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Frosinone. Chiappini (FGCI) : ambiente e capitale, è il capitalismo il vero imputato per i disastri climatici
21/08/2021Questo articolo è stato letto 4294 volte!
La settimana precedente ferragosto, nella Federazione del PCI di Frosinone, si è svolto un incontro. Il tema è stato, tra l’altro, quello della questione dei mutamenti climatici e della necessità di offrire risposte alte, ad una questione dirimente per il futuro. Per questo, lancia in resta, sia i partecipanti che, inparticolare tra questi, i giovani della Fgci hanno inteso mettere nero su bianco analisi, preoccupazioni e giudizio politico. E’ stato affidato a Marco Chiappini, appunto della Fgci ciociara, il compito di vergare, sulla scorta di un documento pubblico diffuso dal Manifesto, che riporta numerosi dati e spunti a cura dell’Ipcc. Scrive Chiappini: ” Per molti anni il problema dell’inquinamento è stato trascurato; si è pensato all’ottimizzazione degli stili di vita ed è stato tralasciato quello che oggi risulta essere un fenomeno che merita attenzione e necessita di una soluzione il più possibile immediata. Le conseguenze sulla società sono molteplici: danni che vanno ad intaccare la salute umana, clima che diventa sempre più tropicale, fenomeni naturali estremi, come terremoti, siccità e tempeste. Dal sesto rapporto Ipcc comprendiamo che in tutto il globo si è verificato, negli ultimi decenni, un innalzamento delle temperature e del livello del mare, riguardo questi due eventi la situazione più drammatica la vive il continente Africano, dove l’incremento delle temperature e del livello del mare è superiore alla media globale e l’Asia, dove l’innalzamento dei mari è stato e continuerà ad essere al di sopra della media, insieme con un una diminuzione della velocità dei venti che porterà all’indebolimento dei monsoni, venti che condizionano le piogge e le precipitazioni atmosferiche. Riguardo all’Australia, uno degli aspetti più preoccupanti è che la frequenza delle ondate di calore continuerà ad aumentare e che la stagione calda è destinata ad allungarsi ulteriormente, inoltre le precipitazioni diminuiranno. Anche in Sud America il regime delle precipitazioni è cambiato e cambierà, seguendo un trend che lo vede aumentare nel nord-ovest e nel sud-est e diminuire nel nord-est e nel sud-ovest. Altro dato sicuro è l’incremento delle ondate di acque più calde e il ritardo dei monsoni che spazzano e regolano il cuore del continente e ciò porterà all’esasperazione vari fenomeni quali la siccità e le ondate di calore.”. Tutti elementi già comprovati anche dalle approfondite analisi e proposte alte globali elaborate, ad esempio dalla Repubblica socialista di Cina nella sua indicazione al mondo di costruzione di una Comunità Umana dal Futuro Condiviso. Così continua nela analisi, desrizione e giudizio il giovane esponente comunista: “In America del Nord ci sarà un elevato innalzamento delle temperature e, nelle zone più meridionali, i cicloni tropicali saranno sempre più violenti. Guardando al continente europeo, l’aumento delle temperature non farà sconti a nessuno, così come il numero di picchi di calore, ciò è dimostrato dal caldo record registrato a Siracusa, dove il termometro ha riportato 48,8 gradi, si tratta della temperatura più alta mai registrata in Europa. Soffermiamoci ora su 4 aree morfologiche (montagne, oceani, poli e isole). Riguardo le montagne c’è da riportare che lo zero termico si sposterà ad altitudini maggiori alterando i regimi di nevosità e di formazione delle masse di ghiaccio, di conseguenza i ghiacciai continueranno a ridursi e il permafrost (lo strato di ghiaccio che compatta la superficie delle vette) diventerà più sottile, compromettendo la stabilità dei crinali. Per gli oceani c’è da ricordare che la temperatura superficiale delle acque, che è aumentata nel corso del secolo scorso, è destinata a crescere anche in quello attuale e ciò comporta una diminuzione dei livelli di ossigeno, una maggiore acidificazione delle acque a causa dell’aumento di CO2. Inoltre si sono già verificate alterazioni chimiche: l’oceano Atlantico è già più salato di prima, mentre nelle acque del pacifico la salinità è diminuita, oltre a ciò le acque artiche sono destinate a ondate di calore sempre più frequenti. Per le zone polari l’entità della massa di ghiaccio è il parametro preso in considerazione, con numeri in calo dagli anni duemila e che continueranno a scendere anche se la temperatura globale si stabilizzasse. Questo andamento è particolarmente accentuato nell’Artico, che secondo i ricercatori ha più che raddoppiato il tasso globale di riscaldamento negli ultimi 50 anni, e questa dinamica continuerà anche nel 2021. La maggiore variabilità interna rende invece la situazione di riscaldamento dell’Antartide meno estrema ma comunque costante. Veniamo alle isole, dove le conseguenze dell’indubbio innalzamento delle acque non sono sempre individuabili a causa della carenza di informazioni: i trend sono l’aumento delle inondazioni e un numero minore di cicloni, ma più intensi. Nelle aree urbane, invece, l’elevato inquinamento acutizza il surriscaldamento. Nel nostro paese il nuovo rapporto Onu sul clima trova una situazione di emergenza. Otto città bollino rosso e 21 bollino arancione, inoltre l’Italia è prima nell’UE per numero di incendi di grandi dimensioni divampanti nel 2021, i numeri dicono che dal primo gennaio al 14 agosto 2021 sono stati percorsi dal fuoco in Italia 120.166 ettari, un’estensione analoga alla città di Roma. 472 gli incendi di grandi proporzioni, quelli con oltre 30 ettari bruciati. Il nostro paese inoltre è in ritardo anche negli obiettivi del piano di ripresa e resilienza, secondo i verdi Bonelli ed Evi (Europa verde) il Pnrr prevede una riduzione delle emissioni climalteranti del 51% entro il 2030, mentre la legge europea sul clima già molto cauta si prefigge l’obiettivo del 55%. Secondo Legambiente c’è bisogno di fare molto di più, la riduzione delle emissioni entro il 2030 dovrebbe essere del 65%. — quindi Marco Chiappini conclude con una secca denuncia — È intuitivo il fatto che causa di tutti questi eventi è il capitalismo, sistema che ha prosperato per secoli attraverso lo sfruttamento della natura, ma la capacità della Terra di sopportare i processi ecodistruttivi del capitale ha ormai raggiunto il suo limite.”.
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Un operatore dell’informazione. Un attivista culturale impegnato a diffondere le buone pratiche che aumentano ed estendono la fruizione del miglior bene immateriale di cui l’umanità dispone: il sapere, la conoscenza, la cultura. Questo il mio intimo a cui mi ispiro e la mia veste “giornalistica”. Professionalmente provengo da esperienze “strutturate” come sono gli Uffici Stampa pesanti: La Lega delle Cooperative, Botteghe Oscure. Ma anche esperienze di primo impatto: Italia Radio; e il mondo delle Rassegne Stampa cooperativa DIRE, Diretel, Rastel, Telpress. Per la carta stampata oltre una esperienza “in proprio” come direttore scientifico della rivista “Vini del Lazio”, ho collaborato con Paese Sera, con L’Unità, con Oggi Castelli.