Aquino.Frosinone. Attacco al consigliere comunista (Pietro Ferone) per bloccare l’azione oppositrice

Aquino.Frosinone. Attacco al consigliere comunista (Pietro Ferone) per bloccare l’azione oppositrice

02/03/2021 0 Di Maurizio Aversa

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Pietro Fer­one — in un sar­cas­ti­co want­ed — il con­sigliere comu­nale del PCI che la mag­gio­ran­za vuole estromet­tere dal con­siglio comu­nale


Set­temi­lanove­cen­to­quat­tro (7.904) sono in comu­ni nel nos­tro Paese. Diverse decine o centi­na­ia, a sec­on­da del­la grandez­za apparten­gono alle sin­gole Province. Ad esem­pio nel­la Provin­cia di Frosi­none i comu­ni sono novan­tuno. Molti sono bel­li, stori­ci, ed ognuno a modo suo rap­p­re­sen­ta un unicum irripetibile. Che poi, gen­er­al­iz­zan­do, è la stes­sa bellez­za e fon­da­men­ta del­la cul­tura e del­la sto­ria e dell’ essere popoli del­la nazione ital­iana. Una di queste per­le comu­nali, in provin­cia di Frosi­none è il comune di Aquino. Ma qui, in questi giorni, — anzi forse da parec­chio tem­po – sem­bra che gli ammin­is­tra­tori locali, a com­in­cia­re dal Sin­da­co, siano più inter­es­sati a far conoscere la cit­tad­i­na non per le pro­prie pecu­liar­ità, ma per una bega che si basa dal­la pau­ra del con­trol­lo. Dal­la osses­sione di evitare che oppos­i­tori si inter­essi­no a cosa fa l’amministrazione. Dal­la cac­cia alle streghe con­tro i fan­tas­mi che si aggi­ra­no per l’Europa: i comu­nisti. E’ solo par­tendo da ques­ta con­trad­dizione, tra la bellez­za del­la cit­tad­i­na e dei suoi abi­tan­ti, e la pro­ter­via per­se­cu­to­ria che ispi­ra il pri­mo cit­tadi­no con­tro il con­sigliere comu­nale Pietro Fer­one, del PCI, che si man­i­fes­ta ques­ta atten­zione, anche nei media e nei social del comune cio­cia­ro. Non a caso, da una vicen­da chiara­mente sec­on­daria, incar­di­na­ta caparbia­mente in un proces­so civile, nonos­tante la net­ta vit­to­ria ottenu­ta dal con­sigliere comu­nista, il comune che cosa fa? Con­tin­ua nel­la per­se­cuzione. Davvero è così peri­coloso il con­trol­lo che il comu­nista Fer­one potrebbe esercitare demo­c­ra­ti­ca­mente in con­siglio comu­nale nei con­fron­ti di mag­gio­ran­za e Giun­ta e Sin­da­co? Davvero l’azione dei comu­nisti di Aquino, ben rap­p­re­sen­tati da uno dei con­siglieri che ha avu­to mag­giori con­sen­si elet­torali (e che forse tut­ti gli elet­tori di Fer­one saran­no chia­mati a rispon­dere anche loro di lesa maestà?), può met­tere in crisi, arginare, azzop­pare, stravol­gere, l’azione ammin­is­tra­ti­va del sin­da­co e del­la sua mag­gio­ran­za? Non dici­amo fes­serie! Pietro Fer­one, chi lo ha sostenu­to, la sezione comu­nista, la Fed­er­azione del PCI di Frosi­none, vogliono solo e sola­mente rib­adire, ricor­dare, che nel nos­tro Sato demo­c­ra­ti­co l’opposizione nei cons­es­si elet­ti è il sale e uno dei veri con­tro­bi­lan­ci­a­men­ti del­la azione polit­i­ca e ammin­is­tra­ti­va a tut­ti i liv­el­li.

Bruno Bar­bona, a destra nel­la foto, seg­re­tario del­la Fed­er­azione PCI di Frosi­none


Di questo non si può avere negazione né dal sin­da­co, né dal­la mag­gio­ran­za! Come ha comu­ni­ca­to Bruno Bar­bona, seg­re­tario del­la Fed­er­azione PCI Frosi­none: “si è cel­e­bra­to ieri (1/03/2021) il Con­siglio comu­nale stra­or­di­nario, “in pre­sen­za” e con la pre­sen­za del pub­bli­co nonos­tante la zona gial­la, con un solo pun­to all’ordine del giorno, impedire l’esercizio del­la democrazia rap­p­re­sen­ta­ti­va, estromet­ten­do dal­lo stes­so Con­siglio, per l’ennesima vol­ta, il Con­sigliere com­pag­no Pietro Fer­rone. Con­sid­er­a­to che lo Stes­so Con­sigliere è sta­to rein­te­gra­to in con­siglio in forza di una sen­ten­za del tri­bunale, dis­at­te­sa dall’assise aquinate, reiteran­do per altro con atto illeg­git­ti­mo, sia nel­la for­ma che nel­la sostan­za, la situ­azione prece­dente alla sen­ten­za stes­sa, fat­to questo che sarà sot­to­pos­to all’attenzione degli organi com­pe­ten­ti, uni­ta­mente alla val­u­tazione del­la ver­i­fi­ca dell’azione per­se­cu­to­ria pos­ta in essere nei con­fron­ti del con­sigliere comu­nale Pietro Fer­rone, tra i più votati nel­la scor­sa tor­na­ta elet­torale, con lo scopo di impedire l’esercizio del­la car­i­ca e il dirit­to dovere di con­sigliere. Ques­ta fed­er­azione provin­ciale del PCI – con­clude il doc­u­men­to del seg­re­tario Bar­bona — nel pren­dere atto del com­por­ta­men­to anti­de­mo­c­ra­ti­co e illeg­git­ti­mo non ché, per­se­cu­to­rio nei con­fron­ti del com­pag­no Pietro Fer­rone, da parte dell’amministrazione, al quale viene imped­i­to anco­ra una vol­ta il dirit­to di pren­dere parte all’assise comu­nale, per il quale è sta­to lib­era­mente elet­to, al quale va la sol­i­da­ri­età mia per­son­ale, del­la Fed­er­azione provin­ciale e dei com­pag­ni del­la provin­cia di Frosi­none, uni­ta­mente allo sdeg­no per quan­to accadu­to, rin­no­van­do l’impegno e l’appoggio per una nuo­va battaglia legale polit­i­ca e di civiltà a cui tut­ti siamo chia­mati a dare il con­trib­u­to a pre­scindere, per affer­mare l’esercizio del­la democrazia rap­p­re­sen­ta­ti­va e le lib­ertà demo­c­ra­tiche e cos­ti­tuzion­ali. “. Da parte sua, il com­bat­ti­vo Pietro Fer­one, che oltre a rice­vere attes­ta­ti di sti­ma e sol­i­da­ri­età con­tro ques­ta bar­barie strisciante, ha le idee chiare sul da far­si, rib­adisce: “Evi­den­te­mente, anco­ra una vol­ta, la pri­or­ità dei nos­tri ammin­is­tra­tori, in questo peri­o­do di pan­demia e di grave crisi eco­nom­i­ca, è quel­la di estromet­tere Pietro Fer­one dal Con­siglio Comu­nale. Si è arrivati perfi­no a con­vo­care un con­siglio stra­or­di­nario in pre­sen­za, con tan­to di pub­bli­co, nonos­tante il liv­el­lo di emer­gen­za ele­va­to in zona aran­cione e DPCM vari che indi­ca­vano di tenere le riu­nioni a dis­tan­za sal­vo la SUSSISTENZA DI MOTIVATE RAGIONI. Evi­den­te­mente cac­cia­re “ille­git­ti­ma­mente” il sot­to­scrit­to dal con­siglio comu­nale cos­ti­tu­i­va una moti­va­ta ragione, supe­ri­ore perfi­no alla grave crisi che si sta viven­do da oltre un anno e supe­ri­ore perfi­no al ris­chio del­la salute dei pre­sen­ti. Un con­siglio comu­nale ille­git­ti­mo – spie­ga Fer­one — in quan­to non rispet­ta l’e­si­to del­la sen­ten­za del­la Corte di Appel­lo di Roma che prevede­va il rein­te­gro in con­siglio comu­nale del sot­to­scrit­to. Un con­siglio comu­nale ille­git­ti­mo anche sul piano pro­ce­du­rale dove alla ragione ha preval­so la fre­n­e­sia e la volon­tà anco­ra più esplici­ta dei nos­tri ammin­is­tra­tori di cac­cia­re il sot­to­scrit­to dal Con­siglio. In poche parole un vero e pro­prio attac­co alla democrazia e alla rap­p­re­sen­ta­tiv­ità demo­c­ra­t­i­ca del nos­tro paese. Anco­ra una vol­ta per con­tin­uare a svol­gere il manda­to accordato­mi dagli elet­tori – con­clude Pietro Fer­one — sono costret­to a vedere riconosci­u­to i miei dirit­ti davan­ti al giu­dice ed è per questo moti­vo che ho dato ampio manda­to al mio legale. Ormai è chiaro che siamo di fronte ad un vero e pro­prio accani­men­to nei miei con­fron­ti, dopo una sen­ten­za esec­u­ti­va del­la Corte di Appel­lo che ha dis­pos­to il mio rein­te­gro in con­siglio comu­nale. e questo solo per un moti­vo: impedire un oppo­sizione fer­ma e decisa. Sono vit­ti­ma di un atto di pre­poten­za e arro­gan­za polit­i­ca da parte di ques­ta ammin­is­trazione che dal­l’at­to del­l’inse­di­a­men­to ha perse­gui­to solo ed esclu­si­va­mente un uni­co scopo: estromet­ter­mi dal con­siglio comu­nale.”.

Libero Maz­zarop­pi, il mil­itare sin­da­co di Aquino

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