Sermoneta – Norma/Norba. Prestigiosa tappa paesaggistica e culturale. Il vero turismo lento che coniuga natura, conoscenza, star bene. Con sapore d’impresa

Sermoneta – Norma/Norba. Prestigiosa tappa paesaggistica e culturale. Il vero turismo lento che coniuga natura, conoscenza, star bene. Con sapore d’impresa

17/02/2020 0 Di Maurizio Aversa

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Sonia Peco­ril­li, asses­so­re alla cul­tu­ra e turi­smo di Ser­mo­ne­ta, appo­ne, con Gian­car­lo For­te pre­si­den­te del Grup­po dei Dodi­ci, la tar­ghet­ta che indi­ca i chi­lo­me­tri del­la Fran­ci­ge­na


L’assessore alla cul­tu­ra del comu­ne di Ser­mo­ne­ta, Sonia Peco­ril­li, a nome del Sin­da­co, dell’Amministrazione e del­la cit­tà, acco­glie la tren­ti­na di par­te­ci­pan­ti alla “tap­pa Ser­mo­ne­ta-Nor­ma” del per­cor­so del­la Via Fran­ci­ge­na del Sud. “Vi dia­mo il ben­ve­nu­to, sia­mo lie­ti per la vostra pre­sen­za qui e per tut­to ciò che com­por­ta per voi, per tra­scor­re­re bei momen­ti di immer­sio­ne nei nostri beni natu­ra­li e nel­le trac­ce sto­ri­che che apprez­ze­re­te; così come sia­mo dispo­ni­bi­li e rico­no­scen­ti per la scel­ta che già ave­te e fare­te per apprez­za­re le nostre strut­tu­re di ospi­ta­li­tà e la nostra cuci­na e altre offer­te pre­sen­ti tra le atti­vi­tà cit­ta­di­ne. Sono mol­to sod­di­sfat­ta del fat­to che oggi appo­nia­mo qui, col vostro pre­si­den­te Gian­car­lo For­te, nel sim­bo­lo del pel­le­gri­no vian­dan­te che vi rap­pre­sen­ta, la tar­ghet­ta che indi­ca le distan­ze di Ser­mo­ne­ta, in dire­zio­ne nord dal­la cit­tà di Roma, sede del­la Chie­sa (85 chi­lo­me­tri) e quel­la in dire­zio­ne sud dal­la cit­tà di Geru­sa­lem­me (850 chi­lo­me­tri, a S. Maria di Leu­ca)”. Dopo i cor­dia­lis­si­mi salu­ti, che dav­ve­ro van­no oltre l’occasionalità, e sen­za fron­zo­li, gli asso­cia­ti del Grup­po dei Dodi­ci, al soli­to pro­ve­nien­ti dal Sud, dal Cen­tro e dal Nord del Pae­se, si incam­mi­na per attra­ver­sa­re il trac­cia­to inter­no ed imboc­ca­re il sen­tie­ro che guar­da e con­du­ce ver­so la val­le dell’usignolo (sen­tie­ro del­la Via Fran­ci­ge­na, che è poco al di sot­to dell’ostello San Nico­la, dove alcu­ni par­te­ci­pan­ti ave­va­no dor­mi­to la sera pre­ce­den­te). Al cul­mi­ne del­la val­le, per­cor­si alcu­ni chi­lo­me­tri da Ser­mo­ne­ta cen­tro, sul­la destra si erge mae­sto­sa l’Abbazia di Val­vi­scio­lo, in sti­le roma­ni­co goti­co, gemel­la dell’Abbazia di Fos­sa­no­va. Visi­ta­to il Chio­stro e curio­sa­to tra i reper­ti visi­bi­li, come il famo­so Sator. Il testo magi­co palin­dro­mo: “Sator are­po tenet ope­ra rotas”.

Il Sator, scrit­ta magi­ca palin­dro­ma, all’in­ter­no del Chio­stro del­l’Ab­ba­zia di Val­vi­scio­lo


La ripar­ten­za è a sali­re: un trat­to stra­da­le, in veri­tà, che atten­de di esse­re mes­so in mag­gior sicu­rez­za pro­prio per con­sen­ti­re un ade­gua­to per­cor­re­re di pel­le­gri­nag­gi e turi­smo natu­ra­le per chi uti­liz­za solo tre­no e atti­vi­tà moto­ria. Ed è a cir­ca metà sali­ta che la Fran­ci­ge­na invi­ta allo spet­ta­co­lo del sen­tie­ro bian­co acciot­to­la­to e spes­so a stra­piom­bo. Ma immer­so nel ver­so e sospe­so in pano­ra­mi da mira­bi­lia.

Uno dei sen­tie­ri sospe­si nel cie­lo per giun­ge­re a Nor­ma


Si giun­ge al cen­tro sto­ri­co di Nor­ma. Anche per ripo­sar­si, rin­gra­zian­do orga­niz­za­to­ri e l’accoglienza con­cre­ta di Lui­gi che, al meglio, nel suo “Anti­chi sapo­ri” rea­liz­za la sosta alla locan­da del pel­le­gri­no con l’ottimo piat­to di ramic­ce. Fat­ta la sosta rifo­cil­lan­te, giun­ge il meglio: la cono­scen­za, lascia­ta Nor­ma dopo cir­ca due chi­lo­me­tri, del­la anti­ca Nor­ba. “Qui è un tuf­fo nel secon­do seco­lo ( e pri­ma) A.C., nel­la Repub­bli­ca roma­na, di una esi­sten­za cit­ta­di­na che era pre­e­si­sten­te a Roma stes­sa”.

Bea­tri­ce Cap­pel­let­ti, la guida/archeologa che illu­stra la sto­ria del­la cit­tà di Nor­ba


Le paro­le invi­tan­ti, sicu­re, e pre­mo­ni­tri­ci del­la gui­da, l’archeologa Bea­tri­ce Cap­pel­let­ti, si avve­re­ran­no tut­te. Non appe­na pas­sa­to l’ingresso che dal par­co archeo­lo­gi­co fa acce­de­re agli sca­vi di Nor­ba, alla cit­tà di Nor­ba anti­ca. Le vedu­te sono sug­ge­sti­ve e richia­ma­no sicu­ra­men­te alme­no un paio di pun­ti fer­mi: il fat­to feno­me­na­le del­la fisi­ci­tà stra­te­gi­ca del luo­go che può con­trol­la­re il mare, la pia­nu­ra e gli acces­si collinari/montani da un lato; così come il pri­vi­le­gio di poter risie­de­re e vive­re in una cit­tà che ha il cie­lo a dispo­si­zio­ne per il cul­to del­le divi­ni­tà, la quie­te per il tra­scor­re­re del­la vita, l’organizzazione per la com­ples­si­tà di vita cit­ta­di­na come stan­no dimo­stran­do i ritro­va­men­ti archeo­lo­gi­ci. Nel­la sua tesi di lau­rea, la dot­to­res­sa Cap­pel­let­ti rac­con­ta che è sta­ta chia­ma­ta pro­prio a dimo­stra­re “la non com­pro­va­ta veri­tà di una cer­ta moda e impe­gno cul­tu­ra­le e sto­ri­co – mol­to affer­ma­to nel sette/ottocento – cir­ca il mito che vor­reb­be uni­re in una mede­si­ma sto­ria Nor­ba, altre cit­tà del sud del Lazio e la Gre­cia. Infat­ti – pre­ci­sa l’archeologa – che la simi­li­tu­di­ne di altre real­tà vici­ne a Nor­ba, per ora testi­mo­nia­no sicu­ra­men­te solo che que­ste era­no pre­e­si­sten­ti alla fon­da­zio­ne di Roma. Per il resto si può fare tota­le affi­da­men­to ai ritro­va­men­ti che descri­vo­no la bel­la cit­tà ordi­na­ta e orga­niz­za­ta e la cer­tez­za del­la sua fine. Fine tra­gi­ca dovu­ta ad ope­ra stes­sa degli abi­tan­ti di Nor­ba per non cade­re pri­gio­nie­ri, e non lascia­re nul­la di uti­liz­za­bi­le del­la cit­tà, ai Sil­la­ni. Infat­ti, nel­la guer­ra civi­le tra Mario (pro­mo­to­re a soste­gno del­le poli­ti­che popo­la­ri) con­tro Sil­la (in dife­sa dei pri­vi­le­gi degli otti­ma­ti), la cit­tà da sem­pre fede­le a Roma restò schie­ra­ta dal­la par­te di Mario. E per mol­to tem­po, nono­stan­te mas­sic­ci assal­ti, restò non espu­gna­bi­le. Ma, accad­de che un tra­di­men­to dall’interno, fece si che furo­no aper­te le por­te e con­sen­ti­to ai sil­la­ni di entra­re. Ma, pri­ma che que­sti aves­se­ro il soprav­ven­to su tut­to e tut­ti, i nor­ba­ni, popo­lo oltre­mo­do fie­ro, deci­se­ro di ucci­der­si tra loro e dare fuo­co alla cit­tà. Per que­sto – con­clu­de Bea­tri­ce Cap­pel­let­ti, illu­stran­do i resti e que­sta tre­men­da veri­tà – da un lato oggi abbia­mo mol­ti reper­ti esat­ta­men­te come era­no nell’82 A.C. sen­za che altra trac­cia di rico­stru­zio­ne del­la cit­tà sia avve­nu­ta, ma nel­lo stes­so tem­po, nes­su­na sovra­strut­tu­ra o raris­si­me, che non sia­no mura o di natu­ra mura­ria.

La stra­da di baso­la­to bian­co, acces­so da por­ta mag­gio­re


Del resto l’attuale Nor­ma, pro­prio per­ché non c’era nul­la da uti­liz­za­re come inter­ven­to di modi­fi­ca­zio­ne fu edi­fi­ca­ta dove è ora a par­ti­re dal medio evo.”. Intan­to la pas­seg­gia­ta sto­ri­ca si svol­ge­va lun­go la via di acces­so alla por­ta mag­gio­re, e poi si disve­la­va nel cor­so prin­ci­pa­le e nel­le vie secon­da­rie con ben pre­sen­ti i mar­cia­pie­di che deli­mi­ta­va­no e sono visi­bi­li le domus. Le loro strut­tu­re fisi­che basi­la­ri ovvia­men­te: qua­si una Pom­pei immo­bi­le, ma rasa al suo­lo, comun­que fer­ma­ta in un tem­po pre­ci­so. Con le ter­me, e l’acropoli mino­re e quel­la mag­gio­re e con la trac­cia del cul­to di Dia­na. La stes­sa vene­ra­ta al lago di Nemi. Anco­ra gran par­te dell’area archeo­lo­gi­ca deve esse­re esplo­ra­ta e sco­per­ta. Pro­prio lì dove un altro grup­po di sog­get­ti del turi­smo len­to, godo­no di que­sta natu­ra da un altro pun­to di vista: dall’alto del vol­teg­gia­re dei loro del­ta­pla­ni che a deci­ne sol­ca­no il cie­lo di fian­co e sopra Nor­ba.

I pro­ta­go­ni­sti di que­sta tap­pa (Sermoneta/Norma) del Grup­po dei Dodi­ci con Bea­tri­ce Cap­pel­le­ti (ter­za da destra)


“Così si con­cre­tiz­za, — come ama ricor­da­re il pre­si­den­te del Grup­po dei Dodi­ci, Gian­car­lo For­te, che oggi ha omag­gia­to il fon­da­to­re Alber­to Alber­ti, pre­sen­te all’appuntamento – pro­prio lo spi­ri­to del­la nostra azio­ne che coniu­ga la pos­si­bi­li­tà di dare cor­po al ri-per­cor­so del­la sto­ri­ca Via Fran­ci­ge­na di mil­le­na­ria espe­rien­za, all’amore per la natu­ra, alla sco­per­ta e risco­per­ta dei cen­tri del­la fede, di siti archeo­lo­gi­ci, natu­ra­li­sti­ci e pae­sag­gi­sti­ci.”. Ed anche in que­sta occa­sio­ne la scel­ta di un turi­smo che si rea­liz­za con i Cam­mi­ni è un turi­smo soste­ni­bi­le , che lascia sul ter­ri­to­rio una ric­chez­za dif­fu­sa.

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