CIVIS CIVITAS CIVILITAS. Roma antica modello di città fino al 6 settembre 2020

CIVIS CIVITAS CIVILITAS. Roma antica modello di città fino al 6 settembre 2020

03/01/2020 0 Di Francesca Marrucci

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IVIS CIVITAS CIVILITAS.

Roma antica modello di città

Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali | Via Quattro Novembre, 94

Dal 21 dicembre al 6 settembre 2020 una mostra dedicata alla relazione fra città, cittadinanza e civiltà nel mondo romano, descritta attraverso i plastici delle architetture antiche

 

È ded­i­ca­ta alla rap­p­re­sen­tazione del­la cit­tà nel suo val­ore più pieno di espres­sione del­la civiltà romana la mostra CIVIS CIVITAS CIVILITAS. Roma anti­ca mod­el­lo di cit­tà, ospi­ta­ta ai Mer­cati di Tra­iano – Museo dei Fori Impe­ri­ali dal 21 dicem­bre 2019 al 6 set­tem­bre 2020.

La mostra è pro­mossa da Roma Cap­i­tale, Asses­so­ra­to alla Cresci­ta cul­tur­ale – Sovrin­ten­den­za Capi­toli­na ai Beni Cul­tur­ali ed ha la cura di Clau­dio Parisi Parisi Pres­ic­ce e di Clau­dia Cecamore, con la col­lab­o­razione del Museo dei Fori Impe­ri­ali e del Museo del­la Civiltà Romana. Orga­niz­zazione Zètema Prog­et­to Cul­tura.

In pub­bli­cazione una gui­da breve del­la mostra e l’ined­i­to atlante fotografi­co dei plas­ti­ci dopo il loro restau­ro.

L’ingresso è gra­tu­ito per i pos­ses­sori del­la MIC Card.

Il prog­et­to espos­i­ti­vo doc­u­men­ta il carat­tere pret­ta­mente urbano del­la cul­tura clas­si­ca. La con­di­vi­sione degli spazi, degli edi­fi­ci e delle leg­gi cos­ti­tu­isce la civ­i­tas, il ful­cro del­la civiltà romana. La mostra è quin­di un viag­gio negli spazi e negli edi­fi­ci delle cit­tà dell’Impero, rap­p­re­sen­tati nei plas­ti­ci in ges­so del Museo del­la Civiltà Romana, in gran parte real­iz­za­ti da Ita­lo Gis­mon­di per la Mostra Augustea del­la Roman­ità del 1937. I mod­el­li raf­fig­u­ra­no in parte lo sta­to di fat­to dei mon­u­men­ti negli anni Trenta del Nove­cen­to, in parte le loro ricostruzioni: all’intrinseco val­ore sci­en­tifi­co aggiun­gono per­tan­to anche il val­ore di doc­u­men­tazione di mon­u­men­ti trasfor­mati o scom­par­si, soprat­tut­to nei ter­ri­tori teatro di even­ti bel­li­ci.

La mostra si pre­sen­ta come un even­to dal carat­tere dinam­i­co: l’inaugurazione del 20 dicem­bre aprirà infat­ti solo la pri­ma sezione del­la mostra, allesti­ta nel­la Grande Aula e sui matronei del Museo dei Fori Impe­ri­ali nei Mer­cati di Tra­iano e cos­ti­tui­ta da 58 plas­ti­ci e da 6 calchi di scul­ture rap­p­re­sen­tan­ti famosi per­son­ag­gi del mon­do romano; nel 2020 saran­no inau­gu­rate le sezioni suc­ces­sive, allestite lun­go il per­cor­so ester­no dei Mer­cati di Tra­iano, lun­go la via Bib­er­at­i­ca.

Per tut­ta la sua dura­ta, la mostra sarà corre­da­ta da even­ti e da inizia­tive cul­tur­ali e didat­tiche; nell’ideazione e real­iz­zazione delle attiv­ità didat­tiche, ind­i­riz­zate a tut­ti sec­on­do i cri­teri dell’accessibilità e dell’integrazione, saran­no coin­volti i tiroci­nan­ti e i volon­tari dei prog­et­ti del Servizio Nazionale Civile che prestano servizio nel Museo dei Fori Impe­ri­ali.

La mostra svilup­pa sette macrote­mi, tut­ti rap­p­re­sen­tati dai plas­ti­ci posizionati nel­la Grande Aula già per l’apertura del 20 dicem­bre, e poi dec­li­nati in una serie di temi speci­fi­ci: gli spazi pub­bli­ci (indi­cati da fori, curie, capi­to­lia e tem­pli); l’acqua nel deco­ro del­la cit­tà (fontane, nin­fei e terme); lo spet­ta­co­lo (teatri e anfiteatri); il tri­on­fo, l’onore e il pas­sag­gio (archi tri­on­fali e ono­rari, porte urbiche); il com­mer­cio (mer­cati); la memo­ria indi­vid­uale, famil­iare e del­lo Sta­to (sepol­cri e mon­u­men­ti); le infra­strut­ture (pon­ti, acque­dot­ti, cis­terne, castel­li di dis­tribuzione dell’acqua).

Spic­cano, per le pro­porzioni e per l’accuratezza del­la resa, i plas­ti­ci del Foro di Augus­to, che apre la mostra e che per la sua effi­ca­cia comu­nica­ti­va è sta­to sposta­to dal­la sala sul matro­neo a monte al vano cen­trale del­la Grande Aula, del Foro di Pom­pei con gli edi­fi­ci annes­si, del­la sce­na del teatro di Sabratha in Lib­ia, delle Terme di Tre­viri in Ger­ma­nia e del­la Por­ta det­ta di Sant’Andrea ad Autun, in Fran­cia.

La nar­razione del per­cor­so è scan­di­ta da testi antichi per­ti­nen­ti ai sin­goli temi e pro­nun­ciati dalle voci nar­ran­ti degli stes­si autori o dei loro des­ti­natari, rap­p­re­sen­tati da calchi di stat­ue o ritrat­ti del Museo del­la Civiltà Romana: fra questi risul­ta par­ti­co­lar­mente vivace l’ambientazione delle terme descrit­ta da Seneca in una let­tera a un ami­co.

Nell’antichità i val­ori che dan­no il sen­so del­la comu­nità, del­la con­di­vi­sione, dell’appartenenza si rigen­er­a­no attra­ver­so la ripropo­sizione delle tipolo­gie edilizie des­ti­nate alle fun­zioni del­la vita pub­bli­ca, alla esaltazione dei mer­i­ti indi­vid­u­ali e alla per­pet­u­azione del­la memo­ria famil­iare. In occa­sione del­la fon­dazione di nuove cit­tà o del­la trasfor­mazione degli inse­di­a­men­ti più antichi era sem­pre adot­ta­to il medes­i­mo impianto ortog­o­nale e le sin­gole tipolo­gie di edi­fi­ci rispon­de­vano per lo più a forme architet­toniche presta­bilite, che dipen­de­vano da una costruzione del­la cit­tà di Roma, con­sid­er­a­ta come il mod­el­lo da ripro­porre” (dall’introduzione nel­la gui­da breve).

Le tipolo­gie mon­u­men­tali indi­vid­u­ate sono per­tan­to sig­ni­fica­tive del con­cet­to di iden­tità romana espres­so con imme­di­atez­za e forza dall’architettura che cos­ti­tu­i­va il “seg­no” nel pae­sag­gio dell’espansione di Roma.

Roma appare dunque ai vis­i­ta­tori del­la mostra quale mod­el­lo di comu­nità (civ­i­tas) quan­to mai con­tem­po­ra­neo nel­la sua mul­ti­cul­tur­al­ità.

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