Leggere ai bambini: quando, come, cosa?

Leggere ai bambini: quando, come, cosa?

01/01/2019 0 Di Silvia Adinolfi

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Di soli­to que­sto è il momen­to in cui si tira­no le som­me dell’anno che è appe­na tra­scor­so e ci si pro­iet­ta nel nuo­vo, cari­chi di aspet­ta­ti­ve, nuo­vi pro­get­ti e nuo­vi pro­po­si­ti.
Per me, il momen­to che segna la fine del vec­chio anno e l’i­ni­zio del nuo­vo, è sem­pre sta­to, ed è, set­tem­bre! Quin­di no, ora non vi anno­io con il “bilan­cio dell’anno appe­na pas­sa­to”.
Però è anche vero che in quest’ultimo perio­do, sia come mam­ma, sia come tiro­ci­nan­te di scien­ze del­la for­ma­zio­ne pri­ma­ria, mi sono tro­va­ta a riflet­te­re su cose impor­tan­ti lega­te alla peda­go­gia e alla peda­go­gia ‘crea­ti­va’. Ho fis­sa­to obiet­ti­vi e pen­sa­to a pro­get­ti che voglio rea­liz­za­re nell’ambito del­la pro­mo­zio­ne del­la let­tu­ra ad alta voce. ‘Spul­cian­do’ alcu­ni vec­chi post del­la pagi­na Face­book nel­la qua­le con­di­vi­do per lo più spun­ti di let­tu­re, ho ritro­va­to un’infografica che ave­vo dedi­ca­to ad alcu­ni sug­ge­ri­men­ti per leg­ge­re con i bam­bi­ni. Era il 28 apri­le 2017, la mia bim­ba ave­va appe­na com­piu­to un anno e il nostro viag­gio nel­le sto­rie era appe­na agli ini­zi. Qual­che gior­no fa ho ripre­so in mano quell’infografica e ho pro­va­to ad arric­chir­la con l’esperienza diret­ta di qua­si tre anni di let­tu­re alle mie bim­be, e con lo sguar­do cri­ti­co di una ‘aspi­ran­te’ mae­stra che si sta for­man­do.

Quel­lo che tro­ve­re­te è quin­di uno ‘stru­men­to’ che non ha la pre­te­sa di inse­gna­re nul­la, ma che vuo­le accom­pa­gna­re la  pra­ti­ca del­la let­tu­ra ad alta voce con con­si­gli che spe­ro pos­sa­no esse­re uti­li. Se così fos­se, sal­va­te l’infografica, con­di­vi­de­te­la, stam­pa­te­la o met­te­te­la ovun­que voglia­te.

Tro­va­te l’in­fo­gra­fi­ca clic­can­do que­sto link.

Quan­do leg­ge­re?
Da subi­to! Si può comin­cia­re infat­ti a leg­ge­re al pro­prio bam­bi­no fin da quan­do è un pescio­li­no nel­la pan­cia, per poi con­ti­nua­re a leg­ger­gli dai suoi pri­mis­si­mi mesi di vita. In qua­lun­que momen­to del­la gior­na­ta se il bam­bi­no lo desi­de­ra, ma sen­za impo­si­zio­ni se in quel par­ti­co­la­re istan­te non mostra inte­res­se.
Mi pia­ce sem­pre rias­su­me­re il ‘quan­do leg­ge­re’ così: quan­do il cuo­re dell’adulto che leg­ge e quel­lo del bam­bi­no che ascol­ta, desi­de­ra­no entram­bi esse­re coc­co­la­ti da una sto­ria e immer­ger­si in un tem­po che si fer­ma per sem­pre.

Per­ché?
Per­ché leg­ge­re ad alta voce è una buo­na pra­ti­ca, stret­ta­men­te con­nes­sa con la salu­te del bam­bi­no, che favo­ri­sce lo svi­lup­po cogni­ti­vo ed emo­ti­vo, ma soprat­tut­to favo­ri­sce lo svi­lup­po del pen­sie­ro cri­ti­co: saper osser­va­re il mon­do e saper dare di esso una per­so­na­le inter­pre­ta­zio­ne. Per­ché leg­ge­re crea nel bam­bi­no l’abitudine all’ascolto; per­ché per un bam­bi­no, leg­ge­re insie­me a chi si pren­de cura di lui, signi­fi­ca raf­for­za­re il lega­me affet­ti­vo; per­ché leg­ge­re cal­ma, ras­si­cu­ra e con­so­la. Per­ché leg­ge­re è bel­lo anche solo, e for­se dal pun­to di vista di un geni­to­re soprat­tut­to, per il sem­pli­ce pia­ce­re di leg­ge­re e ascol­ta­re una sto­ria e con­di­vi­de­re un momen­to magi­co.

Come?
Con voce natu­ra­le e sin­ce­ra. Dif­fi­ci­le? Affat­to! Spes­so il geni­to­re è pre­oc­cu­pa­to di non saper leg­ge­re bene. ‘Bene’ per un bim­bo pic­co­lo è un con­cet­to sen­za alcun sen­so. Per il bam­bi­no infat­ti, le voci di mam­ma e papà, o di non­ni, zii e di chi si pren­de cura di lui, sono magi­che, indi­pen­den­te­men­te da tona­li­tà, impo­sta­zio­ne e quant’altro. All’inizio for­se la voce ‘arran­che­rà’ incer­ta su ter­re­ni sci­vo­lo­si (le rime di Bru­no Togno­li­ni pos­so­no diven­ta­re degli uti­lis­si­mi eser­ci­zi scio­gli­lin­gua), ma sen­za sco­rag­giar­si, leg­gen­do e rileg­gen­do la voce si farà flui­da, e biso­gne­rà anzi esse­re pron­ti a rileg­ge­re altre mil­le vol­te alle richie­ste: “anco­ra” o “di nuo­vo”

Dove leg­ge­re?
Ovun­que. Se in que­sti 3 anni ho spe­ri­men­ta­to qual­co­sa è che dav­ve­ro non esi­ste un uni­co luo­go del­la let­tu­ra. Ci sono sicu­ra­men­te posti più invi­tan­ti di altri, l’angolo let­tu­ra di casa è uno di que­sti, ma ci si può ritro­va­re a leg­ge­re dav­ve­ro ovun­que: in biblio­te­ca, in libre­ria per ter­ra die­tro agli scaf­fa­li, in sala d’aspetto dal pedia­tra, in viag­gio, in spiag­gia, al par­co … Ci sono luo­ghi che chie­do­no una sto­ria e altri che non la chie­do­no né la chie­de­ran­no mai. E ci sono vol­te che por­tar­si in bor­sa uno o due libri è uti­le, altre vol­te è più uti­le lasciar­li nel­lo scaf­fa­le di casa e vive­re istan­ti di altro.

Cosa leg­ge­re?
Nin­ne nan­ne, fila­stroc­che, tiri­te­re, poe­sie, albi illu­stra­ti che sia­no di qua­li­tà, nel­le illu­stra­zio­ni, nel­le paro­le scel­te, nei mate­ria­li uti­liz­za­ti. Libri che non abbia­no ste­reo­ti­piz­za­zio­ni né bana­li­smi e soprat­tut­to che sia­no adat­ti alla fascia d’età, per­ché se è vero che un buon libro è un buon libro, un buon libro nel momen­to sba­glia­to può crea­re anche pic­co­li ‘inci­den­ti’ (a noi è suc­ces­so con il diver­ten­te albo di Ste­ve Anto­ny, Per favo­re Signor Pan­da, Zoo­li­bri).

E poi?
E poi posi­zio­na­te i libri in scaf­fa­li bas­si, tene­te­li alla por­ta­ta dei bam­bi­ni, per­met­te­te loro di pren­der­li in mano, di assag­giar­li, di sfo­gliar­li, di ‘leg­ger­li’ con gli occhi, di ‘usar­li’ come il pez­zo man­can­te per costrui­re una stra­da, un castel­lo, un pon­te …

Se ave­te voglia di appro­fon­di­re l’argomento vi sug­ge­ri­sco que­sti libri:

Rita Valen­ti­no Mer­let­ti, Bru­no Togno­li­ni, Leg­gi­mi for­te. Accom­pa­gna­re i bam­bi­ni nel gran­de uni­ver­so del­la let­tura, Sala­ni Edi­to­re 2018

Rita Valen­ti­no Mer­let­ti, Leg­ge­re ad alta voce, Mon­da­do­ri 2000

Loren­zo Can­ta­to­re (a cura di), Pri­mo: leg­ge­re. Per un’educazione alla let­tu­ra, Edi­zio­ni Cono­scen­za 2017

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