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Sanità, Petrangolini: Sul diabete il Lazio è all’avanguardia
07/04/2016Questo articolo è stato letto 13479 volte!
Sanità, Petrangolini: Sul diabete il Lazio è all’avanguardia
“Sul diabete il Lazio è all’avanguardia. Siamo la 1^ Regione che ha recepito il Piano nazionale per la malattia diabetica e che ha decretato il suo Piano regionale. Un fatto importante perché avviene con il Piano di rientro. Non ci siamo leccati le ferite, ma abbiamo lavorato e investito per il cambiamento”. Così Teresa Petrangolini, consigliere regionale del Lazio, componente della Commissione Politiche sociali e salute, nel corso dell’evento svolto nella sede della Regione Lazio dal titolo: “Salute e partecipazione. Il Piano regionale sulla malattia diabetica”.
“Ricordiamo che nel Lazio – continua Petrangolini — sono affette da diabete ben 382mila persone. In pratica parliamo di un problema che riguarda il 6% della popolazione. inoltre che un paziente diabetico costa al SSR il doppio di uno senza diabete, che le spese ospedaliere per questi pazienti rappresentano il 57% del costo complessivo e che quelle per i farmaci ammontano al 29%. L’ambizione è quella di garantire ai cittadini – anche quelli a rischio come chi soffre di obesità – un complesso di servizi attivabili dal momento del rischio alla gestione quotidiana della malattia. In che modo? Con una rete quotidiana di servizi che permette al paziente di entrare in un programma”.
“Al centro del Piano c’è la prevenzione. Quella primaria – spiega — con interventi che riguardano gli stili di vita, l’attività motoria, il regime alimentare. E quella secondaria per scongiurare complicanze gravi come la cecità, la dialisi, il piede diabetico con rischio di amputazione degli arti inferiori. Bisogna ricordare che ancora troppo pochi diabetici svolgono i necessari esami di controllo. Il livello di prevenzione attuale è talmente basso che il fatto di proporla e realizzarla è rivoluzionario”.
“Questo Piano – aggiunge Petrangolini — è rivoluzionario dal punto di vista del modello professionale: il paziente non è più costretto ad una serie di passaggi settoriali giustapposti, ma può contare sulla integrazione tra diversi professionisti con un approccio a 360° e sulla collaborazione tra distretto, Casa della Salute e medico di medicina generale”.
“Il tema della partecipazione – conclude Petrangolini — è stato cruciale: abbiamo puntato al coinvolgimento e al rafforzamento delle associazioni fin dal momento della definizione del piano. Le misure del Piano, poi, diventano l’attività ordinaria dei direttori generali ed entreranno a far parte dei loro obiettivi di performance: insomma, un fatto strategico. Perché non basta un decreto amministrativo, serve la sensibilità e la preparazione degli operatori che devono partecipare e condividere la finalità generale”.
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