Il Partito Comunista Italiano, all’interno della coalizione Essere Marino, in rappresentanza dei comunisti marinesi, di…
Marino. “No, non tutto può essere permesso in campagna elettorale. Meno che mai fare strame della cultura.”
17/09/2021Questo articolo è stato letto 4606 volte!
Perché essa può e dovrebbe essere la protagonista del futuro di Marino, dei Castelli e dell’intera nazione.
Il Partito comunista Italiano, quello che molti conoscono da cento anni essere il rappresentante dei lavoratori, delle giovai generazioni, del progresso nella società, del fermento delle idee e quindi della coltivazione del fare cultura, è tornato fortemente a Marino. E’ tornato e sarà sulla scheda elettorale dando non solo un punto di appoggio, non solo la soluzione a chi era disilluso o deluso, se non addirittura schifato, ma, soprattutto, il PCI si ripropone perché crede che oggi, a Marino, ma anche un po’ dappertutto nel Paese, c’è necessità di cultura. Cultura come conoscenza non falsa delle cose. Cultura come pedagogia che insegna a chi ha dimenticato o non sa quale profondità di valori può esprimere la nostra comunità composita. E’ da questa base che il PCI, riunito nella valutazione del giro di boa di campagna elettorale ritiene di esprimere grosse preoccupazioni. Non per il voto in sè, ma per certi comportamenti istituzionali e politici che rasentano l’arroganza e che sono destinati – fortunatamente – ad essere bocciati da chi usa la propria testa per ragionare; ma che lasciano sul terreno macerie che in futuro sarà faticoso rimuovere. E’ il caso della manipolazione che il sindaco uscente e candidato nuovamente a Palazzo Colonna nella doppia veste di istituzione e capo politico procederà – dopo tanti anni e tanti mesi avuti a disposizione – solo una settimana prima del voto alla “inaugurazione” del Mitreo! E’ una vergogna che solo se i grillini pensano che i cittadini siano imbecilli, vorranno propinare all’infinito che è una coincidenza: Coincidenza che quei lavori siano finiti ora! Coincidenza che Conte capo del M5S passi di lì lo stesso giorno della inaugurazione!
Un altro comportamento analogo, per miopia ed arroganza è quanto incorso al PD e suo candidato sindaco. Tutto racchiuso in un fatto normale. Un convegno sulla cultura come volano per Marino. Viene costruito un panel di partecipanti che, col punto di vista differente, sono chiamati a confrontarsi fruttuosamente, circa il tema. Viene interpellato anche un solido esponente della cultura locale, nazionale e internazionale comunista. Ovviamente lui accetta perché è buono il tema e interessante la possibilità di confronto. Poi che accade? Che a pochissime ore dall’incontro, con giustificazioni inconsistenti, all’esponente comunista, grande uomo di cultura, viene detto che è meglio non intervenga perché le conclusioni dell’evento le avrebbe svolte il candidato sindaco! E allora? Ma costoro – che un giorno si e l’altro pure strumentalizzano con millantato credito di essere eredi di quelli di ieri (ma per piacere!) — sanno che è esistito un evento da pietra miliare all’Eliseo? Evento concluso dal capo del PCI e a cui hanno partecipato il fior fiore degli intellettuali italiani confrontandosi sui temi della cultura, mentre che erano espressione di sensibilità culturali e politiche pure lontane dal PCI? Ma no che non lo sanno. Ma sanno di cultura e di quanto sia fondamentale per Marino e per il Paese? Se fosse affermativa la risposta, di quale confronto hanno mai timore? Di non reggere il confronto? Di restare senza parole e senza idee? Di non poter liberamente affermare in pubblico ciò che negano coi comportamenti? Così pare a sentire le conclusioni del candidato sindaco del PD. Egli afferma che è giusto basare tutto, in questo ambito, sul confronto. Bene, fatto come? Cacciando, censurando chi prima era stato chiamato non ad essere presente, ma a svolgere una relazione al confronto pubblico! Allo stato di tutto ciò, il minimo sindacale che il PCI ritiene di chiedere a Carlo Colizza e Gianfranco Venanzoni, per i fatti che abbiamo descritto, sono le scuse – invero anche al PCI che dal primo giorno della propria campagna elettorale, con lo slogan “Una città da tutelare” ha sempre indicato come basilare il cominciare dalla cultura – soprattutto ai cittadini marinesi che hanno ardentemente bisogno e volontà di assistere al confronto delle idee, non alle usurpazioni di situazioni di comodo e comportamenti da guappi. Il mestiere delle destre, lo fanno già bene loro, perché imitarle? I cittadini e noi vi giudicheranno e vi giudicheremo da come risponderete!
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Un operatore dell’informazione. Un attivista culturale impegnato a diffondere le buone pratiche che aumentano ed estendono la fruizione del miglior bene immateriale di cui l’umanità dispone: il sapere, la conoscenza, la cultura. Questo il mio intimo a cui mi ispiro e la mia veste “giornalistica”. Professionalmente provengo da esperienze “strutturate” come sono gli Uffici Stampa pesanti: La Lega delle Cooperative, Botteghe Oscure. Ma anche esperienze di primo impatto: Italia Radio; e il mondo delle Rassegne Stampa cooperativa DIRE, Diretel, Rastel, Telpress. Per la carta stampata oltre una esperienza “in proprio” come direttore scientifico della rivista “Vini del Lazio”, ho collaborato con Paese Sera, con L’Unità, con Oggi Castelli.