Dalla criminalizzazione dei popoli non nascono i fiori

Dalla criminalizzazione dei popoli non nascono i fiori

02/02/2020 0 Di Mauro Abate

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Nasce solo altro leta­me. L’Am­mi­ni­stra­zio­ne Comu­na­le vigi­li che nel­le pro­prie strut­tu­re non ven­ga­no cri­mi­na­liz­za­ti popo­li o Pae­si, e ottem­pe­ri agli orien­ta­men­ti e alle dispo­si­zio­ni del­le nostre isti­tu­zio­ni.

Rispon­do all’ar­ti­co­lo “Mari­no. Incre­di­bi­li e pro­vo­ca­to­rie “lezio­ni” da un sio­ni­sta camuf­fa­to da cir­co­lo di Ita­lia Nostra!”

Sarei sor­pre­so se fos­se sta­to scrit­to da Mau­ri­zio Aver­sa, la cui pre­pa­ra­zio­ne e misu­ra cono­sco, e con cui ho intes­su­to in pre­ce­den­za costrut­ti­vi scam­bi di opi­nio­ni, anche in un’i­ni­zia­ti­va alla Biblio­pop. E’ piu’ pro­ba­bi­le che sia sta­to scrit­to da alcu­ni suoi com­pa­gni, sprov­vi­sti del­le sue carat­te­ri­sti­che, e che pure lo han­no fir­ma­to.

Tut­to ruo­ta intor­no alla misti­fi­ca­zio­ne che gli auto­ri com­pio­no riguar­do al sio­ni­smo. Scri­vo­no ” il sio­ni­smo, cioè l’idea che han­no cer­ti (ora mag­gio­ri­ta­ri in quel pae­se ma non tut­ti) israe­lia­ni per la fun­zio­ne del loro sta­to affin­chè sia uno sta­to reli­gio­so e dopo demo­cra­ti­co, che com­pren­da tut­ti i ter­ri­to­ri di Pale­sti­na, cac­cian­do i popo­li che da seco­li vivo­no in quei luo­ghi” (…).

Si trat­ta di un erro­re macro­sco­pi­co, vol­to a disin­for­ma­re, e di dub­bia buo­na fede. Il sio­ni­smo, ne’ piu’ ne’ meno, e’ un movi­men­to nazio­na­li­sta ebrai­co, sor­to nel­l’am­bi­to del­le per­se­cu­zio­ni ebrai­che del 19 seco­lo, vol­to a isti­tui­re un pro­prio Pae­se nel­l’a­go­gna­ta ter­ra dove e’ ori­gi­na­ta la sto­ria del popo­lo ebrai­co, che da sem­pre la con­si­de­ra la “Ter­ra pro­mes­sa” da Dio per svi­lup­pa­re la pro­pria cul­tu­ra, basa­ta sul­la pro­pria reli­gio­ne. Pren­de il nome da una col­li­na di Geru­sa­lem­me, Sion. Ho usa­to l’e­spres­sio­ne “un movi­men­to nazio­na­li­sta” per­che’ ne e’ esi­sti­to un altro, il JTO o Jewish Ter­ri­to­rial Orga­ni­za­tion, di cui uno dei mag­gio­ri alfie­ri e’ sta­to Israel Zang­will, scrit­to­re e intel­let­tua­le, pro­pen­so a fon­da­re la nazio­ne ebrai­ca anche in altre par­ti del mon­do. Il pri­mo movi­men­to pre­val­se.

Uri Avne­ry e Ara­fat

Come acca­de in tut­ti i movi­men­ti nazio­na­li­sti, il sio­ni­smo ha al suo inter­no diver­si orien­ta­men­ti, sia per la diver­si­ta’ di carat­te­ri, sia  per l’o­rien­ta­men­to poli­ti­co di destra o di sini­stra. Ad un estre­mo si tro­va­no paci­fi­sti di debo­le nazio­na­li­smo (ad es. il movi­men­to “Sha­lom Ach­shav” — Pace Ora, mol­to vici­no ai dirit­ti e alle ragio­ni dei pale­sti­ne­si), pro­se­guen­do con nazio­na­li­sti piu’ tra­di­zio­na­li, lun­go uno spet­tro di posi­zio­ni varie­ga­te. Ci sono pur­trop­po infi­ne anche scio­vi­ni­sti, orto­dos­si oltran­zi­sti, e grup­pi che per­se­guo­no poli­ti­che xeno­fo­be che noi defi­ni­rem­mo fasci­ste. E’ esi­sti­to anche un par­ti­to comu­ni­sta sio­ni­sta, ed esi­ste ora un par­ti­to comu­ni­sta anti­sio­ni­sta —  del resto un carat­te­re anti-nazio­na­li­sta e’ quan­to ci si aspet­ta da ogni par­ti­to comu­ni­sta. La posi­zio­ne che pre­fi­gu­ra­no gli auto­ri secon­do la qua­le il sio­ni­smo coin­ci­de­reb­be con le posi­zio­ni piu’ estre­me e di destra e’ del tut­to erra­ta! Non baste­reb­be un libro a men­zio­na­re i sio­ni­sti di sini­stra,  pro­gres­si­sti e paci­fi­sti, tra cui i pri­mi che ven­go­no in men­te sono Uri Avne­ry in Israe­le (ami­co di Ara­fat, li vede­te insie­me nel­la foto di coper­ti­na), l’i­dea­to­re di uno Sta­to bina­zio­na­le per israe­lia­ni e pale­sti­ne­si, e Her­bert Paga­ni in Ita­lia  (v. un suo dise­gno sul­la pace in Medio­rien­te in bas­so).

Fat­to inte­ra­men­te igno­ra­to dagli orga­niz­za­to­ri del­l’e­ven­to, e dagli scrit­to­ri del­l’ar­ti­co­lo in ogget­to, anche in cam­po ara­bo e pale­sti­ne­se esi­ste un ana­lo­go robu­sto nazio­na­li­smo, che fa par­te del piu’ gene­ra­le nazio­na­li­smo ara­bo (“Al-Qaw­mīya al ʿAra­bīya”). Accan­to a posi­zio­ni di aper­tu­ra e dia­lo­go, non man­ca­no anche li’, come nel caso del sio­ni­smo, degli scio­vi­ni­sti, orto­dos­si oltran­zi­sti e raz­zi­sti, la cui posi­zio­ne e’ di costi­tui­re uno sta­to pale­sti­ne­se “dal fiu­me (Gior­da­no) al mare”, e per cui gli ebrei dovreb­be­ro sem­pli­ce­men­te fare i baga­gli ed anda­re via (dove, non si sa). Basa­no le loro tesi anche su un “esclu­si­vi­smo musul­ma­no” secon­do il qua­le ogni ter­ri­to­rio con­qui­sta­to dal­l’I­slam, anche se ricon­qui­sta­to dagli anti­chi pos­ses­so­ri, deve esse­re infi­ne ricon­qui­sta­to, poi­che’ appar­te­nen­te al “Fon­do Isla­mi­co” o “Waqf”. Fan­no cop­pia con la loro con­tro­par­te israe­lia­na, fau­tri­ce di un “esclu­si­vi­smo ebrai­co” in Ter­ra San­ta, per cui i pale­sti­ne­si dovreb­be­ro accet­ta­re una con­di­zio­ne subal­ter­na o esse­re ricol­lo­ca­ti in altri pae­si ara­bi. Entram­be que­ste par­ti estre­me si mani­fe­sta­no con ele­men­ti anco­ra piu’ radi­ca­li. In Israe­le ci sono sta­ti grup­pi come la Ban­da Stern e l’Ir­gun, con­si­de­ra­ti ter­ro­ri­sti anche dal Con­gres­so Sio­ni­sta e dal­l’A­gen­zia ebrai­ca, e che sono sta­ti respon­sa­bi­li di ecci­di del­la popo­la­zio­ne pale­sti­ne­se per indur­la a lascia­re le pro­prie ter­re, come avven­ne a Deir Yes­sin. Oppu­re estre­mi­sti sol­da­ti che han­no spa­ra­to su bam­bi­ni pale­sti­ne­si nel cor­so del­le varie Inti­fa­de. E dal­l’al­tro ci sono ter­ro­ri­sti pale­sti­ne­si respon­sa­bi­li di innu­me­re­vo­li atten­ta­ti con­tro civi­li ebrei, anche bam­bi­ni, e del­l’uc­ci­sio­ne di inno­cen­ti atle­ti israe­lia­ni alle Olim­pia­di di Mona­co del 1972, e anco­ra faci­no­ro­si come il Muf­ti di Geru­sa­lem­me che inci­ta­va a ucci­de­re gli ebrei ovun­que si tro­vas­se­ro, seguen­do l’a­na­lo­go det­to (“Hadith”) di Mao­met­to, da cui pro­vie­ne lo stes­so anti­co pre­cet­to degli Ula­ma (dot­ti musul­ma­ni), che vie­ne inse­gna­to anco­ra oggi ai bam­bi­ni del­le scuo­le di Gaza.

In sostan­za il con­fit­to medio­rien­ta­le si esa­cer­ba per il per­si­sten­te scon­tro tra le fazio­ni nazio­na­li­ste oltran­zi­ste del­le due par­ti, che costrin­ge il resto dei due popo­li a seguir­li per la pro­pria soprav­vi­ven­za, in un cir­co­lo vizio­so sen­za fine. Su di esso si inne­sca­no inte­res­si geo­po­li­ti­ci straor­di­na­ri e mol­to allar­ga­ti, che lo ren­do­no un con­flit­to mol­to “inter­na­zio­na­liz­za­to”. Le reli­gio­ni dei due con­ten­den­ti, per alcu­ni trat­ti affi­ni (anche piu’ di ebrai­smo e cri­stia­ne­si­mo tra di loro!), e per mol­ti altri trat­ti avver­se, spe­cie se inter­pre­ta­te in modo fana­ti­co e anti­co, get­ta­no di con­ti­nuo altra ben­zi­na sul fuo­co.

Det­ti que­sti pun­ti noda­li, chia­ri­sco anche che il mio era un mero post sul­la pagi­na Face­book del­l’Am­mi­ni­stra­zio­ne del Comu­ne di Mari­no, la qua­le infor­ma­va con orgo­glio di quan­to anda­va facen­do per la Gior­na­ta del­la Memo­ria. Il mio post con­te­sta­va all’Am­mi­ni­stra­zio­ne di ave­re con­sen­ti­to nel­le pro­prie strut­tu­re comu­na­li degli even­ti che espri­mo­no cri­mi­na­liz­za­zio­ni con­tro lo sta­to di Israe­le e il sio­ni­smo, come di qual­sia­si altro popo­lo. Come e’ con­so­li­da­to pen­sie­ro di chi ha una visio­ne equi­li­bra­ta del­la real­ta’ poli­ti­ca del­le cose, degli stu­dio­si del con­flit­to, e nel mon­do intel­let­tua­le e poli­ti­co sia euro­peo che ita­lia­no, ed anche del nostro gover­no e del Pre­si­den­te del­la Repub­bli­ca, sia quel­lo attua­le che il pre­ce­den­te, cri­mi­na­liz­za­re il sio­ni­smo e’ un’al­tra for­ma di anti­se­mi­ti­smo, uti­liz­za­to per­che’ piu’ facil­men­te sdo­ga­na­bi­le e quin­di sub­do­lo. Non e’ meno dele­te­rio, per­che’ nel cri­mi­na­liz­za­re Israe­le e il sio­ni­smo si ten­de a met­te­re il dub­bio la legit­ti­mi­ta’ degli ebrei di ave­re un pro­prio Pae­se nel­la pro­pria ter­ra di ori­gi­ne, seguen­do la pro­pria mil­le­na­ria cul­tu­ra nazio­na­le.

Nel­l’e­ven­to in ogget­to, come e’ evi­den­te negli arti­co­li di gior­na­li che lo han­no segui­to, e’ sta­ta pro­fe­ri­ta una con­dan­na con­tro lo Sta­to di Israe­le e il nazio­na­li­smo ebrai­co. Il suo tito­lo era “Con Cuba per la Pale­sti­na”, e nei lavo­ri il segre­ta­rio del Cir­co­lo orga­niz­za­to­re, Mau­ro Avel­lo (come ripor­ta­to nel sito web “Noi Cam­bia­mo”) ha dichia­ra­to:

https://www.noicambiamo.it/news/2018/10/18/folta-partecipazione-alla-bibliopop-di-santa-maria-delle-mole-per-levento-con-cuba-per-la-palestina/

“Il segre­ta­rio del cir­co­lo ricor­da a tut­ti che par­la­re quin­di di Cuba e del­la Pale­sti­na, signi­fi­ca par­la­re del­la stes­sa cosa, due fac­ce del­la stes­sa meda­glia: da una par­te il trion­fo del­la Rivo­lu­zio­ne e la costru­zio­ne del Socia­li­smo in una con­di­zio­ne di costan­te asse­dio poli­ti­co, mili­ta­re ed eco­no­mi­co dovu­to al cri­mi­na­le bloc­co degli sta­ti uni­ti, e dall’altra l’eroica Resi­sten­za del Popo­lo Pale­sti­ne­se, sim­bo­lo del­la lot­ta per la libe­ra­zio­ne dall’ultimo san­gui­na­rio pro­get­to colo­nia­le, con­tro israe­le e quel sio­ni­smo che altri non è che una ripu­gnan­te for­ma di fasci­smo capa­ce di tra­sfor­ma­re un popo­lo da vit­ti­ma del male asso­lu­to, la shoa, in car­ne­fi­ci assas­si­ni.”

Ben diver­so il caso in cui fos­se sta­ta fat­ta la legit­ti­ma e sacro­san­ta dife­sa dei dirit­ti dei pale­sti­ne­si ad ave­re una pro­pria patria, del loro ugual­men­te legit­ti­mo nazio­na­li­smo, anche cri­ti­can­do quel­la par­te del mon­do poli­ti­co israe­lia­no che, addi­tan­do que­stio­ni di sicu­rez­za, o per­che’ e’ scio­vi­ni­sta rite­nen­do che l’in­te­ra Ter­ra San­ta sia di appan­nag­gio esclu­si­vo ebrai­co, e’ rilut­tan­te a con­ce­de­re una pie­na e legit­ti­ma indi­pen­den­za a uno sta­to pale­sti­ne­se, in con­gruo ter­ri­to­rio, secon­do quan­to sta­bi­li­to dal­le riso­lu­zio­ni del­le Nazio­ni Uni­te. Pare super­fluo men­zio­na­re che il pia­no del pre­si­den­te sta­tu­ni­ten­se Trump e’ a riguar­do ina­cet­ta­bi­le. Ripor­ta­re il con­flit­to nei bina­ri del­la ragio­ne­vo­lez­za e del dirit­to e’ un arduo com­pi­to che spet­ta a chi vuo­le la pace, nel Medio­rien­te o al di fuo­ri di esso. Potreb­be­ro da cio’ un gior­no sca­tu­ri­re solu­zio­ni anco­ra piu’ avan­za­te, corag­gio­se e assai avve­du­te, ad esem­pio l’an­zi­det­to Sta­to bina­zio­na­le pro­po­sto per pri­mo da Uri Avne­ry, o un solo Sta­to per entram­be le due comu­ni­ta’ israe­lia­na e pale­sti­ne­se. L’e­sem­pio e l’e­spe­rien­za di “Neve’ Sha­lom” in ebrai­co, “Wahat el-Salam” in ara­bo (Oasi di Pace), il vil­lag­gio in cui israe­lia­ni e pale­sti­ne­si con­vi­vo­no, ha per­mes­so di capi­re che la chia­ve del­la paci­fi­ca coe­si­sten­za e’ la gestio­ne libe­ra ma respon­sa­bi­le del vil­lag­gio da par­te di entram­be le comu­ni­ta’, con pari dirit­ti e dove­ri. Poi­che’ la mag­gio­ran­za degli israe­lia­ni e pale­sti­ne­si non desi­de­ra­no un uni­co Sta­to in cui con­vi­ve­re, non riman­go­no che due vie. La pri­ma e’ la solu­zio­ne ricer­ca­ta dale Nazio­ni Uni­te, di una divi­sio­ne quan­to piu’ equa del­la ter­ra, del­le cit­ta’ e del­le risor­se. Poi­che’ e’ dif­fi­ci­le una per­fet­ta ed idea­le divi­sio­ne, ed e’  vir­tual­men­te impos­si­bi­le che ven­ga accet­ta­ta da entram­be le par­ti (e da tut­te le loro fazio­ni o grup­pi inter­ni), 73 anni di ten­ta­ti­vi a par­ti­re dal­la riso­lu­zio­ne di divi­sio­ne in due sta­ti del 1947 han­no inse­gna­to che que­sta solu­zio­ne dif­fi­cil­men­te puo’ ave­re suc­ces­so. L’al­tra solu­zio­ne e’ quel­la di uno Sta­to bina­zio­na­le, come in Bel­gio, o di una nazio­ne con­fe­de­ra­ta, come in Sviz­ze­ra, che ridu­ce l’im­por­tan­za del­la per­fet­ta con­di­vi­sio­ne del­la ter­ra, e si con­cen­tra inve­ce sul­l’u­so del­la ter­ra e del­le risor­se da par­te del­le due etnie e di tut­ti gli abi­tan­ti, nel­l’am­bi­to di leg­gi con­di­vi­se.

Pre­scin­den­do da cio’, in que­sto even­to, come in mol­ti simi­li, ci sono sta­ti a mio avvi­so gros­so­la­ni difet­ti di impo­sta­zio­ne. Non solo sareb­be sta­to meglio che fos­se sta­ta fat­ta una trat­ta­zio­ne piu’ ampia del­le cau­se e del­le respon­sa­bi­li­ta’ del con­flit­to, come fino­ra espo­sto. In un pro­fi­cuo scam­bio di opi­nio­ni con Mau­ri­zio Aver­sa (allo­ra segre­ta­rio del PCI mari­ne­se), sul modo miglio­re di approc­cia­re il con­flit­to medio­rien­ta­le, gli ho espres­so che la posi­zio­ne di con­dan­na di uno dei due con­ten­den­ti del con­flit­to (nei due sen­si, anche se doves­se pro­ve­ni­re da par­te dei soste­ni­to­ri di Israe­le con­tro gli ami­ci pale­sti­ne­si) non por­ta affat­to alla sua riso­lu­zio­ne, anzi lo ali­men­ta, facen­do un favo­re agli ele­men­ti oltran­zi­sti del­le due par­ti.

Invio un link ad un arti­co­lo scrit­to su que­sta spe­ci­fi­ca tema­ti­ca:

https://www.paconline.it/wordpress/2016/10/30/marino-abate-risponde-aversa-servire-causa-pace/

(oltre 10.000 let­tu­re)

In que­sto altro arti­co­lo ho rico­strui­to le cau­se del con­flit­to che dura da piu’ di un seco­lo, in cui sono men­zio­na­ti aspet­ti assai atro­ci poco cono­sciu­ti, riguar­do ai qua­li mi ven­go­no rico­no­sciu­ti equi­di­stan­za e insie­me vici­nan­za alle par­ti in cau­sa:

https://www.paconline.it/wordpress/2017/09/17/la-terra-troppo-promessa-cause-del-conflitto-israelo-palestinese/

Costrui­re pas­so dopo pas­so la pace, che e’ coe­si­sten­za respon­sa­bi­le tra popo­li.

Come pre­si­den­te del­la sezio­ne di Mari­no di Ita­lia Nostra, riba­di­sco per­tan­to la richie­sta che l’Am­mi­ni­stra­zio­ne non ten­ga even­ti nel­le strut­tu­re comu­na­li che con­dan­ni­no e incri­mi­ni­no altri Sta­ti e altri popo­li, qua­li essi sia­no. Giu­sta la mia cri­ti­ca del sin­go­la­re com­por­ta­men­to per cui l’Am­mi­ni­stra­zio­ne espri­me la ritua­le soli­da­rie­ta’ al popo­lo ebrai­co nel gior­no del­la memo­ria del­la Shoah, e nel resto del­l’an­no con­sen­te che si ten­ga­no mani­fe­sta­zio­ni in cui vie­ne det­to che “Israe­le e quel Sio­ni­smo che altri non è che una ripu­gnan­te for­ma di fasci­smo capa­ce di tra­sfor­ma­re un popo­lo da vit­ti­ma del male asso­lu­to, la shoa, in car­ne­fi­ci assas­si­ni.”

L’e­si­sten­za di Israe­le e’ lega­ta indis­so­lu­bil­men­te alla Shoah, che e’ sta­to il fat­to­re piu’ impor­tan­te del­la sua crea­zio­ne, mol­to piu’ del­lo stes­so sio­ni­smo. Il con­flit­to israe­lo-pale­sti­ne­se, che era gia’ in atto, ne e’ sta­to esa­cer­ba­to, con tut­te le sue atro­ci­ta’, e ne e’ in gran­de par­te una riper­cus­sio­ne, per cui que­sta tema­ti­ca va trat­ta­ta con mol­to rispet­to ed atten­zio­ne nei con­fron­ti di tut­ti gli inte­res­sa­ti.

Pace in Medio Orien­te. Dise­gno di Her­bert Paga­ni

Sepa­ra­ta­men­te, come gia’ espres­so all’a­mi­co Aver­sa, e agli orga­niz­za­to­ri di simi­li even­ti, ovun­que essi si ten­ga­no, esor­to che lo fac­cia­no con dove­ro­si equi­li­brio e com­ple­tez­za, invi­tan­do inter­lo­cu­to­ri non solo pale­sti­ne­si, ma anche del­la comu­ni­ta’ ebrai­ca o di Israe­le, in modo che pos­sa­no espri­me­re il loro pun­to di vista sul­la mate­ria, sia per difen­de­re Israe­le e il sio­ni­smo da accu­se infa­man­ti di esse­re una “ripu­gnan­te for­ma di fasci­smo”, sia per ascol­ta­re le loro pro­po­ste e idee riguar­dan­ti come rag­giun­ge­re la pace. In loro man­can­za, o come pro­fi­cua pre­sen­za, si invi­ti­no alme­no stu­dio­si del con­flit­to con un pas­sa­to noto di stu­di e atti­vi­ta’ di paci­fi­smo, vol­ti a com­pren­de­re tut­ti gli aspet­ti, e che abbia­no dato pro­va di one­sta’ intel­let­tua­le e di equa­ni­mi­ta’.

Per quan­to riguar­da la Biblio­pop, sono per­so­nal­men­te lie­to del­la sua esi­sten­za, e so che vie­ne gesti­ta con il con­tri­bu­to dei suoi uten­ti. Mi sono offer­to volen­tie­ri di con­tri­bui­re anche con dona­zio­ne di libri. Resta comun­que una strut­tu­ra di pro­prie­ta’ comu­na­le, quin­di di tut­ti i cit­ta­di­ni, e deve la sua esi­sten­za ad essi e a tut­ti i con­tri­buen­ti. Come per tut­te le strut­tu­re comu­na­li e isti­tu­zio­na­li, i gesto­ri sono tenu­ti ad usar­la con indi­spen­sa­bi­li ono­ra­bi­li­ta’, cor­ret­tez­za, equi­li­brio, e one­stà intel­let­tua­le.

Vera­men­te ulti­mo di impor­tan­za, tro­vo risi­bi­li le offe­se nei miei con­fron­ti. Non sono sio­ni­sta, e come tut­ti i veri paci­fi­sti, mi ven­go­no mos­se spes­so simi­li offe­se, ma in sen­so inver­so, da nazio­na­li­sti israe­lia­ni, che sospet­ta­no che sia schie­ra­to con il nazio­na­li­smo ara­bo e pale­sti­ne­se. E’ il desti­no dei veri atti­vi­sti paci­fi­sti, che tal­vol­ta a cau­sa dei sospet­ti e del­l’o­dio degli ele­men­ti estre­mi di una par­te o del­l’al­tra, ven­go­no pure ucci­si. Orga­niz­zo even­ti di paci­fi­smo riguar­dan­ti la regio­ne medi­ter­ra­nea, e scri­vo arti­co­li sul con­flit­to medio­rien­ta­le per tro­va­re il ban­do­lo del­la matas­sa che por­ta alla pace. Lo fac­cio sin da tene­ra eta’ essen­do nato e cre­sciu­to in un Pae­se ara­bo, vici­no al con­flit­to medio­rien­ta­le, di cui cono­sco bene non solo la sto­ria, ma soprat­tut­to i con­ten­den­ti, sia­no essi ara­bi ed ebrei, israe­lia­ni e pale­sti­ne­si, e le loro cul­tu­re. Si trat­ta di popo­li a me fra­tel­li, con cui sono cre­sciu­to, e la cui situa­zio­ne da sem­pre mi rat­tri­sta pro­fon­da­men­te. Per il mio pas­sa­to, mi sen­to anche ara­bo, insie­me a mol­te altre ere­di­ta’, ma ten­go soprat­tut­to al mio sta­to di esse­re uma­no, inter­na­zio­na­le e che ha come patria innan­zi­tut­to dei valo­ri, e poi tut­to il mon­do, non que­sta o quel­la nazio­ne. Vivia­mo in un pic­co­lo pia­ne­ta, sia­mo tut­ti fra­tel­li.

Gli auto­ri di que­ste accu­se a un popo­lo, e di que­sti insul­ti per­so­na­li, dimo­stra­no solo la loro scar­sa cifra cul­tu­ra­le e mora­le, e riba­di­sco, nel­la foga di entra­re nel­l’a­go­ne del con­flit­to a favo­re di una par­te, in real­ta’ lo esa­cer­ba­no e lo per­pe­tua­no.

Infi­ne ho un nome e cogno­me, non sono “camuf­fa­to (?) da Ita­lia Nostra”, ho e l’o­no­re e l’o­ne­re di esse­re pre­si­den­te del­la sezio­ne di Mari­no del­la nostra Asso­cia­zio­ne, e ho segna­la­to la man­ca­ta vigi­lan­za del­l’Am­mi­ni­stra­zio­ne che con­sen­te che ven­ga­no pro­fe­ri­te simi­li cri­mi­na­liz­za­zio­ni in strut­tu­re comu­na­li ver­so popo­li o sta­ti, qua­li che essi sia­no. L’Am­mi­ni­stra­zio­ne Comu­na­le in meri­to deve ottem­pe­ra­re agli orien­ta­men­ti e alle dispo­si­zio­ni del­le nostre isti­tu­zio­ni, del Gover­no e del Pre­si­den­te del­la Repub­bli­ca.

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