Albano, Formalba, Righini (Fdi) presenta l’Audizione in Commissione.

Albano, Formalba, Righini (Fdi) presenta l’Audizione in Commissione.

25/02/2016 0 Di Redazione

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righini silvestroniAlba­no – For­mal­ba, Righi­ni (Fdi) pre­sen­ta l’Audizione in Com­mis­sio­ne.

Sil­ve­stro­ni: “Noi abbia­mo sem­pre lot­ta­to per sal­va­re i lavo­ra­to­ri”

E’ anco­ra una vol­ta Fra­tel­li d’Italia, per mano dei suoi capo­grup­po in Regio­ne e nell’Area Metro­po­li­ta­na, Gian­car­lo Righi­ni e Mar­co Sil­ve­stro­ni, a sol­le­ci­ta­re chia­rez­za sul caso ‘For­mal­ba’. In gior­na­ta il con­si­glie­re regio­na­le ha pre­sen­ta­to la richie­sta di un’Audizione al pre­si­den­te dell’apposita Com­mis­sio­ne. Nel far­lo Righi­ni ha richie­sto la con­vo­ca­zio­ne in audi­zio­ne del com­mis­sa­rio liqui­da­to­re del­la For­mal­ba, del diret­to­re del per­so­na­le e del­le rap­pre­sen­tan­ze sin­da­ca­li.

Ini­zia­ti­va con­cor­da­ta appie­no con Mar­co Sil­ve­stro­ni, che a tal pro­po­si­to ha dichia­ra­to: “Non si è volu­to evi­ta­re il fal­li­men­to del­la vec­chia Alba­for – ha pre­mes­so – e sono 5 anni che ten­tia­mo di sal­va­re i lavo­ra­to­ri. Era il dicem­bre del 2011, e da oltre un anno e mez­zo il Comu­ne di Alba­no era gover­na­to dal­le sini­stre, quan­do scris­si  al Mini­stro dell’Interno tra­mi­te un’interrogazione par­la­men­ta­re, per fare in modo che qual­cu­no pren­des­se in mano la situa­zio­ne eco­no­mi­ca e gestio­na­le del­la socie­tà ‘Alba­for’. Suc­ces­si­va­men­te, nel tota­le immo­bi­li­smo dell’Amministrazione, abbia­mo con­vo­ca­to 4 con­si­gli comu­na­li gra­zie alle fir­me di 5 con­si­glie­ri di oppo­si­zio­ne, e abbia­mo pre­sen­ta­to mozio­ni e inter­ro­ga­zio­ni che sono agli atti, con lo sco­po di scon­giu­ra­re il fal­li­men­to dell’Albafor e sal­va­re i lavo­ra­to­ri”.

“Le soli­te scu­se di adde­bi­ta­re a chi c’era pri­ma tut­te le col­pe non ha sen­so – ha aggiun­to Sil­ve­stro­ni -, per­ché pri­ma del 19 feb­bra­io 2016 c’era sem­pre lo stes­so sin­da­co di ades­so ed anda­re a ritro­so all’infinito equi­va­le a nascon­der­si die­tro ad un dito in manie­ra infan­ti­le. Dopo 6 anni, 6 bilan­ci e 4 anni di  gestio­ne in liqui­da­zio­ne non c’è biso­gno di anda­re a  cer­ca­re il col­pe­vo­le. Oggi, come nel 2011, voglia­mo scon­giu­ra­re che pri­va­ti, atten­ti solo all’utile e agli inte­res­si, non sac­cheg­gi­no un bene pub­bli­co e lot­tia­mo affin­chè ven­ga sal­va­guar­da­ta la digni­tà di oltre 150 dipen­den­ti. Ieri come oggi, deci­sio­ni come quel­la pre­sa vener­dì, di dichia­ra­re il fal­li­men­to di una socie­tà a capi­ta­le pub­bli­co al  100%, sareb­be­ro dovu­te  pas­sa­re  pri­ma  in con­si­glio comu­na­le, men­tre anco­ra una vol­ta sia­mo sta­ti costret­ti ad appren­de­re a mez­zo stam­pa ciò che sareb­be dovu­to esse­re discus­so demo­cra­ti­ca­men­te in con­si­glio comu­na­le”.

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