Mal di schiena, ne soffre l’80% della popolazione:  ecco i 9 rimedi per alleviarlo

Mal di schiena, ne soffre l’80% della popolazione: ecco i 9 rimedi per alleviarlo

04/05/2016 0 Di Redazione

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4258_barolat_webMal di schie­na, ne sof­fre l’80% del­la popo­la­zio­ne:  ecco i 9 rime­di per alle­viar­lo

«Il mal di schie­na che si pro­trae per più di tre mesi si defi­ni­sce cro­ni­co: spes­so la cau­sa non è rico­no­sci­bi­le o non è cura­bi­le. La neu­ro­sti­mo­la­zio­ne una solu­zio­ne sen­za effet­ti col­la­te­ra­li anco­ra poco pra­ti­ca­ta» dico­no al Baro­lat Neu­ro­mo­du­la­tion Cen­ter

 L’80% del­la popo­la­zio­ne adul­ta ne ha sof­fer­to alme­no una vol­ta nel­la vita. Col­pi­sce uomi­ni e don­ne in egual modo ed e la cau­sa più comu­ne di assen­za dal lavo­ro: oltre tre quar­ti del­le per­so­ne ne han­no sof­fer­to negli ulti­mi 3 mesi. È il mal di schie­na, uno dei distur­bi mag­gior­men­te dif­fu­si. «Il dolo­re può esse­re la con­se­guen­za di un inci­den­te o del tra­spor­to di cari­chi pesan­ti oppu­re può insor­ge­re con gli anni, in segui­to a cam­bia­men­ti del­la spi­na dor­sa­le» affer­ma Gio­van­ni Fri­ge­rio medi­co ane­ste­si­sta, tera­pi­sta del dolo­re e spe­cia­li­sta del Baro­lat Neu­ro­mo­du­la­tion Cen­ter di Appia­no Gen­ti­le (Como) insie­me con i col­le­ghi Rodol­fo Buc­ci di Tori­no e Clau­dio Rever­be­ri di Car­pi (Mode­na).

Di soli­to, il mal di schie­na è acu­to e può dura­re da qual­che gior­no a qual­che set­ti­ma­na, quin­di si risol­ve in modo spon­ta­neo sen­za lascia­re con­se­guen­ze. «Spes­so la cau­sa è in par­te mec­ca­ni­ca, ossia deri­va dal modo in cui i com­po­nen­ti (spi­na, ver­te­bre, ner­vi) sono insie­me e si muo­vo­no — spie­ga anco­ra Fri­ge­rio -. Se il dolo­re però si pro­trae oltre le 12 set­ti­ma­ne si defi­ni­sce cro­ni­co: si sti­ma che cir­ca il 20% di chi sof­fre di mal di schie­na in for­ma acu­ta, in un anno svi­lup­pi i sin­to­mi di quel­lo cro­ni­co. In qual­che caso i trat­ta­men­ti sono effi­ca­ci nel risol­ve­re il mal di schie­na cro­ni­co, in altri inve­ce il dolo­re per­si­ste dopo trat­ta­men­ti medici,fisici e chi­rur­gi­ci. In alcu­ni casi mal di schie­na cro­ni­co asso­cia­to a dolo­ri agli arti infe­rio­ri sono una con­se­guen­za inde­si­de­ra­ta di inter­ven­ti chi­rur­gi­ci sul­la colon­na ver­te­bra­le (FBSS )».

Dopo aver ese­gui­to degli esa­mi dia­gno­sti­ci per chia­rir­ne la natu­ra, esclu­den­do quel­lo onco­lo­gi­ca, sono diver­si i trat­ta­men­ti per alle­viar­lo, che dipen­do­no dal­la sto­ria cli­ni­ca del pazien­te, dal tipo e dal­l’in­ten­si­tà del dolo­re. Ecco i rime­di più comu­ni.

1)       Ripo­so. Qual­che gior­no di ripo­so può con­sen­ti­re ai ner­vi e ai tes­su­ti dan­neg­gia­ti di miglio­ra­re, ma non deve dura­re trop­po altri­men­ti por­ta a un inde­bo­li­men­to dei musco­li. Chi non fa eser­ci­zio in modo rego­la­re, ten­de a sof­fri­re di mal di schie­na più a lun­go.

2)    Impac­chi cal­di e fred­di. La tera­pia con il cal­do e/o il fred­do può aiu­ta­re. Qual­che pazien­te pre­fe­ri­sce impac­chi cal­di, altri fred­di: si pos­so­no anche usa­re in modo alter­na­to.

3)    Medi­ca­zio­ni. Mol­ti trat­ta­men­ti ridu­co­no I’in­fiam­ma­zio­ne, che è cau­sa di dolo­re, men­tre altri ini­bi­sco­no la tra­smis­sio­ne dei segna­li di dolo­ri al cer­vel­lo.

4)    Eser­ci­zi per il mal di schie­na. L’e­ser­ci­zio fisi­co è un pun­to fon­da­men­ta­le. Biso­gna segui­re un pro­gram­ma di eser­ci­zi mira­ti e a dif­fi­col­tà pro­gres­si­va, in modo da ave­re una spi­na dor­sa­le più for­te e fles­si­bi­le.

5)     Atti­vi­tà aero­bi­che a bas­so impat­to. Oltre a eser­ci­zi spe­ci­fi­ci, si con­si­glia­no atti­vi­tà a bas­so impat­to come la cam­mi­na­ta che aiu­ta a por­ta­re ossi­ge­no nei tes­su­ti mor­bi­di del­la schie­na. Anche nuo­ta­re o fare sport in acqua han­no lo stes­so effet­to.

6)     Mani­po­la­zio­ne chi­ro­pra­ti­ca o osteo­pa­ti­ca: aiu­ta le fun­zio­ni del­la spi­na dor­sa­le con­tri­bui­sce a far dimi­nui­re il dolo­re e l’in­fiam­ma­zio­ne.

7)     Inie­zio­ne di ste­roi­dei epi­du­ra­li: por­ta­no gli ste­roi­di diret­ta­men­te nel­l’a­rea dolo­ran­te ridu­cen­do I’in­fiam­ma­zio­ne. Non cura­no il dolo­re, ma lo atte­nua­no per un bre­ve perio­do.

8)     Chi­rur­gia per la schie­na. Tran­ne che in alcu­ne situa­zio­ni di urgen­za, la chi­rur­gia deve esse­re con­si­de­ra­ta come un’ultima alter­na­ti­va, quan­do tut­te le moda­li­tà tera­peu­ti­che sopra elen­ca­te si sono dimo­stra­te inef­fi­ca­ci. Per le ernie disca­li con scia­ti­ca, vie­ne di soli­to pra­ti­ca­ta una micro­di­scec­to­mia con lo sco­po di ridur­re il dolo­re con il rila­scio del­la pres­sio­ne sul­la radi­ce dei ner­vi. Inter­ven­ti di fis­sa­zio­ne lom­ba­re per dolo­ri di schie­na in regio­ne lom­ba­re rara­men­te han­no dimo­stra­to una buo­na effi­ca­cia.

9)     La neu­ro­sti­mo­la­zio­ne. È un’eccellente e sicu­ra alter­na­ti­va in caso di dolo­re cro­ni­co, anche se poco cono­sciu­ta e pra­ti­ca­ta. Deve veni­re pre­sa in con­si­de­ra­zio­ne solo dopo ave­re esau­ri­to le moda­li­tà tera­peu­ti­che espo­ste, anche se non neces­sa­ria­men­te deve segui­re un inter­ven­to chi­rur­gi­co sul­la colon­na ver­te­bra­le. Anzi, a vol­te, l’intervento di neu­ro­sti­mo­la­zio­ne può esse­re indi­ca­to come alter­na­ti­va più effi­ca­ce e meno inva­si­va dell’intervento chi­rur­gi­co. «Dei pic­co­li elet­tro­di sono impian­ta­ti nel­la spi­na dor­sa­le e sono atti­va­ti da un pic­co­lo pace­ma­ker impian­ta­to sot­to pel­le — spie­ga Gian­car­lo Baro­lat, medi­co tori­ne­se che da 40 anni si occu­pa di alle­via­re il dolo­re non onco­lo­gi­co, che ha fon­da­to il cen­tro di Como e ha un cen­tro a Den­ver, negli Sta­ti Uni­ti -. II segna­le elet­tri­co che rag­giun­ge il midol­lo spi­na­le cat­tu­ra il segna­le di dolo­re ridu­cen­do­lo a un livel­lo tol­le­ra­bi­le. Visto che l’e­let­tri­ci­tà è il modo natu­ra­le di fun­zio­na­men­to del siste­ma ner­vo­so, la neu­ro­sti­mo­la­zio­ne non ha effet­ti nega­ti­vi a lun­go ter­mi­ne. Gli elet­tro­di pos­so­no esse­re impian­ta­ti sia nel­la spi­na dor­sa­le, sia lun­go le pic­co­le ter­mi­na­zio­ni ner­vo­se nel­la zona dor­sa­le e lom­ba­re, di soli­to nel­lo stra­to sot­to­cu­ta­neo. I pazien­ti han­no un tele­co­man­do ester­no, attra­ver­so cui pos­so­no con­trol­la­re il fun­zio­na­men­to del devi­ce, accen­der­lo, spe­gner­lo o man­da­re un segna­le più debo­le o più for­te. La neu­ro­sti­mo­la­zio­ne può esse­re pro­va­ta in modo tem­po­ra­neo e il pazien­te può deci­de­re, in base al test, se pro­se­gui­re o meno con l’impianto fina­le. Si può por­ta­re per decen­ni sen­za ave­re effet­ti col­la­te­ra­li. Nel­la mia espe­rien­za, è effi­ca­ce nel ridur­re il mal di schie­na e o del­le gam­be nel 70% dei pazien­ti impian­ta­ti. In mol­ti casi è più effi­ca­ce del­la chi­rur­gia sul­la spi­na dor­sa­le. Impor­tan­te è pero che sia ese­gui­ta da pro­fes­sio­ni­sti ben for­ma­ti: nel mio cen­tro a Den­ver arri­va­no pazien­ti da tut­ti gli Sta­ti Uni­ti e qua­si la metà ha un impian­to di elet­tro­sti­mo­la­zio­ne ese­gui­to in modo non cor­ret­to».

In cosa con­si­ste la neu­ro­sti­mo­la­zio­ne? Si inne­sta­no uno o più elet­tro­di posi­zio­na­ti stra­te­gi­ca­men­te in modo da tra­smet­te­re degli impul­si elet­tri­ci che impe­di­sco­no di sen­ti­re il dolo­re. Gli elet­tro­di pos­so­no esse­re impian­ta­ti in tre sedi diver­se: 1- nel­lo spa­zio epi­du­ra­le a livel­lo del­la colon­na ver­te­bra­le 2- a livel­lo dei ner­vi peri­fe­ri­ci (per lo più negli arti) 3- nei tes­su­ti sot­to­cu­ta­nei, per sti­mo­la­re le pic­co­le bran­che ter­mi­na­li dei ner­vi. I tre “tar­ge­ts” pos­so­no esse­re com­bi­na­ti anche nel­lo stes­so impian­to. Gli elet­tro­di sono atti­va­ti da un pic­co­lo “pace­ma­ker” impian­ta­to in sede sot­to­cu­ta­nea. Si trat­ta di una tec­ni­ca rever­si­bi­le e poco inva­si­va — soprat­tut­to in con­fron­to alle altre solu­zio­ni dispo­ni­bi­li come inter­ven­ti di sta­bi­liz­za­zio­ne del rachi­de o rese­zio­ne del­le radi­ci ner­vo­se — e in sostan­za pri­va di effet­ti col­la­te­ra­li. Non ci sono limi­ti d’e­tà: il dot­tor Baro­lat ha impian­ta­to pazien­ti con uno spet­tro di età dai 9 ai 90  anni. Le con­tro­in­di­ca­zio­ni sono mini­me. Lo sco­po del­la neu­ro­sti­mo­la­zio­ne non è di “gua­ri­re” il dolo­re (cosa che e spes­so impos­si­bi­le nei dolo­ri cro­ni­ci non-onco­lo­gi­ci), ma di ridur­lo a livel­li ben più tol­le­ra­bi­li. Mol­to spes­so si rie­sce ad otte­ne­re una ridu­zio­ne del dolo­re tale da miglio­ra­re in manie­ra sostan­zia­le la qua­li­tà di vita. Sono neces­sa­rie due sedu­te: una di pro­va (per valu­ta­re I’ef­fi­ca­cia del­la neu­ro­sti­mo­la­zio­ne) e l’altra per I’im­pian­to defi­ni­ti­vo, che avvie­ne in seda­zio­ne in day hospi­tal. Seguo­no con­trol­li perio­di­ci una o due vol­te l’‘anno. Impor­tan­te e che la neu­ro­sti­mo­la­zio­ne sia ese­gui­ta da esper­ti, altri­men­ti può non dare i risul­ta­ti spe­ra­ti.

Per infor­ma­zio­ni sui trat­ta­men­ti si può con­tat­ta­re il Baro­lat Neu­ro­mo­du­la­tion Insti­tu­te Euro­pe di Appia­no Gen­ti­le (Como) al call cen­ter 342–0590517.

 

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