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Francesco Di Rosalia
MARINO, DI ROSALIA (PSI) A BUGHEANU: “NESSUNA OFFESA AI RUMENI NELLE PAROLE DI GIULIO SANTARELLI. LA LIBERTA’ DI CULTO E’ TUTELATA DALLA COSTITUZIONE, IL PROBLEMA CHE RIGUARDA TUTTI E’ LA MANCANZA DI LAVORO E LA MORTE CIVILE E CULTURALE DELLA CITTA’ ALLA QUALE DOBBIAMO TROVARE UNA SOLUZIONE”
“Nelle parole di Giulio Santarelli sulle nuove strategie elettorali della candidata rumena non c’era nessuna volontà di offendere o discriminare ma solo delle valutazioni politiche che nulla hanno a che fare con il sacrosanto diritto alla libertà di culto sancito, fortunatamente, in Italia dall’articolo 19 della Costituzione e non dalle volontà della ex giunta comunale di centrodestra”.
Con queste parole Francesco Di Rosalia, militante per i diritti civili candidato nel Partito Socialista Italiano alle prossime elezioni amministrative di Marino replica alle dichiarazioni di Roxana Bugheanu, fresca candidata della lista Di Giulio.
“Gli amici del Partito Socialista che hanno deciso di candidarmi come militante per i diritti civili, a partire dal candidato sindaco e esponente storico del partito a livello nazionale, Giulio Santarelli – aggiunge Di Rosalia — saranno sempre in difesa e a favore di una autentica politica di dibattito, confronto culturale sui temi della società multietnica e dell’integrazione da cui certamente Marino, cuore dell’area metropolitana di Roma, non può essere astratta. Quello che però ad oggi accomuna tutti, purtroppo, marinesi vecchi nuovi, di origine italiana, albanese, francese o rumena – conclude Di Rosalia — è la mancanza di possibilità di lavoro per tutti, di più per i giovani. Un problema al quale tutti insieme, senza distinzione di etnia, a colpi di buona volontà, rispetto delle leggi e meritocrazia dovremo trovare presto una soluzione. Per questo credo che tanto Roxana Bugheanu quanto me e tanti altri giovani in ogni schieramento ci stiamo candidando alle elezioni. Per dare una possibilità di rinascere a Marino che oggi è una città purtroppo socialmente, culturalmente ed economicamente in fin di vita”.
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