Velletri: NO al disboscamento del Monte Artemisio

Velletri: NO al disboscamento del Monte Artemisio

07/05/2024 0 Di Redazione

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SUL MONTE ARTEMISIO DECINE DI PERSONE HANNO PARTECIPATO ALL’INIZIATIVA CONTRO IL DISBOSCAMENTO E AD UN CONFRONTO, INASPETTATO, CON IL PROGETTISTA DEI TAGLI BOSCHIVI

SABATO 11 MAGGIO ALLE 17.00 PRESIDIO E ASSEMBLEA PUBBLICA IN PIAZZA CAIROLI A VELLETRI

La buona parte­ci­pazione all’inizia­ti­va su Monte Artemi­sio, pro­mossa dal Comi­ta­to per la pro­tezione dei boschi dei Col­li Albani, seg­nala anco­ra una vol­ta l’ur­gen­za di un inter­ven­to da parte degli Enti pre­posti alla tutela e alla con­ser­vazione del pat­ri­mo­nio fore­stale e fau­nis­ti­co del ter­ri­to­rio in cui vivi­amo.

Decine di per­sone han­no potu­to con­statare coi pro­pri occhi parte del lavoro di taglio svolto in questi anni e anco­ra in cor­so sul Monte Artemi­sio che sovras­ta Vel­letri da sem­pre.

Rib­a­di­amo anco­ra una vol­ta che rite­ni­amo uno scem­pio ambi­en­tale l’at­tuale ges­tione boschi­va in cor­so su gran parte del ter­ri­to­rio del Par­co Regionale dei Castel­li Romani e chiedi­amo un’im­me­di­a­ta mora­to­ria di tut­ti i tagli in cor­so e di quel­li pre­visti, al fine di garan­tire la soprav­viven­za di un pat­ri­mo­nio ambi­en­tale di ines­tima­bile val­ore purtrop­po sem­pre più ridot­to a leg­na­ia da cui trarre prof­it­to.

Nel caso speci­fi­co, poco dopo la parten­za del­la passeg­gia­ta da fonte Mar­cac­cio ed una assem­blea nei pres­si del rifu­gio fore­stale, siamo sta­ti rag­giun­ti da un’au­tovet­tura dal­la quale è sce­so l’a­gronomo Fab­rizio Dezzi, prog­et­tista e coor­di­na­tore tec­ni­co del­la dit­ta Leoni, tito­lare del­la con­ces­sione del Comune di Vel­letri.

Volen­do lui con­frontar­si e fornire delu­ci­dazioni, abbi­amo inter­rot­to l’es­cur­sione e abbi­amo pos­to numerose domande facen­dogli pre­sente le nos­tre con­sid­er­azioni, molto in con­trasto sia con la sua visione nor­ma­ti­va sia con alcune dichiarazioni più che con­testa­bili sulle ques­tioni ambi­en­tali.

Il prog­et­tista ci ha con­fer­ma­to l’e­sisten­za di varie sanzioni ele­vate nei con­fron­ti del­la dit­ta, ha evi­den­zi­a­to che il proces­so penale nei con­fron­ti del­la stes­sa non si è anco­ra con­clu­so rib­aden­do la bon­tà degli inter­ven­ti svolti, soste­nen­do l’a­gire in con­for­mità alle nor­ma­tive e alle pre­scrizioni vigi­en­ti.

Ha inoltre dichiara­to che la dit­ta ver­sa al comune di Vel­letri 80.000 euro l’an­no per 10 anni e la stes­sa spende 100.000 euro l’an­no per i lavori di sis­temazione del ter­ri­to­rio inter­es­sato dal dis­bosca­men­to.

A questo pun­to, non ci sono tor­nati neanche i con­ti eco­nomi­ci: 180.000 euro l’an­no di costi per la dit­ta solo ver­so il comune, per 10 anni, fan­no 1,8 mil­ioni di euro per una ren­di­ta lor­da cal­co­la­ta di cir­ca 2,2 mil­ioni.

Dove starebbe il guadag­no ? Abbi­amo par­la­to con un rap­p­re­sen­tante di una no-prof­it ?

Even­tual­mente, il comune da un’even­tuale revo­ca del­la con­ces­sione non rius­cirebbe a trovare in altro modo la bellez­za di 1,5 euro l’an­no per ogni suo abi­tante pur di non dev­astare il Monte Artemi­sio ? A ques­ta mis­e­ria è ridot­to un Paese che si fre­gia di essere all’in­ter­no del “G7” e con i mil­iar­di a piog­gia del PNRR ?

Il fat­to che il ter­ri­to­rio inter­es­sato rica­da sot­to tutela, si fa sem­pre per dire, del­l’Ente Par­co Regionale Castel­li Romani ed in zona defini­ta “ZSC”, cioè “Zona Spe­ciale di Con­ser­vazione”, non ha quin­di tur­ba­to l’a­gronomo prog­et­tista che, sec­on­do noi con una forzatu­ra notev­ole, ha ringrazi­a­to i castag­ni pre­sen­ti che ne han­no deter­mi­na­to tale impor­tante carat­ter­iz­zazione. Pec­ca­to poi che gli alberi vengano tagliati con un rap­por­to che fa pau­ra: di cir­ca 1.000 per ettaro, ne riman­gono tra i 30 e i 60, cioè tra il 3% e il 6%.

Fa sem­pre bene ricor­dare che i castag­ni mes­si a ceduo recu­per­a­no in media 9 ton­nel­late di CO2 ogni anno, per ogni ettaro: quan­to val­go­no quin­di 500–600 ettari dis­boscati in ter­mi­ni di CO2 che ci ritro­ver­e­mo nel­l’aria? E quan­to in ter­mi­ni di salute del­la popo­lazione, di spese san­i­tarie e di con­trib­u­to all’al­ter­azione del cli­ma ?

Nelle attuali con­dizioni cli­matiche e mete­o­ro­logiche ce ne è abbas­tan­za di che pre­oc­cu­par­si poiché dif­fi­cil­mente ricrescer­an­no in modo qua­si mec­c­cani­co, così come invece abbi­amo sen­ti­to dire da chi li taglia, ma anzi rite­ni­amo che sti­amo per­den­do ogni giorno una parte impor­tante del pat­ri­mo­nio nat­u­ral­is­ti­co che riguar­da le nos­tre zone, la loro bio­di­ver­sità e tut­ti gli ani­mali che si trovano a dover fug­gire, quan­do non incap­pano in qualche “inci­dente” con­tro i mezzi d’opera. I quali pure ieri, incu­ran­ti del­la nos­tra pre­sen­za, han­no attra­ver­sato la nos­tra passeg­gia­ta e quel­la di cam­mi­na­tori, cor­ri­dori e ciclisti con un trat­tore dalle ruote alte cir­ca 2 metri: già questo è un seg­nale del­la scarsa accortez­za che si ha per tutte le centi­na­ia di per­sone che per­cor­rono il sen­tiero N.523, costrette da tali mezzi a met­tere in peri­co­lo la pro­pria sicurez­za per­son­ale pur di vivere un fine set­ti­mana nel­la natu­ra pos­ta al prof­it­to di aziende pri­vate.

Lo stes­so Dezzi ci ha poi con­fer­ma­to di essere incar­i­ca­to da parte di un con­sorzio di via dei Cor­si, se abbi­amo ben capi­to, per­ché a Roc­ca di Papa le altre ditte meno vir­tu­ose di quel­la per cui lavo­ra lui stan­no provo­can­do dan­ni ai res­i­den­ti per la man­ca­ta ese­cuzione di alcune opere, con il placet da parte di quel comune.

Insom­ma, se lo aves­si­mo nom­i­na­to come agronomo del nos­tro Comi­ta­to, prob­a­bil­mente avrebbe fat­to un otti­mo lavoro a sosteg­no del­la nos­tra causa, non ne abbi­amo dub­bi, vista la sua preparazione in mate­ria.

Non ci sof­fer­mi­amo oltre sul lun­go con­fron­to, per il quale comunque ringrazi­amo l’a­gronomo Dezzi per aver­ci mes­so la fac­cia men­tre Enti e Isti­tuzioni sono di fat­to ecto­plas­mi che fino­ra neanche si sono deg­nati di rispon­dere alle nos­tre richi­este di incon­tro e alle nos­tre seg­nalazioni speci­fiche.

Ringrazi­amo anche i gior­nal­isti che con le loro inchi­este han­no fat­to emerg­ere la situ­azione sul­l’Artemi­sio, in par­ti­co­lare il sig. Sir­a­cusa de “La Spun­ta”, anche ieri pre­sente di per­sona e che ha por­ta­to un pro­prio per­son­ale con­trib­u­to alla dis­cus­sione con l’a­gronomo del­la dit­ta boschi­va facen­do emerg­ere impor­tan­ti con­trad­dizioni.

La passeg­gia­ta inter­rot­ta per dis­cutere con il sig. Dezzi, è ripresa per una metà delle per­sone inter­venute men­tre le altre sono tor­nate al pun­to di parten­za, tutte dis­cu­ten­do delle ques­tioni per le quali ci sti­amo bat­ten­do.

Si sa che chiedere all’oste se il pro­prio vino è buono dif­fi­cil­mente pro­duce risposte neg­a­tive, ma tan­t’è.

Sap­pi­amo anche che un castag­ne­to del­l’Artemi­sio, defini­to dal­l’Ente Par­co sul pro­prio sito come segue:

“La più sig­ni­fica­ti­va for­mazione fore­stale dei Col­li Albani con boschi di tipo mesofi­lo con specie carat­ter­is­tiche e inter­es­sante erpeto­fau­na a carat­tere relit­tuale. Boschi di castag­no di par­ti­co­lare val­ore nat­u­ral­is­ti­co per la com­po­sizione floris­ti­ca del sot­to­bosco e per il gra­do di matu­rità rag­giun­to. Pre­sen­za di specie endemiche anche pro­tette (L.R. 61/74)”

non andrebbe mes­so a taglio inten­si­vo, ed a quan­to affer­ma­to dal­l’a­gronomo anche cer­ti­fi­ca­to FSC (For­est Stew­ard­ship Coun­cil ), anzi, andrebbe sal­va­guar­do inte­gral­mente.

Altri­men­ti, non serve un Ente Par­co, non serve una Regione, non serve che l’Artemi­sio sia Zona di Con­ser­vazione Spe­ciale, non serve il sen­tiero 523 non per­cor­ri­bile in sicurez­za e con un pae­sag­gio lunare, non ser­vono i cer­ti­fi­cati FSC o almeno di tut­to ciò non san­no cosa farsene la natu­ra, gli abi­tan­ti ani­mali del bosco, le per­sone che capis­cono come ciò impat­ti neg­a­ti­va­mente sul­l’am­bi­ente, sug­li aspet­ti cli­mati­ci e sul­la qual­ità del­la vita di chi ha scel­to di vivere e viver­si il ter­ri­to­rio che lo cir­con­da.

Per chiedere uno stop imme­di­a­to ai lavori di taglio e la revo­ca del­la con­ces­sione alla dit­ta incar­i­ca­ta, sare­mo in piaz­za a Vel­letri mostran­do ai cit­ta­di­ni la situ­azione con immag­i­ni fotogra­fiche che par­lano molto meglio di qual­si­asi nor­ma­ti­va che ne con­sente, ne con­sen­tirebbe, l’u­so sil­vi­coltur­ale.

Appun­ta­men­to saba­to 11 mag­gio dalle ore 17.00 in piaz­za Cairoli.

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