Frosinone. Stellantis: PCI su Automotive, crisi comparto, drammatiche ricadute sociali. Proposte dopo confronto con Fiom

Frosinone. Stellantis: PCI su Automotive, crisi comparto, drammatiche ricadute sociali. Proposte dopo confronto con Fiom

20/10/2023 0 Di Maurizio Aversa

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Volan­ti­nag­gio PCI alla Stel­lan­tis di Cas­si­no


Lune­dì scor­so, su ini­zia­ti­va del Comi­ta­to regio­na­le Lazio, il Par­ti­to Comu­ni­sta Ita­lia­no, segna­ta­men­te alla pre­sen­za del­le Fede­ra­zio­ni pro­vin­cia­li di Fro­si­no­ne e Lati­na, han­no svol­to un incon­tro per ana­liz­za­re e quin­di avan­za­re impe­gni e pro­po­ste sul­la cri­si dell’auto nei siti pro­dut­ti­vi del Lazio e sui risvol­ti socia­li per lavo­ra­to­ri e fami­glie del sud regio­na­le. Insie­me a Ore­ste del­la Posta, segre­ta­rio regio­na­le e a quel­li di Fede­ra­zio­ne Sonia Peco­ril­li e Bru­no Bar­bo­na, un gran­de appor­to è giun­to dal com­pa­gno Dona­to Gat­ti, del­la Fiom del­le pro­vin­ce Frosinone/Latina, che ha det­ta­glia­ta­men­te mes­so al cor­ren­te i par­te­ci­pan­ti cir­ca le dram­ma­ti­ci­tà del­la situa­zio­ne data e gli spi­ra­gli even­tua­li da uti­liz­za­re. “Cer­ta­men­te — com­men­ta Ore­ste del­la Posta — sta­mat­ti­na, veni­re a cono­scen­za che la Regio­ne Lazio, il Pre­si­den­te Roc­ca, ha pre­so ini­zia­ti­va per scri­ve­re al Gover­no cir­ca la dram­ma­ti­ci­tà del­la situa­zio­ne pro­dut­ti­va e indi­can­do l’estensione del­la ZES ( Zona Eco­no­mi­ca Spe­cia­le) anche per Lati­na e Fro­si­no­ne, ci con­fer­ma che le risul­tan­ze dell’incontro che abbia­mo svol­to han­no col­to nel segno e che sia­mo da una par­te sull’orlo del bara­tro, e dall’altro nel­la pos­si­bi­li­tà di evi­tar­lo”. Infat­ti, pro­prio Dona­to Gat­ti, nel­la riu­nio­ne ave­va ben illu­stra­to come il cuo­re del­la situa­zio­ne che si è deter­mi­na­ta è “nell’intreccio tra la cri­si del com­par­to Auto­mo­ti­ve, con le par­ti­co­la­ri­tà del­le nuo­ve tec­no­lo­gie e del­la tran­si­zio­ne eco­lo­gi­ca glo­ba­le, con gli erro­ri per­se­gui­te da Fiat pri­ma (la finan­zia­riz­za­zio­ne del­le atti­vi­tà a sca­pi­to di ricer­ca, inve­sti­men­ti e inno­va­zio­ne da met­te­re in cam­po), da FCA e Stel­lan­tis poi (col ruo­lo dei fran­ce­si, a comin­cia­re dal­lo Sta­to fran­ce­se che detie­ne par­te del­la pro­prie­tà di Stel­lan­tis, vol­to a “sacri­fi­ca­re” le pro­du­zio­ni ita­lia­ne per siste­ne­re quel­le in casa pro­pria), uni­ta­men­te alla assen­za di poli­ti­che di com­par­to euro­pee (che non sia­no o asser­vi­te al momen­to del­la glo­ba­liz­za­zio­ne tut­ta vol­ta a “favo­ri­re” il ruo­lo atlan­ti­sta, quan­do le solu­zio­ni vere potreb­be­ro al con­tra­rio giun­ge­re pro­prio dal­la Cina, ad esem­pio) e con l’aggiunta del­la tota­le ina­de­gua­tez­za dei gover­ni ita­lia­ni in que­sto sen­so fin qui, sen­za voce in capi­to­lo.”. A que­ste tin­te fosche, Gat­ti ha mes­so sul tavo­lo gli esem­pi nume­ri­ci dram­ma­ti­ci: “negli ulti­mi 4–5 anni ci sono sta­ti 1.500 posti di lavo­ro in meno nel­la sola Fiat. Che non riguar­da­no solo i 1.500 lavo­ra­to­ri e le loro fami­glie, o l’area di inter­scam­bio socia­le degli stes­si dove vivo­no quo­ti­dia­na­men­te; ma, pur­trop­po, riguar­da­no anche tan­to indot­to, quin­di tan­ti altri lavo­ra­to­ri nel­la stes­sa quan­ti­tà, 1500 cir­ca, che ven­go­no sot­trat­ti ai loro com­pi­ti “ester­ni” in for­za del fat­to che meno lavo­ra­to­ri e meno pro­du­zio­ne, vuol dire anche meno indot­to ester­no. Dal­la com­po­nen­ti­sti­ca ai ser­vi­zi. E che tut­to ciò — ha denun­cia­to Gat­ti in riu­nio­ne — sia da un lato mio­pe e dall’altro pro­va di un erra­to indi­riz­zo intra­pre­so, sta nel fat­to che ven­go­no offer­ti incen­ti­vi per lascia­re la fab­bri­ca anche di 85.000 euro. Che for­tu­na­ta­men­te i lavo­ra­to­ri ben accor­ti, sono atten­ti nel valu­ta­re per­chè, appun­to, non riso­lu­ti­vi per chi resta a vive­re comun­que nel­le aree del sud Lazio.”.

Mani­fe­sta­zio­ne con la Fiom Roma e Lazio pro­ta­go­ni­sta


Il con­fron­to che ne è segui­to con gli inter­ven­ti di Peco­ril­li pro­prio “sul­la que­stio­ne ZES e sull’impoverimento socia­le che si pro­spet­ta, fa com­pren­de­re la dram­ma­ti­ci­tà del momen­to e del­le scel­te e chia­ma i comu­ni­sti, non solo alla pro­pria coe­ren­za di soste­gno ai lavo­ra­to­ri, così come abbia­mo fat­to negli incon­tri davan­ti alle fab­bri­che nei mesi scor­si a Cas­si­no, ma anche all’intervento che neces­si­ta met­te­re in cam­po, untia­ria­men­te il più pos­si­bi­le per risol­ve­re la que­stio­ne ZES e per deter­mi­na­re una poli­ti­ca del com­par­to Auto­mo­ti­ve lega­to al PNRR negli aspet­ti euro­pei e glo­ba­le. Sicu­ra­men­te dovre­mo impe­gnar­ci nel dia­lo­go ser­ra­to ver­so i lavo­ra­to­ri e nel­la crea­zio­ne di siner­gie socio-poli­ti­che con isti­tu­zio­ni, par­ti­ti, sin­da­ca­ti, a sote­gno del­le solu­zio­ni con­cre­te.”.

Sonia Peco­ril­li, segre­ta­ria del­la Fede­ra­zio­ne pro­vin­cia­le PCI Lati­na


Del­lo stes­so avvi­so Bar­bo­na che denun­cia “fin qui il Gover­no è sta­to paro­la­io cir­ca un inter­ven­to del PNRR come ipo­te­si di solu­zio­ne. Pro­prio per­chè è la con­di­zio­ne stes­sa dell’assenza del­la ZES a com­pro­met­te­re la pos­si­bi­li­tà di con­cre­tez­za. Del resto, se la ZES è sta­ta pen­sa­ta come “qua­si sosti­tu­to” del­la ex Cas­sa del Mez­zo­gior­no, come ricor­da­va Gat­ti, con pos­si­bi­li­tà di inter­ven­to a favo­re dell’economia loca­le per inve­sti­men­ti col tet­to a cen­to milio­ni di euro ognu­no, ben si com­pren­de che sen­za que­sta pos­si­bi­li­tà, le pro­vin­ce di Fro­si­no­ne e Lati­na sareb­be­ro pena­liz­za­te per­chè que­gli stes­si even­tua­li inve­sti­to­ri, andreb­be­ro più a sud (signi­fi­ca­ti­va è la distan­za di soli 80 chi­lo­me­tri tra Cas­si­no e Pomi­glia­no) lascian­do nel­le real­tà pon­ti­ne e cio­cia­re il deser­to pro­dut­ti­vo.”. Infat­ti, han­no con­cor­da­to, con ulte­rio­ri con­tri­bu­ti con­clu­si­vi Dona­to Gat­ti e Ore­ste del­la Posta “è ormai evi­den­te che il tema di meno ore da lavo­ra­re per sal­va­re e redi­stri­bui­re il lavo­ro a pari­tà di sala­rio è una del­le chia­vi di solu­zio­ne di que­sto com­par­to, come di tut­ti gli altri che ne sono di fat­to a trai­no per l’economia ter­ri­to­ria­le, ma anche per la solu­zio­ne del­la attua­zio­ne del PNRR e per la rispo­sta glo­ba­le da per­se­gui­re. Per quan­to alle azio­ni poli­ti­che che il PCI può con­tri­bui­re a met­te­re in cam­po sono evi­den­te­men­te da un lato una gran­de cam­pa­gna di infor­ma­zio­ne e tra­spa­ren­za su que­sti con­te­nu­ti; dall’altra per­cor­re­re tut­te le dispo­ni­bi­li­tà isti­tu­zio­na­li ed uni­ta­rie — imme­dia­te per l’ottenimento del­la ZES, e a lun­go ter­mi­ne per dare una spi­na dor­sa­le al Pae­se nel­la poli­ti­ca indu­stria­le di set­to­re e in gene­ra­le — che risol­va­no la lati­tan­za poli­ti­ca e isti­tu­zio­na­le che da solo il sin­da­ca­to non può sop­pe­ri­re.”. “In buo­na sostan­za — con­clu­de Del­la Posta — poi­chè il nostro dna è sta­re coi lavo­ra­to­ri, di fron­te a tale dram­ma­ti­ca situa­zio­ne, sia per la fase tran­si­to­ria che per il lun­go ter­mi­ne il PCI è dispo­ni­bi­le a soste­ne­re chiun­que, isti­tu­zio­ni e movi­men­ti uni­ta­ri, sia­no net­ta­men­te impe­gna­ti in que­sta dire­zio­ne.”.

Il lavo­ro, la pro­du­zio­ne, bene comu­ne


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