Il vino tra psiche e poesia. Parte da Cori il Festival della Complessità dei Monti Lepini

Il vino tra psiche e poesia. Parte da Cori il Festival della Complessità dei Monti Lepini

16/12/2016 0 Di Marco Castaldi

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Dal 20 Dicem­bre al 06 Gen­naio si ter­ran­no una serie di Incon­tri con l’Autore nelle bib­lioteche di alcu­ni Comu­ni dei Mon­ti Lep­i­ni, per par­lare di sto­ria, iden­tità e radi­ci del ter­ri­to­rio lep­ino.

Par­tirà da Cori l’edizione 2016 del Fes­ti­val del­la Com­p­lessità, rasseg­na let­ter­aria incen­tra­ta sul­la sto­ria, l’identità e le radi­ci del ter­ri­to­rio lep­ino, orga­niz­za­ta dal­la Com­pag­nia dei Lep­i­ni e Atlantide Edi­tore, con il coin­vol­gi­men­to del Sis­tema Ter­ri­to­ri­ale delle Bib­lioteche dei Mon­ti Lep­i­ni, dove ver­ran­no pre­sen­tati lib­ri che ci riguardano da vici­no e i loro autori.  Si com­in­cia mart­edì 20 Dicem­bre, alle ore 17:30, dal­la Bib­liote­ca civi­ca di Cori ‘Elio Fil­ip­po Accroc­ca’, con la pre­sen­tazione del libro ‘Il Vino tra Psiche e Poe­sia’, di Edmon­do De Ami­cis e Giuseppe Gio­cosa. Sarà pre­sente l’editore Dario Pet­ti.

Il vol­ume rac­coglie gli scrit­ti dei due popo­lari autori intorno ad una tra le bevande più amate dai popoli così esalta­ta da Edmon­do De Ami­cis: “Il vino che aggiunge un sor­riso all’amicizia e una scin­til­la all’amore; il sec­on­do sangue del­la raz­za umana”. Nell’inverno del 1880 undi­ci tra i più noti intel­let­tuali ital­iani, si esi­birono a Tori­no in altret­tante con­feren­ze aven­ti come tema il vino, osser­va­to da diverse ango­lazioni let­ter­arie e sci­en­ti­fiche. Le con­feren­ze, coro­nate da grande suc­ces­so di pub­bli­co e crit­i­ca, si svolsero pres­so l’anfiteatro “San Francesco da Pao­la”, nel­la cen­tralis­si­ma via Po, cos­to del bigli­et­to 1 lira, reperi­bile all’ingresso o nelle prin­ci­pali librerie cit­ta­dine, in un felice con­nu­bio tra let­ter­atu­ra, teatro e vino.

Il cele­bre autore del libro ‘Cuore’ Edmon­do De Ami­cis e il suo col­le­ga scrit­tore, nonché com­pag­no di banchet­ti e bevute, Giuseppe Gia­cosa par­larono del vino vis­to rispet­ti­va­mente nei suoi effet­ti psi­co­logi­ci e nel­la poe­sia. De Ami­cis anal­iz­zò le tipolo­gie di bevi­tori ed ebbrez­za trat­teggian­do gus­tosi bozzetti dai “D’Artagnan d’una sera”, ai “Fan­ci­ul­loni” ai “Vergi­ni d’alcool” ai “Mal­in­coni­ci” agli “Arrab­biati”. Gia­cosa divise i poeti in due cat­e­gorie quel­li che il vino lo ave­vano can­ta­to e quel­li che lo ave­vano bevu­to, annoveran­do tra questi i medievali Goliar­di, “scapigliati e liberis­si­mi poeti erran­ti” che nel XII sec­o­lo pere­gri­na­vano per le cit­tà europee “avi­di di scien­za e piac­eri”. Il pro­gram­ma com­ple­to del­la man­i­fes­tazione.

Mar­co Castal­di

Addet­to Stam­pa & OLMR

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