Genzano, Gabbarini: Quando l’ingnoranza al potere fa danni incalcolabili  al nostro territorio

Genzano, Gabbarini: Quando l’ingnoranza al potere fa danni incalcolabili al nostro territorio

03/06/2017 1 Di Redazione

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Genzano, Gabbarini: Quando l’ingnoranza al potere fa danni incalcolabili  al nostro territorio

La mostra “Sym­po­sium” del palaz­zo Sfor­za Cesa­ri­ni rispe­di­ta al mit­ten­te come inu­ti­li cian­fru­sa­glie ingom­bran­ti

Rispe­di­ta al mit­ten­te come inu­ti­li cian­fru­sa­glie ingom­bran­ti per fare spa­zio alla mostra dell’artista ospi­te dell’Infiorata: que­sto è l’allucinante desti­no dell’eccezionale col­le­zio­ne “Sym­po­sium” costi­tui­ta da reper­ti archeo­lo­gi­ci recu­pe­ra­ti dal­la Guar­dia di Finan­za e in espo­si­zio­ne per­ma­nen­te dal 30 mag­gio 2016 fino a ieri, al Palaz­zo Sfor­za Cesa­ri­ni.

Insie­me all’altra straor­di­na­ria dona­zio­ne Hager-Spor­tel­li di 114 ope­re, tra dipin­ti, dise­gni, scul­tu­re e inci­sio­ni pre­va­len­te­men­te del ‘600 e del ‘700, la col­le­zio­ne “Sym­po­sium” è sta­ta un tra­guar­do fon­da­men­ta­le del per­cor­so intra­pre­so negli ulti­mi anni per la pro­mo­zio­ne e valo­riz­za­zio­ne del com­ples­so monu­men­ta­le del Palaz­zo e Par­co Sfor­za Cesa­ri­ni, susci­tan­do l’attenzione di mol­ti addet­ti ai lavo­ri ed osser­va­to­ri ester­ni, atti­ran­do miglia­ia di visi­ta­to­ri e favo­ren­do la cre­sci­ta di una cre­di­bi­li­tà cul­tu­ra­le e ammi­ni­stra­ti­va del­la nostra cit­tà. Que­sta pre­zio­sa mostra, che qua­lun­que real­tà loca­le fareb­be a gara per ospi­ta­re e trat­te­ne­re, è sta­ta  smon­ta­ta dagli incre­du­li respon­sa­bi­li del­la Guar­dia di Finan­za, isti­tu­zio­ne dona­tri­ce al Comu­ne di Gen­za­no per esse­re desti­na­ta altro­ve. 

Magra con­so­la­zio­ne, per noi, è che que­sti ecce­zio­na­li reper­ti andran­no ad impre­zio­si­re il patri­mo­nio espo­si­ti­vo del Museo Civi­co archeo­lo­gi­co di Lanu­vio ed il Palaz­zo Chi­gi di Aric­cia. Pro­prio con que­ste impor­tan­ti real­tà cul­tu­ra­li del nostro ter­ri­to­rio, la pre­ce­den­te ammi­ni­stra­zio­ne ave­va dia­lo­ga­to instau­ran­do una soli­da col­la­bo­ra­zio­ne cul­tu­ra­le, ponen­do il Palaz­zo Sfor­za Cesa­ri­ni come uno dei per­ni di un siste­ma ter­rio­to­ria­le inte­gra­to dell’offerta cul­tu­ra­le, che mol­ti esper­ti han­no potu­to loda­re come un esem­pio vir­tuo­so del­la auto­no­ma capa­ci­tà di pro­mo­zio­ne dal bas­so.

Tut­to que­sto è fini­to. Il per­cor­so intra­pre­so è ormai abban­do­na­to. Il prin­ci­pa­le com­ples­so monu­men­ta­le del­la cit­tà per­de anco­ra pez­zi pre­gia­ti (alcu­ni dei pez­zi del­la col­le­zio­ne “Sym­po­sium” sono sta­ti valu­ta­ti qual­che milio­ne di euro), insie­me al suo par­co sto­ri­co, inter­det­to recen­te­men­te ai turi­sti con la scu­sa del­la sicu­rez­za, ma in real­tà per l’assenza di manu­ten­zio­ne e per le fon­ta­ne a sec­co a cau­sa degli impian­ti idrau­li­ci fuo­ri uso.

Gen­za­no per­de anco­ra visi­bi­li­tà e com­pe­ti­ti­vi­tà!

Per­de con­si­de­ra­zio­ne e rispet­to da par­te di altre isti­tu­zio­ni del­lo Sta­to come la Guar­dia di Finan­za, che si è distin­ta pro­prio nel nostro ter­ri­to­rio sul cam­po del recu­pe­ro al patri­mo­nio pub­bli­co di beni appar­te­nen­ti alla nostra iden­ti­tà cul­tu­ra­le e desti­na­ti al cir­cui­to ille­ga­le del mer­ca­to pri­va­to.

Per­de capa­ci­tà attrat­ti­va rispet­to ad una doman­da turi­sti­ca di qua­li­tà, che da oggi avrà un moti­vo in più per rivol­ger­si altro­ve, anzi­ché visi­ta­re la nostra cit­ta­di­na (Lanu­vio ed Aric­cia rin­gra­zia­no).

Per­de la scom­mes­sa di vola­re alto per qua­li­fi­ca­re le nostre risor­se spe­ci­fi­che, mor­ti­fi­can­do l’immagine loca­le con una pove­ra e incoe­ren­te pro­gram­ma­zio­ne cul­tu­ra­le (vedi anche la gestio­ne dell’Infiorata).

Ma è l’Amministrazione comu­na­le a cin­que stel­le che per­de anco­ra una vol­ta la fac­cia gesten­do anche que­sta vicen­da con improv­vi­sa­zio­ne, sen­za una rea­le pro­spet­ti­va alter­na­ti­va, sen­za una stra­te­gia o la ben­ché mini­ma com­pe­ten­za neces­sa­ria per indi­ca­re cosa si inten­da fare per valo­riz­za­re i nostri beni sto­ri­ci più pre­zio­si.

E così, anco­ra una vol­ta, que­sta cit­tà subi­sce il dan­no incal­co­la­bi­le dell’incompetenza al gover­no,  dell’arrogante igno­ran­za che si accom­pa­gna alla man­can­za di tra­spa­ren­za nel­le deci­sio­ni che riguar­da­no il futu­ro di tut­ti noi.

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