Marino. “No, non tutto può essere permesso in campagna elettorale. Meno che mai fare strame della cultura.”

Marino. “No, non tutto può essere permesso in campagna elettorale. Meno che mai fare strame della cultura.”

17/09/2021 0 Di Maurizio Aversa

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Ste­fano Ender­le, a piaz­za don Stur­zo a Mari­no, vici­no l’ac­ces­so del viot­to­lo che con­duce alle case popo­lari ret­rostan­ti a Mari­no cen­tro


Per­ché essa può e dovrebbe essere la pro­tag­o­nista del futuro di Mari­no, dei Castel­li e dell’intera nazione.
Il Par­ti­to comu­nista Ital­iano, quel­lo che molti conoscono da cen­to anni essere il rap­p­re­sen­tante dei lavo­ra­tori, delle gio­vai gen­er­azioni, del pro­gres­so nel­la soci­età, del fer­men­to delle idee e quin­di del­la colti­vazione del fare cul­tura, è tor­na­to forte­mente a Mari­no. E’ tor­na­to e sarà sul­la sche­da elet­torale dan­do non solo un pun­to di appog­gio, non solo la soluzione a chi era dis­il­lu­so o delu­so, se non addirit­tura schifa­to, ma, soprat­tut­to, il PCI si ripro­pone per­ché crede che oggi, a Mari­no, ma anche un po’ dap­per­tut­to nel Paese, c’è neces­sità di cul­tura. Cul­tura come conoscen­za non fal­sa delle cose. Cul­tura come ped­a­gogia che inseg­na a chi ha dimen­ti­ca­to o non sa quale pro­fon­dità di val­ori può esprimere la nos­tra comu­nità com­posi­ta. E’ da ques­ta base che il PCI, riu­ni­to nel­la val­u­tazione del giro di boa di cam­pagna elet­torale ritiene di esprimere grosse pre­oc­cu­pazioni. Non per il voto in sè, ma per cer­ti com­por­ta­men­ti isti­tuzion­ali e politi­ci che rasen­tano l’arroganza e che sono des­ti­nati – for­tu­nata­mente – ad essere boc­ciati da chi usa la pro­pria tes­ta per ragionare; ma che las­ciano sul ter­reno mac­erie che in futuro sarà fati­coso rimuo­vere. E’ il caso del­la manipo­lazione che il sin­da­co uscente e can­dida­to nuo­va­mente a Palaz­zo Colon­na nel­la doppia veste di isti­tuzione e capo politi­co pro­ced­erà – dopo tan­ti anni e tan­ti mesi avu­ti a dis­po­sizione – solo una set­ti­mana pri­ma del voto alla “inau­gu­razione” del Mitreo! E’ una ver­gogna che solo se i grilli­ni pen­sano che i cit­ta­di­ni siano imbe­cil­li, vor­ran­no propinare all’infinito che è una coin­ci­den­za: Coin­ci­den­za che quei lavori siano fini­ti ora! Coin­ci­den­za che Con­te capo del M5S pas­si di lì lo stes­so giorno del­la inau­gu­razione!

trovare le diferen­ze cen­sorie tra le due locan­dine (una, la sec­on­da è sta­ta par­tori­ta a poche ore dal­l’even­to


trovare le diferen­ze cen­sorie tra le due locan­dine (una, la sec­on­da è sta­ta par­tori­ta a poche ore dal­l’even­to


Un altro com­por­ta­men­to anal­o­go, per miopia ed arro­gan­za è quan­to incor­so al PD e suo can­dida­to sin­da­co. Tut­to rac­chiu­so in un fat­to nor­male. Un con­veg­no sul­la cul­tura come volano per Mari­no. Viene costru­ito un pan­el di parte­ci­pan­ti che, col pun­to di vista dif­fer­ente, sono chia­mati a con­frontar­si frut­tu­osa­mente, cir­ca il tema. Viene inter­pel­la­to anche un soli­do espo­nente del­la cul­tura locale, nazionale e inter­nazionale comu­nista. Ovvi­a­mente lui accetta per­ché è buono il tema e inter­es­sante la pos­si­bil­ità di con­fron­to. Poi che accade? Che a pochissime ore dal­l’in­con­tro, con gius­ti­fi­cazioni incon­sis­ten­ti, all’esponente comu­nista, grande uomo di cul­tura, viene det­to che è meglio non inter­ven­ga per­ché le con­clu­sioni dell’evento le avrebbe svolte il can­dida­to sin­da­co! E allo­ra? Ma cos­toro – che un giorno si e l’altro pure stru­men­tal­iz­zano con mil­lan­ta­to cred­i­to di essere ere­di di quel­li di ieri (ma per piacere!) — san­no che è esis­ti­to un even­to da pietra mil­iare all’Eliseo? Even­to con­clu­so dal capo del PCI e a cui han­no parte­ci­pa­to il fior fiore degli intel­let­tuali ital­iani con­frontan­dosi sui temi del­la cul­tura, men­tre che era­no espres­sione di sen­si­bil­ità cul­tur­ali e politiche pure lon­tane dal PCI? Ma no che non lo san­no. Ma san­no di cul­tura e di quan­to sia fon­da­men­tale per Mari­no e per il Paese? Se fos­se affer­ma­ti­va la rispos­ta, di quale con­fron­to han­no mai tim­o­re? Di non reg­gere il con­fron­to? Di restare sen­za parole e sen­za idee? Di non pot­er lib­era­mente affer­mare in pub­bli­co ciò che negano coi com­por­ta­men­ti? Così pare a sen­tire le con­clu­sioni del can­dida­to sin­da­co del PD. Egli affer­ma che è gius­to basare tut­to, in questo ambito, sul con­fron­to. Bene, fat­to come? Cac­cian­do, cen­suran­do chi pri­ma era sta­to chiam­a­to non ad essere pre­sente, ma a svol­gere una relazione al con­fron­to pub­bli­co! Allo sta­to di tut­to ciò, il min­i­mo sin­da­cale che il PCI ritiene di chiedere a Car­lo Col­iz­za e Gian­fran­co Venan­zoni, per i fat­ti che abbi­amo descrit­to, sono le scuse – invero anche al PCI che dal pri­mo giorno del­la pro­pria cam­pagna elet­torale, con lo slo­gan “Una cit­tà da tute­lare” ha sem­pre indi­ca­to come basi­lare il com­in­cia­re dal­la cul­tura – soprat­tut­to ai cit­ta­di­ni mari­ne­si che han­no arden­te­mente bisog­no e volon­tà di assis­tere al con­fron­to delle idee, non alle usurpazioni di situ­azioni di como­do e com­por­ta­men­ti da guap­pi. Il mestiere delle destre, lo fan­no già bene loro, per­ché imi­tar­le? I cit­ta­di­ni e noi vi giu­dicher­an­no e vi giu­dicher­e­mo da come rispon­derete!

Mar­co Onofrio, scrit­tore, pres­i­dente ed ideatore del Pre­mio let­ter­ario nazionale Moby Dick Danko

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