L’Opinione. La Camera dei Deputati approva la legge Calabrò sui “testamenti biologici”

L’Opinione. La Camera dei Deputati approva la legge Calabrò sui “testamenti biologici”

14/07/2011 0 Di Redazione

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L’O­pi­nio­ne. La Came­ra dei Depu­ta­ti appro­va la leg­ge Cala­brò sui “testa­men­ti bio­lo­gi­ci”.

di Rober­to Ali­can­dri

I mori­bon­di di Palaz­zo Mon­te­ci­to­rio han­no appro­va­to una leg­ge ideo­lo­gi­ca, vio­len­ta, bugiar­da, sgram­ma­ti­ca­ta, inco­sti­tu­zio­na­le: è la leg­ge sul testa­men­to bio­lo­gi­co, quin­tes­sen­za di un dispo­ti­smo eti­co che vuo­le impor­re a tut­ti il par­zia­le, con­tro­ver­so pun­to di vista di una sola par­te a chi ha con­vin­zio­ni, fedi, sti­li di vita diver­si.

La mag­gio­ran­za par­la­men­ta­re sem­pre più dele­git­ti­ma­ta per gli scan­da­li che l´attraversano, per l’impunita voca­zio­ne ad asse­con­da­re ogni pre­te­sa del suo Capo, per la distan­za abis­sa­le dal rispet­to dovu­to ai cit­ta­di­ni pre­ten­de di impa­dro­nir­si del­la vita stes­sa del­le per­so­ne. Non si cura dei docu­men­ti ana­li­ti­ci man­da­ti a tut­ti i sena­to­ri e depu­ta­ti da più di cen­to giu­ri­sti che mostra­no i gra­vi limi­ti tec­ni­ci del­la leg­ge. Disprez­za l’opinione pub­bli­ca per­ché, come da anni ci dico­no le perio­di­che rile­va­zio­ni del­l’Eu­ri­spes, il 77% degli ita­lia­ni è favo­re­vo­le al dirit­to di deci­de­re libe­ra­men­te sul­la fine del­la vita. Men­tre ripe­to­no la sem­pre più men­da­ce for­mu­la “non met­tia­mo le mani nel­le tasche degli ita­lia­ni”, il pre­si­den­te del Con­si­glio e la sua doci­lis­si­ma schie­ra met­to­no le mani sul cor­po di cia­scu­no di noi.
La leg­ge affer­ma la «indi­spo­ni­bi­li­tà» del­la vita: ma que­sta è una affer­ma­zio­ne in pale­se con­tra­sto con l´ormai con­so­li­da­to dirit­to al rifiu­to e alla sospen­sio­ne del­le cure, che in mol­tis­si­mi casi è già sta­to eser­ci­ta­to con la con­sa­pe­vo­lez­za che si trat­ta­va di una deci­sio­ne che avreb­be por­ta­to alla mor­te. Nega il dirit­to di rifiu­ta­re trat­ta­men­ti come l’alimentazione e l’idratazione for­za­ta, esclu­den­do­ne il carat­te­re tera­peu­ti­co in con­tra­sto con l’opinione del­le socie­tà scien­ti­fi­che e con l’e­vi­den­za del­la pra­ti­ca medi­ca. Riflet­te un fon­da­men­ta­li­smo incom­pren­si­bi­le.
È bugiar­da, per­ché il suo tito­lo – che si richia­ma al con­sen­so infor­ma­to, all’alleanza tera­peu­ti­ca tra medi­co e pazien­te, alla rile­van­za del­le dichia­ra­zio­ni fat­te dal­la per­so­na per deci­de­re con­sa­pe­vol­men­te sul come mori­re – è cla­mo­ro­sa­men­te con­trad­det­to dal con­te­nu­to del­le sin­go­le nor­me. Il con­sen­so del­la per­so­na è sostan­zial­men­te vani­fi­ca­to, per­ché le sue dichia­ra­zio­ni non han­no valo­re vin­co­lan­te e non pos­so­no riguar­da­re que­stio­ni essen­zia­li come quel­le dell’alimentazione e dell’idratazione for­za­ta. L’alleanza tera­peu­ti­ca si risol­ve nel­lo spo­sta­men­to del pote­re del­la deci­sio­ne tut­to nel­la dire­zio­ne del medi­co. Le «dichia­ra­zio­ni anti­ci­pa­te di trat­ta­men­to» sono vere mac­chi­ne inu­ti­li, frut­to di un deli­rio buro­cra­ti­co che impo­ne fati­co­se pro­ce­du­re alla fine del­le qua­li vi è il nul­la, visto che sono pri­ve di ogni for­za vin­co­lan­te.
Sia­mo di fron­te ad una vera “leg­ge truf­fa”, ad un testo cla­mo­ro­sa­men­te inco­sti­tu­zio­na­le. Legit­ti­mi pun­ti di vista non pos­so­no esse­re tra­sfor­ma­ti in nor­me che si impon­go­no alla volon­tà del­le per­so­ne vio­lan­do i loro dirit­ti fon­da­men­ta­li. La discre­zio­na­li­tà del legi­sla­to­re, in que­sti casi, è esclu­sa espli­ci­ta­men­te dall’articolo 32 del­la Costi­tu­zio­ne: «la leg­ge non può in nes­sun caso vio­la­re i limi­ti impo­sti dal rispet­to del­la per­so­na uma­na». E la Cor­te Costi­tu­zio­na­le ha rico­no­sciu­to il dirit­to del­la per­so­na di «dispor­re del pro­prio cor­po»; ha seve­ra­men­te esclu­so che il legi­sla­to­re pos­sa arro­gar­si il ruo­lo del medi­co e del­lo scien­zia­to: e soprat­tut­to ha affer­ma­to in modo net­tis­si­mo che l’autodeterminazione è un “dirit­to fon­da­men­ta­le” del­la per­so­na. Pro­prio quell’autodeterminazione che il voto del­la Came­ra vuo­le can­cel­la­re.
Que­sto scem­pio si sta con­su­man­do nel più asso­lu­to silen­zio. Il Pd con­ti­nua a rima­ne­re pri­gio­nie­ro del­le sue divi­sio­ni inter­ne, che sono dive­nu­te un osta­co­lo alla cul­tu­ra e alla ragio­ne? Per­ché per­si­ste il timo­re di dispia­ce­re alle gerar­chie vati­ca­ne, non al ric­co e aper­to mon­do dei cat­to­li­ci? Per­ché, soprat­tut­to, a nul­la è ser­vi­ta la lezio­ne del­le ele­zio­ni ammi­ni­stra­ti­ve e dei refe­ren­dum che mostra­no una socie­tà viva, reat­ti­va, alla qua­le biso­gna fare appel­lo tut­te le vol­te che sono in que­stio­ne i dirit­ti fon­da­men­ta­li del­le per­so­ne?
La leg­ge deve abban­do­na­re la pre­te­sa di impa­dro­nir­si d’un ogget­to così mobi­le, sfac­cet­ta­to, lega­to all’irriducibile uni­ci­tà di cia­scu­no, la vita. Quan­do ciò è avve­nu­to, liber­tà, digni­tà e uma­ni­tà sono sta­te sacri­fi­ca­te e gli ordi­na­men­ti giu­ri­di­ci han­no cono­sciu­to una inquie­tan­te per­ver­sio­ne. Non a caso «la rivo­lu­zio­ne del con­sen­so infor­ma­to» nasce come rea­zio­ne alla pre­te­sa del­la poli­ti­ca e del­la medi­ci­na di impa­dro­nir­si del cor­po del­le per­so­ne, che ha avu­to nell’esperienza nazi­sta la sua mani­fe­sta­zio­ne più bru­ta­le. L’autoritarismo non si addi­ce alla vita, né nel­le sue for­me aggres­si­ve, né in quel­le «pro­tet­ti­ve». Rico­no­sce­re l’autonomia d’ogni per­so­na, allo­ra, non signi­fi­ca indul­ge­re a deri­ve indi­vi­dua­li­sti­che, ma dise­gna­re un siste­ma di rego­le che met­ta­no cia­scu­no nel­la con­di­zio­ne di poter deci­de­re libe­ra­men­te.

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