FESTIVAL DELLE INNOVAZIONE DELLA SCIENZA E DELLE ARTI VELLETRI 2019

FESTIVAL DELLE INNOVAZIONE DELLA SCIENZA E DELLE ARTI VELLETRI 2019

15/01/2019 0 Di Fabio Ciarla

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Gran­de par­te­ci­pa­zio­ne alla Pri­ma edi­zio­ne del Festi­val del­le Inno­va­zio­ni del­la Scien­za e del­le Arti, i tre gior­ni di appun­ta­men­ti han­no infat­ti regi­stra­to oltre 2 mila pre­sen­ze, ed han­no riu­ni­to, appas­sio­na­ti di tec­no­lo­gia, arti­gia­ni digi­ta­li, scuo­le, uni­ver­si­ta­ri, edu­ca­to­ri, i cen­tri di ricer­ca, arti­sti, gli stu­den­ti, impren­di­to­ri e curio­si. L’Isa Festi­val è nato con l’in­ten­to di far cono­sce­re real­tà diver­se ma tut­te uni­te da un filo con­dut­to­re, il meto­do. Sco­per­te, pro­get­ti, ricer­che, ope­re arti­sti­che sono impor­tan­ti non solo per­ché rea­liz­za­te ma anche per come sono sta­te rea­liz­za­te. E su que­sto tema han­no por­ta­to la loro espe­rien­za per­so­nag­gi come il medi­co ricer­ca­to­re Lau­ra Sou­cek, l’ar­ti­sta Alvaanq, il fisi­co Ales­sia Mat­tac­chio­ni, lo sce­no­gra­fo Gae­ta­no Castel­li e mol­ti altri. Tut­ti accu­mu­na­ti dal­la pas­sio­ne per la ricer­ca e l’in­no­va­zio­ne. Altro filo con­dut­to­re è sta­ta l’ap­par­te­nen­za, sia per nasci­ta sia per ado­zio­ne alla cit­tà di Vel­le­tri. Mol­ti dei pro­fes­sio­ni­sti inter­ve­nu­ti van­ta­no infat­ti nume­ro­si lega­mi con la nostra cit­tà.

I tan­tis­si­mi visi­ta­to­ri del Festi­val han­no così assi­sti­to al rac­con­to di come sia sta­ta crea­ta una gal­le­ria d’arte orbi­tan­te nel­lo spa­zio gra­zie a Pao­lo Mon­ti, Rober­to Som­ma e Rober­to Azzo­li­ni. Il fisi­co Ales­sia Mat­tac­chio­ni ha emo­zio­na­to la sala con il pro­get­to arti­sti­co por­ta­to avan­ti all’interno dei labo­ra­to­ri del Cern. Un Audi­to­rium pie­no e appas­sio­na­to ha applau­di­to Lau­ra Sou­cek in col­le­ga­men­to dal­la Spa­gna. Il pro­fes­so­re Mario Fede­ri­co Rol­fo e il ricer­ca­to­re Mau­ri­zio Gat­ta, nel cor­so di sca­vi a Cister­na di Lati­na, han­no por­ta­to alla luce resti risa­len­ti ai tem­pi di Nean­der­thal tra gli altri, rino­ce­ron­ti e iene. Mar­ti­na Tesei ha dimo­stra­to l’importanza dei dro­ni per la sicu­rez­za ambien­ta­le men­tre Fran­ce­sca Calen­ne, insie­me ai gio­va­ni idea­to­ri di GDvER­SE, ha posto l’attenzione sull’importanza di luo­ghi che fun­ga­no da incu­ba­to­ri di idee come Lazio Inno­va.

Il fisi­co Die­go Taglio­ni ha entu­sia­sma­to i ragaz­zi del­le scuo­le supe­rio­ri spie­gan­do i big data e l’intelligenza arti­fi­cia­le. Luca Bor­ro ha por­ta­to la testi­mo­nian­za di un inter­ven­to di sepa­ra­zio­ne di due gemel­le sia­me­si riu­sci­to ad una inno­va­ti­va tec­ni­ca di stam­pa in 3D. Il Crea di Vel­le­tri ha por­ta­to la testi­mo­nian­za di un nuo­vo meto­do di lavo­ro che per­met­te di uti­liz­za­re anche i sot­to­pro­dot­ti del vino per rea­liz­za­re nuo­ve cate­go­rie com­mer­cia­li. Lucio Alle­gret­ti e Mat­teo Pal­loc­ca han­no por­ta­to le loro testi­mo­nian­ze rispet­ti­va­men­te dal mon­do del­la ricer­ca a da quel­lo del­la bio­in­for­ma­ti­ca. Ila­ria Di Tul­lio e Ile­nia Masi han­no rac­con­ta­to, ai pre­sen­ti, le dif­fi­col­tà che le don­ne, anco­ra oggi, pos­so­no incon­tra­re nel loro cam­mi­no.

I docen­ti dell’Accademia del­le Bel­le Arti di Roma- sede di Vel­le­tri han­no entu­sia­sma­to i ragaz­zi con le infi­ni­te pos­si­bi­li­tà che l’arte offre a chi ne vuo­le fare una car­rie­ra lavo­ra­ti­va. Lucio Arga­no, per set­te anni diret­to­re del Festi­val del Cine­ma di Roma ha rac­con­ta­to la gene­si di un pro­get­to cul­tu­ra­le. Ser­gio Got­ti, insie­me a Sil­via Sfre­co­la Roma­ni, ha por­ta­to al pub­bli­co pre­sen­te in Audi­to­rium, il rac­con­to di come da un mate­ria­le pove­ro, come il car­to­ne, sia riu­sci­to a far emer­ge­re il Caos e il Silen­zio, temi del­la sua mostra. Il gio­va­ne crea­ti­vo Alvaanq ha testi­mo­nia­to come, con meto­do e fan­ta­sia, i gran­di sogni, pos­sa­no rea­liz­zar­si anche par­ten­do da una stan­za a Vel­le­tri.

Il pro­get­ti­sti Fede­ri­co Ogni­be­ne e Mar­co Fra­sca­ro­lo han­no ‘nar­ra­to’ la luce, rac­con­tan­do i nume­ro­si pro­get­ti di illu­mi­na­zio­ne che han­no rea­liz­za­to, tra cui quel­lo alla Basi­li­ca di San Fran­ce­sco d’Assisi o quel­lo per le olim­pia­di di Rio 2016. Gae­ta­no Castel­li, sce­no­gra­fo di dician­no­ve edi­zio­ni del Festi­val di San­re­mo, ha rac­con­ta­to attra­ver­so i suoi lavo­ri, decen­ni di cul­tu­ra e sto­ria del­la tele­vi­sio­ne ita­lia­na.

Il festi­val ha viag­gia­to su tre diver­si bina­ri offen­do dif­fe­ren­ti espe­rien­ze in base all’e­tà dei par­te­ci­pan­ti agli even­ti. Per gli alun­ni dei Licei, del­l’I­sti­tu­to Tec­ni­co Agra­rio, Isti­tu­to Tec­ni­co Geo­me­tri e del­l’I­sti­tu­to Tec­ni­co Infor­ma­ti­co il nodo cen­tra­le degli inter­ven­ti era l’o­rien­ta­men­to. Oltre quin­di ad assi­ste­re ai con­ve­gni in cui i rela­to­ri han­no rac­con­ta­to le loro espe­rien­ze ed illu­stra­to le mate­rie scien­ti­fi­che alla base del­le loro car­rie­re, gli stu­den­ti han­no potu­to cono­sce­re e con­ver­sa­re con fisi­ci, bio­in­for­ma­ti­ci, inge­gne­ri, pro­get­ti­sti, astro­fi­ci ed arti­sti pren­den­do spun­to per una pos­si­bi­li e futu­ra car­rie­ra uni­ver­si­ta­ria. Per i più gio­va­ni inve­ce, gra­zie alla pre­sen­za dei labo­ra­to­ri espe­rien­zia­li di Fare-Edu­tain­ment, è sta­to pos­si­bi­le usci­re dal­le aule sco­la­sti­che e avvi­ci­nar­si alla scien­za e all’ar­te con espe­ri­men­ti pra­ti­ci. Nel cor­so dei pome­rig­gi dei tre gior­ni del Festi­val inve­ce i visi­ta­to­ri del­l’I­sa Festi­val han­no potu­to assi­ste­re alle nume­ro­se con­fe­ren­ze tema­ti­che.

Tre i momen­ti espo­sti­vi pre­sen­ti all’in­ter­no degli spa­zi del­la Casa del­le Cul­tu­re e del­la Musi­ca di Vel­le­tri. Il Mae­stro Ser­gio Got­ti con la sua mostra Caos e Silen­zio, il Mae­stro Pao­lo Mon­ti con le sue video instal­la­zio­ni e la mostra foto­gra­fi­ca di Fede­ri­co Ogni­be­ne, che ha rac­con­ta­to un per­cor­so lun­go 50 anni di pro­get­ti di light desi­gn tra spet­ta­co­lo, arte e monu­men­ti.

Rea­liz­za­to gra­zie ai fon­di del­la Regio­ne Lazio, e for­te­men­te volu­to dal­l’as­ses­so­re alla Cul­tu­ra del Comu­ne di Vel­le­tri, Romi­na Tren­ta, il Festi­val del­le Inno­va­zio­ni del­la Scien­za e del­le Arti è nato anche con l’in­ten­to di pro­dur­re valo­re, ovve­ro ha visto la coo­pe­ra­zio­ne tra atto­ri del ter­ri­to­rio, uni­to­si per valo­riz­za­re le espe­rien­ze e le risor­se pre­sen­ti, por­ta­re alla luce i buo­ni pro­get­ti ed atti­ra­re un turi­smo con­sa­pe­vo­le. Diver­se real­tà che si sono incon­tra­te per pre­sen­ta­re i pro­pri pro­get­ti e con­di­vi­de­re le pro­prie cono­scen­ze e sco­per­te. Per l’assessore Romi­na Tren­ta un valo­re di un festi­val si quan­ti­fi­ca: “Nell’interesse che gene­ra e nel­le con­ta­mi­na­zio­ni che va a inter­cet­ta­re. Tut­ti gli appun­ta­men­ti han­no gene­ra­to curio­si­tà ed han­no per­mes­so a le mol­tis­si­me per­so­ne inter­ve­nu­te di sco­pri­re qual­co­sa di nuo­vo.”

 

LE DICHIARAZIONI

Gian Pao­lo Man­zel­la, Asses­so­re Regio­ne Lazio con dele­ghe allo Svi­lup­po Eco­no­mi­co, Com­mer­cio e Arti­gia­na­to, Start-Up, “Lazio Crea­ti­vo” e Inno­va­zio­ne: “Noi vivia­mo in una Regio­ne, il Lazio, che van­ta nume­ro­se impre­se inno­va­ti­ve. Basti pen­sa­re che gra­zie a que­ste impre­se riu­scia­mo a copri­re tut­ta la filie­ra del­lo Spa­zio, dal­la costru­zio­ne dei com­po­nen­ti neces­sa­ri per costrui­re la sta­zio­ne orbi­tan­te, al lan­cio in orbi­ta fino al repe­ri­men­to dei dati che arri­va­no dal­l’U­ni­ver­so. Sia­mo inol­tre una gran­de Regio­ne del­l’ar­te.  Il mio com­pi­to come ammi­ni­stra­to­re regio­na­le è, quin­di, valo­riz­za­re tut­to que­sto, rece­pen­do il gran­de com­pi­to del­la poli­ti­ca moder­na: anda­re a sco­va­re le gran­di pro­fes­sio­ni che esal­ti­no il nostro patri­mo­nio. Sia­mo la Regio­ne che inve­ste di più, anche gra­zie ai Fon­di Euro­pei. Sen­tia­mo spes­so una cri­ti­ca su que­sto, per que­sto mi fa pia­ce­re dir­lo pro­prio qui, ad un festi­val nato gra­zie ai finan­zia­men­ti pub­bli­ci all’in­ter­no di una strut­tu­ra, l’ex con­ven­to del Car­mi­ne, recu­pe­ra­to gra­zie ai Fon­di Euro­pi. Un luo­go, que­sto, che fon­de anti­co e moder­no insie­me anche nel recu­pe­ro, por­tan­do quin­di già nel­la sua strut­tu­ra quel­le idee di inno­va­zio­ne che sono alla base di que­sto Festi­val. Mi sen­to, quin­di, di assi­cu­ra­re, con Danie­le (Ogni­be­ne n.d.r.) che diven­ti un appun­ta­men­to fis­so.”

Danie­le Ogni­be­ne, Con­si­glie­re Regio­ne Lazio, Vice Pre­si­den­te del­la Com­mis­sio­ne Agri­col­tu­ra, ambien­te: “L’I­sa Festi­val, così come even­ti simi­li, ser­vo­no per guar­da­re fuo­ri dai nostri con­fi­ni .  Vel­le­tri può fare tan­to nel cam­po del­le inno­va­zio­ni e del­l’ar­te, basta guar­da­re alla Casa del­le Cul­tu­re e del­la Musi­ca, è sta­ta recu­pe­ra­ta que­sta strut­tu­ra gra­zie a moder­ne tec­ni­che e suc­ces­si­va­men­te, con que­sto Festi­val è sta­ta riem­pi­ta di con­te­nu­ti di alta qua­li­tà”.

Orlan­do Poc­ci, Sin­da­co Comu­ne di Vel­le­tri: “Voglio evi­den­zia­re l’im­por­tan­za di un festi­val divul­ga­ti­vo come l’I­sa per i gio­va­ni. In uno spa­zio come il Festi­val del­le Inno­va­zio­ni del­la Scien­za e del­le Arti pos­so­no ascol­ta­re, fare doman­de e ave­re i pri­mi con­tat­ti con scien­zia­ti, ricer­ca­to­ri, arti­sti, divul­ga­to­ri e capi­re come orien­tar­si nel­la scel­ta del­l’in­di­riz­zo di stu­di da intra­pren­de­re all’U­ni­ver­si­tà. Per i più gio­va­ni, gra­zie ai labo­ra­to­ri espe­rien­zia­li, il Festi­val è sta­to uti­le per vive­re diver­si atti­vi­tà lega­te alla scien­za e all’ar­te, fuo­ri da un’au­la sco­la­sti­ca ed ha per­mes­so loro di toc­ca­re con mano diver­si ambi­ti. Ma que­sto appun­ta­men­to ha avu­to il pre­gio di esse­re tra­sver­sa­le e di inte­res­sa­re ogni fascia d’età ”

Romi­na Tren­ta, Asses­so­re alla Cul­tu­ra Comu­ne di Vel­le­tri: “Quan­do sce­glia­mo un meto­do e lo por­tia­mo avan­ti con pas­sio­ne abbia­mo già rag­giun­to un risul­ta­to. Con il tema di que­sto Festi­val, il meto­do appun­to, abbia­mo cer­ca­to di evi­den­zia­re l’im­por­tan­za del­la cul­tu­ra che com­pren­de la scien­za e l’in­no­va­zio­ne e come si svi­lup­pa­no nei vari ambi­ti, anche arti­sti­ci. Ma la ricer­ca non può, ovvia­men­te, resta­re fine a se stes­sa, per que­sto è fon­da­men­ta­le divul­ga­re, da qui è nata l’i­dea del Festi­val. Vor­rei rin­gra­zia­re tut­ta la mac­chi­na ammi­ni­stra­ti­va del Comu­ne di Vel­le­tri, il mio asses­so­ra­to, il pre­si­den­te del­la Com­mis­sio­ne Cul­tu­ra Gior­gio Zac­ca­gni­ni, i tec­ni­ci e le tut­te le per­so­ne che ci han­no per­mes­so di rea­liz­za­re que­sto even­to. Gra­zie a tut­ti, vi dia­mo appun­ta­men­to al 2020!”

Gior­gio Zac­ca­gni­ni, Pre­si­den­te Com­mis­sio­ne Cul­tu­ra Comu­ne di Vel­le­tri: “Quel­la del Festi­val del­le Inno­va­zio­ni del­la Scien­za e del­le Arti è sta­ta innan­zi­tut­to una sfi­da a viso aper­to alla super­fi­cia­li­tà e all’im­prov­vi­sa­zio­ne che sem­bra­no inva­de­re la nostra quo­ti­dia­ni­tà. In que­sti tre gior­ni abbia­mo volu­to dimo­stra­re che i risul­ta­ti gli obiet­ti­vi che cia­scu­no di noi si pre­fig­ge han­no biso­gno di pog­gia­re sal­da­men­te su un meto­do di lavo­ro per esse­re rag­giun­ti. Que­sta è la pre­mes­sa intor­no alla qua­le abbia­mo costrui­to il Festi­val. Il gros­so lo han­no fat­to i ricer­ca­to­ri, gli scien­zia­ti, gli arti­sti, gli impren­di­to­ri e gli stu­den­ti che han­no volu­to con­di­vi­de­re i loro pro­get­ti, i loro stu­di, le loro ambi­zio­ni, le loro espe­rien­ze di vita. Tut­ti o qua­si lega­ti in qual­che modo a Vel­le­tri, l’al­tro ele­men­to carat­te­riz­zan­te di que­sto festi­val e for­se anche il più roman­ti­co. Rin­gra­zio pub­bli­ca­men­te l’as­ses­so­re alla Cul­tu­ra Romi­na Tren­ta e la strut­tu­ra comu­na­le. L’i­dea è quel­la di inse­ri­re il festi­val tra gli even­ti che la cit­tà offre annual­men­te, con l’am­bi­zio­ne di ren­der­lo un appun­ta­men­to qua­li­fi­can­te del ter­ri­to­rio. E la par­te­ci­pa­zio­ne a que­sti tre gior­ni ric­chi di appun­ta­men­ti è un segna­le entu­sia­sman­te e tut­t’al­tro che scon­ta­to. Quan­do deci­di di spe­ri­men­ta­re nuo­ve for­me di coin­vol­gi­men­to infat­ti ti assu­mi il rischio che accom­pa­gna ogni novi­tà, ma que­sto Festi­val è sta­ta l’ul­te­rio­re con­fer­ma del fer­men­to cul­tu­ra­le che si respi­ra a Vel­le­tri e che l’as­ses­so­ra­to alle Poli­ti­che Cul­tu­ra­li sta cer­can­do di esal­ta­re e favo­ri­re, con appun­ta­men­ti di qua­li­tà che per­met­to­no la cre­sci­ta col­let­ti­va del­la cit­tà.”

ALCUNI INTERVENTI

(sul sito www.isafestival.it tut­ti i rela­to­ri del Festi­val)

Lau­ra Sou­cek, medi­co ricer­ca­to­re: “Per me tut­to è ini­zia­to a Vel­le­tri, ero uno dei tan­ti pen­do­la­ri che, ogni mat­ti­na, pren­de­va il tre­no dal­la sta­zio­ne loca­le per rag­giun­ge­re l’u­ni­ver­si­tà a Roma. Ed è nel­le aule de La Sapien­za che ho indi­vi­dua­to la pro­tei­na che potreb­be per­met­te­re di scon­fig­ge­re il can­cro. Mi era sta­to det­to che era impos­si­bi­le, che la mia sco­per­ta non era impor­tan­te e suc­ces­si­va­men­te, quan­do ho insi­sti­to e fat­to ricer­che, mi era sta­to det­to che anche se la mia fos­se sta­ta una sco­per­ta vali­da non c’e­ra­no i fon­di ade­gua­ti. Così sono par­ti­ta da Vel­le­tri pri­ma alla vol­ta degli Sta­ti Uni­ti d’A­me­ri­ca e poi per la Spa­gna. Ora ho fon­da­to una mia socie­tà e, dopo ven­t’an­ni di spe­ri­men­ta­zio­ni, sono pron­ta: la mia sco­per­ta sta per esse­re immes­sa sul mer­ca­to come far­ma­co per la cura con­tro il can­cro, un far­ma­co che, a dif­fe­ren­za del­le cure odier­ne come la che­mio, non dan­neg­gia anche le cel­lu­le sane del mala­to. Non so se ho segui­to un meto­do, for­se il mio meto­do è sta­ta la testar­dag­gi­ne un po’ tipi­ca di tut­ti i veli­ter­ni.”

Alvaanq, arti­sta: “La mia car­rie­ra ha pre­so il via dal­la mia stan­za a Vel­le­tri. Pub­bli­ca­vo sui social i miei dise­gni ed ecco che un gior­no un arti­sta famo­so, Chris Bro­wn, ha con­di­vi­so un mio lavo­ro. Ho otte­nu­to in pochis­si­mo tem­po oltre 250 mila visua­liz­za­zio­ni. E’ tut­to par­ti­to così, da allo­ra ho dise­gna­to nume­ro­se coper­ti­ne di Lp di arti­sti famo­si, azien­de come Nike e Pra­da mi han­no ingag­gia­to come testi­mo­nial, e la mag­gior par­te di tut­to que­sto l’ho fat­to da Vel­le­tri, ser­ven­do­mi solo di una con­nes­sio­ne. Ora da pochi mesi mi sono tra­sfe­ri­to a Mila­no per esi­gen­ze lavo­ra­ti­ve ma il mio moto­re e for­se, il meto­do, riman­go­no la mia fami­glia e i miei ami­ci che sono a Vel­le­tri”

Gae­ta­no Castel­li, sce­no­gra­fo di pro­gram­mi come Fan­ta­sti­co e San­re­mo. Da ven­t’an­ni cura le sce­ne del Mou­lin Rou­ge a Pari­gi: “In tut­ti que­sti anni di car­rie­ra di quel­lo che sono più orgo­glio­so sono i suc­ces­si dei mie allie­vi. Pur­trop­po oggi mol­ti si defi­ni­sco­no arti­sti sen­za aver­ne le pos­si­bi­li­tà Fac­cio un esem­pio: oggi tut­ti de-costrui­sco­no, destrut­tu­ra­no ma per far­lo, per ‘distrug­ge­re’ occor­re cono­sce­re la sto­ria del­l’ar­te, la pit­tu­ra, occor­re aver imbrat­ta­to chi­lo­me­tri di tele con la pit­tu­ra del pas­sa­to pri­ma di pas­sa­re all’a­strat­ti­smo. Se non lo cono­sci non puoi ‘distrug­ger­lo’.  Si sta per­den­do l’ar­ti­gia­na­li­tà, che era il pun­to di for­za del­l’I­ta­lia. Ave­va­mo gran­di mae­stri arti­gia­ni ma oggi i cana­li tele­vi­si­vi com­pra­no i for­mat, rea­liz­zan­do così sce­no­gra­fia tut­te ugua­li in tut­to il mon­do come il Gran­de Fra­tel­lo o XFac­tor e così i gran­di arti­gia­ni non ser­vo­no più. Nel mon­do del­la sce­no­gra­fia, inol­tre, come in mol­ti ambi­ti oggi, si è per­sa la magia con l’av­ven­to di inter­net.”

Fede­ri­co Ogni­be­ne, con la sua azien­da pro­get­ti­sta siste­mi di illu­mi­na­zio­ne che sono impie­ga­ti in tut­to il mon­do, dai Festi­val di San­re­mo, alle Olim­pia­di, alla Basi­li­ca di San Fran­ce­sco d’Assisi: “Ho avu­to il pia­ce­re di par­te­ci­pa­re atti­va­men­te a que­sto even­to, sia come orga­niz­za­to­re che come ospi­te e devo dire che sono mol­to sod­di­sfat­to, ed in par­te stu­pi­to, del­la posi­ti­va rispo­sta di così tan­to pub­bli­co. Duran­te il mio pri­mo talk del vener­dì ho visto per­so­ne emo­zio­nar­si e ragaz­zi stu­pir­si, e que­sto è un bene. Riu­sci­re poi a por­ta­re al Festi­val ed inter­vi­sta­re una vera star come Gae­ta­no Castel­li (che mi cono­sce da quan­do ero un fan­ciul­lo) è sta­to un gran­de orgo­glio, e un tuf­fo nel pas­sa­to. E poi il saba­to, duran­te la con­fe­ren­za sul­la luce che ho tenu­to assie­me al mio caro ami­co e col­le­ga di tan­te bat­ta­glie Mar­co Fra­sca­ro­lo, in un Audi­to­rium stra­pie­no e vivo, con tan­te doman­de e tan­ti sti­mo­li per il futu­ro, è sta­to appa­gan­te. In un luo­go d’al­tri tem­pi, nel­la casa del­le cul­tu­re e del­la Musi­ca, si è vera­men­te assi­sti­ti alla nasci­ta — o for­se ad un risve­glio — di una voglia di cono­scen­za, di cul­tu­ra e soprat­tut­to, di mera­vi­glia. Gra­zie al nostro asses­so­re alla Cul­tu­ra Romi­na Tren­ta (peral­tro otti­ma pre­sen­ta­tri­ce), alla nostra addet­ta stam­pa Euge­nia Bel­ve­de­re, a Gior­gio Zac­ca­gni­ni, a Luca Masi, e ai tan­ti ami­ci e col­le­ghi che han­no con­tri­bui­to alla riu­sci­ta di que­sta edi­zio­ne, come Sil­via Sfre­co­la Roma­ni e Ser­gio Got­ti.
Cer­chia­mo ora di capi­ta­liz­za­re quan­to di buo­no è sta­to fat­to e pen­sia­mo al pros­si­mo Festi­val.”

Pao­lo Maria Mon­ti, Rober­to Azzo­li­ni, Rober­to Som­ma
Un arti­sta, un astro­fi­co e un mana­ger del­lo spa­zio, insie­me per rac­con­ta­re un inno­va­ti­vo pro­get­to arti­sti­co-scien­ti­fi­co idea­to dal­l’ar­ti­sta Pao­lo Mon­ti e rea­liz­za­to in col­la­bo­ra­zio­ne con il grup­po di Astro­di­na­mi­ca del­l’a­te­neo roma­no. L’o­pe­ra Taze­bAu si com­po­ne di ban­co­no­te di dol­la­ro denu­da­te dei sim­bo­li, sul­le qua­li ven­go­no appo­ste le fir­me del­le per­so­ne incon­tra­te sul cam­mi­no: un meta­fo­ri­co supe­ra­men­to di tut­te le fron­tie­re, una ricon­ver­sio­ne del valo­re nomi­na­le in valo­re rela­zio­na­le. Il mate­ria­le rac­col­to è sta­to poi man­da­to in orbi­ta in una sor­ta di pri­ma gal­le­ria orbi­tan­te nel­lo spa­zio. 

Ales­sia Mat­tac­chio­ni, fisi­ca: “Il Cern, oltre a stu­dia­re l’ac­ce­le­ra­zio­ne del­le par­ti­cel­le, ci sono degli arti­sti che tra­du­co­no in for­ma d’ar­te che sia arte e pit­tu­ra il lavo­ro degli scien­zia­ti. Que­sto ren­de più frui­bi­li alle per­so­ne il lavo­ro del Cern. Fumet­ti, scul­tu­re, dipin­ti, non ci sono limi­ti all’e­spres­si­vi­tà degli arti­sti. L’ar­te si è fat­ta da tra­mi­te tra le per­so­ne che non stu­dia­no scien­za e la scien­za stes­sa. E così la sco­per­ta del Boso­ne di Higgs è diven­ta­ta una com­po­si­zio­ne musi­ca­le.”

Mat­teo Pal­loc­ca, bio­in­for­ma­ti­co: “Quan­do, alla doman­da che lavo­ri svol­gi, rispon­do bio­in­for­ma­ti­co, nes­su­no capi­sce cosa inten­do. Non esi­ste­va infat­ti, fino all’an­no scor­so, un cor­so di stu­di per que­sta pro­fes­sio­ne che uni­sce cono­scen­ze infor­ma­ti­che a cono­scen­ze di bio­lo­gia. Quin­di alla doman­da cosa fac­cio rispon­do che il mio prin­ci­pa­le sog­get­to di stu­dio è il DNA e le pro­tei­ne, tra­mi­te l’u­ti­liz­zo del com­pu­ter, che usa per rac­co­glie­re, con­sul­ta­re, ana­liz­za­re i dati bio­lo­gi­ci al fine di com­pren­de­re i mec­ca­ni­smi bio­lo­gi­ci.”

Luca Bor­ro, tec­no­lo­gia 3D: “All’o­spe­da­le pedia­tri­co Bam­bin Gesù di Roma è arri­va­to il caso di due gemel­li­ne uni­te per il tora­ce. Gra­zie alla stam­pa 3D abbia­mo potu­to stu­dia­re meglio l’a­na­to­mia di que­ste pazien­ti. I due cuo­ri era­no pra­ti­ca­men­te attac­ca­ti e il 3D ci ha per­mes­so di capi­re come era posto lo ster­no del­le due bam­bi­ne e, all’e­qui­pe medi­ca, di inter­ve­ni­re con la mas­si­ma pre­ci­sio­ne. Dopo que­sta espe­rien­za è evi­den­te che ogni ospe­da­le, non solo pedia­tri­co, pos­sa bene­fi­cia­re mol­to del­l’u­ti­liz­zo del­le nuo­ve tec­no­lo­gie come il 3D, la stam­pa 3D, la real­tà vir­tua­le e aumen­ta­ta e tut­te le tec­no­lo­gie immer­si­ve. Quin­di, secon­do il mio mode­sto pare­re, tut­ti i nuo­vi ospe­da­li dovreb­be­ro ave­re al loro inter­no un dipar­ti­men­to di inno­va­zio­ne tec­no­lo­gi­ca che con­net­ta i medi­ci con la tec­no­lo­gia al ser­vi­zio del­la salu­te uma­na in manie­ra tra­sver­sa­le.”

IN MOSTRA

Ser­gio Got­ti — “Nel­le anti­che cosmo­lo­gie con il gre­co χάος (caos) si indi­ca­va “il com­ples­so degli ele­men­ti mate­ria­li sen­za ordi­ne pre­e­si­sten­te al Cosmo”ovve­ro un Uni­ver­so disor­di­na­to in con­trap­po­si­zio­ne ad un Uni­ver­so Ordi­na­to” come dire il pri­ma ed il dopo, il bel­lo e il brut­to, il bian­co e il nero, il pie­no e il vuo­to, il rumo­re e il silen­zio… Ma il caos fa rumo­re?” A par­ti­re da que­sta doman­da Ser­gio Got­ti ha costrui­to la sua ulti­ma mostra alle­sti­ta a Palaz­zo del­la Cul­tu­ra e del­la Musi­ca a Vel­le­tri con­ce­pi­ta come una sor­ta di instal­la­zio­ne tea­tra­liz­za­ta. “Sia­mo abi­tua­ti alle sue roboan­ti scul­tu­re mec­ca­ni­che ed alle sue splen­di­de sce­no­gra­fie tea­tra­li ma sta­vol­ta l’artista le ha mes­se insie­me per crea­re un ambien­te espe­rien­zia­le, in cui gli spet­ta­to­ri diven­ta­no atto­ri. Anche se non sap­pia­mo cosa ci aspet­ta, appa­re subi­to evi­den­te quan­to diven­ti indi­spen­sa­bi­le pre­pa­rar­si ad affron­ta­re la gran­de gal­le­ria di ritrat­ti, masche­re e vol­ti, che rico­pre, con un effet­to che i museo­gra­fi chia­me­reb­be­ro ad incro­sta­zio­ne, da qua­dre­ria sei­cen­te­sca, tut­te le pare­ti di una sca­to­la-con­te­ni­to­re tal­men­te gran­de da poter­ci entra­re. Un’opera tal­men­te impo­nen­te ed ambi­zio­sa che sem­bra incre­di­bi­le sia sta­ta rea­liz­za­ta con il car­to­ne. Un mate­ria­le umi­le, pove­ro, che Ser­gio ha corag­gio­sa­men­te richia­ma­to dal mon­do dell’imballaggio a quel­lo dell’arte. La tec­ni­ca è straor­di­na­ria e sfi­da i ben­pen­san­ti (è sta­to costret­to a scri­ver­lo “taglia­to ed assem­bla­to a mano”) ma su tut­to è il dono di ani­ma­re demiur­gi­ca­men­te la mate­ria a stu­pi­re: come un moder­no Pro­me­teo o un dr. Frank­en­stein con­tem­po­ra­neo, Ser­gio con­fe­ri­sce al car­to­ne una ener­gia nuo­va, vibran­te, pal­pa­bi­le, come attin­gen­do all’origine natu­ra­le per risve­gliar­ne lo spi­ri­to asso­pi­to. Que­sta instal­la­zio­ne, appa­ren­te­men­te sem­pli­ce e chia­ra, linea­re, qua­si ludi­ca, in real­tà è con­no­ta­ta da impli­ca­zio­ni e signi­fi­ca­ti tali da esse­re una del­le ope­re più com­ples­se di Ser­gio Got­ti, che “dan­za con il tem­po come un filo d’erba[i]” (Bat­tia­to) e suo­na come un sere­no ma ine­so­ra­bi­le memen­to mori, un ammo­ni­men­to miste­rio­so sul sen­so non solo dell’arte ma del­la vita” (abstract dal cata­lo­go a cura di Sil­via Sfre­co­la Roma­ni).

Pao­lo Maria Mon­ti — Tra le tan­te col­la­bo­ra­zio­ni con scien­zia­ti di varia for­ma­zio­ne che si sono suc­ce­du­te negli anni di par­ti­co­la­re rilie­vo è sta­ta quel­la con il fisi­co Rober­to Azzo­li­ni, respon­sa­bi­le dell’Area Arti­de e Antar­ti­de del CNR-PNRA che ha rap­pre­sen­ta­to l’Italia anche nel­lo Euro­pean Polar Board e nel Comi­ta­to Inter­na­zio­na­le per la Scien­za Arti­ca (IASC), nel 2015 è trai cura­to­ri al Com­ples­so del Vit­to­ria­no del­la mostra “Mis­sio­ne Antar­ti­de: 30 anni di ricer­ca ita­lia­na nel con­ti­nen­te estre­mo”

L’incontro con Rober­to Azzo­li­ni, che da mol­ti anni vive a Vel­le­tri al qua­le è da sem­pre lega­to, ha visto rea­liz­zar­si pro­ba­bil­men­te per la pri­ma vol­ta in Ita­lia la par­te­ci­pa­zio­ne di un arti­sta all’interno di un con­ve­gno scien­ti­fi­co. Era infat­ti il 1998 quan­do Azzo­li­ni lo invi­tò al Con­ve­gno Inter­na­zio­na­le “The Artic Glo­bal Chan­ge. NY-Ale­sund”, tenu­to­si nel­la straor­di­na­ria cor­ni­ce di Vil­la Rufo­lo a Ravel­lo con la par­te­ci­pa­zio­ne del cri­ti­co d’arte Pao­lo Bal­mas, un com­bi­na­to che segna pro­ba­bil­men­te in Ita­lia un pre­ce­den­te sul “meto­do”, allo­ra anco­ra inu­sua­le. Nel 2010 ha pre­so avvio il soda­li­zio tra Pao­lo Mon­ti e l’ingegnere elet­tro­ni­co Rober­to Som­ma, uno dei mas­si­mi esper­ti di Spa­zio aven­do lavo­ra­to fin dagli esor­di nel set­to­re spa­zia­le con varie com­pe­ten­ze e Senior Advi­sor del Pre­si­den­te e Ammi­ni­stra­to­re Dele­ga­to di Talhes Ale­nia Spa­ce Ita­lia. Si è occu­pa­to atti­va­men­te anche del rischio di impat­to di aste­roi­di con la Ter­ra che gli è val­so il rico­no­sci­men­to dell’Accademia Rus­sa del­le Scien­ze con un aste­roi­de a lui dedi­ca­to dal nome Rober­som­ma 7323. Nel 2014 è mode­ra­to­re per i 50 Anni di Spa­zio in Ita­lia nel­la Com­me­mo­ra­zio­ne del 50° dal lan­cio del San Marco1 all’Agenzia Spa­zia­le Ita­lia­na

Dal 2011, con l’invio in orbi­ta dell’opera di Mon­ti Taze­bAu s’pace – Sin­do­ne 21’37” all’interno del satel­li­te Edu­Sat dell’A.S.I. moni­to­ra­ta dal N.O.R.A.D. ID: 37788, Rober­to Som­ma lo ha sem­pre affian­ca­to negli inter­ven­ti lega­ti allo Spa­zio dive­nen­do il suo Infra-descrit­to­re-cosmi­co.

Sem­pre nel 2011 Azzo­li­ni e Som­ma sono inter­ve­nu­ti alla gior­na­ta di stu­di Par­ten­za Bru­cian­te. L’Arte Infra-Vista dall’Alto dedi­ca­ta al lan­cio dell’opera in orbi­ta, dove rela­to­ri di disci­pli­ne diver­se si sono suc­ce­du­ti nell’auditorio del­la Gip­so­te­ca alla Facol­tà di Let­te­re dell’Università Sapien­za di Roma dal tito­lo Par­ten­za Bru­cian­te. L’Arte Infra-Vista dall’Alto.

Il Festi­val dell’Innovazione, del­la Scien­za e del­le Arti per Mon­ti è sta­to il con­te­sto idea­le per riaf­fer­ma­re il Meto­do, invi­tan­do nuo­va­men­te Rober­to Azzo­li­ni e Rober­to Som­ma ad affian­car­lo nel trat­ta­re con mag­gio­re ampiez­za i con­te­nu­ti pre­sen­ti nel­le instal­la­zio­ni in mostra. Argo­men­ti trat­ta­ti con sguar­di incro­cia­ti, come quel­lo del­la ter­ra vista dal­la spa­zio e vice­ver­sa, dove il tema del Festi­val divie­ne il legan­te per sti­mo­lar­ne il coin­vol­gi­men­to del pub­bli­co

 

Fede­ri­co Ogni­be­ne, CEO del­la ILM Lighting. — Al Festi­val del­le Inno­va­zio­ni del­la Scien­za e del­le Arti, il ‘nar­ra­to­re’ del­la luce Fede­ri­co Ogni­be­ne ha por­ta­to oltre cin­quan­t’an­ni di lavo­ri e di pro­get­ti pro­ve­nien­ti dai suoi archi­vi di fami­glia. Dai pri­mi anni, segna­ti da una frut­tuo­sa col­la­bo­ra­zio­ne tra Mar­cel­lo Ogni­be­ne ed i pro­get­ti­sti del­la RAI Radio­te­le­vi­sio­ne ita­lia­na con la rea­liz­za­zio­ne degli impian­ti di illu­mi­na­zio­ne del­le sce­no­gra­fie dei più gran­di suc­ces­si dell’epoca d’o­ro del­la tele­vi­sio­ne, inven­tan­do di fat­to la tri­cro­mia a cato­do fred­do (la pos­si­bi­li­tà di misce­la­re i colo­ri ros­so, ver­de e blu del­le luci per gene­ra­re infi­ni­te tona­li­tà di colo­re). La mostra ha fat­to cono­sce­re ai visi­ta­to­ri mol­ti dei pro­get­ti e degli appa­rec­chi di illu­mi­na­zio­ne del­la ILM che han­no per­mes­so di esal­ta­re gio­iel­li dell’arte e dell’architettura come la Chie­sa di San­ta Cate­ri­na a Luc­ca (uno dei 100 luo­ghi del cuo­re del FAI) o la Basi­li­ca Papa­le di San Fran­ce­sco di Assi­si (patri­mo­nio mon­dia­le del­l’u­ma­ni­tà), di aiu­ta­re l’u­ni­ver­si­tà Roma TRE a vin­ce­re il SOLAR Deca­thlon 2014 diven­tan­do di fat­to cam­pio­ni del mon­do e vin­cen­do e anche il pri­mo pre­mio in Lighting Desi­gn, for­ni­re sup­por­to tec­no­lo­gi­co per la ste­su­ra del­le linee gui­da del­la nuo­va illu­mi­na­zio­ne del Colos­seo, rea­liz­za­re la nuo­va illu­mi­na­zio­ne del­lo sto­ri­co par­co di attra­zio­ni del Luneur e l’il­lu­mi­na­zio­ne di Casa Ita­lia alle Olim­pia­di di Rio 2016 e Pyeon­g­Chang 2018.  

 

I LABORATORI ESPERIENZIALI

Sil­via Sfre­co­la Roma­ni di Fare Eduin­ta­ment a nome di tut­ta la sua asso­cia­zio­ne sot­to­li­nea: “Due sto­ri­ci del­l’ar­te, una psi­co­te­ra­peu­ta, una psi­co­lo­ga, due ambien­to­lo­ghe, un esper­to infor­ma­ti­co. Que­sta la squa­dra di set­te ope­ra­to­ri scien­ti­fi­ci di BABYCAMPUS e Fare Edu­tain­ment che ha accol­to 800 ragaz­zi tra i 9 ed i 13 anni ai labo­ra­to­ri del I Festi­val del­le Inno­va­zio­ni di Vel­le­tri. Abbia­mo par­la­to di Video Arte, Uso con­sa­pe­vo­le del cel­lu­la­re, Filie­ra pro­dut­ti­va respon­sa­bi­le e QRCo­de, Tec­no­lo­gia ed Imma­gi­na­zio­ne. Uno sfor­zo immen­so per un gran­de risul­ta­to.”

Gli alun­ni del­le scuo­le han­no così potu­to par­te­ci­pa­re ai seguen­ti labo­ra­to­ri:

SMART EXPLORERS | Labo­ra­to­rio per un uso con­sa­pe­vo­le del cel­lu­la­re
Labo­ra­to­rio scien­ti­fi­co che offre ai ragaz­zi la pos­si­bi­li­tà di sfrut­ta­re le poten­zia­li­tà che i cel­lu­la­ri di ulti­ma gene­ra­zio­ne offro­no alla didat­ti­ca. In un ribal­ta­men­to di pro­spet­ti­va che ne fareb­be solo dispo­si­ti­vi per l’altrove e l’irraggiungibile, uti­liz­ze­re­mo gli smart­pho­ne per appren­de­re ed ela­bo­ra­re un dato di par­ten­za, ad esem­pio una pian­ta o un ambien­te, ampli­fi­can­do la dimen­sio­ne dell’hic et nunc. La tec­no­lo­gia vie­ne uti­liz­za­ta nell’approccio alla cono­scen­za, del rea­le e del visi­bi­le, per tra­sfor­ma­re un tele­fo­no in uno stru­men­to di esplo­ra­zio­ne e sco­per­ta del­la real­tà. Alla fine del­l’at­ti­vi­tà i ragaz­zi saran­no invi­ta­ti a pro­dur­re un lavo­ro foto­gra­fi­co con il pro­prio cel­lu­la­re.

QR CODE ISTRUZIONI PER L’USO | Per una filie­ra respon­sa­bi­le dal seme alla car­ta
Labo­ra­to­rio didat­ti­co a par­ti­re dall’installazione di Ser­gio Got­ti “Caos e silen­zio” che diven­ta l’occasione per par­la­re di filie­ra del­la car­ta, uso e riu­so, soste­ni­bi­li­tà e respon­sa­bi­li­tà. Cosa è un QR Code ed a cosa ci ser­ve? Qua­li infor­ma­zio­ni ci offre e come si costrui­sce? Inse­gne­re­mo ai ragaz­zi ad orga­niz­za­re i dati per costrui­re la filie­ra di un pro­dot­to. Nel­lo spe­ci­fi­co pro­ve­re­mo ad orga­niz­za­re e comu­ni­ca­re un cir­cui­to respon­sa­bi­le dal seme alla car­ta che pas­sa per defo­re­sta­zio­ne con­trol­la­ta, soste­ni­bi­li­tà dei pro­ces­si pro­dut­ti­vi, con­trol­lo del­le risor­se ener­ge­ti­che, etc.

M ZONE 37788 _ Quan­do la tec­no­lo­gia incon­tra l’immaginazione.
Un labo­ra­to­rio scien­ti­fi­co che par­te dal­le fan­ta­sma­go­ri­che instal­la­zio­ni audio­vi­si­ve mes­se a dispo­si­zio­ne da Pao­lo Mon­ti e Lau­ra Ros­si. Dopo aver effet­tua­to l’esperienza immer­si­va nel­le ope­re, i ragazzi/visitatori saran­no coin­vol­ti in un gio­co-dibat­ti­to sull’essenza dell’arte sco­pren­do­ne le pos­si­bi­li­tà espres­si­ve offer­te dal­le tec­no­lo­gie con­tem­po­ra­nee e spe­ri­men­tan­do un approc­cio diver­ten­te al mon­do scien­ti­fi­co, dall’esplorazione spa­zia­le alla geo­me­tria frat­ta­le.

Per mag­gio­ri infor­ma­zio­ni: www.isafestival.it

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