“Siamo molto preoccupati per la crisi idrica che vede purtroppo protagonista il nostro Tevere. Apprendiamo…
Agroalimentare, Assotutela: “Italia in crisi: salvare il comparto”
14/09/2022Questo articolo è stato letto 982 volte!
“Non c’è cosa più avvilente che trovare nei reparti di ortofrutta dei supermercati italiani arance del Senegal, fagiolini del Marocco, pomodori del Belgio, meloni della Spagna e via elencando. Per non parlare delle assurde misure – nel vero senso della parola – a cui sono sottoposti i nostri generi alimentari da parte dei burocrati Ue. Tutti ricorderemo questioni relative alla lunghezza delle zucchine, la dimensione delle vongole, il diametro delle banane e amenità del genere”. Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Maritato. “Vorremmo tanto aver preso un abbaglio – continua e chiarisce – ma purtroppo siamo costretti a pensare che ci sia in atto un piano per la distruzione della nostra agricoltura. Non basta il contentino delle etichette con la provenienza dell’alimento, soprattutto considerando che le nostre arance, i nostri fagiolini, le nostre angurie non sono venduti all’estero, piuttosto finiscono nella pattumiera perché non conviene raccogliere in perdita ai nostri agricoltori. Non rinunciamo a pensare – attacca Maritato — che senza i presunti mercati unici, verosimilmente i prodotti locali costerebbero meno, se non altro per il trasporto e conseguentemente si vedrebbero molto di più sugli scaffali. Bisogna porre rimedio a tale situazione, specie in un contesto come quello attuale, con famiglie e imprese strangolate. Il comparto dell’agroalimentare proprio non lo merita”, chiosa il presidente.
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Classe ’82, giornalista pubblicista dal 2012, cronista di strada dal 2007, scrivo ormai da tempo di sport, politica, sociale e cultura. Attualmente collaboro con testate dei Castelli Romani e della Capitale, fornendo al contempo prestazioni e consulenze di comunicazione per numerose realtà territoriali, private e pubbliche. Laziale, teatrante, animale sociale, adoro viaggiare, conoscere e nutrirmi della diversità, del nuovo, dello sconosciuto.