa esse­re resa pub­bli­ca una inchie­sta) si vuo­le sem­pre più con­di­zio­na­re l’indipendenza dell’informazione. La stes­sa rifor­ma del rea­to di dif­fa­ma­zio­ne, attual­men­te in discus­sio­ne in Par­la­men­to, non solo non risol­ve il pro­ble­ma del­le que­re­le-bava­glio ma toglie ulte­rio­re auto­no­mia ai gior­na­li­sti sta­bi­len­do mul­te one­ro­se e l’obbligo di ret­ti­fi­ca sen­za con­trad­di­to­rio. In que­sto cli­ma di cen­su­ra di Sta­to si con­te­stua­liz­za l’emendamento appro­va­to ieri che proi­bi­sce la pub­bli­ca­zio­ne dei con­te­nu­ti dell’ordinanza di custo­dia cau­te­la­re fino alla fine dell’udienza pre­li­mi­na­re. Di con­se­guen­za dal momen­to dell’arresto fino al pro­ces­so, all’opinione pub­bli­ca per mesi sarà nega­to il dirit­to di esse­re infor­ma­ta su temi impor­ta­ti come la lot­ta alla cor­ru­zio­ne e la lot­ta alla mafia. Ma non solo: non sarà pos­si­bi­le cono­sce­re le accu­se e le pro­ve con­te­sta­te alla per­so­na fini­ta in car­ce­re. E quin­di se si trat­ta di una reclu­sio­ne legit­ti­ma o ecces­si­va: di con­se­guen­za saran­no col­pi­te anche le garan­zie a tute­la del cit­ta­di­no inda­ga­to o arre­sta­to. Con que­sto ulte­rio­re atto il “par­ti­to tra­sver­sa­le del bava­glio” è riu­sci­to a can­cel­la­re il ruo­lo di garan­zia che la libe­ra stam­pa rive­ste a tute­la di tut­ti i cit­ta­di­ni, anche di quel­li pri­va­ti del­la liber­tà. Le Rete NoBa­va­glio, anco­ra una vol­ta, è al fian­co del­la Fede­ra­zio­ne del­la Stam­pa ita­lia­na e dell’Ordine dei Gior­na­li­sti e si uni­sce all’appello rivol­to al pre­si­den­te del­la Repub­bli­ca, Ser­gio Mat­ta­rel­la, di non fir­ma­re que­sto prov­ve­di­men­to liber­ti­ci­da che farà declas­sa­re ulte­rior­men­te l’Italia, oggi al 41° posto appe­na die­tro a Mon­te­ne­gro, Argen­ti­na e Mace­do­nia del Nord, nel­la clas­si­fi­ca del World press Free­dom di Repor­ter sans fron­tier. La Rete NoBa­va­glio ade­ri­sce ad ogni for­ma di mobi­li­ta­zio­ne a con­tro que­sto prov­ve­di­men­to e per garan­ti­re il dirit­to- dove­re dei gior­na­li­sti di infor­ma­re e il dirit­to dei cit­ta­di­ni di esse­re infor­ma­ti. Come rete di gior­na­li­sti e cit­ta­di­ni ci rivol­gia­mo ai diret­to­ri del­le testa­te gior­na­li­sti­che e a tut­ti gli ope­ra­to­ri dell’informazione chie­den­do di dare vita a una cam­pa­gna con­tro tut­ti i bava­gli e di unir­si in una bat­ta­glia di civil­tà e demo­cra­zia che deve crea­re un’alleanza tra mon­do dell’informazione e cit­ta­di­nan­za atti­va. Uno Sta­to dav­ve­ro demo­cra­ti­co dovreb­be favo­ri­re la veri­fi­ca del­le infor­ma­zio­ni e non osta­co­lar­la. Sen­za liber­tà non può esi­ste­re una infor­ma­zio­ne cor­ret­ta e di qua­li­tà e sen­za infor­ma­zio­ne la liber­tà muo­re.

pre­si­dio di pro­te­sta No Bava­glio

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