La polizia Penitenziaria contesta il Provveditore: assente e gestore sconsiderato

La polizia Penitenziaria contesta il Provveditore: assente e gestore sconsiderato

04/04/2019 0 Di Redazione

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Provveditore penitenziario di Lazio, Abruzzo e Molise: interlocutore assente e gestione sconsiderata della regione

Le scri­ven­ti OO.SS. devo­no neces­sa­ria­men­te sen­si­bi­liz­za­re i Ver­ti­ci del­l’Am­mi­ni­stra­zio­ne Peni­ten­zia­ria per un inter­ven­to imme­dia­to per risol­ve­re le gra­vis­si­me pro­ble­ma­ti­che che, attual­men­te, inte­res­sa­no gli isti­tu­ti ed i ser­vi­zi peni­ten­zia­ri del Lazio.

Com­pe­ten­te in tal sen­so, dovreb­be esse­re il Prov­ve­di­to­re Regio­na­le ma, ad oggi, le OO.SS con­ti­nua­no a riscon­tra­re la Sua com­ple­ta assen­za; assen­za che ci pre­oc­cu­pa e non poco, poi­ché i pro­ble­mi non sono risol­ti ma peg­gio anco­ra si aggra­va­no con­ti­nua­men­te e ciò non è più tol­le­ra­bi­le.

Dal 2016 ad oggi, il Prov­ve­di­to­re di Lazio, Abruz­zo e Moli­se si è con­trad­di­stin­to sol­tan­to per aver adot­ta­to azio­ni uni­la­te­ra­li e non con­di­vi­se con le Orga­niz­za­zio­ni Sin­da­ca­li; azio­ni che si sono, oltre­mo­do, rive­la­te desta­bi­liz­zan­ti ed han­no con­tri­bu­to ad inde­bo­li­re il già pre­ca­rio siste­ma peni­ten­zia­rio regio­na­le.

Il peg­gior esem­pio è sta­to l’a­ver stru­men­ta­liz­za­to l’in­tro­du­zio­ne del siste­ma infor­ma­ti­co GUSWEB per “annul­la­re”, sen­za alcun con­fron­to con le Orga­niz­za­zio­ni Sin­da­ca­li, tut­ti gli accor­di sul­l’o­ra­rio di lavo­ro ad oggi vigen­ti!

Tut­to que­sto, nono­stan­te la con­sa­pe­vo­lez­za che la mag­gior par­te degli isti­tu­ti e dei ser­vi­zi del Lazio, caren­ti di per­so­na­le di poli­zia peni­ten­zia­ria e con mol­te­pli­ci cari­chi di lavo­ro da assi­cu­ra­re, si “reg­ge­va­no” sul pre­ca­rio equi­li­brio di accor­di decen­tra­ti, sigla­ti con la pre­vi­sio­ne di dop­pi tur­ni, uni­ca solu­zio­ne plau­si­bi­le che da un lato sop­pe­ri­va alle quo­ti­dia­ne e con­cla­ma­te esi­gen­ze di ser­vi­zio a costo zero e dall’altro age­vo­la­va il per­so­na­le di poli­zia peni­ten­zia­ria che, per esi­gen­ze per­so­na­li e fami­lia­ri, pre­sta­va la pro­pria dispo­ni­bi­li­tà nel­lo svol­gi­men­to di tale ora­rio di ser­vi­zio.

Ciò non di meno, ecco che a par­ti­re dal 1° novem­bre 2018, avvio del tan­to fami­ge­ra­to GUSWEB, qua­si da per­fet­to estra­neo del­la real­tà di pro­pria gestio­ne, d’emblée il Prov­ve­di­to­re del Lazio, Abruz­zo e Moli­se estin­gue ogni Accor­do decen­tra­to, impo­nen­do alle Dire­zio­ni di atte­ner­si scru­po­lo­sa­men­te alle tur­na­zio­ni pre­vi­ste dall’Accordo Qua­dro Nazio­na­le 2004, igno­ran­do che l’orario di lavo­ro rien­tra tra le com­pe­ten­ze del­le Orga­niz­za­zio­ni Sin­da­ca­li in ambi­to appun­to del­la con­trat­ta­zio­ne decen­tra­ta!

E le con­se­guen­ze non fini­sco­no qui, per­ché negli isti­tu­ti e nei ser­vi­zi con il nuo­vo ora­rio di lavo­ro (pri­vo di una con­cer­ta­zio­ne sin­da­ca­le) si cer­ca di “far fron­te” alle neces­si­tà quo­ti­dia­ne con le poche uni­tà di Poli­zia Peni­ten­zia­ria in ser­vi­zio, vista l’im­pos­si­bi­li­tà di ricor­re­re ai “dop­pi tur­ni” a costo zero, facen­do ine­vi­ta­bil­men­te ricor­so allo straor­di­na­rio. Ma anco­ra peg­gio: il per­so­na­le vie­ne trat­te­nu­to per 12 ore ed oltre ma non vie­ne paga­ta la dop­pia pre­sen­za ne tan­to­me­no l’incentivo.

Anche qui, fin da subi­to, le scri­ven­ti Orga­niz­za­zio­ni Sin­da­ca­li han­no rap­pre­sen­ta­to le pro­prie pre­oc­cu­pa­zio­ni per quan­to con­cer­ne la rea­le pos­si­bi­li­tà di coper­tu­ra dei fon­di per la liqui­da­zio­ne del­le ore straor­di­na­rie. Pre­oc­cu­pa­zio­ne con­cre­ta visto che, a distan­za di soli cin­que mesi, il Prov­ve­di­to­re del Lazio, Abruz­zo e Moli­se “si accor­ge” che gli isti­tu­ti ed i ser­vi­zi han­no supe­ra­to il mon­te ore dispo­ni­bi­le richia­man­do le Dire­zio­ni degli isti­tu­ti e dei ser­vi­zi a rivi­si­ta­re l’or­ga­niz­za­zio­ne del lavo­ro! 

Sia­mo alla com­me­dia dell’assurdo: il Prov­ve­di­to­re che “impo­ne” la modi­fi­ca dell’organizzazione del lavo­ro e poi “impo­ne” a chi ave­va “impo­sto” di rive­de­re quel­la stes­sa orga­niz­za­zio­ne!

Pur­trop­po è sul­le spal­le del per­so­na­le di Poli­zia Peni­ten­zia­ria, però, che si riper­cuo­to­no le deci­sio­ni scri­te­ria­te di un Prov­ve­di­to­ra­to distrat­to e for­te­men­te con­fu­so sul pro­prio ruo­lo e sul­le pro­prie fun­zio­ni!

Il car­ce­re di Cas­si­no vie­ne sfol­la­to di un repar­to per cri­ti­ci­tà strut­tu­ra­li tra Viter­bo e Rie­ti … ci si aspet­te­reb­be un’a­zio­ne da par­te del Prov­ve­di­to­re, una paro­la di soste­gno … nul­la!

Viter­bo e Rie­ti riman­go­no con lo stes­so iden­ti­co per­so­na­le di Poli­zia Peni­ten­zia­ria! Assur­do!

Di pochi gior­ni, la tra­ge­dia di Viter­bo dove un dete­nu­to ucci­de il suo com­pa­gno di cel­la.

Ci si aspet­te­reb­be un Prov­ve­di­to­re che pren­de in mano la situa­zio­ne … e cosa acca­de? Nul­la!

Tut­to que­sto lascia sen­za paro­le!

Spia­ce ancor di più toc­ca­re con mano lo sta­to di abban­do­no da par­te di un Prov­ve­di­to­re che inve­ce di sal­va­guar­da­re il per­so­na­le di Poli­zia Peni­ten­zia­ria del Lazio lo lascia solo, in balìa degli even­ti …

Basta!

Noi Sigle scri­ven­ti sia­mo stan­che, delu­se, ama­reg­gia­te! Cos’al­tro dob­bia­mo anco­ra atten­der­ci?

È inac­cet­ta­bi­le che ad ogni man­can­za da par­te del­l’Am­mi­ni­stra­zio­ne Peni­ten­zia­ria, sia chia­ma­to a rispon­de­re davan­ti all’Au­to­ri­tà Giu­di­zia­ria sem­pre il poli­ziot­to peni­ten­zia­rio che, per pre­sta­re il pro­prio dove­re, si ritro­va ad esse­re eti­chet­ta­to come il col­pe­vo­le di tur­no, sem­pli­ce­men­te per aver avu­to la sfor­tu­na di tro­var­si a lavo­ra­re nel momen­to in cui è suc­ces­so qual­co­sa!

Basta!

Non ser­ve par­la­re di benes­se­re del per­so­na­le sul posto di lavo­ro, fir­ma­re pro­to­col­li d’in­te­sa per il sup­por­to psi­co­lo­gi­co al per­so­na­le di poli­zia peni­ten­zia­ria, fare cor­si sul­la min­d­ful­ness … ecce­te­ra … ecce­te­ra, quan­do poi “di fat­to” la Poli­zia Peni­ten­zia­ria vie­ne let­te­ral­men­te pre­sa a schiaf­fi, cal­ci e pugni ogni gior­no!

Basta! È una ver­go­gna!

Le scri­ven­ti Sigle Sin­da­ca­li voglio­no i fat­ti!

Per­tan­to, con­si­de­ra­to quan­to sopra, nel richia­ma­re le note con­giun­te del 25 mar­zo u.s. aven­ti per ogget­to “Sta­to di agi­ta­zio­ne – pro­cla­ma­zio­ne mobi­li­ta­zio­ne per la mani­fe­sta­zio­ne orga­niz­za­ta avan­ti al D.A.P. per la data del 05. APRILE 2019” e “Atti­va­zio­ne del­le pro­ce­du­re di raf­fred­da­men­to dei con­flit­ti” invia­te al DAP e rima­ste sen­za rispo­sta, si riba­di­sce lo sta­to di agi­ta­zio­ne del per­so­na­le che avrà ter­mi­ne solo nel momen­to in cui l’Amministrazione Cen­tra­le si ado­pe­re­rà in modo con­cre­to per risol­ve­re le gra­vis­si­me pro­ble­ma­ti­che che, ad oggi, afflig­go­no gli isti­tu­ti ed i ser­vi­zi del Lazio.

SAP­Pe OSAPP UIL Pen. SiNAP­Pe CISL FNS USPP FSA/CNPP

Som­ma Pro­iet­ti Tuzi Pie­ruc­ci Costan­ti­no Di Ste­fa­no Rig­gi

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