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Intervista a Caterina Chinnici sulla Procura Europea
23/05/2019Questo articolo è stato letto 2174 volte!
Intervista esclusiva a Caterina Chinnici, figlia di Rocco Chinnici, il magistrato che creò il Pool Antimafia, ucciso dalla mafia nel 1983.
La Chinnici ci parla della Procura Europea e dell’importanza della lotta alla criminalità a livello internazionale
di Angelo Fumuso
Parlando di Caterina Chinnici, non si può fare a meno di parlare di suo padre, Rocco Chinnici il magistrato italiano che creò il Pool Antimafia, ucciso in un’attentato di Cosa Nostra nel luglio del 1983. Parlare di Rocco Chinnici è parlare di quella guerra che un pugno di uomini fece alla mafia per liberare i nostri territori da questa piovra.
In questa intervista, Caterina Chinnici, candidata alle Elezioni Europee 2019 per il Pd, racconta del suo lavoro in Europa, dell’istituzione della Procura Europea per la lotta alla criminalità e all’importanza di vedere dedicata a Rocco Chinnici la Giornata dei Giusti istituita dall’Europa il 6 marzo.
Secondo lei, qual è l’importanza di ricordare suo padre nella giornata del 6 marzo, Giornata dei Giusti?
Veda, per noi familiari è una cosa bellissima che ci riempie d’orgoglio. È come se si riconoscesse al lavoro di mio padre, la valenza di un lavoro che è diventato patrimonio del un mondo intero. Non è soltanto l’orgoglio di un territorio, di un Paese. Lui lavorava alla giustizia, con l’idea che prima di tutto doveva essere giustizia sociale, cioè la liberazione da tutte quelle forme d’oppressione che possono essere così diverse. Anche la criminalità organizzata è una forma d’oppressione che limita la libertà di tutti i cittadini. Lui intendeva il suo lavoro in questo modo! Io quindi penso che averlo inserito nel ricordo della Giornata dei Giusti significa riconoscere il valore dell’attività giudiziaria che lui ha svolto.
Quale è stato il suo operato in questi cinque anni al Parlamento Europeo?
Sono stati cinque anni d’impegno, guardando alla mia terra, alla mia circoscrizione, alla regione dalla quale provengo, portando l’esperienza maturata sul mio territorio, per contribuire alla legislazione europea.
In particolare su quali temi?
Sono stati anni impegnativi, però io mi sento di dire che in questi anni si è costituita una legislazione europea molto importante. Una legislazione europea di contrasto al terrorismo di livello veramente elevato. Abbiamo inserito nella normativa internazionale, per esempio, il mutuo riconoscimento di sequestro e di confisca dei beni alla criminalità organizzata, inserendo addirittura la misura di prevenzione patrimoniale, cioè la confisca senza condanna che è tipicamente della legislazione italiana. Ho lavorato tanto anche sul tema della sicurezza e a tutto il meccanismo delle banche dati e scambi d’informazione, per far sì che, ad esempio, quando i nostri figli partono non debbano essere coinvolti in situazioni come la sparatoria all’aeroporto di Bruxelles o al mercatino di Natale in Germania.
È stata istituita anche la Procura Europea…
Sono tutti temi di particolare rilevanza che, grazie all’esperienza italiana e in particolare siciliana, hanno portato ad un altro importante risultato: l’istituzione della Procura Europea. Il primo organismo internazionale che ha competenza d’indagine diretta. E se ci riflettiamo un attimo, ci accorgiamo che tutto questo nasce dal quel Pool Antimafia che è nato proprio qui, in Sicilia 37 anni fa, che poi è diventato la Direzione Distrettuale Antimafia, che poi è diventata la Direzione Nazionale Antimafia e che oggi diventa la Procura Europea.
Su cosa ha competenza la Procura Europea?
La Procura che ha competenza sui reati finanziari che però estenderemo al terrorismo e alla criminalità organizzata. Su questo tema, intenderò lavorare, se ritornerò al parlamento europeo.
Quale altro tema ha portato in Europa?
Un altro tema a me particolarmente caro riguarda la tutela dei minori, i più vulnerabili. Ho costituito un intergruppo per far sì che l’interesse dei minori sia inserito in tutte le politiche europee. Parliamo di salute, di ambiente e di cultura. Abbiamo lavorato tanto soprattutto sul tema della povertà infantile. Forse non tutti sanno che oggi in Italia ci sono un milione e duecento di bambini in uno stato di povertà assoluta e questo è un argomento che non possiamo ignorare non solo per una questione di diritti e dignità, ma perché la criminalità prospera dove c’è la povertà, di tutti i tipi.
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Sono stato commissario del PSI e segretario del PD di Pantelleria. Uno dei fondatori dello storico mensile “Il Panteco”.
Sempre presente dal primo numero in videotape, al numero unico con Pier Vittorio Marvasi, Capo Redattore del Resto del Carlino, alla rinascita con Tanino Rizzuto giornalista de “L’ora” per la provincia di Trapani, durante gli anni di piombo della mafia.
Sono stato autore di numerose inchieste e servizi in quegli anni. Mi definisco ora e sempre un militante, convinto che a Pantelleria l’unico atto rivoluzionario sia l’informazione, che aiuti ad essere liberi e a pensare con la propria testa.