Esteri, Tiso(CA Iniziativa Comune): “2024 è anno guerre dimenticate: non solo Ucraina e Palestina” 

Esteri, Tiso(CA Iniziativa Comune): “2024 è anno guerre dimenticate: non solo Ucraina e Palestina” 

19/12/2024 0 Di Marco Montini

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Este­ri, Tiso(CA Ini­zia­ti­va Comu­ne): “2024 è anno guer­re dimen­ti­ca­te: non solo Ucrai­na e Pale­sti­na”
“Non solo i con­flit­ti israe­lo- pale­sti­ne­se e rus­so-ucrai­no. Le guer­re dimen­ti­ca­te rap­pre­sen­ta­no una pia­ga glo­ba­le che, pur col­pen­do milio­ni di per­so­ne, rice­vo­no poca atten­zio­ne media­ti­ca e poli­ti­ca. E pur­trop­po, anche nel 2024. Que­sto feno­me­no è com­ples­so e riflet­te una serie di dina­mi­che eco­no­mi­che, geo­po­li­ti­che e cul­tu­ra­li. In pri­mis, le guer­re che coin­vol­go­no pae­si stra­te­gi­ci o regio­ni eco­no­mi­ca­men­te rile­van­ti atti­ra­no mag­gior­men­te l’attenzione inter­na­zio­na­le. La guer­ra Rus­sia-Ucrai­na coin­vol­ge l’Europa, la NATO e il con­trol­lo ener­ge­ti­co glo­ba­le. La que­stio­ne Israe­le-Pale­sti­na è cen­tra­le per la sta­bi­li­tà del Medio Orien­te. Poi c’è anche una moti­va­zio­ne media­ti­ca con la stam­pa che spes­so ten­de a pri­vi­le­gia­re con­flit­ti che riguar­da­no poten­ze glo­ba­li o temi sen­si­bi­li, come reli­gio­ne e ter­ro­ri­smo. I con­flit­ti in Afri­ca, Asia o Ame­ri­ca Lati­na, ad esem­pio, spes­so non han­no lo stes­so impat­to nar­ra­ti­vo per il pub­bli­co occi­den­ta­le. C’è infi­ne il pro­ble­ma del­la asim­me­tria dell’informazione, dovu­ta alle dif­fi­col­tà di acces­so e alla man­can­za di cor­ri­spon­den­ti loca­li nei pae­si in guer­ra che ne limi­ta la coper­tu­ra. Ma qua­li sono nazio­ni e con­ti­nen­ti più col­pi­ti? In Afri­ca, pae­si come Sudan, Soma­lia, Repub­bli­ca Demo­cra­ti­ca del Con­go e Mali sono tea­tro di con­flit­ti pro­trat­ti lega­ti a risor­se, tri­ba­li­smo e insta­bi­li­tà poli­ti­ca, men­tre in Medio Orien­te Yemen e Siria rap­pre­sen­ta­no cri­si uma­ni­ta­rie gra­vis­si­me. In Asia, inve­ce, l’Afghanistan vive un con­flit­to peren­ne, men­tre la que­stio­ne del Myan­mar è un altro esem­pio di con­flit­to dimen­ti­ca­to. Pure in Ame­ri­ca Lati­na, seb­be­ne meno visi­bi­li, insi­sto­no guer­re tra car­tel­li del­la dro­ga e for­ze sta­ta­li in Mes­si­co, Colom­bia e altre nazio­ni. Insom­ma sono nume­ro­se le cosid­det­te “guer­re dimen­ti­ca­te”, dove peral­tro ven­go­no reclu­ta­ti miglia­ia di bam­bi­ni come sol­da­ti o sfrut­ta­ti nei con­flit­ti, con con­se­guen­ti trau­mi psi­co­lo­gi­ci. Uno sce­na­rio ter­ri­fi­can­te che si uni­sce ai dati allar­man­ti del WFP, secon­do cui il con­flit­to è il prin­ci­pa­le moto­re del­la fame glo­ba­le. Cosa fare, per­tan­to? Innan­zi­tut­to i media devo­no ini­zia­re a non igno­ra­re le guer­re in pae­si con­si­de­ra­ti non stra­te­gi­ci, poi­ché que­sto con­tri­bui­sce alla man­ca­ta sen­si­bi­liz­za­zio­ne dell’opinione pub­bli­ca. In tal sen­so ci chie­dia­mo: per­ché milio­ni di vit­ti­me riman­go­no invi­si­bi­li, igno­ra­te dai media e dall’opinione pub­bli­ca? È pos­si­bi­le che la disu­gua­glian­za media­ti­ca riflet­ta una più pro­fon­da disu­gua­glian­za poli­ti­ca e socia­le? Fin­ché le vite uma­ne ver­ran­no valu­ta­te in base alla loro “rile­van­za stra­te­gi­ca”, non sarà dav­ve­ro pos­si­bi­le costrui­re una pace glo­ba­le e inclu­si­va?”.
Così, in una nota stam­pa, Car­me­la Tiso, por­ta­vo­ce nazio­na­le del Cen­tro Stu­di Ini­zia­ti­va Comu­ne.

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