L’attualità del socialismo e la prospettiva del comunismo. Quadro politico tra realtà e prospettive. Il…
Marino. Cosa accadrà dopo il Referendum di Ferragosto del M5S/Rousseau: è come la Bolognina del PCI. Nessuno taccia!
22/08/2020Questo articolo è stato letto 8944 volte!
Comunione e Liberazione. Beppe Grillo o chi per lui, farà ciò che fece Formigoni. Cosa? Sapendo che Comunione e Liberazione era una meteora, nonostante la scelta ideologica (chiesa, capitalismo, occidente), la trasformò in Fondazione.E in questi giorni, abbiamo letto tutti le prime pagine e visto le aperture dei telegiornali, Mario Draghi, quello italiano della BCE che comunque ha difeso banche, capitalismo etc., viene onorato quale ospite principale per l’apertura della annuale festa (passerella di idee per il futuro prossimo politico-economico) del sodalizio.
M5S versione 2020. Ecco, tra sei sette anni, Beppe o chi per lui, chiamerà Draghi, o altro omologo, ad onorare la Fondazione Grillo/Casaleggio/Rousseau/M5S per aver buttato alle ortiche una stagione di “cambiamento” annunciato, di “trasformazione della società” mai perseguita, di aver provveduto (questo si) in modo originale, fuori dalle righe, sostanzialmente promuovendo yesman ma senza riuscirci appieno (altrimenti oltre un terzo non sarebbero entrati in conflitto totale con abbandoni ed esclusioni e allontanamenti) da mettere a servizio di una nuova, non guidata, non selezionata (nel senso della gavetta) dirigenza politica.
Composizione policroma del M5S. Nella peggiore delle ipotesi, una parte di questa nuova dirigenza politica, la chiuderà lì e se ne tornerà ad altro. Come se avesse partecipato ad un qualsiasi reality. Nella migliore delle ipotesi una parte tenterà di ricapitolare e riorganizzare idee, proposte, adesioni a grandi visioni ed ideali, giungendo quindi a scegliere lidi politici (o ex novo – anche se francamente non ce ne sarebbe bisogno, ma è tutto soggettivo in questa fase — , oppure intercettando forze politiche già esistenti portando una esperienza sicuramente differente, ma non per questo esente da difetti da mondare). C’è però una parte, e purtroppo pare maggioritaria, che non farà né l’una né l’altra cosa: quindi continuerà a galleggiare, magari non in stile solo opportunistico sfacciatamente, ma sostanzialmente molto appiattito al mondo (che prima denunciava) della casta. E’ così? Sarà necessariamente così? No, chi lo dice? E’ uno scenario possibile visti i precedenti storici e storico-politici italiani. E’ uno scenario suscettibile di altra possibilità solo se il M5S, facendo i conti con se stesso attuasse un decalogo conseguente alle ultime severe, definitive, per certi versi catastrofiche per altri liberatorie, conclusioni della consultazione di ferragosto.
Ferragosto di consultazione M5S/Rousseau simile alla Bolognina per il PCI. E’ stata, lo diranno meglio politologi futuri, la “Bolognina” del M5S. Con la differenza sostanziale, che lì ci fu l’annuncio, poi il dibattito, poi il Congresso, e un terzo del PCI che non voleva, ha avuto la scelta di potersi riorganizzare. (Riflessione a parte è la sconfitta subita da quel terzo per incapacità ad essere presenti e rappresentare bisogni e classi di riferimento). Ma qui, con l’esito del M5S a referendum interno è tutt’altro: le regole anticasta non esistono più. Cioè? Per dirla col linguaggio da piazza e da istrione di Beppe Grillo “A fratè, mo’ semo uguali all’antri”. E già questo è uno scendere dal piedistallo e riconoscere, ma in modo rovinoso, che la via d’uscita è il riconoscersi come gli altri. Che, quindi, non sono più “quelli di prima”, no, siamo li a veder rivendicare dal M5S, il riconoscimento paritario proprio CON “quelli di prima”. La seconda definitiva mazzata politica, esistenziale, ideologica è l’accettazione delle alleanze coi partiti. Quindi, ora, puoi chiamarti M5S, o lista piripicchio, o lista Dante Alighieri, ma dalla guida politica del M5S puoi solo perseguire, per conseguire risultati elettorali o ambire a governare, o ad esercitare una efficace opposizione, la pratica politica dell’accordo, della alleanza, della coalizione.
Viva viva l’alleanza. Veniamo dunque al modo che può anche essere un ottimo viatico per portare linfa positiva nel circuito della politica. Della politica di rappresentanza. Infatti, al primo punto, M5S, dovrà scegliere (in qualunque forma sarà ridotto il Movimento) se vorrà essere una forza di rappresentanza o votata solo alle battaglie vittoriose (in senso elettorale). E’ chiaro che la prima opzione riguarda una forza radicata sul territorio, che partecipa attivamente con altri a organismi ed organizzazioni sociali, politiche, culturali.( insomma l’opposto di quanto ha lamentato/denunciato/scongiurando Grillo nella sua ultima uscita sul blog). Ciò non necessariamente sarà portatrice di vittorie future, ma di una identità e di un profilo definito (meno arrogante e assolutista della prima versione M5S: noi possiamo rappresentare tutti… sappiamo come è finita). Al contrario, la seconda opzione, quella votata al governo e alla “responsabilità”, fatto salvo il principio (lo assumiamo in buona fede) della coerenza di programma, vedrà necessariamente il M5S accondiscendente ad “n” richieste dei contraenti l’accordo, la coalizione, perché l’importante sarà governare.
Concretamente, ora, nelle prossime settimane e mesi che farà M5S? Allora, venendo ad una concretezza territoriale, diciamo ai Castelli romani dove sono state, rovinose, un paio di realtà governate e fallite sotto la guida del M5S, e con una presenza ricca di chiaroscuri, di bui assoluti e di forti ambiguità come a Marino, cosa ci si dovrà aspettare da tali forti sconvolgenti novità? Il primo quesito è cosa farà M5S. Certamente non può far finta di nulla. Certamente non può, a Marino, ululare alla luna (può farlo l’esagitato Dessì di Frascati perché minoritario), qui deve dare risposte annunciandole in pubblico.
Colizza sindaco? Adesso, non a Pasqua, visto che c’è stata una consultazione, se vuole avere credibilità di far parte del dibattito politico, M5S deve dire se (stante la volontà dell’interessato) Carlo Colizza, nelle medesime condizioni di Virginia Raggi, sarà il candidato sindaco M5S.
Con chi allearsi? Colizza o meno, con chi vorrà fare alleanza il M5S a Marino? Vorrà continuare la carta della autosufficienza? Stante la voce della strada non proprio favorevole a riconfermare un governo cinquestelle a Marino, senza contare l’oggettiva onda negativa nazionale che ha dimezzato il consenso, il M5S vorrà tentare la fortuna del traguardo ballottaggio? E, se pure, ci sarà una destra anti PD a dare voti gratis? O ci sarà un PD anti destra a favorire consensi gratuiti ai cinquestelle? Ognuno capisce che tutto ciò è poco, poco, anzi nullo probabile. Quindi, ora, con la scelta dell’eventuale proposta di candidatura, il M5S obbligato dalla agenda politica nazionale, deve anche dire (sia che ci siano stati contatti e abboccamenti, sia che occorra ancora organizzarli con partiti e liste di destra, con partiti e liste di sinistra) con chi farà alleanza. Naturalmente, la precedente impostazione, cui pure tanta fatica (con qualche scorrettezza già denunciata) il M5S e sodali collaterali avevano messo in campo, di colpo svanisce. Chi crederebbe che la soluzione delle “Liste civiche non di partito sono la soluzione”? Specie dopo aver assistito alla strana altalena di un pezzo di M5S marinese che si stacca e critica la Giunta, ma, subito dopo, conferma che comporrà una lista civica che sarà col M5S. Trucchetto o abilità politica, spazzata via in due minuti, subito dopo l’esito della consultazione di Ferragosto!
PD, Lega, Forza Italia, FdI e destre. Il rimescolamento, semmai il M5S di Marino aderirà ad applicare le scelte compiute a livello nazionale, è possibile ed evidente. Ora si tratta di comprendere se il PD – oggettivamente con l’esperienza di Governo fin qui il più convintamente deciso a proporre alleanze col M5S – farà passi ufficiali, politici in tal senso.
Fino ad ora, stante i ruoli istituzionali divisi, e nessuno sconto reciproco nei rapporti, tra M5S e PD non pare esserci nulla. Ma, appunto, forse anche solo al fine di scovare il ragno dal buco, sarà il caso che il partito di centrosinistra (come ormai ama definirsi) faccia sapere se è stata presa in considerazione l’ipotesi di alleanza, e, se, soprattutto, intenda rivolgere ai diretti interessati il quesito. La Lega non sembra, assieme a tutta la destra men che meno interessata a saggiare il terreno. Anche se, è noto, che ciò che non unisce nelle idee (avete presente Governo Salvini/Di Maio?) può unire negli interessi di bottega: il ritorno al governo locale sicuro per la destra, la sopravvivenza per il M5S. Insomma stile pentapartito di altri tempi. Con M5S a svolgere il ruolo che fu della DC.
Che faranno i socialisti? A tale proposito non si sottovaluti la portata di cosa faranno i Socialisti storici. Nel senso che in campo, appunto rimescolato eventualmente, non ci sono i numeri, ma programmi e idee che hanno lunga sedimentazione nel popolo marinese. Idee e proposte socialiste che, nel tempo, a dispetto della riproposizione anche di molte delle stesse figure storiche che rappresentano il riformismo castellano, sono state capaci di aderire ai temi nuovi della società, dimostrandosi una forza viva. Per tutte: la grande attenzione ai temi ambientali o la rinnovata attenzione sociale ai temi della salute sono azioni che i socialisti marinesi non hanno mai smesso di proporre. E’ indifferente per il M5S fare finta che tale bagaglio di idee e di iniziativa sia residuale? Ci potremmo aspettare, così come furono forti le sollecitazioni a confronti pubblici nella scorsa campagna elettorale marinese, anche una forte proposizione dei socialisti verso questa che spesso, da loro stessi, viene definita forza non amata.
Questa ricca realtà con cui, per necessità, per dovere politico democratico, il M5S è chiamato a misurarsi, sia agendo che negando azioni di confronti, attende ora quella che, oggettivamente, è la palla gettata nel campo dei cinquestelle. I cittadini-arbitri non accetteranno, ora, che non si giochi la partita, né che si faccia melina: va giocata la palla, dei risultati daremo conto in seguito.
La rappresentazione circa le questioni del PCI, ovvero di Essere Marino, la coalizione promossa e comprendente i comunisti sia organizzati che singolarmente, così come altre forze e singoli di estrazione di area affine alla battaglia per la trasformazione della società italiana, saranno specifico oggetto di altro approfondimento. Sia se verrà a seguito di confronto proveniente dall’area dei cinquestelle, sia se sarà Essere Marino a proporre esplicitamente visioni e programmi da condividere.
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Un operatore dell’informazione. Un attivista culturale impegnato a diffondere le buone pratiche che aumentano ed estendono la fruizione del miglior bene immateriale di cui l’umanità dispone: il sapere, la conoscenza, la cultura. Questo il mio intimo a cui mi ispiro e la mia veste “giornalistica”. Professionalmente provengo da esperienze “strutturate” come sono gli Uffici Stampa pesanti: La Lega delle Cooperative, Botteghe Oscure. Ma anche esperienze di primo impatto: Italia Radio; e il mondo delle Rassegne Stampa cooperativa DIRE, Diretel, Rastel, Telpress. Per la carta stampata oltre una esperienza “in proprio” come direttore scientifico della rivista “Vini del Lazio”, ho collaborato con Paese Sera, con L’Unità, con Oggi Castelli.
E niente da dire del fatto che il Comune di Marino ha appaltato ad una agenzia interinale, la Umana s.p.a., la ‘ricerca’ di un ‘lavoro’ (quello che dovrebbe fare il Centro per l’impiego)? In ossequio al mito delle sinergie pubblico-privato…
Del resto, per quello che riguarda il ‘lavoro’ (la sua ricerca), hanno appaltato ad una agenzia interinale, la Umana, quello che dovrebbe fare il Centro per l’impiego. In nome della fantomatica ‘sinergia’ pubblico-privato’. Niente da dire?
Per la rinascita di Marino ci vuole grande esperienza politico-amministrativa.……se si riesce a trovare e coinvolgere tale figura, forse ancora c’è speranza per rianimare un paese moribondo.