Marino: il Comitato per l’Ospedale di Marino traccia un primo bilancio

Marino: il Comitato per l’Ospedale di Marino traccia un primo bilancio

09/05/2019 0 Di Redazione

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SODDISFAZIONE UNANIME PER I RISULTATI GIA’ OTTENUTI

IL COMITATO PER L’OSPEDALE DI MARINO A DUE MESI DALLA SUA COSTITUZIONE HA TRACCIATO UN PRIMO BILANCIO DELL’ATTIVITÁ SVOLTA

 

Nel­la sedu­ta odier­na (8 mag­gio 2019) il Comi­ta­to per la riat­ti­va­zio­ne fun­zio­na­le dell’ospedale di Mari­no ha affron­ta­to le que­stio­ni emer­se dagli incon­tri avu­ti dal pre­si­den­te On. San­ta­rel­li con il dott. Mostar­da, diret­to­re gene­ra­le del­la ASL 6.

Ha valu­ta­to che, a segui­to dell’incontro viva­ce che Mostar­da e San­ta­rel­li ebbe­ro al con­ve­gno di Fra­sca­ti, è sta­to avvia­to un posi­ti­vo rap­por­to per­so­na­le che ha con­sen­ti­to di sta­bi­li­re un dia­lo­go costrut­ti­vo sul­la inte­ra que­stio­ne dell’offerta sani­ta­ria pub­bli­ca di tut­to il ter­ri­to­rio del­la ASL 6.

L’apertura del nuo­vo ospe­da­le sul­la via Net­tu­nen­se, con la con­te­stua­le chiu­su­ra degli ospe­da­li di Alba­no, Aric­cia e Gen­za­no, ha lascia­to la stra­gran­de mag­gio­ran­za dei comu­ni dei Castel­li con una insuf­fi­cien­za di posti let­to e di repar­ti con gra­vi con­se­guen­ze per i cit­ta­di­ni che, per evi­ta­re lun­ghe liste d’attesa, sono costret­ti a ricor­re­re alle cli­ni­che pri­va­te o ad andar­si a cura­re fuo­ri dal ter­ri­to­rio del­la ASL. 

Il con­fron­to con il dot­tor Mostar­da, per­ciò, ha assun­to una nuo­va dimen­sio­ne vol­ta a fina­liz­za­re la pos­si­bi­le solu­zio­ne per l’ospedale di Mari­no nel qua­dro più vasto e com­ples­so del rior­di­no dei pre­si­di ospe­da­lie­ri di Fra­sca­ti, Mari­no e Vel­le­tri con­fi­gu­ran­do un pro­to­ti­po dif­fu­so di poli­cli­ni­co sul ter­ri­to­rio.

Con que­sta ipo­te­si ope­ra­ti­va si vie­ne a supe­ra­re l’antinomia del pas­sa­to atte­sta­ta sul­la guer­ra di cam­pa­ni­le con le ine­vi­ta­bi­li con­trap­po­si­zio­ni tra pae­si e for­ze poli­ti­che e assu­me un valo­re inno­va­ti­vo capa­ce di dare rispo­ste orga­ni­che e tem­pe­sti­ve arti­co­la­te nei tre pre­si­di ospe­da­lie­ri secon­do cri­te­ri di fun­zio­na­li­tà ed effi­cien­za valo­riz­zan­do le mol­te­pli­ci pro­fes­sio­na­li­tà esi­sten­ti negli orga­ni­ci del­la ASL mol­to spes­so sot­tou­ti­liz­za­te o col­lo­ca­te in fun­zio­ni non sem­pre appro­pria­te.

Per que­sta straor­di­na­ria ope­ra­zio­ne, che non ha pre­ce­den­ti, sono in via di acqui­si­zio­ne tut­ti i dati di natu­ra cli­ni­ca e finan­zia­ria. Il Comi­ta­to è con­sa­pe­vo­le che la pro­po­sta fina­le, oltre a risol­ve­re i pro­ble­mi del­la salu­te dei cit­ta­di­ni, deve esse­re com­pa­ti­bi­le con le risor­se finan­zia­rie e con le esi­gen­ze di pareg­gio di bilan­cio del­la sani­tà del­la Regio­ne Lazio.

A tale pro­po­si­to San­ta­rel­li ha ricor­da­to un pro­ble­ma ana­lo­go che dovet­te affron­ta­re e risol­ve­re da Pre­si­den­te del­la Regio­ne nel 1983. Il pro­get­to appro­va­to per l’ospedale di Ostia rischiò di non poter esse­re rea­liz­za­to per l’intervento del Mini­ste­ro del­la Sani­tà che rite­ne­va già sod­di­sfat­to per Roma e la Regio­ne il fab­bi­so­gno dei sei posti let­ti per mil­le abi­tan­ti. L’obiezione mini­ste­ria­le ven­ne supe­ra­ta con l’impegno del­la Regio­ne Lazio a can­cel­la­re un cor­ri­spon­den­te nume­ro di posti let­to dal­le cli­ni­che pri­va­te. Ove neces­sa­rio, non si deve esclu­de­re la ridu­zio­ne di posti let­to con­ven­zio­na­ti con le nume­ro­se cli­ni­che pri­va­te esi­sten­ti nei Castel­li Roma­ni.

Il lavo­ro fino­ra svol­to è posi­ti­vo e dimo­stra che, se si abban­do­na la vuo­ta pro­te­sta e ci si incam­mi­na su un ter­re­no dif­fi­ci­le e impe­gna­ti­vo del­la ricer­ca del­le solu­zio­ni dei pro­ble­mi com­ples­si come quel­lo del­la Sani­tà in un dia­lo­go costrut­ti­vo con gli ammi­ni­stra­to­ri, è pos­si­bi­le miglio­ra­re la fun­zio­na­li­tà dei ser­vi­zi e la qua­li­tà del­la vita dei cit­ta­di­ni.

 On. Giu­lio San­ta­rel­li

Pre­si­den­te del Comi­ta­to per la riat­ti­va­zio­ne dell’ospedale di Mari­no e per un pro­to­ti­po di poli­cli­ni­co dif­fu­so sul ter­ri­to­rio dei Castel­li Roma­ni

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