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Sold-Out per il Cyrano di Giuliano Calandra a Officina Arte e Cultura
26/11/2023Questo articolo è stato letto 1543 volte!
Ultima replica a Officina Arte e Cultura di S. M. delle Mole dell’adattamento della celebre opera di Rostand, con la regia di Giuliano Calandra, che veste anche i panni dello spadaccino innamorato.
Domenica 26 è andata in scena presso Officina Arte e Cultura, il teatro di S. M. delle Mole, l’ultima replica dell’adattamento moderno del Cyrano de Bergerac di Rostand, con Giuliano Calandra nei panni del celeberrimo spadaccino, Alice Tempesta in quelli di Rossana e Tommaso Lo Cascio in quelli di Cristiano.
La storia è nota. Cyrano è uno spadaccino dal naso lungo, con l’animo da poeta e la lingua più affilata della sua spada. È da sempre segretamente innamorato di sua cugina Rossana, la quale le confida, all’improvviso, di amare il cadetto Cristiano, belloccio e avvenente ma privo di sensibilità. Cyrano, pur di non veder soffrire la sua amata, propone al cadetto, con cui nasce una bella amicizia, di essere il suo cuore e la sua lingua, per conquistare la donna che anche lui ama disperatamente.
Inizialmente Cristiano accetterà di essere amato per le parole che Cyrano scrive a Rossana al posto suo, e che poi a lui suggerisce di nascosto nei pressi dei loro incontri amorosi. Poi, quando Cristiano e Cyrano finiranno insieme al fronte, e Rossana li raggiungerà per fare una sorpresa al suo cadetto, Cristiano si accorgerà che Rossana ama in lui un uomo che lui non contiene, che lui non è. In realtà, infatti, Rossana ama colui in grado di pronunciare quelle splendide parole d’amore che lei ha ricevuto, con costanza, ogni giorno, in quei mesi di lontananza. Cristiano decide di provare a essere amato per quel che è veramente e costringe Cyrano a confessare a Rossana tutta la verità, di essere lui l’autore di tutte quelle lettere poetiche e struggenti.
Se è vero che, al di là del linguaggio artistico con cui sono comunicate, le grandi opere letterarie sono eterne per ciò che sanno trasmettere – perché sempre attuale, trasversale e assoluto, — allora questo lavoro di Calandra è davvero un bel colpo. Oltre a vestire i panni dello scontroso Cyrano, infatti, Calandra cura anche la regia e trova l’alchimia giusta per condurci nelle vitali e trepidanti atmosfere della tragedia, nonostante quella che possa sembrare un’evidente semplificazione dell’originale. Solo i tre personaggi principali sono in scena, infatti. E gli altri? Legittimo chiederselo. Non ci sono. La scenografia pare quasi scarna: tre rettangoli appena che separano la scena in altrettante zone di recitazione. Dov’è tutto quanto?
Poi lo spettacolo comincia e non c’è una sola virgola a essere superflua, e non c’è un dettaglio di cui si senta la mancanza. I rettangoli sono led, che si illuminano con sapienza a indicare stati d’animo, inciampi, intimità, in un gioco di significati che si apprende fin dalle prime battute e senza nessuna fatica. Dei personaggi che la regia ha omesso non se ne avverte carenza. I versi che Calandra ha selezionato dall’opera in cinque atti di Rostand, e che gli attori recitano alla perfezione, restituiscono tutte le parti salienti del capolavoro francese. I grandi temi ci sono tutti: l’amore, l’amicizia, il rispetto, la sofferenza, la sincerità.
Lo spettacolo sparisce in un’ora appena. Via. E alla fine ci si alza dalla sedia consapevoli di aver assistito a qualcosa di unico, di nuovo: una sorta di “riduzione” teatrale di un’opera teatrale, senza che quest’ultima sia stata in alcun modo trascurata. E funziona.
Magia? No, teatro. E teatro fatto davvero a regola d’arte.
Anche tra gli attori si respirano sintonia, affinità e una certa dose di divertimento. Una nota va fatta alle coreografie di Giulia Ortenzi, che rendono davvero molto bene i momenti e i movimenti dei personaggi in scena, e ai costumi di Martina Tempesta, perfetti per l’ambientazione. La colonna sonora di Stromae emoziona a tratti fino alle lacrime.
Il nutrito pubblico del terzo sold-out consecutivo riserva applausi scroscianti a fine replica e si ferma a parlare fuori dalla sala, nonostante il freddo, nonostante l’ora, nonostante tutto.
W il teatro.
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Operatore culturale classe ’81, giornalista pubblicista dal 2004, scrittore, editor per case editrici e privati. Collabora con periodici e riviste locali. Ha pubblicato sei libri — cinque romanzi e una raccolta di racconti — coi quali ha conseguito premi letterari e menzioni speciali. Ha curato numerosi progetti editoriali per la valorizzazione della narrativa esordiente. Dirige la collana di narrativa “Sherazade” della casa editrice EdiLet. È presidente della sezione narrativa del Premio letterario nazionale Moby Dick. Fa parte del collettivo MIND, che organizza eventi gratuiti per tutte le età. Dal 2018 conduce laboratori di scrittura creativa sul racconto breve e cura INTERLINEA, un gruppo di lettura di grande successo.
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