Peste suina: Cia, avanti con tempestività e razionalità per evitare danni irreparabili

 Peste suina: Cia, avanti con tempestività e razionalità per evitare danni irreparabili

27/01/2022 0 Di puntoacapo

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 Peste suina: Cia, avanti con tempestività e razionalità per evitare danni irreparabili

 Presentate al tavolo interministeriale le proposte da attuare nell’areale infetto. Necessaria campagna di riduzione del numero di ungulati con figure qualificate e strumenti innovativi

Una cam­pagna di con­trol­lo e riduzione del numero degli ungu­lati con fig­ure qual­ifi­cate e stru­men­ti inno­v­a­tivi nei 114 comu­ni dell’areale infet­to. Ques­ta la pro­pos­ta non più rin­vi­a­bile di Cia-Agri­coltori Ital­iani al tavo­lo inter­min­is­te­ri­ale odier­no che ha affronta­to l’emergenza Peste suina africana (PSA). Sec­on­do Cia è tem­po di agire con tem­pes­tiv­ità e razion­al­ità per evitare ricadute eco­nomiche e sociali irrepara­bili, pren­den­do esem­pio da Pae­si Ue, che han­no erad­i­ca­to in poco tem­po la malat­tia di cui il cinghiale è il prin­ci­pale vet­tore. La PSA ‑stu­di­a­ta da decen­ni e non trasmis­si­bile all’uomo- è, infat­ti, alta­mente peri­colosa per i maiali e potrebbe avere un impat­to forte­mente neg­a­ti­vo sul mer­ca­to suini­co­lo, da cui dipende l’industria salu­miera, fiore all’occhiello del Made in Italy agroal­i­menta­re.

“Il peso del­la Peste suina non può ricadere tut­to sulle spalle degli all­e­va­tori che nel­la zona infet­ta subis­cono il dan­no eco­nom­i­co del macel­lo imme­di­a­to di capi sani, men­tre i cinghiali cir­colano in lib­ertà. Questo dopo aver mes­so in cam­po tutte le cos­tose mis­ure di biosi­curez­za e pre­ven­zione pre­viste”. Questo il com­men­to del pres­i­dente Cia, Dino Scanavi­no, che da anni aus­pi­ca la rifor­ma del­la Legge 157/92, visti gli effet­ti dis­as­trosi sul nos­tro pae­sag­gio di una polit­i­ca dis­senna­ta sul­la ges­tione del­la fau­na sel­vat­i­ca. “E’ nec­es­sario agire in modo razionale nel­la ges­tione del­la bio­di­ver­sità, con un riequi­lib­rio del rap­por­to fra uomi­ni e ungu­lati –pros­egue Scanavino‑, bilan­cian­do gli inter­es­si fra le diverse cat­e­gorie di cit­ta­di­ni, siano essi cac­cia­tori, all­e­va­tori o ambi­en­tal­isti, gui­dati esclu­si­va­mente dai cri­teri del rig­oroso con­trol­lo sci­en­tifi­co”.

Per Cia, l’attività di vig­i­lan­za nel­la zona delim­i­ta­ta dei 114 comu­ni in Lig­uria e Piemonte è oppor­tu­na, ma non è esaus­ti­va. “Si par­la, addirit­tura, del­l’u­ti­liz­zo dei droni per la ricer­ca delle car­casse infette, ma tut­to questo risul­ta inutile se non si attua una cam­pagna di con­trol­lo degli ungu­lati –aggiunge Scanavi­no-. La riduzione del­la den­sità di popo­lazione dei cinghiali andrebbe orga­niz­za­ta con un pre­lie­vo selet­ti­vo, tramite fig­ure qual­ifi­cate come il coa­d­i­u­tore e con l’utilizzo di visori not­turni e altri stru­men­ti inno­v­a­tivi. Bisogna, inoltre, impedire lo sposta­men­to dei sel­vati­ci fuori dal perimetro dell’areale infet­to tramite le recinzioni e il for­ag­gia­men­to arti­fi­ciale”. Sec­on­do Cia, una cam­pagna di con­trol­lo e pre­lie­vo selet­ti­vo per­me­t­terebbe anche l’ottenimento di infor­mazioni san­i­tarie cir­ca la dif­fu­sione del virus, dopo aver cre­ato mis­ure spe­ciali di trasporto e stoccag­gio delle car­casse.

Cia ricor­da, infine, le migli­a­ia di posti di lavoro a ris­chio nel­la malau­gu­ra­ta ipote­si di un peg­gio­ra­men­to del­la situ­azione, che met­terebbe in ginoc­chio un set­tore da 1,7 mld, col bloc­co imme­di­a­to delle linee di pro­duzione per man­can­za di mate­ria pri­ma.

 

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