“In merito ai 209 miliardi di euro di fondi europei previsti per l’Italia (Recovery fund)…
Roma/Frosinone.Il PCI Lazio chiede alla Regione: perché negare incontro sulla Valle del Sacco?
05/12/2020Questo articolo è stato letto 3707 volte!
La Segreteria Regionale, unitamente alla Commissione Ambiente del PCI regionale, segue da molto tempo le vicende che, del resto, non sono confinate alle sole province di Roma e Frosinone o della Regione ma sono definite da governanti e amministratori oltre che scienziati ambientali, di rilievo nazionale: quelle che riguardano il disastro della Valle del Sacco. A questo proposito sia con le dichiarazioni del segretario regionale, Oreste della Posta, che del responsabile Ambiente, Fausto Nuglio, il PCI si è fatto portatore di denunce politico-amministrative volte a conoscere e spronare circa i provvedimenti e la trasparenza nella informazione alle popolazioni, di cui per la parte del nostro ruolo in questo, cerchiamo di rappresentare. “Proprio per questo, oltre che sulla stampa e sui media, abbiamo svolto una iniziativa per avere di prima mano le informazioni che sollecitiamo. Ora, mentre da un lato, come giustamente ha sottolineato Legambiente, sono stati presi i primi provvedimenti (quelli afferenti il sito discarica di Frosinone in via Lame) – rendono noto Della Posta e Nuglio – di cui ci compiacciamo e che monitoreremo; da altro lato non comprendiamo una sorta di miope ostracismo a non fissare un semplice incontro coi comunisti. Perché? E’ incomprensibile e, sicuramente, noi non siamo qui a pietire per un nostro ruolo a prescindere, ma, come detto, solo per rappresentare quesiti, punti di vista, ricevendo risposte a domande inerenti questa drammatica vicenda della Valle del Sacco. Cosa mai – concludono i dirigenti comunisti – può preoccupare la Giunta Zingaretti, di così pericoloso e compromettente nel rispondere a quesiti che il PCI vuol rivolgere rappresentando una buona parte di cittadini?”.
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Un operatore dell’informazione. Un attivista culturale impegnato a diffondere le buone pratiche che aumentano ed estendono la fruizione del miglior bene immateriale di cui l’umanità dispone: il sapere, la conoscenza, la cultura. Questo il mio intimo a cui mi ispiro e la mia veste “giornalistica”. Professionalmente provengo da esperienze “strutturate” come sono gli Uffici Stampa pesanti: La Lega delle Cooperative, Botteghe Oscure. Ma anche esperienze di primo impatto: Italia Radio; e il mondo delle Rassegne Stampa cooperativa DIRE, Diretel, Rastel, Telpress. Per la carta stampata oltre una esperienza “in proprio” come direttore scientifico della rivista “Vini del Lazio”, ho collaborato con Paese Sera, con L’Unità, con Oggi Castelli.
io non sono capace di farlo, chi ha dimestichezza con i p. c, tablet, ecc… Perché non fa un gruppo nazionale del P. C. I. Abbiamo fatto parte di Rifondazione e Comunisti Italiani ma sarebbe ora di ritornare al P. C. I. Basta surrogati, torniamo alle origini e chi può co si presenta a tutte le prossime elezioni con il simbolo del P. C. I. Buona domenica a tutti i COMPAGNI, Renato.