Roma/Lazio . Lavoro: tre emergenze. Amazon, riders, grande distribuzione. Ziroli, PCI Lazio: noi comunisti coi lavoratori

Roma/Lazio . Lavoro: tre emergenze. Amazon, riders, grande distribuzione. Ziroli, PCI Lazio: noi comunisti coi lavoratori

30/03/2021 0 Di Maurizio Aversa

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Pochissi­mi giorni fa riu­nione del Comi­ta­to regionale Lazio del Par­ti­to Comu­nista Ital­iano. La gior­na­ta ha coin­ciso con la mobil­i­tazione di lavo­ra­tori, che sep­pure oberati, come gli altri cit­ta­di­ni dal­la situ­azione di emer­gen­za san­i­taria, dalle zone rosse etc., han­no scel­to di man­tenere gli appun­ta­men­ti di lot­ta, con gli accorg­i­men­ti del caso. Per questo il PCI ha volu­to dire a chiare let­tere che “Da anni ci dicono che Ama­zon dà tan­to lavoro a tan­ta gente e che i Rid­ers sono feli­ci del loro lavoro e dei loro guadag­ni. Scioc­chezze. Ama­zon fa sol­di a palate con catene e turni mas­sacran­ti dei lavo­ra­tori, lucran­do gra­zie a mec­ca­n­is­mi che si chia­mano Plus­val­ore e Plusla­voro, con buona pace di chi crede non siano realtà tutt’oggi esisten­ti. I Rid­ers, dal can­to loro, fat­i­cano come bestie per paghe bassis­sime e poche mance, dato che le mance stesse ora­mai ven­gono qua­si descritte come un gesto da male­d­u­cati. Nel­la bar­barie però i lavo­ra­tori alzano la tes­ta. Ques­ta set­ti­mana li ha visti pro­tag­o­nisti. Noi comu­nisti, pre­sen­ti all’interno delle assem­blee, dei sin­da­cati, dei luoghi di con­flit­to per i dirit­ti dei lavo­ra­tori siamo pron­ti.”. Ora per una parte di questi lavo­ra­tori c’è sta­ta la fir­ma del con­trat­to. Si uti­liz­zano con­cetti come stori­co. Dici­amo più sem­plice­mente che è un pun­to di parten­za. Tut­to gra­zie alla mobil­i­tazione nazionale è sta­ta orga­niz­za­ta dal­la rete Rid­erX­i­Dirit­ti per porre l’ac­cen­to sul fat­to che in tut­ta Europa le aziende met­tono in rego­la i ciclo­fat­tori­ni e gli garan­tis­cono dirit­ti, sicurez­za e salario. In Italia, invece, in molti anco­ra rifi­u­tano il con­fron­to con le orga­niz­zazioni sin­da­cali per arrivare a con­trat­ti che tutelino i rid­er. A Milano, qua­si 300 rid­er han­no parte­ci­pa­to al ‘bikestrike’ indet­to da ADL Cobas, CDNL — Cam­era del non lavoro e SI Cobas per­cor­ren­do la cit­tà con i loro mezzi di lavoro e facen­do tap­pa in Prefet­tura, in piaz­za­le Lore­to, davan­ti alle sede di Glo­vo, a un Mc Don­ald’s e ad Assolom­bar­da, dove han­no det­to: “Riget­ti­amo al mit­tente il ver­gog­noso accor­do fir­ma­to da Ugl con Assode­liv­ery pro­prio in ques­ta sede”. Le riven­di­cazioni dei rid­er sono chiare: “Un monte ore garan­ti­to, una paga fis­sa oraria, la malat­tia, le ferie e i dirit­ti sin­da­cali. Si può fare, in Spagna due set­ti­mane fa è sta­ta fat­ta una legge che dice che i rid­er sono dipen­den­ti. In mez­zo mon­do si dà ragione ai rid­er, la Procu­ra di Milano ha det­to chiara­mente che non ci sono schi­avi, ci sono lavo­ra­tori e le aziende devono assumer­li. Si è svolto con suc­ces­so il pri­mo sciopero nazionale dei rid­er che chiedono di super­are il con­trat­to pira­ta fir­ma­to lo scor­so autun­no dalle piattaforme di Food­De­liv­ery con un sin­da­ca­to non rap­p­re­sen­ta­ti­vo, quel sin­da­ca­to vici­no alla Lega e a Salvi­ni. Chiedono di essere assun­ti come lavo­ra­tori sub­or­di­nati, di super­are il cot­ti­mo otte­nen­do una paga oraria garan­ti­ta e di vedere riconosciu­ti i pro­pri dirit­ti e tutele come ferie, mater­nità, malat­tia e l’ac­ces­so agli ammor­tiz­za­tori sociali. Ama­zon si è fer­ma­to 24 ore per lo sciopero degli addet­ti degli hub e di quel­li alle con­seg­ne, i dri­ver, cir­ca 30–40mila in tut­ta Italia. Si trat­ta di fat­to del pri­mo stop in Italia di tut­ta la fil­iera, e i dipen­den­ti che dalle 7 incro­ciano le brac­cia davan­ti ai can­cel­li degli sta­bil­i­men­ti del colos­so del com­mer­cio elet­tron­i­co, chiedono la sol­i­da­ri­età dei con­suma­tori invi­tan­doli a evitare acquisti per l’in­tera gior­na­ta. Lo sciopero è indet­to da Filt Cgil, Fit Cisl, e Uil­trasporti riguar­da tut­to il per­son­ale dipen­dente di Ama­zon Logis­ti­ca Italia cui è appli­ca­to il CCNL Logis­ti­ca, Trasporto Mer­ci e Spedi­zione, Ama­zon Trans­port Italia e di tutte le soci­età di for­ni­tu­ra di servizi di logis­ti­ca, movi­men­tazione e dis­tribuzione delle mer­ci che oper­a­no per Ama­zon Logis­ti­ca ed Ama­zon Trans­port. “La con­vin­ta ade­sione al pri­mo sciopero in Italia delle lavo­ra­tri­ci e dei lavo­ra­tori del­la fil­iera di Ama­zon, indet­to dai sin­da­cati di cat­e­go­ria di Cgil, Cisl e Uil, e la piena rius­ci­ta delle inizia­tive di mobil­i­tazione, richiede risposte da parte del­la multi­nazionale e l’im­me­di­a­ta ria­per­tu­ra delle trat­ta­tive, per arrivare a un accor­do sulle richi­este avan­zate rel­a­tive ai salari, alle sta­bi­liz­zazioni e alle con­dizioni di lavoro. Con­dizioni nec­es­sarie per ridare dig­nità alle per­sone, scon­fig­gere la pre­ca­ri­età e garan­tire un lavoro di qual­ità”. La mobil­i­tazione è sta­ta annun­ci­a­ta giorni fa per­ché, han­no spie­ga­to i sin­da­cati, la trat­ta­ti­va tra Filt Cgl, Fit Cisl, Uil­trasporti e Assoe­spres­si, sul­la piattafor­ma per la con­trat­tazione di sec­on­do liv­el­lo del­la fil­iera Ama­zon, “si è inter­rot­ta brus­ca­mente a causa del­l’indisponi­bil­ità del­l’as­so­ci­azione dato­ri­ale ad affrontare pos­i­ti­va­mente le tem­atiche poste dal sin­da­ca­to”.

Oreste del­la Pos­ta con Tiziano Ziroli


Una realtà con la quale, oltre il sosteg­no comu­nista, Tiziano Ziroli, respon­s­abile lavoro del PCI Lazio, ed esso stes­so lavo­ra­tore all’interno del­la Grande dis­tribuzione, ha sot­to­lin­eato riv­olto alla orga­niz­zazione comu­nista del Lazio: “Care com­pagne e com­pag­ni, qualche mia assen­za è sta­ta dovu­ta al mio lavoro di commes­so di un super­me­r­ca­to. E’ una doverosa pre­mes­sa per­ché il mio lavoro di soli­to, in peri­o­di nor­mali è un lavoro dici­amo “nor­male”, ma nell’ultimo anno ci siamo resi con­to a nos­tre spese di essere diven­ta­to un lavoro di “trincea”. Voglio accen­dere una luce su un lavoro che molti pen­sano essere nor­male, in cui molti pen­sano che i commes­si dei super­me­r­cati siano per­sone che devono essere lì solo per servire e riem­pire i scaf­fali. Da quan­do e inizia­ta la pan­demia la cat­e­go­ria e sta­ta dimen­ti­ca­ta da tut­ti com­pre­si i media che non han­no mai par­la­to dei lavo­ra­tori e lavo­ra­tri­ci del com­mer­cio, non ci siamo mai lamen­tati anzi abbi­amo avu­to la seri­età e respon­s­abil­ità di portare avan­ti il nos­tro lavoro,ci siamo resi con­to di essere una cat­e­go­ria che a dif­feren­za di altre per­cepisce anco­ra una stipen­dio pieno a dif­feren­za di altre cat­e­gorie che forse non torner­an­no mai a lavo­rare. Però det­to questo l’unica cosa che come sem­pre non viene mes­sa allo stes­so liv­el­lo e la salute ed il lavoro,noi in questo anno abbi­amo e con­tinuiamo a lavo­rare a stret­tis­si­mo con­tat­to con il virus,i sis­te­mi di pro­tezione li abbi­amo rime­diati e li rime­di­amo da soli, e par­lo di mascher­ine , che ci por­ti­amo da casa e non ci ven­gono for­nite dalle aziende. Nel­la pri­ma onda­ta for­tu­nata­mente la nos­tra regione non era sta­ta molto toc­ca­ta dal virus, ma ora che la nos­tra regione e in zona rossa, i col­leghi iniziano ad essere col­pi­ti dal virus,le aziende sos­ti­tu­is­cono i dipen­den­ti “infet­tati” con altri col­leghi spo­sta­ti da altri pun­ti ven­di­ta, i col­leghi che lavo­ra­no a stret­to con­tat­to con il col­le­ga “infet­ta­to” se vogliono pos­sono andar­si a fare il tam­pone per affari loro, a pro­prie spese. I con­trol­li sono inesisten­ti, le aziende rispet­tano il pro­to­col­lo met­ten­do i cartel­li che devono mettere,cioè mas­si­ma capien­za del negozio ecc ecc, ma nes­suno con­trol­la che questi pro­to­col­li vengano rispet­tati in questo anno ho assis­to quo­tid­i­ana­mente ad assem­bra­men­ti con­tinui nel super­me­r­ca­to in cui lavoro. I gestori del com­mer­cio del­la grande dis­tribuzione ovvi­a­mente non si met­tono a controllare,per loro ogni cliente che entra sono sol­di che cam­mi­nano, quin­di all’esterno del pun­to ven­di­ta viene mes­sa una guardia giu­ra­ta che lavo­ra ovvi­a­mente per una agen­zia paga­ta dal gestore stes­so, quin­di se il gestore “ordi­na” di las­ciar entrare, la povera guardia è inti­ma­ta a far­lo. La notizia che sta cir­colan­do negli ulti­mi giorni e che i super­me­r­cati pos­sano rimanere aper­ti anche il giorno di pas­quet­ta, cosa che tro­vo vera­mente inco­er­ente per il peri­o­do che sti­amo viven­do, chi­udono bar, ris­toran­ti, scuole, cen­tri cul­tur­ali, teatri cin­e­ma ecc ecc, e poi si las­ciano aper­ti i super­me­r­cati nei giorni di fes­ta, quan­do invece quel­li potreb­bero essere giorni in cui si potrebbe vera­mente con­trol­lare lo sposta­men­to delle per­sone. Fac­cio pre­sente, di aver ascolta­to da diver­si cli­en­ti dire ques­ta frase….non pos­si­amo andare da nes­suna parte veni­amo al super­me­r­ca­to con la scusa di uscire… Con ques­ta frase vi ho det­to tut­to care com­pagne e com­pag­ni. Det­to questo, voglio pen­sare a tutte quelle cat­e­gorie che forse non vedran­no più riaprire e fal­lire defin­i­ti­va­mente le pro­prie aziende, in questo pen­so chela polit­i­ca nazionale e regionale deb­ba inter­venire al più presto, non pen­so che basti­no più i soli ris­tori. Bisogna avere una lungimi­ran­za sul futuro, immag­inare il futuro prossi­mo, la dis­oc­cu­pazione già dila­ga­va pri­ma, ora con lo sbloc­co dei licen­zi­a­men­ti al 30 giug­no ci sarà uno tsuna­mi, cal­colan­do anche che le aziende che han­no lavo­ra­tori e lavo­ra­tri­ci a tem­po deter­mi­na­to non stan­no ricon­fer­man­do il lavo­ra­tori , quin­di anche la fine sca­den­za diven­ta comunque un lavo­ra­tore licen­zi­a­to, viene solo cam­bi­a­to il nome “non ricon­fer­ma­to”. Da ques­ta denun­cia, del­lo spar­ti­acque del 30 giug­no, al di là e inclu­den­do quale sarà intan­to l’evoluzione del­la pan­demia nel nos­tro Paese e nel­la nos­tra Regione, il PCI sarà pron­to alla sol­i­da­ri­età e alla lot­ta non per ritornare “ a pri­ma”, ma per imboc­care decisa­mente la via del­la trasfor­mazione del­la nos­tra soci­età.

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