Roma/Frosinone.Il PCI Lazio denuncia il fallimento che ha trasformato una occasione in un miraggio: L’Interporto.

Roma/Frosinone.Il PCI Lazio denuncia il fallimento che ha trasformato una occasione in un miraggio: L’Interporto.

10/12/2020 0 Di Maurizio Aversa

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la segre­te­ria PCI Lazio, con Ore­ste del­la Posta e Fau­sto Nuglio


Ora, pare che sia­mo alle pre­se col mon­do dei baloc­chi dei 209 miliar­di che arri­ve­ran­no dal­la UE all’Italia. Ma non sarà ades­so (è il 2023 l’anno in cui even­tual­men­te sarà mate­rial­men­te dispo­ni­bi­le qual­che anti­ci­po del­le som­me. Che comun­que non sono un gen­ti­le rega­lo ma pre­sti­ti dif­fe­ri­ti da resti­tui­re). Inve­ce, il nostro Pae­se, e in par­ti­co­la­re la Cio­cia­ria ha già sof­fer­to il bal­let­to del­le pro­mes­se non man­te­nu­te. Per que­sto il PCI del Lazio inter­vie­ne con que­sta dura denun­cia: “Quan­do nel 1991 si comin­ciò a par­la­re di inter­por­to, i pro­get­ti era­no dav­ve­ro farao­ni­ci ed era il perio­do dove si pone­va l’attenzione sull’intermodalità per ren­de­re il tra­spor­to più effi­cien­te ed eco­so­ste­ni­bi­le. – rac­con­ta Ore­ste del­la Posta, segre­ta­rio PCI Lazio — Dopo­di­ché, a distan­za di tren­ta anni la Socie­tà Inter­por­to Fro­si­no­ne (SIF) è fal­li­ta. Resta­no un capan­no­ne di 3000 mq e 15 etta­ri di ter­re­no. Dove­va esse­re un sogno, inve­ce si è rive­la­to un mirag­gio. La sua ubi­ca­zio­ne era pre­vi­sta tra l’uscita del casel­lo auto­stra­da­le e la fer­ro­via a Fro­si­no­ne, e pre­ve­de­va un’area inte­gra­ta di 602.576 mq con rac­cor­di fer­ro­via­ri e strut­tu­re con magaz­zi­ni e piaz­za­li di stoc­cag­gio del­le mer­ci, una piat­ta­for­ma per l’interscambio fer­ro-gom­ma al ser­vi­zio di tut­to il Cen­tro Ita­lia. L’8 gen­na­io 1991 nasce­va la SIF con la pro­vin­cia di Fro­si­no­ne prin­ci­pa­le azio­ni­sta al 64%, il Comu­ne di Fro­si­no­ne con il 10,3%, il Comu­ne di Feren­ti­no 9,3% e la Came­ra di Com­mer­cio 9,8%. Il fal­li­men­to di que­sto pro­get­to è da ricer­car­si in alcu­ni fat­to­ri, tra i qua­li le vicen­de di Tan­gen­to­po­li del 1991–95 non­ché l’inefficiente appa­ra­to buro­cra­ti­co sta­ta­le, quest’ultimo inca­pa­ce di dare una rispo­sta ai pro­ble­mi logi­sti­ci come l’assenza di un pia­no rego­la­to­re ter­ri­to­ria­le, l’indisponibilità di aree neces­sa­rie e, non ulti­mo, il ritro­va­men­to di un sito archeo­lo­gi­co risa­len­te al Neo­li­ti­co. – con­ti­nua il diri­gen­te comu­ni­sta — Pos­sia­mo affer­ma­re con estre­ma pre­ci­sio­ne che la Cio­cia­ria ha per­so una gran­de occa­sio­ne di cre­sci­ta e svi­lup­po del pro­prio ter­ri­to­rio, poi­ché un aumen­to del PIL dell’1% avreb­be deter­mi­na­to un incre­men­to dell’esigenza di tra­spor­to alme­no dell’1,5–2%, anche alla luce degli attua­li volu­mi di ven­di­ta sul web. Un’altra sto­ria simi­le è la que­stio­ne lega­ta alla man­ca­ta rea­liz­za­zio­ne dell’aeroporto civi­le di Fro­si­no­ne, di cui non se n’è fat­to nul­la e che ha com­por­ta­to l’ennesima occa­sio­ne di svi­lup­po man­ca­to in Cio­cia­ria. E’ evi­den­te – con­clu­de Del­la Posta — che al fine di costrui­re uno Sta­to moder­no ed effi­cien­te vada­no adot­ta­te poli­ti­che rifor­ma­tri­ci che inter­ven­ga­no sull’apparato buro­cra­ti­co, ponen­do al cen­tro la meri­to­cra­zia. E que­sta sareb­be una vera e pro­pria
rivo­lu­zio­ne coper­ni­ca­na per l’Italia.”.

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