L’Oratorio della Santissima Annunziata di Cori tra le 101 meraviglie d’Italia

L’Oratorio della Santissima Annunziata di Cori tra le 101 meraviglie d’Italia

05/01/2017 0 Di Marco Castaldi

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La cap­pel­la del­la San­tis­si­ma Annun­zi­a­ta di Cori tra i luoghi di arte e cul­tura da sco­prire selezionati da Beba Marsano nel suo libro ‘Vale un viag­gio’.

C’è anche l’Oratorio del­la San­tis­si­ma Annun­zi­a­ta di Cori tra le 101 mer­av­iglie d’Italia da sco­prire sec­on­do Beba Marsano. La gior­nal­ista, scrit­trice e crit­i­ca d’arte ha pub­bli­ca­to con Cinque­sen­si Edi­tore il suo libro ‘Vale un viag­gio’, dopo aver gira­to in lun­go e in largo il Bel Paese per oltre un anno.

Gran­di e pic­coli cap­ola­vori d’arte e di cul­tura, fuori dai con­sueti per­cor­si tur­is­ti­ci che, da soli, val­go­no un viag­gio: siti arche­o­logi­ci, musei d’arte, cicli di affres­chi, basiliche, collezioni pri­vate, piazze e scor­ci, angoli e prospet­tive nat­u­ral­is­tiche. L’autrice con­siglia anche un alber­go e un ris­torante nei din­torni.

Tra questi inedi­ti tesori l’ora­to­rio del­la San­tis­si­ma Annun­zi­a­ta di Cori, mer­av­iglia pit­tor­i­ca incas­to­na­ta nel verde, noto anche come cap­pel­la del­la San­tis­si­ma Annun­zi­a­ta. Erronea­mente defini­to come “chiesa”, in realtà era un locale annes­so alla chiesa di San Sil­ve­stro, dal Sei­cen­to ded­i­ca­ta al San­tis­si­mo Cro­ci­fis­so.

Il com­p­lesso fino agli anni Cinquan­ta era in aper­ta cam­pagna, sul­la prin­ci­pale via di acces­so a Cori, che col­le­ga­va la cit­tà alla via Appia e a Roma. Nel Medio­e­vo vi si fer­ma­vano i mag­is­trati prove­ni­en­ti dal­la Cap­i­tale, e solo dopo aver giu­ra­to di rispettare gli statu­ti core­si era­no ammes­si entro le mura.

La costruzione iniz­iò nel sec­on­do decen­nio del Quat­tro­cen­to, com­mis­sion­a­ta dal car­di­nale Pedro Fer­nán­dez de Frías, vic­ario pon­tif­i­cio e ret­tore per la Sabi­na e la provin­cia di Cam­pagna e Marit­ti­na, di cui Cori face­va parte. Si tro­va qui il più anti­co stem­ma esistente del Comune di Cori, che parte­cipò alla real­iz­zazione.

Gli edi­fi­ci intorno – la sagres­tia, la cel­la dell’eremita cus­tode, il cam­panile, un nuo­vo romi­to­rio – furono aggiun­ti nel Sei­cen­to e nel Set­te­cen­to, durante il restau­ro. Gli affres­chi del Vec­chio e del Nuo­vo Tes­ta­men­to sono uno splen­di­do esem­pio di pit­tura quat­tro­cen­tesca. Anco­ra vis­i­bili le firme graf­fite dai viag­gia­tori spag­no­li che li vis­i­tarono, ma il moti­vo di tan­to inter­esse res­ta un mis­tero.

Mar­co Castal­di

Addet­to Stam­pa & OLMR

 

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