ASSEVERAZIONE: UNA OPPORTUNITA’ PER LE AZIENDE PIU’ VIRTUOSE SUL TEMA DELLA SICUREZZA LAVORO Dati: infortuni…
SICUREZZA, “INIZIATIVA COMUNE” DENUNCIA LE MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA SOCIALE
26/06/2018Questo articolo è stato letto 1881 volte!
“A chi abita nel limbo delle incertezze. A chi vive l’insoddisfazione di una vita angusta, di un lavoro in cui non si riconosce. A chi ha perso la speranza di risalire la china e vede farsi sempre più profondo il solco tra sé e la propria vita. A chi è in cerca di una strada e sa che è giunto il momento di partire. “Iniziativa comune ” vuole raggiungere chi vive nella disperazione professionale”. A parlare è Rocco Tiso, portavoce di “Iniziativa Comune” -, neonato gruppo di Cooperazione e Proposte, composto da “Radici” (Raggruppamento corpi intermedi nessuno tocchi le radici), “Confeuro” (Confederazione degli agricoltori europei e del mondo) e “Soggetto giuridico” (Organismo di aggregazione intercategoriale e coinvolgimento dei cittadini). Tiso lancia la denuncia sulla mancanza di sicurezza sui luoghi di lavoro: “I numeri sono impietosi — dice -. Dall’inizio dell’anno, la conta dei morti sul lavoro va oltre i 300, secondo i dati riferiti di recente in Parlamento dal Ministro del Lavoro. La realtà purtroppo, ancora una volta chiama in causa la politica, perché sono passati circa dieci anni dall’approvazione del “Testo Unico di salute e sicurezza sul lavoro” ma per la totale attuazione mancano ancora diversi decreti”.
La delusione, le lacrime, gli occhi smarriti e la rabbia dei bambini orfani dei loro padri o delle loro mamme, morte sui luoghi di lavoro, Iniziativa Comune vuole girarli al nuovo Governo, affinché la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro vengano inseriti tra le priorità dell’agenda istituzionale: “Addirittura il Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, nella relazione alla Camera dei Deputati ha precisato — puntualizza il portavoce Tiso -: “Purtroppo il dato reale potrebbe essere ancora più alto considerando i lavoratori non tutelati dall’Inail e le denunce di infortunio mortale non riconosciute come tali dall’Istituto che dovrebbe fare azioni di prevenzione”. Rieccoci, gridano i bambini orfani, si riparla di “sicurezza sul lavoro”. Ciò che è stato fatto indirettamente sono palliativi, nessuna vera prevenzione, tutto si scarica sulla burocrazia”. A fronte di 4 milioni e 500 mila imprese — gli ispettori preposti ai controlli sono solo oltre 3 mila. “La tragedia senza fine dei morti sul lavoro, metta a nudo l’inerzia o l’incapacità strumentale dei tanti che hanno gestito le istituzioni indossando i paraocchi per guardare solo ai propri interessi. Tanto a morire sono solo lavoratori e contadini. Purtroppo la morte è sempre puntuale e porta con sé anche chi ha perso il lavoro e molti titolari di aziende che falliscono, perché proprio lo Stato non onora gli impegni”, denuncia ancora Rocco Tiso.
Dal portale Eures si legge che i suicidi sono in aumento anche tra gli “esodati” vale a dire coloro che vanno dai 45 ai 65 anni. Le testimonianze di giovani non ancora trentenni che decidono di buttare via la vita, sono pubblicate ovunque: “Una vita non si può spiegare, ma si può certamente aiutare o migliorare se si cammina insieme, toccando i tasti giusti, senza essere troppo invadenti e precipitosi. Questa dei bimbi orfani e che hanno perso i genitori “caduti sul lavoro” bussa alla nostra coscienza. Decida Lei Presidente Mattarella — se, come da noi sostenuto, questa è una priorità o la solita segnalazione da cestinare. Resta il fatto che proprio la mancanza di sostegno sociale, oltre a creare un senso di isolamento, produce quotidianamente vite spezzate”, conclude laconico il portavoce di Iniziativa Comune.
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Classe ’82, giornalista pubblicista dal 2012, cronista di strada dal 2007, scrivo ormai da tempo di sport, politica, sociale e cultura. Attualmente collaboro con testate dei Castelli Romani e della Capitale, fornendo al contempo prestazioni e consulenze di comunicazione per numerose realtà territoriali, private e pubbliche. Laziale, teatrante, animale sociale, adoro viaggiare, conoscere e nutrirmi della diversità, del nuovo, dello sconosciuto.