L’Opinione. DONNE ATTERRATE SENZA PIETA’ di Vincenzo Andraous

L’Opinione. DONNE ATTERRATE SENZA PIETA’ di Vincenzo Andraous

05/11/2012 0 Di Redazione

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Vin­cen­zo Andraous

DONNE ATTERRATE SENZA PIETA’ di Vin­cen­zo Andraous

Un’altra don­na fat­ta  a pez­zi ai bor­di del­la car­reg­gia­ta, den­tro un cam­po incol­to, lascia­ta a impu­tri­di­re con pre­me­di­ta­zio­ne, come a voler signi­fi­ca­re che il dazio da paga­re sarà que­sto per chi non vor­rà sot­to­sta­re al mar­chio di fab­bri­ca, a nome pap­po­ne oppu­re clien­te.

Padro­ni di vita, schia­ve di soprav­vi­ven­za, impe­ra­to­ri di sogni e di spe­ran­ze, pri­gio­nie­re di una fidu­cia tra­di­ta al pri­mo incon­tro.

Uomi­ni e pro­sti­tu­te stan­no ai mar­gi­ni, inchio­da­ti ai lati non vedu­ti, a loro vol­ta emar­gi­ne­ran­no quan­ti arri­ve­ran­no al ban­chet­to da con­su­ma­re insie­me in fret­ta.

Don­ne di ogni colo­re, cul­tu­ra, fede, don­ne nude alla pro­pria car­ne, don­ne sve­sti­te di ogni dirit­to, don­ne sul­la stra­da a ven­de­re un pia­ce­re che non sarà mai una sto­ria scrit­ta, rac­con­ta­ta, for­se bisbi­glia­ta di lon­ta­no.

Don­ne a inse­gui­re una liber­tà che non c’è, una liber­tà che non par­la, non ascol­ta, né accom­pa­gna, una liber­tà pro­sti­tu­ta, rin­cor­sa, inse­gui­ta, affer­ra­ta, una illu­sio­ne già mor­ta in par­ten­za.

Don­ne ruba­te, rapi­na­te dell’ultima spe­ran­za, don­ne dimez­za­te come cose di poco valo­re, lascia­te lì, sacra­li­tà vio­len­ta­ta.

Don­ne usa­te, offe­se, umi­lia­te, sen­za più un sen­so da dare, da ritro­va­re, da ri-con­qui­sta­re, don­ne al mar­cia­pie­de, allo ster­ra­to, nel­la pol­ve­re dove i fio­ri scom­pa­io­no nel silen­zio dell’ipocrisia-indifferenza che fa mer­ca­to, offer­ta, richie­sta.

Don­ne feri­te quo­ti­dia­na­men­te da uomi­ni che non sono nep­pu­re lon­ta­na­men­te eroi nostal­gi­ci, sono sfrut­ta­to­ri da cate­na di mon­tag­gio, a con­trol­la­re che il pia­ce­re non ven­ga mai meno, mai sco­per­to per quel­lo che è, una infa­mia che se non pro­du­ce com­pli­ci, sfor­na bel­la­men­te cor­re­spon­sa­bi­li, sen­za vol­to, sen­za iden­ti­tà, cit­ta­di­ni one­sti, geni­to­ri atten­ti, adul­ti edu­ca­to­ri a pas­sa­re in ras­se­gna la mer­can­zia bene espo­sta alla gogna.

Anco­ra don­ne dila­nia­te, alcu­ne per pro­pria scel­ta, la mag­gio­ran­za per coman­do, una vita scan­di­ta dal col­po di fuci­le che da un momen­to all’altro potreb­be arri­va­re.

Don­ne sot­to i cespu­gli, die­tro i coper­to­ni, davan­ti ai fuo­chi, non sono cir­con­da­te dagli ulu­la­ti dei lupi di mon­ta­gna, sono ammuc­chia­te al digri­gna­re di den­ti, dal sor­ri­so male­vo­lo di chi com­pra, di chi ven­de, sen­za bada­re alle mani spor­che di san­gue per una digni­tà sra­di­ca­ta alla radi­ce.

Don­ne in ven­di­ta per pochi dena­ri, mone­te sen­za effi­ge, sen­za coro­na, sen­za alcun segno se non quel­lo del barat­to che non si deve prof­fe­ri­re.

Don­ne che non han­no voce, non san­no tene­re alto lo sguar­do, anche quel­lo a coman­do sfi­da la sor­te per una carez­za che non c’è mai.

Don­ne nude al palo, lega­te al gior­no e alla not­te, con i pol­si segna­ti, il cuo­re strap­pa­to, i pie­di appog­gia­ti di tra­ver­so ai metri che non avvi­ci­na­no mai.

Don­ne e bam­bi­ne pos­so­no appa­ri­re bal­le­ri­ne di pri­ma fila, inve­ce non sono in posa, ruba­no atti­mi di cie­lo a una vita di dolo­re umi­lia­to, di spe­ran­za affa­ti­ca­ta, di corag­gio ine­be­ti­to dal­le bot­te, dal­la dro­ga, da una con­di­zio­ne che non è rac­con­ta­bi­le, un insul­to a tan­ti uomi­ni che se ne fan­no van­to, occa­sio­ne di sva­go, for­mu­la chi­mi­ca a buon mer­ca­to per non rischia­re di rima­ne­re avvin­ti alla sof­fe­ren­za.

Momen­ti di disu­ma­na con­ta­mi­na­zio­ne, pos­se­di­men­ti sen­za paro­le di con­tor­no, che dise­du­ca­no al dove­re di una urgen­te azio­ne del­la respon­sa­bi­li­tà, là, dove non c’è più rispet­to per chi sta peg­gio, per chi tace per pau­ra, per chi offre il fian­co per evi­ta­re la fos­sa.

 

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