“Neanche il tempo di piacersi”, il nuovo spettacolo di Marco Falaguasta al Teatro della Cometa

“Neanche il tempo di piacersi”, il nuovo spettacolo di Marco Falaguasta al Teatro della Cometa

19/02/2020 0 Di Simone Bartoli

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“Neanche il tem­po di piacersi”…In un approc­cio sui social che salta del tut­to la fase del corteggia­men­to, o nel­la tor­men­ta­ta relazione tra gen­i­tori e figli, spec­chio di incom­pren­sioni acuite dall’abisso tec­no­logi­co. E’ questo il tito­lo del­la stand-up com­e­dy con la quale tor­na a Roma Mar­co Falaguas­ta, il noto attore romano di cin­e­ma e teatro, pro­tag­o­nista di molte serie tv di suc­ces­so Rai e Medi­aset come “Il restau­ra­tore 1 e 2”, «Dis­tret­to di polizia», fino all’ultima «L’amore strap­pa­to», ma anche reg­ista e scrit­tore.

Un monol­o­go che dis­vela una sati­ra diver­tente ed impi­etosa del­la nos­tra soci­età, dei nos­tri cos­tu­mi e dei rin­no­vati lin­guag­gi, dai quali noi “adul­ti” siamo sem­pre più spes­so tagliati fuori. Un rac­con­to diver­tente e arguto che diven­ta cronaca dei nos­tri tem­pi, nel quale ognuno di noi si riconosce. Questi sono i prin­ci­pali temi trat­tati da una pièce in cui Falaguas­ta esce fuori dagli sche­mi, rompe la “quar­ta parete” e si riv­olge diret­ta­mente al pub­bli­co, con­div­i­den­do molti momen­ti diver­ten­ti e qualche episo­dio di mag­giore tenerez­za e rif­les­sione.

Lo spet­ta­co­lo, in pro­gram­ma al Teatro del­la Cometa, debut­terà mer­coledì 19 feb­braio alle ore 21, e sarà in cartel­lone fino al 1° mar­zo, dopo aver riscos­so grande suc­ces­so nelle prece­den­ti tappe del­la tournée ital­iana.

“Tut­to è nato dal­la mia espe­rien­za di gen­i­tore — rac­con­ta Falaguas­ta — Pur viven­do e lavo­ran­do su parole e relazioni, mi sono scop­er­to juras­si­co e anacro­nis­ti­co nel­la relazione con i miei figli e il loro mon­do. E sem­pre più spes­so, invece di provare a com­pren­dere i loro cod­i­ci, mi sco­pro a giu­di­care i ragazzi e ad attribuire a loro la col­pa delle nos­tre dif­fi­coltà d’interazione”.

Lo spet­ta­co­lo riper­corre infat­ti il per­cor­so di vita reale del pro­tag­o­nista, da quegli anni ’80 spen­sierati, carichi di ottimis­mo in pieno boom eco­nom­i­co, ad oggi, quan­do si tro­va ad essere gen­i­tore in un con­testo di incertez­za, insta­bil­ità e al tem­po stes­so web e iper­con­nes­sione. Era meglio tele­fonare dal fis­so (o a get­tone) e fare le feste il saba­to pomerig­gio sot­to il con­trol­lo dei gen­i­tori, oppure essere sem­pre con­nes­si con le chat e sem­plice­mente comu­ni­care che si farà tar­di la notte ai gen­i­tori, i quali poi dovran­no fare a loro vol­ta tar­di per andare a pren­dere i figli davan­ti alle dis­coteche?

“Cosa ci por­ti­amo dietro di quegli anni – si chiede Falaguas­ta — quan­to è rimas­to in noi di quel­lo sguar­do pos­i­ti­vo con il quale aspet­tava­mo il futuro? Come le nuove tec­nolo­gie e pro­ce­dure che i nos­tri figli uti­liz­zano con dis­in­voltura, si sono inserite e han­no con­dizion­a­to le nos­tre abi­tu­di­ni e il nos­tro modo di vivere la quo­tid­i­an­ità? Noi che per com­prare parlava­mo con il commes­so e non con il cor­riere. Però, mag­a­ri, un sec­on­do dopo, ci sco­pri­amo a usare le app per noleg­gia­re la macchinet­ta del car shar­ing. Noi che, tut­to som­ma­to, siamo un po’ permalosi quan­do ci sen­ti­amo dire dai ragazzi che non siamo abbas­tan­za social per­ché pub­blichi­amo male, trop­po, trop­po poco, con hash­tag sbagliati. Noi che com­in­ci­amo a diventare sbagliati. Si, pro­prio così. È com­pli­ca­to ammet­tere che le nos­tre abi­tu­di­ni, soprat­tut­to di pen­siero, stan­no diven­tan­do vec­chie. È com­pli­ca­to accettare che dob­bi­amo essere noi ad avan­zare ver­so loro e non pre­tendere che siano loro a tornare indi­etro ver­so noi. Noi, i ragazzi degli anni ‘80, con quel sor­riso sem­pre stam­pa­to sul viso, noi non ci sarem­mo dovu­ti cadere! Noi, no. E invece ecco­ci qui a com­mentare, a lamentar­ci, a fare pen­sieri da cinquan­ten­ni. Ma com’è pos­si­bile, che pro­prio noi …siamo diven­tati cinquan­ten­ni? Eppure, se fac­ciamo i con­ti, tut­to tor­na. Allo­ra tan­to vale rid­ere di noi, così, forse, si rimane un po’ più gio­vani”.

La regia è di Tiziana Fos­chi (che ormai col­lab­o­ra da tem­po con l’attore), che è anche autrice insieme allo stes­so Falaguas­ta e ad Alessan­dro Manci­ni. La pro­duzione di Nico­la Canon­i­co per la Good Mood.

Gli orari del­lo spet­ta­co­lo sono: dal mart­edì al ven­erdì ore 21.00. Saba­to doppia repli­ca ore 17,00 e ore 21,00. Domeni­ca ore 17.00. Ulte­ri­ori info e costi dei bigli­et­ti sul sito del teatro.

 

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