I dati del report PENDOLARIA di Legambiente: ecco il report

I dati del report PENDOLARIA di Legambiente: ecco il report

24/02/2024 0 Di puntoacapo

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I dati del report PENDOLARIA di Legambiente.

—»>Video: Fake News, ponte sullo stretto «<—

Tra nodi irrisolti e qualche buona notizia, in Italia i servizi ferroviari regionali e il trasporto pubblico restano un tema secondario, mentre il numero dei viaggiatori torna salire 

Grande dimenticato il Mezzogiorno con treni vecchi e lenti, linee chiuse, ritardi cronici

L’età media dei convogli è di 18,1 anni rispetto ai 14,6 anni del nord 4 delle 12 linee peggiori ferroviarie 2024 si trovano al Sud

Diverse le linee chiuse o sospese come la Palermo-Trapani via Milo chiusa dal 2013

Per la prima volta dal 2017 la legge di bilancio approvata a dicembre non prevede fondi per il trasporto rapido legato a metro, tramvie e filovie, la mobilità dolce e la ciclabilità.  Il grande tema infrastrutturale è il Ponte sullo Stretto di Messina

Legambiente: “Il tema dei pendolari e del trasporto su ferro diventi una priorità. Sbagliato investire sul Ponte sullo Stretto. 

Al Sud occorre potenziare le linee ferroviarie con nuovi treni e puntare su elettrificazione e collegamenti più veloci via terra e via mare”

—»>Video: Fake News, ponte sullo stretto «<—

In Italia i servizi fer­roviari region­ali e il trasporto pub­bli­co sono un tema del tut­to sec­on­dario, insieme al Mez­zo­giorno e ai finanzi­a­men­ti ad oggi insuf­fi­ci­en­ti. Intan­to men­tre il numero dei viag­gia­tori tor­na a salire, il gov­er­no Mel­oni risponde con tagli e rimod­u­lazioni. Nell’ultima legge di bilan­cio, approva­ta lo scor­so dicem­bre, per la pri­ma vol­ta dal 2017 non sono sta­ti neanche pre­visti fon­di per il trasporto rapi­do lega­to a metro, tramvie, e filovie, così come per la cicla­bil­ità e la mobil­ità dolce.

È quan­to denun­cia Legam­bi­ente con il nuo­vo report di Pen­dolar­ia, pre­sen­ta­to oggi a Reg­gio Cal­abria nell’ambito del­la cam­pagna Clean Cities, che rac­con­ta in sin­te­si di un Paese carat­ter­iz­za­to da nodi irrisolti tra ritar­di, con­vogli vec­chi e lenti, e un divario sem­pre più forte tra nord e sud su qual­ità e quan­tità del trasporto su fer­ro. Grande dimen­ti­ca­to è il Mez­zo­giorno: qui le corse deitreni region­ali e l’età media dei con­vogli sono anco­ra dis­tan­ti dai liv­el­li del resto d’Italia. Al Sud i treni sono più vec­chi, l’età media dei con­vogli è di 18,1 anni, in calo rispet­to a 19,2 anni del 2020 e dei 18,5 del 2021, ma anco­ra molto lon­tana dai 14,6 anni del nord. Due i casi record di “anzian­ità” dei parchi rota­bili: in Molise l’età media è di 22,6 anni, in Cal­abria 21,4 anni.

4 delle 12 linee peggiori sono al Sud

Quat­tro delle dod­i­ci linee fer­roviarie peg­giori, seg­nalate da Legam­bi­ente nel 2024,  si con­cen­tra­no al Sud, tra con­ferme e nuovi ingres­si: le ex linee cir­cum­vesu­viane (142 km, ripar­ti­ti su 6 linee e 96 stazioni, che si svilup­pano intorno al Vesu­vio, sia lun­go la di­rettrice costiera ver­so Sor­ren­to, sia sul versan­te inter­no alle pen­di­ci del Monte Som­ma, fino a rag­giun­gere Nola, Baiano e l’Agro noceri­no sar­nese), la lin­ea Cata­nia- Cal­t­a­girone-Gela, e come new entry la lin­ea Jon­i­ca che col­le­ga Taran­to e Reg­gio Cal­abria, la lin­ea adri­at­i­ca nel trat­to pugliese Bar­let­ta-Trani-Bari.

Altra nota dolente, riguar­da le linee fer­rovie chiuse e sospese ormai da anni: come quel­la del­la Paler­mo-Tra­pani via Milo (chiusa dal 2013 a causa di alcu­ni smot­ta­men­ti di ter­reno), del­la Cal­t­a­girone-Gela (chiusa a causa del crol­lo del Ponte Car­bone l’8 mag­gio 2011) o quelle delle linee a scar­tamento ridot­to che da Gioia Tau­ro por­tano a Pal­mi e a Cinque­fron­di in Cal­abria, il cui servizio è sospe­so da 11 anni e dove non vi è alcun pro­getto con­cre­to di riat­ti­vazione. In Sicil­ia sono 1.267 i km di linee a bina­rio uni­co, l’85% del totale di 1.490 km, men­tre non sono elet­tri­fi­cati 689 km, pari al 46,2% del totale. Imbaraz­zan­ti i tem­pi di per­cor­ren­za: ad esem­pio per andare da Tra­pani a Ragusa ci si imp­ie­gano 13 ore e 14 minu­ti, cam­bian­do 4 treni region­ali. In tut­to ciò il dibat­ti­to pub­bli­co e le risorse eco­nomiche per risol­vere i prob­le­mi di mobil­ità del Mez­zo­giorno sem­bra­no ruota­re attorno alla real­iz­zazione del Ponte sul­lo Stret­to di Messi­na con una spe­sa com­plessiva autor­iz­za­ta di 11,63 mil­iar­di di euro, sud­di­visi in 9 anni. Un’opera defini­ta più volte da Legam­bi­ente inutile e insen­sa­ta e dal forte impat­to ambi­en­tale e pae­sag­gis­ti­co.

Pendolaria

Per questo l’associazione ambi­en­tal­ista lan­cia oggi da Reg­gio Cal­abria e Messi­na, dove si pre­sen­ta Pen­dolar­ia con un doppio appun­ta­men­to (quel­lo del pomerig­gio sarà a Messi­na), un appel­lo al Min­istro delle infra­strut­ture e dei trasporti Mat­teo Salvi­ni: “il tema dei pen­dolari e del trasporto su fer­ro diven­ti una pri­or­ità. Il Sud, a par­tire dal­la Cal­abria e dal­la Sicil­ia, non ha bisog­no del Ponte sul­lo stret­to di Messi­na, ma di poten­ziare le linee fer­roviarie con nuovi treni, di puntare su elet­tri­fi­cazione e col­lega­men­ti più veloci via ter­ra, di miglio­rare il trasporto via nave con l’acquisto dei traghet­ti Ro-Ro (Roll-on/Roll-off) e con­ver­tire le flotte attuali in traghet­ti elet­tri­ci”.

“Bisogna – dichiara Ste­fano Ciafani, pres­i­dente nazionale di Legam­bi­ente — inver­tire la rot­ta e puntare su impor­tan­ti inves­ti­men­ti per il no­stro Paese, a par­tire dal Mez­zo­giorno, finanzian­do le pri­or­i­tarie infra­strut­ture: ossia nuove linee fer­roviarie a doppio bina­rio ed elet­trifi­cate, treni mod­erni, veloci, inter­con­nes­sioni tra i vari mezzi di trasporto e con la mobil­ità dolce, garan­ten­do acces­si­bil­ità e uno sposta­men­to dig­ni­toso e civile. Il Gov­er­no Mel­oni non rin­cor­ra inutili opere come il Ponte sul­lo Stret­to di Messi­na, ma pen­si ai reali prob­le­mi di mobil­ità del Sud Italia e dell’intero Paese. Oggi la vera sfi­da da real­iz­zare al 2030 è quel­la di un cambia­mento pro­fon­do del­la mobil­ità nel­la direzio­ne del­la decar­boniz­zazione e del recu­pero di ritar­di e dis­ug­uaglianze ter­ri­to­ri­ali.

“In Calabria e in Sicilia si continua a viaggiare ed a spostarsi quasi come trenta anni fa…”

– dichiara­no Anna Par­ret­ta, pres­i­dente Legam­bi­ente Cal­abria e Tom­ma­so Cas­trono­vo pres­i­dente Legam­bi­ente Sicil­ia. - Il rap­por­to Pen­dolar­ia mette in luce il per­sis­tente divario infra­strut­turale tra il Sud ed il Nord del Paese: cir­colano meno treni, i con­vogli sono medi­a­mente più vec­chi e si muovono su linee in larga parte a bina­rio uni­co e non elet­trifi­cate con tem­pi di per­cor­ren­za che li ren­dono poco com­pet­i­tivi rispet­to al trasporto su gom­ma. In Cal­abria ed in Sicil­ia ser­vono col­lega­men­ti più sicuri e fre­quen­ti con l’adeguamento delle linee anche ai fini dell’alta veloc­ità, treni tec­no­logi­ca­mente avan­za­ti, stazioni rin­no­vate ed accogli­en­ti. Quel­lo di cui abbi­amo bisog­no è il trip­lo degli inves­ti­men­ti pro­gram­mati, già da diver­si anni, per miglio­rare ed ampli­are l’offerta del servizio e il mate­ri­ale rota­bile oltre ad infor­mazioni pun­tu­ali nel rispet­to dei dirit­ti dei passeg­geri. Il Ponte sul­lo stret­to oltre ad essere un’opera inutile, che drena ingen­ti risorse pub­bliche e non risponde alle vere pri­or­ità di Cal­abria e Sicil­ia, è anche peri­colosa per­ché sarebbe costru­ito in una zona ad alto ris­chio geot­et­ton­i­co e sis­mi­co e, sot­to il pro­fi­lo ambi­en­tale, met­terebbe a ris­chio la con­ser­vazione di ambi­en­ti mari­ni, costieri ed umi­di di eccezionale bellez­za”.

Scenario al 2030:

Per Legam­bi­ente se davvero l’Italia vuole rispettare gli obiet­tivi del Green Deal europeo, del taglio delle emis­sioni del 55% entro il 2030 e al loro azzera­men­to entro il 2050, sarà nec­es­sario fino al 2030 prevedere nuovi finanzi­a­men­ti pari a 500 mil­ioni l’anno per raf­forzare il servizio fer­roviario regionale con l’acquisto e il revamp­ing dei treni; 200 mil­ioni l’anno per miglio­rare il servizio In­tercity o l’aumento di almeno 1 mil­iar­do del Fon­do Nazionale Trasporti (che fi­nanzia il trasporto su fer­ro e quel­lo su gom­ma). Si trat­ta di una spe­sa alla por­ta­ta del Paese attra­ver­so un’attenta pro­gram­mazione di finanzi­a­men­ti europei, ital­iani e region­ali. Le risorse si pos­sono recu­per­are dai sus­si­di alle fonti fos­sili e inquinan­ti, oltre che ripen­san­do a prog­et­ti stradali e autostradali dan­nosi per l’ambiente e per l’economia.

12 linee peggiori:

Tor­nan­do al report e alle 12 linee fer­roviarie peg­giori 2024, oltre alle quat­tro del Merid­ione (ex linee cir­cum­vesu­viane, la lin­ea Cata­nia- Cal­t­a­girone-Gela, la lin­ea Jon­i­ca, la trat­ta Bar­let­ta-Trani-Bari), ci sono anche: la Roma-Lido, la Roma Nord, la Milano-Mor­tara, la Gen­o­va-Acqui-Asti (che vede anco­ra 46 km di bina­rio uni­co sui 63 totali), la Verona-Rovi­go, e come new entry la Raven­na-Bologna, la Pinero­lo-Tori­no (lin­ea tra le piemon­te­si con il mag­gior numero di uten­ti all’anno, è al tem­po quel­la che reg­is­tra ritar­di e sop­pres­sioni a liv­el­lo di servizio fer­roviario met­ro­pol­i­tano) e il suo pros­egui­men­to Pinero­lo-Torre Pel­lice la cui riat­ti­vazione del servizio, sospe­so nel 2012, era inclu­so nel con­trat­to per il servizio fer­roviario met­ro­pol­i­tano siglato dal­la Regione e RFI nel 2019, ma la pro­ce­du­ra è anco­ra fer­ma alla fase prog­et­tuale; la Gros­se­to-Siena dove per­man­gono anco­ra ral­len­ta­men­ti e dis­a­gi per i viag­gia­tori.

La beffa dei tagli al PNRR:

Nel 2023 il PNRR, che prevede­va ampi inter­ven­ti sulle fer­rovie, è sta­to rimod­u­la­to. 620 mil­ioni per velo­ciz­zare il cor­ri­doio Roma-Pescara sono sta­ti bloc­cati dalle lun­gag­gi­ni dell’iter ammin­is­tra­ti­vo; l’intervento sul seg­nala­men­to fer­roviario Ertms, il sis­tema di sicurez­za per le fer­rovie di ulti­ma gen­er­azione, è salta­to per la man­can­za delle materie prime; la Paler­mo-Cata­nia non sarebbe rientra­ta in tem­po per il com­ple­ta­men­to degli interven­ti nel 2026, ed è sta­ta quin­di rimod­u­la­ta.

In totale, sul sis­tema di AV/AC al sud, 840 mil­ioni di tagli: Orsara-Bovi­no (lin­ea Napo­li-Bari) per 53 mil­ioni, Cal­tanis­set­ta Xir­bi-Ler­ca­ra (lin­ea Paler­mo-Cata­nia) per 470 mil­ioni, En­­na-Cal­tanis­set­ta Xir­bi (lin­ea Paler­mo- Cata­nia) per 317 mil­ioni. Per non depredare il sis­tema fer­roviario delle molte risorse nec­es­sarie, la Or­te-Fal­conara e la Metapon­to-Poten­za, oltre ad altre trat­te region­ali, sono state incluse nei nuovi inter­ven­ti pre­visti. Ridot­ti di un ter­zo i nuovi treni a idrogeno in acquis­to: da 150 a 50.

Buone notizie: 

Una buona notizia per il Sud arri­va dal­la lin­ea Bari-Bitrit­to, un prog­et­to che risale al 1986 e l’inizio dei lavori al 1989. L’affidamento del servizio fer­roviario, benché in ritar­do rispet­to all’inaugurazione pre­vista per set­tem­bre 2023, è avvenu­to ma sca­den­za­to. Legam­bi­ente aus­pi­ca che il servizio sia presto poten­zi­a­to fino a rag­giun­gere pieni stan­dard da met­ro­pol­i­tana fer­roviaria. Tra le altre buone notizie, con­tin­ua il trend di ripresa del numero dei viag­gia­tori al giorno, anche se per il 2022, dai dati rac­colti su base regionale, siamo anco­ra a cir­ca il 25% in meno rispet­to al 2019. Per il 2023 Tren­i­talia ha dichiara­to, per i Frec­cia­rossa, un +7% rispet­to al 2019, per gli Inter­ci­ty +10% rispet­to al 2019, e per il trasporto regionale +18% sem­pre rispet­to al 2019. Con­tin­ua anche il piano di elet­tri­fi­cazioni di RFI, con l’ultima trat­ta real­iz­za­ta, in ordine di tem­po, la Roc­car­avin­dola-Iser­nia in Molise e la pre­vi­sione di atti­vare cir­ca 1.200 km di lin­ea entro il 2026 e 54,6 km oltre il 2026, per un inves­ti­men­to com­p­lessi­vo che supera i 2 mil­iar­di di euro.

Buone pratiche

Infine, un pas­sag­gio su alcune buone pratiche, che arrivano dal Trenti­no-Alto Adi­ge, Piemonte, Emil­ia-Romagna e Basil­i­ca­ta. Si va ad esem­pio dall’Alto Adi­ge Pass” — una car­ta elet­tron­i­ca che ha una dura­ta di 365 giorni, val­i­da su tut­ti i mezzi di trasporto pub­bli­co e con un tet­to mas­si­mo di spe­sa di 640 euro — alla ria­per­tu­ra delle linee Casale-Mor­tara e Asti-Alba, del­la nuo­va stazione Fer­rovie Appu­lo Lucane ad Avigliano (PZ) per arrivare al prog­et­to “Mi muo­vo in Emil­ia-Romagna” con bigli­et­ti e abbona­men­ti a inte­grazione tar­if­faria su scala regionale.

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