La diocesi di Frascati e l’importante sinergia con l’Enea

La diocesi di Frascati e l’importante sinergia con l’Enea

20/12/2018 0 Di Marco Montini

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La dio­ce­si tus­colana tira le somme sul­l’an­no che sta per chi­ud­er­si. Lo scor­so 14 dicem­bre si è svol­ta una apposi­ta con­feren­za stam­pa a Vil­la Campitel­li con sua Eccel­len­za il vesco­vo Raf­fael­lo Mar­tinel­li per un bilan­cio del 2018 e le prospet­tive del 2019. Pre­sen­ti l’Economo del­la Curia Enri­co Moli­nari, la dot­tores­sa Styliani Fanou, del­la sede Enea Casac­cia di Roma, e la dot­tores­sa Luisa Can­eve dell’Enea di Fras­cati che ha tes­ti­mo­ni­a­to il ful­cro del­la part­ner­ship tra Dio­ce­si e l’Agenzia per le nuove tec­nolo­gie che va ver­so il recu­pero dei beni cul­tur­ali del­la Curia tus­colana

“Deve pas­sare il mes­sag­gio – ha det­to Mon­sign­or Mar­tinel­li – che i beni mon­u­men­tali del­la Dio­ce­si sono beni di tut­ti. Nec­es­sario l’accordo con l’Enea per­ché l’8×1000 è stru­men­to impor­tante, ma non bastev­ole per le neces­sità di strut­ture come la Chiesa di Mon­teporzio e di quel­la di Roc­ca di Papa per fare due esem­pi. Siamo orgogliosi di questo acc­cor­do – aggiunge la Dot­tores­sa Can­eve – abbi­amo comini­ca­to operan­do pro­prio nei locali del­la Curia fras­catana, ma non vogliamo fer­mar­ci e dare il nos­tro con­trib­u­to fat­ti­vo per il bene del­la comu­nità. Occorre sem­i­nare sem­pre – ha aggiun­to Mar­tinel­li – tante le espe­rien­ze impor­tan­ti sul nos­tro ter­ri­to­rio vedi l’Emporio fras­catano, il dor­mi­to­rio di Capoc­roce, ma anche la nuo­va edilizia nelle strut­ture reli­giose di More­na e di Tor Ver­ga­ta. La Dio­ce­si deve com­por­tar­si come una buona madre di famiglia – ha chiosato il Dot­tor Moli­nari. Ai gior­nal­isti chiedo – ho volu­to con­clud­ere il Vesco­vo di Fras­cati – di dif­fondere la paro­la di Dio, ci sono tan­ti esem­pi pos­i­tivi pro­prio come la strut­tura di Vil­la Campitel­li che è aper­ta a chi con un con­trib­u­to libero può accedere e vivere i locali per momen­ti o peri­o­di di spir­i­tu­al­ità. Abbi­amo rifi­u­ta­to il tur­is­mo reli­gioso per dare a questo luo­go un ind­i­riz­zo di accoglien­za per chi vuole fare un’esperienza di fede e non usare questi locali come un alber­go, un pun­to di tran­si­to per vis­itare la Cap­i­tale”.

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