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ROSSIGNOLI (FEDERLAZIO): ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA ANCORA UTILI MA DEVONO CAMBIARE RADICALMENTE
10/01/2019Questo articolo è stato letto 26798 volte!
Federlazio interviene in merito alla funzione che oggi ricoprono, o dovrebbero ricoprire, le Associazioni di categoria. Ecco le parole del Presidente Federlazio, Silvio Rossignoli.
“Ultimamente le associazioni di rappresentanza imprenditoriale sono state spesso accumunate ai partiti politici, con tutte le riflessioni che ne conseguono. Secondo la vulgata populista, le associazioni non avrebbero più molto da dire sui temi dello sviluppo economico e sui reali interessi del tessuto imprenditoriale, sostituite oramai dalla “voce del popolo”, l’unico depositario della conoscenza, che le stesse istituzioni di governo farebbero bene a consultare direttamente senza intermediazioni superflue.
C’è da dire che il mondo della rappresentanza nel corso degli anni ha anche messo molto del suo per alimentare qualche riserva sull’operato e sulla funzione di quella che è stata chiamata “la società di mezzo”, ma come un recente sondaggio dell’Ipsos confermerebbe, le associazioni di rappresentanza hanno comunque continuato a resistere, almeno al confronto con il crollo di gradimento nell’opinione pubblica riscontrato da altri soggetti, quali ad esempio i partiti o le banche.
Cosa possono raccontarci, sia quest’ultimo dato statistico che la riflessione di cui sopra? Ci raccontano senza alcun dubbio che le associazioni di rappresentanza imprenditoriale devono cambiare, devono aggiornarsi e modificare la loro pelle, prestando un’attenzione più decisa: a) ai cambiamenti dell’economia; b) al ruolo ricoperto dall’innovazione, che è tecnologica e nel contempo culturale; c) alle trasformazioni strutturali dei mercati e all’allargamento smisurato delle loro dimensioni.
Ma anche che delle associazioni di rappresentanza vi è ancora bisogno e sempre più sarà così in futuro, perché quando l’onda populista sarà passata, il singolo – cittadino o impresa che sia – si ritroverà nuovamente ad essere solo, con la differenza che la società che egli si troverà ad affrontare sarà infinitamente più complessa di quella ricompresa nel perimetro della società locale o persino di quella nazionale. Sarà una società con i confini sempre più estesi, dove ciò di cui si avrà bisogno sarà proprio la capacità di organizzare e rappresentare i singoli – nel nostro caso le imprese – a partire dalla loro esigenza vitale di misurarsi con quella dimensione, non già per rincorrere un improponibile ritorno al passato, ma in vista di un futuro che non spaventa se lo si affronta con gli strumenti adeguati.
Perché come sostiene anche il Presidente del Cnel, Tiziano Treu, l’ondata di populismo e di individualismo non fa diminuire, ma fa anzi crescere l’esigenza di stare insieme, a condizione naturalmente che lo si faccia non per difendersi dai rischi della globalizzazione, ma per aggredirla e anticiparla grazie ad un uso sapiente dell’innovazione in tutte le sue possibili declinazioni.
Perché, come sostiene Federlazio, il lavoro — e il benessere che ne consegue — non nasce per cause naturali, ma per mano di un imprenditore che ha deciso di rischiare se stesso e le proprie disponibilità per realizzare un progetto in grado di produrre reddito e occupazione come ragione di vita”.
Questa la dichiarazione del Presidente Federlazio, Silvio Rossignoli.
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