Marino: l’analisi del voto del PSI e l’appello alla Di Giulio sul Divino Amore

Marino: l’analisi del voto del PSI e l’appello alla Di Giulio sul Divino Amore

10/06/2016 1 Di Redazione

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Giulio Santarelli

Giu­lio San­ta­rel­li

ANALISI DEL VOTO AMMINISTRATIVO NEL COMUNE DI MARINO E DOCUMENTO POLITICO DELL’ASSEMBLEA DEI CANDIDATI   DEL PARTITO SOCIALISTA ITALIANO 

L’assemblea dei can­di­da­ti del­la lista del PSI di Mari­no rin­gra­zia gli elet­to­ri per il con­sen­so alla lista e al can­di­da­to sin­da­co Giu­lio San­ta­rel­li.

Regi­stra il voto a mac­chia di leo­par­do con per­cen­tua­li sopra il 5% nel cen­tro sto­ri­co e scar­sa pre­sen­za nel­le zone di nuo­va urba­niz­za­zio­ne nel­le fra­zio­ni dovu­ta alla man­ca­ta pre­sen­za del par­ti­to che si pro­trae­va da oltre vent’anni e che una cam­pa­gna elet­to­ra­le di ven­ti gior­ni, sia pure con­dot­ta con impe­gno e slan­cio e su un pro­gram­ma di qua­li­tà, di inno­va­zio­ne, con un for­te impat­to sul­le emer­gen­ze del­la cit­tà non pote­va col­ma­re. 

Il Psi a Mari­no coglie un risul­ta­to signi­fi­ca­ti­vo che non ha riscon­tro in nes­sun comu­ne dove si è vota­to e ha get­ta­to le basi per costrui­re una squa­dra moti­va­ta e coe­sa con la volon­tà di rico­strui­re una soli­da orga­niz­za­zio­ne capa­ce di assi­cu­ra­re sul ter­ri­to­rio la pre­sen­za atti­va e pro­pul­si­va del par­ti­to.

Il PSI è con­sa­pe­vo­le di aver impo­sto nel­la cam­pa­gna elet­to­ra­le l’agenda dei pro­ble­mi, del­le urgen­ze e del­le prio­ri­tà anche se non ha del tut­to rac­col­to i frut­ti.

Agen­da che ha inchio­da­to la coa­li­zio­ne di Paloz­zi alle sue respon­sa­bi­li­tà del decen­nio tra­scor­so, deter­mi­nan­do­ne la scon­fit­ta. 

Con il 5 giu­gno si chiu­de defi­ni­ti­va­men­te l’era nefa­sta di Paloz­zi e di For­za Ita­lia, coa­li­zio­ne desti­na­ta a sfal­dar­si con il distac­co di quel­le for­ma­zio­ni non estre­mi­ste e con una tra­di­zio­ne libe­ral­de­mo­cra­ti­ca e rifor­mi­sta. 

Quel­la che si è svol­ta a Mari­no è sta­ta una cam­pa­gna elet­to­ra­le ano­ma­la dove la tra­sver­sa­li­tà e la rac­col­ta dei voti pur­ches­sia ha pre­val­so sul­la iden­ti­tà e sul­la omo­ge­nei­tà poli­ti­ca, la sola che pote­va garan­ti­re la gover­na­bi­li­tà in caso di vit­to­ria.

Que­sta logi­ca acchiap­pa­vo­ti è sta­ta pre­sen­te sia a destra che a sini­stra e rap­pre­sen­ta il degra­do poli­ti­co che ha por­ta­to liste civi­che e can­di­da­ti a pas­sa­re con disin­vol­tu­ra da uno schie­ra­men­to al suo oppo­sto sul­la base di cal­co­li di con­ve­nien­za che, nel 2006, 20011 e 2014 ave­va­no avu­to suc­ces­so e che ora sono sta­ti boc­cia­ti dagli elet­to­ri sia a destra che a sini­stra e come rea­zio­ne ha spin­to tan­ta par­te degli elet­to­ri a vota­re e man­da­re in bal­lot­tag­gio il MoVi­men­to 5 Stel­le.

Anche la destra, nazio­na­li­sta e anti­eu­ro­pea, di FdI e Noi con Sal­vi­ni ha imbar­ca­to can­di­da­ti solo sul­la base di rap­por­ti ami­ca­li e in net­ta con­trap­po­si­zio­ne con la poli­ti­ca dei due par­ti­ti di rife­ri­men­to e che non ha por­ta­to ad alcun uti­le risul­ta­to e dif­fi­cil­men­te potrà resta­re den­tro logi­che di estre­ma destra.

Non è sfug­gi­to a que­sta logi­ca nep­pu­re il rag­grup­pa­men­to mes­so in pie­di dal Pd nel qua­le han­no con­vis­su­to sia i par­ti­ti di estre­ma sini­stra, avver­sa­ri irri­du­ci­bi­li del Pd di Ren­zi, sia i can­di­da­ti rifu­gia­ti­si nel­le liste civi­che di appog­gio, che fino all’altro ieri sono sta­ti a Mari­no i refe­ren­ti di Luca Gra­ma­zio, ere­de del Msi-An, agli arre­sti per Mafia Capi­ta­le. Com­ple­ta­no il qua­dro liste dei col­la­bo­ra­to­ri del­le giun­te Paloz­zi.

Que­ste pre­sen­ze si tro­va­no rifles­se anche sul pro­gram­ma del­la coa­li­zio­ne, non a caso ambi­guo e reti­cen­te su quel­la che, ad avvi­so dei Socia­li­sti, è la madre di tut­te le bat­ta­glie e rap­pre­sen­ta lo spar­tiac­que tra una poli­ti­ca puli­ta e fer­ma nel­la lot­ta all’affarismo e una poli­ti­ca, quel­la che va sotto il nome di rine­go­zia­zio­ne, che rap­pre­sen­ta la resa ai pote­ri for­ti e la rinun­cia ad impor­re il rispet­to del­la lega­li­tà come capo­sal­do di una ammi­ni­stra­zio­ne for­te­men­te anco­ra­ta al valo­re pri­ma­rio del­la lega­li­tà come meto­do di gover­no.

Con­trad­di­zio­ni e ambi­gui­tà che han­no impedi­to al Psi di par­te­ci­pa­re all’alleanza, obbli­gan­do­lo pre­sen­ta­re la lista auto­no­ma e il pro­prio can­di­da­to sin­da­co nono­stan­te la con­sa­pe­vo­lez­za di dover affron­ta­re una dif­fi­ci­le cam­pa­gna elet­to­ra­le.

Il Psi, in un qua­dro di cen­tro­si­ni­stra, sul model­lo nazio­na­le sareb­be sta­to del­la par­ti­ta a fian­co del Pd più di altri.

A Mari­no il qua­dro e le cer­tez­ze del Pd di Ren­zi non ci sono. Da qui deri­va la dif­fi­col­tà ad espri­me­re la pre­fe­ren­za nel bal­lot­tag­gio. Pre­fe­ren­za che ha biso­gno alme­no di chia­rez­za sui pro­gram­mi, vista la diso­mo­ge­nei­tà del­la coa­li­zio­ne che fa per­no sul Pd. Pren­dia­mo atto del­la dichia­ra­zio­ne del­la Di Giu­lio che dice di non aver biso­gno di appa­ren­ta­men­ti e coe­ren­te­men­te con le posi­zio­ni da noi soste­nu­te pri­ma e duran­te la cam­pa­gna elet­to­ra­le chie­dia­mo un impe­gno espli­ci­to, chia­ro e for­te al Pd e alla Di Giu­lio riguar­dan­te le lot­tiz­za­zio­ni ille­ga­li e in tota­le con­tra­sto con le pre­scri­zio­ni e i vin­co­li del Pia­no di coor­di­na­men­to ter­ri­to­ria­le del­la Pro­vin­cia di Roma, posi­zio­ne che in ogni caso deve sospen­de­re la ese­cu­ti­vi­tà del­le deli­be­re per sot­to­por­re l’in­te­ro Master­Plan alla veri­fi­ca di legit­ti­mi­tà anche attra­ver­so la con­vo­ca­zio­ne del­la con­fe­ren­za dei ser­vi­zi.

L’assemblea, in atte­sa del­la rispo­sta, con­vo­ca una nuo­va riu­nio­ne per lune­dì 13 giu­gno per pro­nun­ciar­si in via defi­ni­ti­va sul voto al bal­lot­tag­gio.

Infi­ne l’assemblea, con­sa­pe­vo­le dell’impronta data alla cam­pa­gna elet­to­ra­le e dei con­sen­si rice­vu­ti, deci­de che è arri­va­to il tem­po del­la riscos­sa e per­ciò di non sman­tel­la­re la strut­tu­ra orga­niz­za­ti­va mes­sa in atto nel­la con­vin­zio­ne che si può esse­re for­za di gover­no anche se si è fuo­ri dal Con­si­glio comu­na­le e si ha la capa­ci­tà di ela­bo­ra­re pro­po­ste come quel­la del­la deli­be­ra per la revo­ca del­la lot­tiz­za­zio­ne del Divi­no Amo­re, da noi pre­sen­ta­ta in cam­pa­gna elet­to­ra­le, con la qua­le tut­ti dovran­no misu­rar­si e che dà ai socia­li­sti il ruo­lo di for­za pro­pul­si­va e dia­lo­gan­te con tut­ti colo­ro che han­no a cuo­re la rina­sci­ta del­la nostra cit­tà. 

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