Da qualche giorno, in via sperimentale, una delle vetture di servizio del Comando della Polizia…

La polizia Penitenziaria contesta il Provveditore: assente e gestore sconsiderato
04/04/2019Questo articolo è stato letto 3608 volte!
Provveditore penitenziario di Lazio, Abruzzo e Molise: interlocutore assente e gestione sconsiderata della regione
Le scriventi OO.SS. devono necessariamente sensibilizzare i Vertici dell’Amministrazione Penitenziaria per un intervento immediato per risolvere le gravissime problematiche che, attualmente, interessano gli istituti ed i servizi penitenziari del Lazio.
Competente in tal senso, dovrebbe essere il Provveditore Regionale ma, ad oggi, le OO.SS continuano a riscontrare la Sua completa assenza; assenza che ci preoccupa e non poco, poiché i problemi non sono risolti ma peggio ancora si aggravano continuamente e ciò non è più tollerabile.
Dal 2016 ad oggi, il Provveditore di Lazio, Abruzzo e Molise si è contraddistinto soltanto per aver adottato azioni unilaterali e non condivise con le Organizzazioni Sindacali; azioni che si sono, oltremodo, rivelate destabilizzanti ed hanno contributo ad indebolire il già precario sistema penitenziario regionale.
Il peggior esempio è stato l’aver strumentalizzato l’introduzione del sistema informatico GUSWEB per “annullare”, senza alcun confronto con le Organizzazioni Sindacali, tutti gli accordi sull’orario di lavoro ad oggi vigenti!
Tutto questo, nonostante la consapevolezza che la maggior parte degli istituti e dei servizi del Lazio, carenti di personale di polizia penitenziaria e con molteplici carichi di lavoro da assicurare, si “reggevano” sul precario equilibrio di accordi decentrati, siglati con la previsione di doppi turni, unica soluzione plausibile che da un lato sopperiva alle quotidiane e conclamate esigenze di servizio a costo zero e dall’altro agevolava il personale di polizia penitenziaria che, per esigenze personali e familiari, prestava la propria disponibilità nello svolgimento di tale orario di servizio.
Ciò non di meno, ecco che a partire dal 1° novembre 2018, avvio del tanto famigerato GUSWEB, quasi da perfetto estraneo della realtà di propria gestione, d’emblée il Provveditore del Lazio, Abruzzo e Molise estingue ogni Accordo decentrato, imponendo alle Direzioni di attenersi scrupolosamente alle turnazioni previste dall’Accordo Quadro Nazionale 2004, ignorando che l’orario di lavoro rientra tra le competenze delle Organizzazioni Sindacali in ambito appunto della contrattazione decentrata!
E le conseguenze non finiscono qui, perché negli istituti e nei servizi con il nuovo orario di lavoro (privo di una concertazione sindacale) si cerca di “far fronte” alle necessità quotidiane con le poche unità di Polizia Penitenziaria in servizio, vista l’impossibilità di ricorrere ai “doppi turni” a costo zero, facendo inevitabilmente ricorso allo straordinario. Ma ancora peggio: il personale viene trattenuto per 12 ore ed oltre ma non viene pagata la doppia presenza ne tantomeno l’incentivo.
Anche qui, fin da subito, le scriventi Organizzazioni Sindacali hanno rappresentato le proprie preoccupazioni per quanto concerne la reale possibilità di copertura dei fondi per la liquidazione delle ore straordinarie. Preoccupazione concreta visto che, a distanza di soli cinque mesi, il Provveditore del Lazio, Abruzzo e Molise “si accorge” che gli istituti ed i servizi hanno superato il monte ore disponibile richiamando le Direzioni degli istituti e dei servizi a rivisitare l’organizzazione del lavoro!
Siamo alla commedia dell’assurdo: il Provveditore che “impone” la modifica dell’organizzazione del lavoro e poi “impone” a chi aveva “imposto” di rivedere quella stessa organizzazione!
Purtroppo è sulle spalle del personale di Polizia Penitenziaria, però, che si ripercuotono le decisioni scriteriate di un Provveditorato distratto e fortemente confuso sul proprio ruolo e sulle proprie funzioni!
Il carcere di Cassino viene sfollato di un reparto per criticità strutturali tra Viterbo e Rieti … ci si aspetterebbe un’azione da parte del Provveditore, una parola di sostegno … nulla!
Viterbo e Rieti rimangono con lo stesso identico personale di Polizia Penitenziaria! Assurdo!
Di pochi giorni, la tragedia di Viterbo dove un detenuto uccide il suo compagno di cella.
Ci si aspetterebbe un Provveditore che prende in mano la situazione … e cosa accade? Nulla!
Tutto questo lascia senza parole!
Spiace ancor di più toccare con mano lo stato di abbandono da parte di un Provveditore che invece di salvaguardare il personale di Polizia Penitenziaria del Lazio lo lascia solo, in balìa degli eventi …
Basta!
Noi Sigle scriventi siamo stanche, deluse, amareggiate! Cos’altro dobbiamo ancora attenderci?
È inaccettabile che ad ogni mancanza da parte dell’Amministrazione Penitenziaria, sia chiamato a rispondere davanti all’Autorità Giudiziaria sempre il poliziotto penitenziario che, per prestare il proprio dovere, si ritrova ad essere etichettato come il colpevole di turno, semplicemente per aver avuto la sfortuna di trovarsi a lavorare nel momento in cui è successo qualcosa!
Basta!
Non serve parlare di benessere del personale sul posto di lavoro, firmare protocolli d’intesa per il supporto psicologico al personale di polizia penitenziaria, fare corsi sulla mindfulness … eccetera … eccetera, quando poi “di fatto” la Polizia Penitenziaria viene letteralmente presa a schiaffi, calci e pugni ogni giorno!
Basta! È una vergogna!
Le scriventi Sigle Sindacali vogliono i fatti!
Pertanto, considerato quanto sopra, nel richiamare le note congiunte del 25 marzo u.s. aventi per oggetto “Stato di agitazione – proclamazione mobilitazione per la manifestazione organizzata avanti al D.A.P. per la data del 05. APRILE 2019” e “Attivazione delle procedure di raffreddamento dei conflitti” inviate al DAP e rimaste senza risposta, si ribadisce lo stato di agitazione del personale che avrà termine solo nel momento in cui l’Amministrazione Centrale si adopererà in modo concreto per risolvere le gravissime problematiche che, ad oggi, affliggono gli istituti ed i servizi del Lazio.
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