NO alla nuova cava di Monte Maiurro: il TAR accoglie il ricorso del Comune di Cori

NO alla nuova cava di Monte Maiurro: il TAR accoglie il ricorso del Comune di Cori

24/03/2017 0 Di Marco Castaldi

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Il Tri­bu­na­le Ammi­ni­stra­ti­vo Regio­na­le del Lazio di Roma ha annul­la­to la deter­mi­na­zio­ne con la qua­le il Dipar­ti­men­to Pro­gram­ma­zio­ne Eco­no­mi­ca e Socia­le del­la Regio­ne Lazio ave­va auto­riz­za­to la Socie­tà Cave Lepi­ne Spa ad apri­re un nuo­vo sito estrat­ti­vo di cal­ca­re sul ter­ri­to­rio comu­na­le di Cori. Per il Sin­da­co Tom­ma­so Con­ti: “È la vit­to­ria del Comu­ne di Cori con­tro la buro­cra­zia regio­na­le e i detur­pa­to­ri del pae­sag­gio”.

Il Tri­bu­na­le Ammi­ni­stra­ti­vo Regio­na­le del Lazio di Roma ha accol­to il ricor­so pre­sen­ta­to dal Comu­ne di Cori con­tro la Regio­ne Lazio e la Socie­tà Cave Lepi­ne Spa per l’annullamento del­la deter­mi­na­zio­ne con la qua­le il Dipar­ti­men­to Pro­gram­ma­zio­ne Eco­no­mi­ca e Socia­le del­la Pisa­na ave­va auto­riz­za­to la dit­ta ad apri­re una nuo­va cava di cal­ca­re nei pres­si del Mon­te Maiur­ro, a pochi metri da quel­la atti­va di Con­tra­da Peru­nio e da quel­la dismes­sa di Col­le Medi­co.

Due le prin­ci­pa­li moti­va­zio­ni alla base dell’accoglimento dell’impugnativa pre­sen­ta­ta dal Comu­ne di Cori al Giu­di­ce Ammi­ni­stra­ti­vo: esi­sten­za del vin­co­lo idro­geo­lo­gi­co nell’area indi­vi­dua­ta per l’escavazione, dato che il pare­re regio­na­le sul vin­co­lo di dura­ta trien­na­le era deca­du­to per decor­so del tem­po, ed infon­da­tez­za dell’interesse sovra­co­mu­na­le del­la Regio­ne a rila­scia­re l’autorizzazione.

“Davi­de scon­fig­ge Golia – com­men­ta il Sin­da­co Tom­ma­so Con­ti la sen­ten­za del TAR che annul­la la pro­ce­du­ra di con­ces­sio­ne per l’a­per­tu­ra del nuo­vo sito estrat­ti­vo – è la vit­to­ria del Comu­ne di Cori con­tro la buro­cra­zia regio­na­le e i detur­pa­to­ri del pae­sag­gio, l’ennesima di que­sta Ammi­ni­stra­zio­ne che da 10 anni si bat­te per la tute­la del­l’am­bien­te e del ter­ri­to­rio. Il testa­men­to mora­le per la nuo­va Ammi­ni­stra­zio­ne che ver­rà”.

Giun­ge così al ter­mi­ne una vicen­da ini­zia­ta nel 2008 quan­do Cave Lepi­ne pre­sen­tò il pro­get­to agli uffi­ci regio­na­li, otte­nen­do la loro auto­riz­za­zio­ne nel 2012. Nel 2013 il Comu­ne di Cori ha impu­gna­to l’atto al TAR di Roma per chie­der­ne l’annullamento sul­la base di una serie di vio­la­zio­ni di leg­ge per ecces­so di pote­re. In pri­mis l’autorizzazione era sta­ta con­ces­sa nono­stan­te il man­ca­to ini­zio dei lavo­ri entro il ter­mi­ne pre­vi­sto di 3 anni dal rila­scio del nul­la osta idro­geo­lo­gi­co (2009).

L’ente lepi­no inol­tre ha riven­di­ca­to la sua com­pe­ten­za deci­sio­na­le, in assen­za di un inte­res­se sovra­co­mu­na­le che potes­se attri­buir­la alla Regio­ne. La pote­stà pro­gram­ma­to­ria in que­sto set­to­re spet­ta esclu­si­va­men­te ai Comu­ni, nell’ambito del Pia­no Regio­na­le del­le Atti­vi­tà Estrat­ti­ve. Deman­da­re ai buro­cra­ti regio­na­li scel­te così rile­van­ti, sen­za con­trol­lo poli­ti­co, avreb­be potu­to spia­na­re la stra­da alla costi­tu­zio­ne di un polo estrat­ti­vo, che avreb­be signi­fi­ca­to poter con­ti­nua­re a sca­va­re ad oltran­za.

Mar­co Castal­di

Addet­to Stam­pa & OLMR

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