Frosinone. Chiappini (FGCI) : ambiente e capitale, è il capitalismo il vero imputato per i disastri climatici

Frosinone. Chiappini (FGCI) : ambiente e capitale, è il capitalismo il vero imputato per i disastri climatici

21/08/2021 0 Di Maurizio Aversa

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Fgci, Fro­si­no­ne: le nuo­ve leve. Mar­co Chiap­pi­ni


La set­ti­ma­na pre­ce­den­te fer­ra­go­sto, nel­la Fede­ra­zio­ne del PCI di Fro­si­no­ne, si è svol­to un incon­tro. Il tema è sta­to, tra l’al­tro, quel­lo del­la que­stio­ne dei muta­men­ti cli­ma­ti­ci e del­la neces­si­tà di offri­re rispo­ste alte, ad una que­stio­ne diri­men­te per il futu­ro. Per que­sto, lan­cia in resta, sia i par­te­ci­pan­ti che, inpar­ti­co­la­re tra que­sti, i gio­va­ni del­la Fgci han­no inte­so met­te­re nero su bian­co ana­li­si, pre­oc­cu­pa­zio­ni e giu­di­zio poli­ti­co. E’ sta­to affi­da­to a Mar­co Chiap­pi­ni, appun­to del­la Fgci cio­cia­ra, il com­pi­to di ver­ga­re, sul­la scor­ta di un docu­men­to pub­bli­co dif­fu­so dal Mani­fe­sto, che ripor­ta nume­ro­si dati e spun­ti a cura del­l’I­pcc. Scri­ve Chiap­pi­ni: ” Per mol­ti anni il pro­ble­ma dell’inquinamento è sta­to tra­scu­ra­to; si è pen­sa­to all’ottimizzazione degli sti­li di vita ed è sta­to tra­la­scia­to quel­lo che oggi risul­ta esse­re un feno­me­no che meri­ta atten­zio­ne e neces­si­ta di una solu­zio­ne il più pos­si­bi­le imme­dia­ta. Le con­se­guen­ze sul­la socie­tà sono mol­te­pli­ci: dan­ni che van­no ad intac­ca­re la salu­te uma­na, cli­ma che diven­ta sem­pre più tro­pi­ca­le, feno­me­ni natu­ra­li estre­mi, come ter­re­mo­ti, sic­ci­tà e tem­pe­ste. Dal sesto rap­por­to Ipcc com­pren­dia­mo che in tut­to il glo­bo si è veri­fi­ca­to, negli ulti­mi decen­ni, un innal­za­men­to del­le tem­pe­ra­tu­re e del livel­lo del mare, riguar­do que­sti due even­ti la situa­zio­ne più dram­ma­ti­ca la vive il con­ti­nen­te Afri­ca­no, dove l’in­cre­men­to del­le tem­pe­ra­tu­re e del livel­lo del mare è supe­rio­re alla media glo­ba­le e l’Asia, dove l’innalzamento dei mari è sta­to e con­ti­nue­rà ad esse­re al di sopra del­la media, insie­me con un una dimi­nu­zio­ne del­la velo­ci­tà dei ven­ti che por­te­rà all’indebolimento dei mon­so­ni, ven­ti che con­di­zio­na­no le piog­ge e le pre­ci­pi­ta­zio­ni atmo­sfe­ri­che. Riguar­do all’Australia, uno degli aspet­ti più pre­oc­cu­pan­ti è che la fre­quen­za del­le onda­te di calo­re con­ti­nue­rà ad aumen­ta­re e che la sta­gio­ne cal­da è desti­na­ta ad allun­gar­si ulte­rior­men­te, inol­tre le pre­ci­pi­ta­zio­ni dimi­nui­ran­no. Anche in Sud Ame­ri­ca il regi­me del­le pre­ci­pi­ta­zio­ni è cam­bia­to e cam­bie­rà, seguen­do un trend che lo vede aumen­ta­re nel nord-ove­st e nel sud-est e dimi­nui­re nel nord-est e nel sud-ove­st. Altro dato sicu­ro è l’incremento del­le onda­te di acque più cal­de e il ritar­do dei mon­so­ni che spaz­za­no e rego­la­no il cuo­re del con­ti­nen­te e ciò por­te­rà all’esasperazione vari feno­me­ni qua­li la sic­ci­tà e le onda­te di calo­re.”. Tut­ti ele­men­ti già com­pro­va­ti anche dal­le appro­fon­di­te ana­li­si e pro­po­ste alte glo­ba­li ela­bo­ra­te, ad esem­pio dal­la Repub­bli­ca socia­li­sta di Cina nel­la sua indi­ca­zio­ne al mon­do di costru­zio­ne di una Comu­ni­tà Uma­na dal Futu­ro Con­di­vi­so. Così con­ti­nua nela ana­li­si, desri­zio­ne e giu­di­zio il gio­va­ne espo­nen­te comu­ni­sta: “In Ame­ri­ca del Nord ci sarà un ele­va­to innal­za­men­to del­le tem­pe­ra­tu­re e, nel­le zone più meri­dio­na­li, i ciclo­ni tro­pi­ca­li saran­no sem­pre più vio­len­ti. Guar­dan­do al con­ti­nen­te euro­peo, l’aumento del­le tem­pe­ra­tu­re non farà scon­ti a nes­su­no, così come il nume­ro di pic­chi di calo­re, ciò è dimo­stra­to dal cal­do record regi­stra­to a Sira­cu­sa, dove il ter­mo­me­tro ha ripor­ta­to 48,8 gra­di, si trat­ta del­la tem­pe­ra­tu­ra più alta mai regi­stra­ta in Euro­pa. Sof­fer­mia­mo­ci ora su 4 aree mor­fo­lo­gi­che (mon­ta­gne, ocea­ni, poli e iso­le). Riguar­do le mon­ta­gne c’è da ripor­ta­re che lo zero ter­mi­co si spo­ste­rà ad alti­tu­di­ni mag­gio­ri alte­ran­do i regi­mi di nevo­si­tà e di for­ma­zio­ne del­le mas­se di ghiac­cio, di con­se­guen­za i ghiac­ciai con­ti­nue­ran­no a ridur­si e il per­ma­fro­st (lo stra­to di ghiac­cio che com­pat­ta la super­fi­cie del­le vet­te) diven­te­rà più sot­ti­le, com­pro­met­ten­do la sta­bi­li­tà dei cri­na­li. Per gli ocea­ni c’è da ricor­da­re che la tem­pe­ra­tu­ra super­fi­cia­le del­le acque, che è aumen­ta­ta nel cor­so del seco­lo scor­so, è desti­na­ta a cre­sce­re anche in quel­lo attua­le e ciò com­por­ta una dimi­nu­zio­ne dei livel­li di ossi­ge­no, una mag­gio­re aci­di­fi­ca­zio­ne del­le acque a cau­sa dell’aumento di CO2. Inol­tre si sono già veri­fi­ca­te alte­ra­zio­ni chi­mi­che: l’oceano Atlan­ti­co è già più sala­to di pri­ma, men­tre nel­le acque del paci­fi­co la sali­ni­tà è dimi­nui­ta, oltre a ciò le acque arti­che sono desti­na­te a onda­te di calo­re sem­pre più fre­quen­ti. Per le zone pola­ri l’entità del­la mas­sa di ghiac­cio è il para­me­tro pre­so in con­si­de­ra­zio­ne, con nume­ri in calo dagli anni due­mi­la e che con­ti­nue­ran­no a scen­de­re anche se la tem­pe­ra­tu­ra glo­ba­le si sta­bi­liz­zas­se. Que­sto anda­men­to è par­ti­co­lar­men­te accen­tua­to nell’Artico, che secon­do i ricer­ca­to­ri ha più che rad­dop­pia­to il tas­so glo­ba­le di riscal­da­men­to negli ulti­mi 50 anni, e que­sta dina­mi­ca con­ti­nue­rà anche nel 2021. La mag­gio­re varia­bi­li­tà inter­na ren­de inve­ce la situa­zio­ne di riscal­da­men­to dell’Antartide meno estre­ma ma comun­que costan­te. Venia­mo alle iso­le, dove le con­se­guen­ze dell’indubbio innal­za­men­to del­le acque non sono sem­pre indi­vi­dua­bi­li a cau­sa del­la caren­za di infor­ma­zio­ni: i trend sono l’aumento del­le inon­da­zio­ni e un nume­ro mino­re di ciclo­ni, ma più inten­si. Nel­le aree urba­ne, inve­ce, l’elevato inqui­na­men­to acu­tiz­za il sur­ri­scal­da­men­to. Nel nostro pae­se il nuo­vo rap­por­to Onu sul cli­ma tro­va una situa­zio­ne di emer­gen­za. Otto cit­tà bol­li­no ros­so e 21 bol­li­no aran­cio­ne, inol­tre l’Italia è pri­ma nell’UE per nume­ro di incen­di di gran­di dimen­sio­ni divam­pan­ti nel 2021, i nume­ri dico­no che dal pri­mo gen­na­io al 14 ago­sto 2021 sono sta­ti per­cor­si dal fuo­co in Ita­lia 120.166 etta­ri, un’e­sten­sio­ne ana­lo­ga alla cit­tà di Roma. 472 gli incen­di di gran­di pro­por­zio­ni, quel­li con oltre 30 etta­ri bru­cia­ti. Il nostro pae­se inol­tre è in ritar­do anche negli obiet­ti­vi del pia­no di ripre­sa e resi­lien­za, secon­do i ver­di Bonel­li ed Evi (Euro­pa ver­de) il Pnrr pre­ve­de una ridu­zio­ne del­le emis­sio­ni cli­mal­te­ran­ti del 51% entro il 2030, men­tre la leg­ge euro­pea sul cli­ma già mol­to cau­ta si pre­fig­ge l’obiettivo del 55%. Secon­do Legam­bien­te c’è biso­gno di fare mol­to di più, la ridu­zio­ne del­le emis­sio­ni entro il 2030 dovreb­be esse­re del 65%. — quin­di Mar­co Chiap­pi­ni con­clu­de con una sec­ca denun­cia — È intui­ti­vo il fat­to che cau­sa di tut­ti que­sti even­ti è il capi­ta­li­smo, siste­ma che ha pro­spe­ra­to per seco­li attra­ver­so lo sfrut­ta­men­to del­la natu­ra, ma la capa­ci­tà del­la Ter­ra di sop­por­ta­re i pro­ces­si eco­di­strut­ti­vi del capi­ta­le ha ormai rag­giun­to il suo limi­te.”.

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