In RAI c’è bisogno di giornalisti: perché non si assumono gli idonei?

In RAI c’è bisogno di giornalisti: perché non si assumono gli idonei?

22/03/2023 0 Di REDAZIONE COLLETTIVA

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In RAI c’è bisogno di giornalisti e le redazioni chiedono un nuovo concorso. Ma perché non si assumono gli idonei?

È noti­zia di que­sti gior­ni che il CDR del­la Rai ha lan­cia­to un allar­me per la pros­si­ma esta­te: le testa­te gior­na­li­sti­che dell’azienda rischia­no di rima­ne­re sen­za per­so­na­le. Un fat­to non nuo­vo, così come non è nuo­vo l’ostracismo dei ver­ti­ci azien­da­li ver­so l’utilizzo dei gior­na­li­sti rite­nu­ti ido­nei tra­mi­te con­cor­si aper­ti e pub­bli­ci, pre­fe­ren­do – come si evin­ce da diver­si segna­li inter­ni all’azienda – pun­ta­re su un altro, costo­so e lun­go, con­cor­so. Nel frat­tem­po la RAI deve anche difen­der­si in diver­se sedi del­la Giu­sti­zia ordi­na­ria e ammi­ni­stra­ti­va dai mol­te­pli­ci ricor­si pre­sen­ta­ti da quan­ti riten­go­no lesi i pro­pri dirit­ti in vir­tù del rico­no­sci­men­to di “ido­nei” tra­mi­te sele­zio­ne pub­bli­ca.

Fat­ta que­sta neces­sa­ria pre­mes­sa sor­ge spon­ta­nea la doman­da: per­ché?

Per­ché la RAI, inve­ce di attin­ge­re da tut­te le gra­dua­to­rie del­le sele­zio­ni svol­te assu­men­do gior­na­li­sti già rite­nu­ti ido­nei, pre­fe­ri­sce pen­sa­re a un altro con­cor­so, costo­so, dall’iter lun­ghis­si­mo e dal­la com­ples­sa rea­liz­za­zio­ne?

Per­ché la RAI pre­fe­ri­sce por­ta­re avan­ti cau­se lega­li che dura­no anni, e che la vedo­no spes­se vol­te soc­com­be­re, anzi­ché dare acces­so e sta­bi­li­tà lavo­ra­ti­va a gior­na­li­sti che ha essa stes­sa rite­nu­to ido­nei?

Per­ché la RAI, pur aven­do fat­to scor­re­re fino ad esau­ri­men­to la gra­dua­to­ria del con­cor­so 2013 ha scel­to di bloc­ca­re lo scor­ri­men­to del­la gra­dua­to­ria 2015 (dopo aver­la già uti­liz­za­ta per il dop­pio del­le assun­zio­ni ini­zial­men­te pre­vi­ste)?

Per­ché le isti­tu­zio­ni chia­ma­te a vigi­la­re sul Ser­vi­zio Pub­bli­co affi­da­to alla RAI non han­no mai rite­nu­to di inter­ve­ni­re, lascian­do all’azienda la pos­si­bi­li­tà di “sce­glie­re” qua­le gra­dua­to­ria far scor­re­re (e qua­le no) e soprat­tut­to per­met­ten­do uno spre­co di risor­se eco­no­mi­che, per cau­se lega­li e con­cor­si, di incre­di­bi­le enti­tà?

Que­ste doman­de riman­go­no, per ora, sen­za rispo­sta. Di cer­to il comi­ta­to dei gior­na­li­sti risul­ta­ti ido­nei al con­cor­so del 2015 — dife­so dagli avvo­ca­ti Mar­co Para­muc­chi e Fran­ce­sco Codi­ni — ha fat­to un ulte­rio­re pas­so in avan­ti per rom­pe­re l’ostracismo del­la RAI nei pro­pri con­fron­ti gra­zie alla sen­ten­za del Con­si­glio di Sta­to del­lo scor­so 17 feb­bra­io, con la qua­le si sta­bi­li­sce defi­ni­ti­va­men­te l’obbligo, da par­te del­la RAI, di for­ni­re: “I) la pian­ta orga­ni­ca dei gior­na­li­sti RAI, ovve­ro il libro uni­co del lavo­ro, pri­ma del­le gra­dua­to­rie 2013 e 2015; II) la pian­ta orga­ni­ca dei gior­na­li­sti, ovve­ro il libro uni­co del lavo­ro, inte­gra­ta con le even­tua­li assun­zio­ni dei vin­ci­to­ri e degli ido­nei a segui­to del­la pub­bli­ca­zio­ne del­la gra­dua­to­ria 2013 e 2015.”. Tra­scor­si 30 gior­ni dal­la noti­fi­ca del­la sen­ten­za la RAI dovrà dun­que mostra­re le car­te dal­le qua­li si potrà evin­ce­re la poli­ti­ca del­le assun­zio­ni degli ulti­mi anni. Con­si­de­ran­do la reti­cen­za dell’azienda a for­ni­re tale docu­men­ta­zio­ne – si è dovu­ti arri­va­re al Con­si­glio di Sta­to per otte­ne­re pie­no dirit­to all’accesso –, è teo­ri­ca­men­te pro­ba­bi­le che sia­no docu­men­ti uti­li alla cau­sa pri­ma­ria degli ido­nei. Soprat­tut­to nel caso si accer­tas­se­ro assun­zio­ni “estra­nee” rispet­to alle gra­dua­to­rie vigen­ti.

Per l’a­zien­da dun­que si trat­ta di deci­de­re se assu­me­re alcu­ne deci­ne di gior­na­li­sti in modo faci­le e velo­ce. Il che non risol­ve­reb­be del tut­to le caren­ze del­le testa­te gior­na­li­sti­che RAI ma di cer­to per­met­te­reb­be all’azienda – e agli ita­lia­ni che ad essa si affi­da­no per otte­ne­re una infor­ma­zio­ne di qua­li­tà — di tra­scor­re­re una esta­te sere­na, con per­so­na­le suf­fi­cien­te a garan­ti­re il ser­vi­zio pub­bli­co che le è sta­to affi­da­to. Allo stes­so tem­po la cosa chiu­de­reb­be le por­te di un con­ten­zio­so che, gra­zie alla sen­ten­za del Con­si­glio di Sta­to, rischia di crea­re mol­ti pru­ri­ti e diver­se dif­fi­col­tà a via­le Maz­zi­ni. Con un col­po solo, insom­ma, la RAI ha la pos­si­bi­li­tà di: gesti­re i pia­ni ferie del­le reda­zio­ni com­ple­tan­do gli orga­ni­ci in modo velo­ce ed effi­cien­te (assu­men­do per­so­na­le già rite­nu­to “ido­neo”), chiu­de­re una serie di costo­si con­ten­zio­si lega­li poten­zial­men­te mol­to rischio­si, spe­gne­re ogni pole­mi­ca poli­ti­ca sull’utilizzo dei fon­di asse­gna­ti.

La scel­ta, ogget­ti­va­men­te, sem­bre­reb­be scon­ta­ta. Ma visto quel­lo che è suc­ces­so in que­sti anni non è pos­si­bi­le affi­dar­si alla pura logi­ca.

 

Comi­ta­to gior­na­li­sti ido­nei con­cor­so RAI 2015

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