Il Parco dei Castelli Romani chiarisce la questione rifiuti

Il Parco dei Castelli Romani chiarisce la questione rifiuti

05/02/2016 0 Di Redazione

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Monte Gelato - foto Archivio ParcoSem­pre più spes­so si sen­te par­la­re di come sia diven­ta­to fra­gi­le l’ecosistema a cau­sa prin­ci­pal­men­te del­la negli­gen­za e dell’inciviltà dell’uomo, eppu­re non riu­scia­mo anco­ra a pren­de­re coscien­za che le con­se­guen­ze nega­ti­ve di un eco­si­ste­ma dan­neg­gia­to si riper­cuo­to­no pesan­te­men­te su noi stes­si. Quan­te vol­te ci capi­ta di fare pas­seg­gia­te nei nostri boschi o nei sen­tie­ri di cam­pa­gna ed imbat­ter­ci in cumu­li d’immondizia, lo “spet­ta­co­lo” di degra­do che si apre davan­ti ai nostri occhi ci fa indi­gna­re ma poi la rego­la gene­ra­le è che alle paro­le non seguo­no i fat­ti. Non ser­ve infat­ti affer­ma­re di vole­re un Pae­se più puli­to se poi sia­mo i pri­mi  a lamen­tar­ci per­ché costret­ti a fare la rac­col­ta dif­fe­ren­zia­ta, quan­do in altri Pae­si è già una real­tà più che con­so­li­da­ta. Pos­sia­mo fare mol­to per ini­zia­re ad inver­ti­re la rot­ta, qui fac­cia­mo chia­rez­za sul­le com­pe­ten­ze degli Enti in mate­ria di rifiu­ti.
La gestio­ne dei rifiu­ti è di com­pe­ten­za dei Comu­ni ed è rego­la­ta dal Decre­to legi­sla­ti­vo 22/97, chia­ma­to “Decre­to Ron­chi”, suc­ces­si­va­men­te modi­fi­ca­to da atti nor­ma­ti­vi di attua­zio­ne del­le Diret­ti­ve Comu­ni­ta­rie, il più rile­van­te dei qua­li è il D.Lgs 36/03. In ogni caso le ripar­ti­zio­ni di com­pe­ten­za sul­la gestio­ne dei rifiu­ti sono indi­vi­dua­te negli artt. 18, 19, 20, 21, 22 del decre­to. In par­ti­co­la­re per il “Decre­to Ron­chi”, sono esclu­si­va­men­te i Comu­ni ad effet­tua­re “la gestio­ne dei rifiu­ti urba­ni e dei rifiu­ti assi­mi­la­ti avvia­ti allo smal­ti­men­to”, rea­liz­zan­do il ser­vi­zio di rac­col­ta e tra­spor­to dei rifiu­ti urba­ni, rego­lan­do la rac­col­ta dif­fe­ren­zia­ta. La leg­ge non indi­vi­dua altri Enti loca­li com­pe­ten­ti rispet­to alla rac­col­ta e al tra­spor­to di rifiu­ti e, per­tan­to, gli Enti Par­co Nazio­na­li o Regio­na­li non pos­so­no svol­ge­re le atti­vi­tà di gestio­ne dei rifiu­ti all’interno del­le aree natu­ra­li pro­tet­te sul­le qua­li inve­ce pos­sie­do­no com­pe­ten­za esclu­si­va per le atti­vi­tà di con­ser­va­zio­ne, tute­la e frui­zio­ne del­le risor­se natu­ra­li. Com­pi­to dell’Ente Par­co è quel­lo di attua­re una poli­ti­ca di gover­nan­ce, per impo­sta­re un’efficiente ed effi­ca­ce atti­vi­tà di gestio­ne inte­gra­ta dei rifiu­ti, con­di­vi­sa con i Comu­ni che rien­tra­no nel ter­ri­to­rio del Par­co stes­so.
Il Par­co quin­di:

• È impe­gna­to nel qua­dro del­le quo­ti­dia­ne atti­vi­tà di con­trol­lo effet­tua­te dai Guar­dia­par­co sul ter­ri­to­rio, sup­por­ta­re i Comu­ni segna­lan­do alle auto­ri­tà com­pe­ten­ti la pre­sen­za di pun­ti cri­ti­ci o  disca­ri­che abu­si­ve;

• È impe­gna­to, in accor­do con i Comu­ni, a soste­ne­re il Per­so­na­le adi­bi­to alla rac­col­ta dei rifiu­ti o alla boni­fi­ca del­le disca­ri­che, lad­do­ve sia richie­sto dai Comu­ni stes­si, fer­mo restan­do che que­ste spe­ci­fi­che man­sio­ni non  rien­tra­no nel­le com­pe­ten­ze isti­tu­zio­na­li del per­so­na­le dell’Ente;

• È impe­gna­to a sen­si­bi­liz­za­re la popo­la­zio­ne su que­sta com­ples­sa pro­ble­ma­ti­ca, orga­niz­zan­do, in accor­do con i Comu­ni, cam­pa­gne infor­ma­ti­ve o gior­na­te di rac­col­ta volon­ta­ria dei rifiu­ti;

• È impe­gna­to a edu­ca­re le gio­va­ni gene­ra­zio­ni attra­ver­so pro­get­ti di didat­ti­ca ambien­ta­le sul­la rac­col­ta dif­fe­ren­zia­ta, ad adot­ta­re tut­te quel­le buo­ne pra­ti­che indi­spen­sa­bi­li per intra­pren­de­re la stra­da ver­so un futu­ro soste­ni­bi­le a rifiu­ti zero.

Prio­ri­tà con­di­vi­sa è il rispet­to per l’ambiente, quin­di l’equilibrata coo­pe­ra­zio­ne tra Isti­tu­zio­ni è il per­cor­so obbli­ga­to per risol­ve­re il pro­ble­ma in modo effi­ca­ce.

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