Ciampino, De Rosa (Partecipazione Civica): “La sicurezza in primo piano”

Ciampino, De Rosa (Partecipazione Civica): “La sicurezza in primo piano”

27/03/2019 0 Di Redazione

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Ciampino, De Rosa (Partecipazione Civica): “La sicurezza non può prescindere dalla questione sociale, serve una città a misura di giovani”

 
“I recen­ti fat­ti di cro­na­ca a Ciam­pi­no han­no ripor­ta­to l’attenzione sul­la que­stio­ne del­la sicu­rez­za in cit­tà, ma soprat­tut­to sull’assenza di poli­ti­che socia­li che han­no l’o­biet­ti­vo di offri­re ai gio­va­ni i mez­zi e le pos­si­bi­li­tà per par­te­ci­pa­re e tra­sfor­ma­re la socie­tà”. Lo dichia­ra in una nota Fran­ce­sca De Rosa, espo­nen­te del movi­men­to Par­te­ci­pa­zio­ne Civi­ca.
“A Ciam­pi­no le due que­stio­ni cam­mi­na­no spes­so insie­me, dal momen­to che alla pro­gres­si­va assen­za di inter­ven­ti pub­bli­ci per l’autodeterminazione gio­va­ni­le, si accom­pa­gna­no fat­ti di cro­na­ca che vedo­no coin­vol­ti i gio­va­nis­si­mi. Fer­mo restan­do che deve esse­re la magi­stra­tu­ra ad accer­ta­re dina­mi­che e col­pe degli epi­so­di di vio­len­za, resta il fat­to che que­ste noti­zie sono spes­so una pun­ta dell’iceberg fat­ta di sen­sa­zio­na­li­smo, uti­le a far par­la­re di pre­sun­te emer­gen­ze dimen­ti­can­do total­men­te tut­ti i fal­li­men­ti di una cer­ta clas­se poli­ti­ca col­pe­vo­le di aver­ci lascia­to un ter­ri­to­rio abban­do­na­to e ras­se­gna­to, ma sem­pre pron­ta a tro­va­re il capro espia­to­rio di tur­no”. 
 
“La paro­la sicu­rez­za, sen­za agget­ti­vi, è diven­ta­ta ormai una paro­la vuo­ta”, pro­se­gue la nota dell’attivista di PC. “C’è un enor­me biso­gno di sicu­rez­za socia­le lad­do­ve i più gio­va­ni non han­no alter­na­ti­ve in que­sta cit­tà, nes­su­no spa­zio di socia­liz­za­zio­ne, in un ter­ri­to­rio sem­pre più buio, sem­pre più solo, dove il tes­su­to cul­tu­ra­le è sta­to sra­di­ca­to, espul­so, per fare spa­zio ai pro­get­ti spe­cu­la­ti­vi di chi fa pro­fit­to sacri­fi­can­do la vita dei nostri quar­tie­ri. Il risul­ta­to è sot­to i nostri occhi: negli ulti­mi anni gli spa­zi pub­bli­ci sono sta­ti can­cel­la­ti tut­ti.
Asso­cia­zio­ni cul­tu­ra­li e cit­ta­di­ni di buo­na volon­tà non han­no più avu­to luo­ghi dove orga­niz­za­re ini­zia­ti­ve. Allo stes­so modo l’imprenditoria sana e di qua­li­tà ha smes­so di vede­re Ciam­pi­no come un luo­go attraen­te dove apri­re luo­ghi di ritro­vo, sal­vo alcu­ne rare ed eroi­che ecce­zio­ni, pro­prio per­ché la cit­tà non offre nien­te. Nasco­no spon­ta­nea­men­te col­let­ti­vi gio­va­ni­li che si auto-orga­niz­za­no per alle­sti­re pic­co­li con­cer­ti e mostre, poco cono­sciu­ti ma di gran­de qua­li­tà. La con­cor­ren­za, però, nel­la cit­tà dor­mien­te e deser­ti­fi­ca­ta, è rap­pre­sen­ta­ta da un nume­ro spro­por­zio­na­to di sale scom­mes­se o di non-luo­ghi dove con­su­ma­re cibo e bevan­de indu­stria­li a pochis­si­mi euro. E’ un effet­to del­la cosid­det­ta gen­tri­fi­ca­zio­ne, dove la socia­li­tà e la cul­tu­ra ven­go­no espul­si dal tes­su­to cit­ta­di­no da un’urbanizzazione ste­ri­le fon­da­ta sul busi­ness del cemen­to, i nostri quar­tie­ri diven­ta­no dor­mi­to­ri spen­ti e così pro­li­fe­ra­no disa­gio socia­le, ras­se­gna­zio­ne, delin­quen­za”. 
 
“Ser­ve una poli­ti­ca pub­bli­ca di segno total­men­te oppo­sto alle logi­che che han­no gover­na­to fino­ra — con­clu­de De Rosa -, ma tenen­do­ci lon­ta­ni da ogni ten­ta­zio­ne secu­ri­ta­ria pri­va di un serio pro­get­to socia­le, cul­tu­ra­le, urba­ni­sti­co. Ser­ve più illu­mi­na­zio­ne ovun­que, men­tre inve­ce una per­cen­tua­le sem­pre più alta di lam­pio­ni si spen­go­no e resta­no spen­ti. Ser­vo­no atti­vi­tà pub­bli­che nel­le stra­de, in ogni quar­tie­re, anche come siste­ma per fare rete con le atti­vi­tà ricrea­ti­ve e cul­tu­ra­li pri­va­te. Ser­vo­no spa­zi pub­bli­ci e gesti­ti dai cit­ta­di­ni, una poli­ti­ca dei beni comu­ni, pat­ti di col­la­bo­ra­zio­ne, ogni edi­fi­cio abban­do­na­to e vuo­to in que­sta cit­tà deve diven­ta­re un cen­tro di aggre­ga­zio­ne dove fare sport, musi­ca, arte di stra­da, dove dare libe­ro spa­zio alle poten­zia­li­tà del­le gio­va­ni gene­ra­zio­ni. La cit­tà deve vive­re, non più esse­re ostag­gio dei signo­ri del mat­to­ne di ogni colo­re poli­ti­co, che l’hanno get­ta­ta nel buio e nel­la soli­tu­di­ne che ine­vi­ta­bil­men­te por­ta insi­cu­rez­za. Par­te­ci­pa­zio­ne Civi­ca, nel soste­ne­re con­vin­ta­men­te il can­di­da­to sin­da­co Dario Rose nel­la coa­li­zio­ne Dirit­ti in Comu­ne, lavo­ra per que­sto. Come ognu­no di noi ha sem­pre fat­to, nel­le nostre sto­rie per­so­na­li di atti­vi­smo sem­pre in pri­ma linea per cer­ca­re di dare a Ciam­pi­no un futu­ro come comu­ni­tà di per­so­ne”.  

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