Roma/Frosinone. Da una videoconferenza a Frosinone del PCI una chiara riflessione politica e di fase.

Roma/Frosinone. Da una videoconferenza a Frosinone del PCI una chiara riflessione politica e di fase.

04/06/2020 0 Di Maurizio Aversa

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Mosle­hi Michael


Nei giorni scor­si, tra le varie attiv­ità che si pos­sono pro­durre, il Par­ti­to Comu­nista Ital­iano di Frosinone,col seg­re­tario Bruno Bar­bona e Oreste del­la Pos­ta del PCI Lazio, ha pro­mosso una video­con­feren­za. Tra i parte­ci­pan­ti che han­no pre­so la paro­la c’è sta­to il gio­vane com­pag­no, econ­o­mista che ha pro­pos­to una rif­les­sione su come “Ripen­sare alle dis­ug­uaglianze in una soci­età civile.”. Così, MOSLEHI MICHAEL, questo il nome del dot­tore in scien­ze politiche, ha inizia­to a spie­gare che: “Men­tre oggi poni­amo l’attenzione ai vari provved­i­men­ti di macro­econo­mia del gov­erni mon­di­ali in car­i­ca, un ele­men­to sem­bra che si sia incanala­to in un proces­so inar­resta­bile com­plice la glob­al­iz­zazione e un’evoluzione un po’ dis­tor­ta del pen­sare l’economia : l’allargamento del­la for­bice di dis­ug­uaglian­za nel­la nos­tra soci­età. La con­cen­trazione del pat­ri­mo­nio nelle mani dei più ric­chi, par­liamo dei vari Bezos e Gates, si è cosi affer­ma­ta tant’è che oggi 26 per­sone, sec­on­do un rap­por­to Oxfam del 2018, deten­gono il pat­ri­mo­nio di 3 mil­iar­di e 800 mil­ioni di poveri, qua­si la total­ità del­la popo­lazione mon­di­ale. L’ingiustizia fis­cale gra­va sulle spalle dei più poveri, addirit­tura nel nos­tro piane­ta solo 4 cen­tes­i­mi per ogni dol­laro rac­colto dal Fis­co ( in rifer­i­men­to al 2015) proveni­va dalle imposte sul pat­ri­mo­nio, ( Fonte Avvenire). – poi Mosle­hi Michael ha con­tin­u­a­to — Nei pae­si in via di svilup­po un bam­bi­no di una famiglia eco­nomi­ca­mente dis­agia­ta ha il doppio delle pos­si­bil­ità di morire entro i 5 anni , rispet­to un suo coeta­neo ben­es­tante, fenom­e­no che riscon­tri­amo anche nei pae­si indus­tri­al­iz­za­ti : ad esem­pio a New York, l’aspettativa di vita in un quartiere povero è di 6 anni rispet­to un agia­to. Quali sono le cause prin­ci­pali, se volessi­mo fare un’analisi conc­re­ta, che han­no per­me­s­so un allarga­men­to del­la for­bice di dis­ug­uaglian­za nel ven­tes­i­mo sec­o­lo? Cer­chi­amo di indi­vid­uar­le in lin­ea macro gen­erale: I pro­ces­si di dig­i­tal­iz­zazione telem­at­i­ca: nei pae­si alta­mente svilup­pati come ad esem­pio gli Usa o le gran­di economie europee, qua­si l’87% del­la popo­lazione ha acces­so ad una con­nes­sione inter­net, men­tre nei pae­si del ter­zo mon­do, la per­centuale si abbas­sa al 19% ( fonte Il sole 24 ore ). – inda­gan­do anco­ra di più Mosle­hi ha osser­va­to — Le mutazioni cli­matiche e l’eccessivo sfrut­ta­men­to delle risorse non rin­nov­abili, le quali, in man­can­za di un’armonia leg­isla­ti­va a liv­el­lo glob­ale, han­no col­pi­to mag­gior­mente i pae­si sot­tosvilup­pati, aumen­tan­do la povertà e il dis­a­gio sociale e con­seguente­mente il fenom­e­no migra­to­rio nei pae­si europei. Le politiche urban­is­tiche, anco­ra poco inci­sive e pre­sen­ti nei pae­si del ter­zo mon­do, accen­tuan­do il divario in ter­mi­ni di qual­ità del­la vita fra pae­si ric­chi e pae­si poveri. Poni­amo in essere alcune rif­les­sioni, in chi­ave eco­nom­i­ca e sociale : è nec­es­sario ripen­sare ad un sis­tema eco­nom­i­co alter­na­ti­vo? Asso­lu­ta­mente si, Econo­mia uman­is­ti­ca, sec­on­do la dot­ta espres­sione del prof. Malvezzi, un’economia che pon­ga l’essere umano e le sue qual­ità al cen­tro dell’agire e non l’economia spec­u­la­ti­va che ha causato e sta cau­san­do le più gravi crisi eco­nomiche e sociali dal dopoguer­ra ad oggi; ripen­sare ad un sis­tema di pro­duzione in cui è l’uomo (lo sta­to) che con­trol­la i pro­ces­si di pro­duzione automa­tivi e non l’incontrario. – quin­di ha così con­clu­so — Deve cam­biare anche la con­cezione di sta­to dal pun­to di vista eco­nom­i­co, trib­u­tario, vietan­do il dump­ing fis­cale dei gran­di cap­i­tali come FCA, FACEBOOK, AMAZON, RYANAIR e intro­ducen­do una pat­ri­mo­ni­ale che sosten­ga l’equità fis­cale sanci­ta dall’art.53 del­la cos­ti­tuzione ( chi ha di più è gius­to che dia eco­nomi­ca­mente di più); lo sta­to deve tornare al cen­tro dell’economia, sec­on­do la con­cezione Kenesyana, ponen­do fine al liberis­mo che rap­p­re­sen­ta il male dei nos­tri giorni. Ripen­sare al modo di far polit­i­ca, dan­do la voce agli ulti­mi ( cas­sain­te­grati, dis­oc­cu­pati, par­tite iva, lavo­ra­tori dipen­den­ti) in modo che il con­flit­to dialet­ti­co, sec­on­do la con­cezione Hegeliana, torni a liv­el­lo ser­vo-padrone e non per­man­ga più a liv­el­lo oriz­zon­tale nel­la classe media; è nec­es­sario tornare a ‘’sveg­liare ‘’ la coscien­za di classe e questo può ess­er fat­to solo tor­nan­do a stare dal­la parte del popo­lo, nelle per­iferie, nei cir­coli, nelle fab­briche sem­pre e solo dal­la parte degli operai, oggi vit­time di una con­tin­ua ero­sione dei dirit­ti dura­mente con­quis­ta­ti.”.

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