Aironi avvistati nel Parco dei Castelli Romani

Aironi avvistati nel Parco dei Castelli Romani

11/12/2018 0 Di Redazione

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Nei giorni scor­si, sono sta­ti avvis­ta­ti nel­la zona umi­da dei pan­tani del­la Doganel­la degli Aironi. Un Airone cener­i­no (Ardea cinerea) e un Airone guard­abuoi (Bubul­cus ibis).

L’Airone cener­i­no è pre­sente soprat­tut­to nel nord Italia, specie parzial­mente seden­taria e nid­i­f­i­cante, predilige le pia­nure ma può vivere anche a 2000 metri sul liv­el­lo del mare. Ama le zone umide d’acqua dolce, si dis­tingue dagli altri per il suo volo maestoso dovu­to a un’apertura alare molto ampia, che può rag­giun­gere 170 cm. Deve il suo nome alla livrea gri­gio cenere, gli adul­ti pre­sen­tano piume nere sul col­lo e un ciuf­fo più scuro sul­la nuca piut­tosto evi­dente, zampe e bec­co sono di col­ore gial­lo e quan­do spic­ca il volo il suo col­lo si rip­ie­ga assumen­do la for­ma a “esse”. L’alimentazione del­la specie include pesci, rane, giri­ni, bisce d’acqua, inver­te­brati e pic­coli mam­miferi, che l’Airone cener­i­no trafigge facil­mente gra­zie al robus­to bec­co.

L’Airone guard­abuoi, dal piu­mag­gio can­di­do zampe grigie e bec­co gial­lo, si spos­ta soli­ta­mente in grup­po ed è facile avvis­tar­lo in ambi­en­ti umi­di dove pas­colano man­drie, come quel­lo del­la Doganel­la, ma anche nei pres­si di campi arati e sem­i­nati, il suo obi­et­ti­vo sono i bovi­ni dai cui paras­si­ti trae nutri­men­to. È un uccel­lo di taglia media di col­ore bian­co durante la sta­gione inver­nale, anche se gli esem­plari adul­ti sfog­giano una livrea più col­orata con piume aran­cioni sul ver­tice, sul­la nuca e sul dor­so nel­la fase di ripro­duzione. Si nutre di pesci, anfibi e inver­te­brati acquati­ci e di ter­ra, nonché di pic­coli rodi­tori (arvi­cole). Come tut­ti gli aironi vola tenen­do il col­lo pie­ga­to a “esse”, può cap­itare anche di ved­er­lo appol­la­ia­to sopra i bovi­ni stes­si. Ques­ta specie, nutren­dosi di pic­coli paras­si­ti por­ta molti ben­efi­ci ai rumi­nan­ti, in cam­bio di nutri­men­to infat­ti, gli aironi seg­nalano situ­azioni di peri­co­lo.

La zona umi­da del­la Doganel­la dove sono sta­ti visti i due esem­plari, rap­p­re­sen­ta uno dei luoghi prefer­i­ti dalle specie migra­to­rie che attra­ver­sano il nos­tro Paese e insieme al vici­no bosco del Cerquone, fan­no parte del­la “Rete Natu­ra 2000”, che com­prende zone spe­ciali di con­ser­vazione des­ig­nate dall’UE, anche per quan­to riguar­da la diret­ti­va Uccel­li (diret­ti­va 2009/147/CE). Queste aree sono veri e pro­pri ser­ba­toi di bio­di­ver­sità da tute­lare, in quan­to rap­p­re­sen­tano habi­tat fon­da­men­tali per la con­ser­vazione di piante e ani­mali.

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