*MANOVRA, TRIDICO (PRESIDENTE INPS) A RADIO CUSANO: “NON SI DEVE FARE DEFICIT PER RIDURRE LE TASSE”. E SULLE PENSIONI: “LA QUOTA FISSA NON HA SENSO”*

*MANOVRA, TRIDICO (PRESIDENTE INPS) A RADIO CUSANO: “NON SI DEVE FARE DEFICIT PER RIDURRE LE TASSE”. E SULLE PENSIONI: “LA QUOTA FISSA NON HA SENSO”*

27/10/2023 0 Di Marco Montini

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“C’è sta­to vera­men­te un imba­raz­zan­te andi­ri­vie­ni, pro­ba­bil­men­te dovu­to al fat­to che han­no capi­to che sta­va­no facen­do qual­co­sa di trop­po cor­po­ra­ti­vo”.

Que­ste le paro­le di Pasqua­le Tri­di­co, Pre­si­den­te dell’INPS, ai micro­fo­ni di Radio Cusa­no in meri­to alla mano­vra finan­zia­ria del gover­no Melo­ni. Nel cor­so del­la tra­smis­sio­ne radio­fo­ni­ca ‘L’Italia s’è desta’, Tri­di­co ha evi­den­zia­to a lun­go qua­li sia­no secon­do lui i pun­ti di que­sta leg­ge di bilan­cio che con­vin­co­no meno.

“Tut­te quel­le pro­mes­se, tut­ta quel­la cam­pa­gna elet­to­ra­le di abo­li­zio­ne del­la rifor­ma For­ne­ro da una par­te e dall’altra del­la Flat Tax, sono impro­po­ni­bi­li e irrea­li­sti­che. Nono­stan­te que­sta pru­den­za, si fa defi­cit per ridur­re le tas­se e que­sta cosa non va”, sot­to­li­nea il Pre­si­den­te dell’INPS. “Al pri­mo anno di eco­no­mia que­sta cosa non la inse­gnia­mo, non dicia­mo che si deve fare defi­cit ridu­cen­do le tas­se. Qui si fa disa­van­zo per dare a 14milioni di per­so­ne 20 euro in più”.

Sul moti­vo poi per cui accu­mu­la­re defi­cit al fine di ridur­re le tas­se non sia una com­bi­na­zio­ne costrut­ti­va, Pasqua­le Tri­di­co ha pro­se­gui­to “Il defi­cit lo paghi, ovvia­men­te, con il debi­to futu­ro. Se ti aspet­ti che da que­sto disa­van­zo non rien­tri un futu­ro aumen­to di PIL, ecco che non con­vie­ne fare disa­van­zo in quel­la manie­ra. Il mol­ti­pli­ca­to­re di 20 euro in più per per­so­na, che potreb­be giu­sti­fi­ca­re un disa­van­zo, è esi­guo e non rien­tra nel PIL. Tant’è che il PIL nel pros­si­mo anno è dato nel­le visio­ni otti­mi­sti­che allo 0,7”, ha pre­ci­sa­to. “Si pote­va dare prio­ri­tà ad altri set­to­ri che pote­va­no ave­re un mol­ti­pli­ca­to­re più avan­ti, visto che devo fare appun­to una mano­vra in disa­van­zo, una mano­vra pru­den­te”.

Alla doman­da se Sal­vi­ni aves­se ragio­ne o meno nel soste­ne­re la neces­si­tà di supe­ra­re la rifor­ma For­ne­ro e con­sen­ti­re il pen­sio­na­men­to anti­ci­pa­to, il Pre­si­den­te dell’INPS ha poi rispo­sto, ”No, non ha ragio­ne nel­la moda­li­tà in cui io non sono mai sta­to a favo­re dell’abolizione del­la rifor­ma For­ne­ro. La mia rifor­ma del­le pen­sio­ni è diver­sa sia da quel­lo che dice Sal­vi­ni, sia da come l’hanno pre­sen­ta­ta oggi”, ha riba­di­to Tri­di­co.
“Biso­gna fare anti­ci­pa­zio­ni sol­tan­to per cate­go­rie gra­vo­se e lavo­ra­to­ri che fan­no man­sio­ni usu­ran­ti, dopo­di­ché la rifor­ma For­ne­ro esi­ste, cosi come esi­sto­no le due gran­di leg­gi che defi­ni­sco­no il nostro siste­ma con­tri­bu­ti­vo e che in qual­che modo ten­go­no alla sta­bi­li­tà nel lun­go perio­do. Le quo­te per defi­ni­zio­ne sono disa­stro­se, non van­no bene, sono rigi­de. La quo­ta noi ce l’abbiamo già, che è appun­to l’età 67 ugua­le per tut­ti. All’interno di quel­la biso­gna crea­re cana­li dif­fe­ren­zia­ti per per­so­ne che fan­no lavo­ri diver­si, è que­sto il pun­to”.

Si è poi par­la­to sul come distin­gue­re un lavo­ro usu­ran­te da uno non usu­ran­te.
“La leg­ge che isti­tui­sce l’Ape socia­le, isti­tui­sce anche una com­mis­sio­ne tec­ni­ca, non poli­ti­ca, fat­ta di medi­ci ed esper­ti. Fre­quen­za di infor­tu­ni, aspet­ta­ti­va di vita, stress lavo­ro cor­re­la­to, quin­di indi­ca­to­ri scien­ti­fi­ci non poli­ti­ci. Que­sto è il pun­to sul qua­le poi è lega­to l’usura di un lavo­ro.

La com­mis­sio­ne medi­ca ha sta­bi­li­to alme­no tre cri­te­ri – ha pre­ci­sa­to Tri­di­co — l’aspettativa di vita, lo stress lavo­ro cor­re­la­to e gli infor­tu­ni sul lavo­ro. Ecco, sul­la base di que­sto ci sono del­le pos­si­bi­li­tà. Il pun­to è che non si vuo­le fare que­sto per­ché poli­ti­ca­men­te il via­ti­co più faci­le è dire ‘tut­ti in pen­sio­ne a quo­ta 100’. Ma se io non voles­si anda­re in pen­sio­ne a quo­ta 100 facen­do il pro­fes­so­re uni­ver­si­ta­rio? La quo­ta rigi­da per tut­ti non ha sen­so”.

“La finan­zia­ria è già scrit­ta- ha sot­to­li­nea­to poi il Pre­si­den­te dell’INPS in meri­to alle pre­sun­te modi­fi­che annun­cia­te in que­sti gior­ni – il docu­men­to è sta­to già man­da­to alla Com­mis­sio­ne Euro­pea che lo ha appro­va­to. Noi abbia­mo già appro­va­to il docu­men­to pro­gram­ma­ti­co eco­no­mi­co, quin­di i sal­di non si cam­bia­no. Ora, all’interno di quei sal­di ci pos­so­no esse­re varia­zio­ni, tant’è che si par­la del fat­to che se qual­co­sa ver­rà cam­bia­to sul­le pen­sio­ni si dovrà taglia­re altro­ve”.

E sul­la que­stio­ne del­le pen­sio­ni, Tri­di­co ha dichia­ra­to “Il pun­to è che par­lia­mo sem­pre di pen­sio­ne e non par­lia­mo mai di lavo­ro. Non è pos­si­bi­le che ogni anno ai lavo­ra­to­ri cam­bi l’asticella di pen­sio­na­men­to, anche in que­sto sia­mo ai limi­ti del­la costi­tu­zio­na­li­tà. Biso­gna occu­par­si del lavo­ro, abbia­mo 23 milio­ni di lavo­ra­to­ri sol­tan­to e que­sto tas­so di occu­pa­zio­ne è ugua­le negli ulti­mi 25 anni. Sta dimi­nuen­do la for­za lavo­ro in età atti­va tra i 15 e i 64 anni per via del calo demo­gra­fi­co e 23 milio­ni di lavo­ra­to­ri sono insuf­fi­cien­ti, ne abbia­mo 3 e mez­zo a nero è vero, ma ciò è un’aggravante e non un ali­bi. In Fran­cia, che ha più o meno la nostra stes­sa popo­la­zio­ne, ci sono 31 milio­ni di lavo­ra­to­ri, 7 più di noi, que­sti sono i pro­ble­mi di cui dovrem­mo par­la­re”, ha infi­ne con­clu­so il Pre­si­den­te dell’INPS Pasqua­le Tri­di­co.

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