Roma: fino al 28 aprile Mostra su Rino Gaetano a Trastevere

Roma: fino al 28 aprile Mostra su Rino Gaetano a Trastevere

23/02/2024 0 Di Francesca Marrucci

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Fino al 28 aprile al Museo di Roma in Trastevere

RINO GAETANO

La prima grande mostra nel segno di  uno dei più amati cantautori italiani

 Parte da Roma il viag­gio nel mon­do di Rino Gae­tano con la pri­ma mostra ded­i­ca­ta al grande can­tau­tore che ha seg­na­to un’epoca nel­la musi­ca ital­iana. Icon­i­co poeta dal­lo stile uni­co e tagliente, con la sua voce ruvi­da e con i suoi testi appar­ente­mente leg­geri e dis­im­peg­nati ma pieni di con­tenu­ti, ha saputo graf­fi­are soci­età e polit­i­ca sen­za mai nascon­der­si dietro etichette e maschere, rius­cen­do, attra­ver­so pen­sieri anti­con­formisti e parole sem­pli­ci, a portare alla luce gli anni bui del­la nos­tra nazione.

Il song­writer, cal­abrese di nasci­ta ma romano d’adozione, ver­rà cel­e­bra­to con la grande mostra Rino Gae­tano, che sarà ospi­ta­ta a Roma dal 16 feb­braio al 28 aprile 2024 al Museo di Roma in Traste­vere, nel quartiere che amò e fre­quen­tò fin dai tem­pi del Folk­stu­dio. Non a caso Rino ha vis­su­to a Roma, dove si è fat­to le ossa nei pal­cosceni­ci off e nei teatri con l’ETI Ente Teatrale Ital­iano, dove ha impara­to a evi­den­ziare il mes­sag­gio con tut­ti gli stru­men­ti del teatro.

La mostra, pro­mossa da Roma Cap­i­tale, Asses­so­ra­to alla Cul­tura, Sovrin­ten­den­za Capi­toli­na ai Beni Cul­tur­ali, a cura di Alessan­dro Nicosia e Alessan­dro Gae­tano è orga­niz­za­ta e real­iz­za­ta da C.O.R. Creare Orga­niz­zare Real­iz­zare, con il sup­por­to orga­niz­za­ti­vo di Zètema Prog­et­to Cul­tura, sot­to il patrocinio del Min­is­tero del­la Cul­tura e di SIAE Soci­età Ital­iana degli Autori ed Edi­tori con la media part­ner di Rai e la col­lab­o­razione di Rai Teche – che con­ser­va la mag­gior parte dei fil­mati che riguardano l’artista – e Uni­ver­sal Music Pub­lish­ing Group.

Un’esposizione inedi­ta nata dal­la ricer­ca di mate­ri­ali, molti dei quali esposti per la pri­ma vol­ta, che doc­u­men­tano l’intero cam­mi­no artis­ti­co di Rino Gae­tano, arric­chi­ta da ‘tante rar­ità’ di asso­lu­to val­ore, con­cesse per l’occasione dal­la sorel­la Anna: doc­u­men­ti, foto, cimeli artis­ti­ci, la rac­col­ta dei dis­chi, video, stru­men­ti musi­cali, ogget­ti, abiti di sce­na come l’accappatoio indos­sato durante il Fes­ti­val­bar all’Arena di Verona e la giac­ca in pelle uti­liz­za­ta a San­re­mo, man­i­festi e la collezione di cap­pel­li.

Le sue can­zoni, inno­v­a­tive e dal forte impeg­no civile, dopo la pre­matu­ra scom­parsa, sono state riscop­erte e diven­tate veri e pro­pri inni tra le nuove gen­er­azioni, usate in teatro, come colonne sonore di film, trasfor­mate in fic­tion, com­pi­la­tion, street art e fes­ti­val. La denun­cia sociale cela­ta dietro l’iro­nia delle sue bef­farde filas­troc­che res­ta anco­ra attualis­si­ma, come la costante lot­ta con­tro i tabù, le mist­i­fi­cazioni, le ipocrisie e i con­formis­mi. Non ha mai avu­to bisog­no di maestri, rap­p­re­sen­ta­va lui stes­so l’onda nuo­va di una cor­rente sen­za eguali. I testi dei suoi brani non van­no pre­si come rac­con­ti real­is­ti­ci, ma bisogna viver­li come fos­sero immag­i­ni sor­pren­den­ti, idee, sug­ges­tioni, poe­sie che ali­men­tano le due ani­me del­la sua ispi­razione: quel­la anar­chi­ca e chi­as­sosa e quel­la poet­i­ca e struggente, con momen­ti di felice fusione espres­si­va e di diver­ti­to abban­dono. Tut­to questo su musiche dagli impianti rit­mi­ci di fer­ro e arran­gia­men­ti di insoli­ta ric­chez­za e inven­zioni, accom­pa­g­nati da una vocal­ità mod­er­na e aggres­si­va.

Nei suoi testi, fat­ti di sber­l­ef­fi e di bat­tute caus­tiche addi­ta­va l’eterna crisi dell’Italia, quel­la delle auto blu e degli eva­sori legal­iz­za­ti di Nun­tereg­gae più con ver­si come “vedo tan­ta gente che nun c’ha l’acqua cor­rente, e non c’ha niente, ma chi me sente”. O anco­ra l’esaltazione del­la forza fem­minile di Gian­na che “difend­e­va il suo salario dall’inflazione”, sino alla sua cele­bre Ma il cielo è sem­pre più blu, intrisa di luoghi comu­ni e di mis­fat­ti che i ‘ben­pen­san­ti’ definis­cono pro­gres­so, ai quali si con­trap­pone l’indomabile sper­an­za dei “sog­na­tori” che vagheg­giano “un cielo sem­pre più blu”. E poi anco­ra, ma la lista è lun­ga, Berta fila­vaSfior­i­vano le vio­le, che con lin­guag­gio desue­to trat­ta­va i temi dell’emarginazione. La vet­ta cre­ati­va viene rag­giun­ta con l’album Mio fratel­lo è figlio uni­co che res­ta uno dei dis­chi più impor­tan­ti non solo del­la car­ri­era del can­tante, ma in gen­erale del­la musi­ca ital­iana.

Fra il 1973 e il 1980 ha pub­bli­ca­to sei album attra­ver­so i quali ha dip­in­to con schi­et­tez­za un’Italia che ci assomiglia anco­ra, ma pro­prio a causa del­la sfer­zante lucid­ità nell’affrontare temi di stret­ta attual­ità, ha fat­i­ca­to tan­to per far­si conoscere, affrontan­do i pregiudizi del­la crit­i­ca, del pub­bli­co, dei col­leghi, dell’ambiente e anche del­l’estab­lish­ment che non vede­va di buon occhio quel­lo stra­no per­son­ag­gio che si diverti­va a sch­ernire tut­ti, poten­ti, politi­ci, uomi­ni di potere, facen­do nomi e cog­no­mi. Can­tò Gian­na e, per la pri­ma vol­ta nel­la sto­ria del Fes­ti­val di San­re­mo, fu pro­nun­ci­a­ta la paro­la “ses­so”; nel teatro san­remese, all’e­poca, l’im­pres­sione fu di vedere un ‘marziano’, per la forza dis­sacrante di quel­la per­for­mance ispi­ra­ta più a Carme­lo Bene che ai cod­i­ci del­la musi­ca. Non trag­ga in ingan­no la popo­lar­ità imme­di­a­ta delle sue can­zoni: c’è mol­ta sapien­za nell’uso del sar­cas­mo, del calem­bour, del non­sense, in quel par­ti­co­lare mez­zo di comu­ni­cazione che è la can­zone, sem­pre trop­po dis­pos­ta a pren­der­si sul serio anche quan­do si trat­ta di operetta.

La mostra sarà corre­da­ta dal cat­a­l­o­go edi­to da Gange­mi Edi­tore che con­tiene sto­ria, immag­i­ni e un lun­go elen­co di stra­or­di­nar­ie tes­ti­mo­ni­anze che aiu­tano a com­pren­dere tutte le sfac­cettature di un uomo con­sid­er­a­to uno dei can­tas­to­rie di cul­to del­la nos­tra sto­ria. Un viag­gio stra­or­di­nario di memo­ria col­let­ti­va al rit­mo delle note delle sue stralu­nate can­zoni e dove la sua arte sarà più viva che mai.

Nel cor­so dell’evento sarà pos­si­bile assis­tere alle per­for­mance live di Alessan­dro Gae­tano, in trio con la Rino Gae­tano Band e con Diana Tejera, che eseguiran­no alcu­ni mini con­cer­ti acus­ti­ci, con­sen­ten­do ai vis­i­ta­tori di sco­prire e vivere la forza del­la sua musi­ca; le date saran­no comu­ni­cate sulle pagine web del Museo www.museodiromaintrastevere.it. La rasseg­na offrirà allo spet­ta­tore l’opportunità di un incon­tro uni­co e spe­ciale con l’artista che farà sco­prire come la sua voce ci par­li oggi più forte che mai.

SCHEDA INFO

Mostra                                   RINO GAETANO

Dove                                      Museo di Roma in Traste­vere Roma, Piaz­za S. Egidio 1/b  

Quan­do                                 16 feb­braio — 28 aprile 2024

Orari                                      Da mart­edì a domeni­ca ore 10.00 — 20.00;

La bigli­et­te­ria chi­ude alle ore 19.00;

Chiu­so lunedì, 1° mag­gio.            

Tar­iffe  Bigli­et­to uni­co com­pren­si­vo di ingres­so al museo e alle mostre

  • Intero non res­i­dente: € 12,00
  • Ridot­to non res­i­dente: € 9,50

Per i res­i­den­ti in Roma Cap­i­tale e nell’area met­ro­pol­i­tana:

  • Intero: € 9,50
  • Ridot­to: € 8,50

Ingres­so gra­tu­ito con la MIC card

Info     Tel. 060608 (tut­ti i giorni ore 9.00 – 19.00)

www.museodiromaintrastevere.it; www.museiincomuneroma.it

@MuseiInComuneRoma

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