Azzone (Fondazione Cariplo): “Sostenere i giovani perché la tecnologia non aumenti le diseguaglianze”

Azzone (Fondazione Cariplo): “Sostenere i giovani perché la tecnologia non aumenti le diseguaglianze”

25/01/2024 0 Di Marco Montini

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Soste­ne­re l’accesso alla for­ma­zio­ne di chi è a mag­gior rischio di abban­do­no e for­ma­re una capa­ci­tà cri­ti­ca, in par­ti­co­la­re tra gli ado­le­scen­ti, che con­sen­ta di capi­re come uti­liz­za­re in modo intel­li­gen­te la tec­no­lo­gia. Lo ha det­to il pre­si­den­te del­la Fon­da­zio­ne Cari­plo, Gio­van­ni Azzo­ne, nel cor­so del­la pre­sen­ta­zio­ne del­la ricer­ca “La scuo­la del futu­ro? Big data e ai pos­so­no esse­re d’aiuto, ma c’è il rischio di aumen­to del­le disu­gua­glian­ze” rea­liz­za­ta da Fon­da­zio­ne Cari­plo, WeSchool e Poli­tec­ni­co di Mila­no. “L’Intelligenza arti­fi­cia­le in par­ti­co­la­re e la tec­no­lo­gia in gene­ra­le, rischia di allar­ga­re il sol­co tra i più gio­va­ni, tra chi ha acces­so agli stru­men­ti e chi no. Così come è neces­sa­rio non lascia­re uno svi­lup­po incon­trol­la­to dell’intelligenza arti­fi­cia­le per­ché potreb­be ave­re effet­ti con­tro­in­tui­ti­vi” ha spie­ga­to Azzo­ne.

Ma qua­li sono i rischi del­la Scuo­la 4.0? In che modo le nuo­ve tec­no­lo­gie pos­so­no aiu­ta­re a ridur­re le disu­gua­glian­ze? “Sia­mo in una fase cru­cia­le – ha spie­ga­to Azzo­ne – L’analisi dei dati può met­ter­ci a dispo­si­zio­ne infor­ma­zio­ni uti­li per il futu­ro del­la scuo­la e del per­cor­so edu­ca­ti­vo dei nostri ragaz­zi. La tec­no­lo­gia, l’intelligenza arti­fi­cia­le pos­so­no esse­re vali­di allea­te, ma occor­re un pen­sie­ro e una stra­te­gia a mon­te. Il rischio, altri­men­ti, è che i più fra­gi­li resti­no indie­tro”. Azzo­ne ha evi­den­zia­to la neces­si­tà di “riu­sci­re a capi­re cosa si può fare per miglio­ra­re la qua­li­tà del­la vita del­le per­so­ne con que­sti stru­men­ti e non lascia­re uno svi­lup­po incon­trol­la­to. Da que­sto pun­to di vista cre­do si stia facen­do già mol­to, sia a livel­lo di Unio­ne Euro­pea sia a livel­lo glo­ba­le, in quan­to c’è una ten­den­za a riflet­te­re su qua­li sia­no gli aspet­ti eti­ci con­nes­si all’intelligenza arti­fi­cia­le” ha aggiun­to.

I dati del­la ricer­ca — Per la pri­ma vol­ta in Ita­lia, una piat­ta­for­ma di didat­ti­ca digi­ta­le ha con­di­vi­so dati ano­ni­miz­za­ti di milio­ni di uten­ti per con­tri­bui­re alla ricer­ca scien­ti­fi­ca. I nume­ri sono sta­ti rac­col­ti tra mar­zo 2019 e ago­sto 2021 e rac­con­ta­no l’esperienza di didat­ti­ca digi­ta­le di 1,7 milio­ni di uten­ti atti­vi sul­la piat­ta­for­ma WeSchool, di cui l’88 per cen­to stu­den­ti e il 10 per cen­to inse­gnan­ti (due per cen­to appar­te­nen­ti ad altri grup­pi, ad esem­pio geni­to­ri). L’analisi ha riguar­da­to cir­ca 16 mila scuo­le di tut­ta Ita­lia, più di 172 mila inse­gnan­ti e oltre un milio­ne e mez­zo di stu­den­ti. Il team di ricer­ca ha pro­va­to a defi­ni­re l’abbandono sco­la­sti­co digi­ta­le appro­fon­den­do le situa­zio­ni in cui uno stu­den­te abban­do­na la piat­ta­for­ma pri­ma del­la fine del cor­so. Dal­la ricer­ca è emer­so che gli stu­den­ti che lascia­no il cor­so resta­no atti­vi solo il 25 per cen­to del tem­po rispet­to ai loro com­pa­gni; oltre la metà del­le clas­si ana­liz­za­te pre­sen­ta alme­no uno stu­den­te che ha abban­do­na­to e anco­ra, in una clas­se su quat­tro, più del 15 per cen­to degli stu­den­ti ha abban­do­na­to il cor­so. Per quan­to riguar­da le pro­spet­ti­ve futu­re, lo stu­dio ha evi­den­zia­to il poten­zia­le del­le nuo­ve tec­no­lo­gie e tec­ni­che di ana­li­si dati per valu­ta­re l’andamento dei per­cor­si sco­la­sti­ci degli alun­ni: per esem­pio l’intelligenza arti­fi­cia­le potrà esse­re uti­liz­za­ta per indi­vi­dua­re stu­den­ti a rischio abban­do­no, for­nen­do ai docen­ti gli stru­men­ti per inter­ve­ni­re in tem­po.

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