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Aldo Anellucci
ALDO ANELLUCCI: “LA BCC SAN BARNABA E’ UN PEZZO D’IDENTITA’ DI MARINO, BISOGNA DIFENDERLA DA DECISIONI POCO LUNGIMIRANTI”
L’ex presidente dell’istituto di credito cooperativo marinese,Aldo Anellucci interviene nel dibattito successivo alla riforma bancaria chiarendo il ruolo centrale legato al territorio di appartenenza che la banca di via Garibaldi dovrà continuare ad avere
“Il Credito Corporativo è stato investito da questa riforma necessaria, ma che probabilmente svilirà la natura e la funzione storica delle banche di credito locali. Nel rispetto dello spirito della riforma assisteremo ad aggregazioni vorticose che probabilmente non centreranno fino in fondo l’obiettivo di rafforzare le realtà locali senza rischiare di indebolire la presenza e la vicinanza economica ai territori storici.
Senza dubbio chi oggi è chiamato a prendere iniziative nella gestione delle banche, deve farlo nella consapevolezza che le scelte di oggi incideranno in modo irreversibile sugli assetti futuri”.
Con queste dichiarazioni rilasciate nel corso di un’intervista al quotidiano “Il giornale della Provincia” di domenica, l’ex presidente della Banca di Credito Cooperativo San Barnaba di Marino, Aldo Anellucci torna ad esprimersi sulle sorti dell’istituto di credito del quale per molti anni lui è stato alla guida. Lo fa a poco tempo dall’entrata in vigore della riforma del sistema bancario che investe ovviamente anche le banche di credito cooperativo attraverso progetti legati a fusioni tra i vari istituti su cui Anellucci si sofferma con dovizia invitando alla cautela.
“Marino rappresenta bancariamente una piazza ricca – ha detto ancora Anellucci — diversamente da quello che invece riescono ad esprimere le imprese locali che soffrono la carenza di programmazione del territorio, colpa di una politica del medio periodo miope. In questa fase difficilmente la Bcc potrà rappresentare un volano per l’economia locale, in quanto dovrà prima trovare un assetto che garantisca a se stessa la possibilità di operare con soddisfazione nel futuro”.
Quanto al futuro delle Bcc sul territorio dei Castelli Romani e in particolare a Marino dopo la riforma di settore operata dal governo, Anellucci fa sapere che “Nel caso della Bcc di Marino sarà certamente necessaria una fusione con una o, ancor meglio più consorelle, in modo da garantire la nascita di un soggetto solido che potrà accompagnare l’economia locale nel necessario rilancio e consolidamento. Nel processo di aggregazione si dovrà difendere quanto di buono creato in questi anni, e mi riferisco alla consolidata clientela ed alle numerose professionalità di qualità che fino ad oggi hanno consentito alla Bcc di crescere ed affermarsi. In sintesi va difesa con ogni mezzo la rappresentatività della San Barnaba che fino ad oggi ha caratterizzato la nostra banca. Questo è un auspicio che però non vedo realizzato nelle iniziative che, con fatica e senza una visione lungimirante, stanno prendendo corpo”.
Quindi in conclusione Anellucci che recentemente – prima delle Amministrative – era stato in procinto di entrare nell’agone politico marinese, ha riservato un pensiero al nuovo sindaco della città, Carlo Colizza del MoVimento 5 Stelle:“ Oggi Marino esprime una guida M5S con un sindaco serio e preparato. Questo però non basta perché poi ci vuole capacità amministrativa e senso politico nelle scelte. Il sindaco di Marino conosce bene la realtà locale e le esigenze del territorio, ha la possibilità perciò di avviare un piano di intervento che sia il frutto di una approfondita discussione con tutte le parti sociali, ascoltando e utilizzando al meglio le esigenze e le proposte che da esse verranno. L’atteggiamento non può e non deve essere un rifiuto a priori di ciò che già esiste nel territorio”.
Quanto al possibile asse a 5 Stelle tra le amministrazioni di Marino e Genzano, due dei territori interessati dalle possibili fusioni delle banche di credito cooperativo residenti nei due comuni dei Castelli, Anellucci è netto: “il buon amministratore pubblico o di banca conosce il proprio ruolo e dovrebbe conoscere il limite del proprio mandato. Come hanno mostrato anche fatti di valenza nazionale, la commistione banca — politica provoca danni. Il progetto di fusione con altre Bcc partirebbe col piede sbagliato se si privilegiasse la contiguità politico-amministrativa rispetto al suo vero scopo che è quello di rafforzare le realtà locali mantenendo il rapporto con i territori di riferimento. Non credo comunque che questo sia l’intento delle attuali amministrazioni comunali. Vedo però crescere un interesse nella base sociale per le novità in arrivo – ha concluso Anellucci — ed è da questo interesse che possono venire spinte positive per giungere alla creazione di un soggetto bancario forte e che possa continuare a supportare per i prossimi anni l’economia locale”.
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